Il primo dibattito per le presidenziali Usa, nel
quale Mitt Romney ha stracciato Barack Obama, ha molto da insegnare anche alla
politica di casa nostra. Il presidente uscente era dato ampiamente avanti nei
sondaggi e dal circo dei media ultrachic: a sentire loro il candidato
repubblicano quasi doveva ritirarsi. Nulla di tutto questo: stamattina tutti
gli esperti, compresi i giornali liberal, celebrano la vittoria di Romney. Al
di là del merito del dibattito di Denver, c'è una cosa che accomuna le due campagna
elettorali in Usa e in Italia: con una percentuale di indecisi o potenziali
astenuti che supera il 40 per cento, i sondaggi in circolazione sono
ingannevoli e inutili. Si deciderà all'ultimo, e per ciò che ci riguarda quando
saranno certe le regole del gioco (la legge elettorale), i programmi su tasse
ed economia in generale, e soprattutto chi saprà conquistare il ceto medio,
dove non ci sono schieramenti ideologici e maggiormente si annida
l'indecisione.
Tutto è dunque possibile, non esistono né vincitori
né sconfitti a tavolino, già decisi dai giornali e dagli stati maggiori, come
invece si ostina a credere, o a far credere, il Pd. Gli indecisi, le tasse, le
ricette fallimentari della sinistra, da noi come in America. E la leadership.
Queste sono le nostre carte, e le giocheremo al momento giusto e fino in fondo.
Ovviamente per vincere.
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