martedì 16 ottobre 2012

MATTEO RENZI NON HA PAURA DI VOLARE!


Matteo Renzi ha preso un aereo privato da Sulmona e ritorno, per andare a un funerale, senza sospendere la sua campagna per le primarie. Massimo D’Alema ha denunciato il “misfatto”. Le pagine dei giornali si sono state imbrattate di narrazioni sulla vicenda con argomenti da serva. Povera Italia, dove un ridicolo federalismo ha scatenato l’ingordigia di migliaia imbroglioni e di faccendieri che si sono divertiti a giocare ai parlamentari (regionali) e ai governatori dilapidando centinaia di miliardi. Ora i responsabili di questa tragedia, Massimo D’Alema compreso, accusano Matteo Renzi di far uso dell’aereo invece che dei sandali e del saio del pellegrino. Basterebbe questo per dare la misura della stupidità e della pochezza degli argomenti di questi sciagurati che il popolo italiano ha eletto con i propri voti di preferenza. Si perché le elezioni regionali non sono regolate dal “porcellum” e i candidati vengono votati uno per uno! Allora è vero che la classe politica rappresenta esattamente il Paese, e non c’è legge elettorale che possa modificare le cose. L’unico strumento per modificare le cose è una ventata nuova, una carica di entusiasmo che travolga i piccoli interessi di bottega che, spesso, degenerano in enormi imbrogli. Tutti i giorni visito il sito matteorenzi.it per verificare la progressione della donazione on-line, oggi per le primarie, domani, in caso di successo, per la corsa alle politiche. Pur non essendo, almeno per ora, un elettore del PD, ho donato cinque euro per testare la veridicità del meccanismo. Ebbene i cinque euro sono stati ricossi al volo dalla carta di credito, senza il minimo intoppo, e il mio nome e cognome è comparso nella lista, sempre più lunga, dei donatori. Le cifre donate non sono elevate. I cinquanta o cento euro sono rari. Sono molto più frequenti i cinque, i dieci. In fondo alla lista compare questo avviso: “Matteo Renzi non accetta, né direttamente né tramite il Comitato o la




 Fondazione Big Bang, o per altra via, contributi anonimi alla sua campagna per le primarie. Ringrazia di cuore coloro che li inviano, ma non ritiene di poterli accettare ed utilizzare. Qualora non fosse possibile contattare l'offerente per la restituzione di tali contributi, data l'assenza di qualunque utile indicazione, essi verranno dati in beneficenza alla Fondazione Meyer di Firenze.” Mentre scrivo verifico il totale raccolto, in un paio di settimane, che di 70.685 euro. Ieri era 66.000. La progressione dell’incremento è costante! Eccola la ventata! Altri pagano per avere i voti. Pagano il crimine organizzato per pacchetti consistenti. Fanno trovare una banconota sotto il piatto di una cena gentilmente offerta. Oppure si limitano a offrire una cena quando la banconota sembra superflua o controproducente. Mi è piaciuta anche la condotta di Renzi con Marchionne. Perché quando Marchionne ha proposto il suo programma innovativo per la Fiat, Renzi l’ha sostenuto senza esitazioni. Quando Marchionne ha mancato i suoi impegni, Renzi l’ha criticato senza esitazioni. Quando Marchionne, per denigrare Renzi, ha insultato la città di Firenze, e con Firenze l’Italia, gli è stato risposto di sciacquarsi la bocca senza esitazioni. Ha dimostrato di essere un vero leader che potrebbe anche diventare un vero statista! Prodi potrebbe fare altrettanto? Bersani? Silvio Berlusconi, di cui ho la massima considerazione perchè ha salvato il Paese da una banda di sciagurati nel 94, nei momenti critici se la cavava con una battuta! Matteo Renzi mi ricorda invece Bettino Craxi giovane, quando io ero poco più che un ragazzo, che fronteggiò i democristiani di Moro, orfani di De Gasperi, i comunisti di Berlinguer orfani di Togliatti e i socialisti di un vecchio Nenni che aveva perso lucidità. Fu un lavoro immane!
                              Enrico Mattei e Giorgio La Pira
Renzi come Craxi ha colto il nuovo che avanza in Italia. Si mette a disposizione degli innovatori per percorrere un tratto di strada che può trasformarsi in un salto quantico. Matteo Renzi, per Firenze, è un Giorgio La Pira del ventunesimo secolo. Nel solco di Alcide De Gasperi e Amintore Fanfani, è approdato al Partito Democratico motivato da un equilibrio fra libertà giustizia sociale che non significa equilibrismo moroteo. Al contrario, istinto e schiettezza ne fanno un toscanaccio focoso, antipatico ai politici di professione, ma tanto simpatico ai vecchi socialisti di Craxi come me, anche se, a Bettino, gli ha negato una via a Firenze. E’ un uomo molto amato e odiato in modo trasversale, come tutti i grandi uomini. Senz’altro odiato dai mediocri. Ecco perchè ho la sensazione che proprio lui farà fare un nuovo tratto di strada alla nostra Italia, come fecero Togliatti, De Gasperi, Craxi e, buon ultimo, Silvio Berlusconi.121011 Daniele Leoni

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