mercoledì 17 ottobre 2012

FEMMINISTE A COMANDO: CON BERLUSCONI PIAZZE PIENE, ADESSO SILENZIO


Quasi tutti ricorderanno le numerose critiche ed indignazioni che, da diversa parte dell’opinione pubblica (ma non solo), si levarono nei confronti dell’ultimo governo Berlusconi quando, al momento dell’insediamento, venne resa nota la nomina di Mara Carfagna come Ministro per le Pari Opportunità. A finire sotto la lente fu il passato non prettamente “politico”, ma bensì riconducibile ad esperienze e comparse televisive, che la Carfagna aveva avuto in passato. Si disse in quella circostanza che la delega alle Pari Opportunità non poteva essere di certo affidata da chi aveva utilizzato la propria bellezza ed avvenenza per fare carriera, anche e soprattutto – questa era (ed è) la tesi dei maggiori detrattori dell’ex Ministro – in politica. Dal 2008 in poi, il nostro Paese ha dunque conosciuto un fiorire di iniziative, manifestazioni, cortei, dibattiti volti a ricordare ad una classe politica e dirigente machista e maschilista che una donna è altro rispetto al proprio corpo, alla propria fisicità: è pensiero, è energia, determinazione, voglia di farcela ed affermarsi in un mondo tendenzialmente ostile o comunque non proprio in sintonia con le esigenze e le necessità delle italiane. A ciò si aggiunse la nascita di diversi movimenti, tra cui quello più recente di “Se non ora quando”, considerati sì legittima espressione di pensiero ma comunque riconducibili ad una degenerazione di quel femminismo che, nonostante tutto,



portò a casa non poche conquiste per quel segmento della società che non aveva voce, rappresentanza e considerazione.
Tuttavia, con il passo indietro di Berlusconi e l’avvio del governo tecnico guidato da Mario Monti, le schiere di femministe e di “indignate” nostrane sembrano essersi d’un tratto volatilizzate, nonostante attualmente non vi sia un dicastero totalmente dedicato alle Pari Opportunità, essendo il Ministro Elsa Fornero il titolare di questa delega insieme a quella, parimenti spinosa ed inevitabilmente connessa alla prima, del Lavoro. Eppure, in questi mesi di governo tecnico, la situazione non sembra essere vistosamente e radicalmente mutata: mancano asili nido, congedi parentali estesi, flessibilità negli orari di lavoro, unitamente a serie e durature politiche di conciliazione tra maternità e vita lavorativa. Ma nessuno scende più in piazza, nessun corteo o manifestazione invade le strade del centro di Roma: di fronte a situazioni simili, occorre riflettere e soprattutto non strumentalizzare, a seconda dei tempi e di chi è al governo, esigenze che invece riguardano ancora oggi il mondo delle donne, dei loro diritti e delle loro (pari) opportunità. Angelica Stramazzi

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