venerdì 5 ottobre 2012

SONDAGGIO, DAGLI USA ARRIVA LA LEZIONE



Il primo dibattito per le presidenziali Usa, nel quale Mitt Romney ha stracciato Barack Obama, ha molto da insegnare anche alla politica di casa nostra. Il presidente uscente era dato ampiamente avanti nei sondaggi e dal circo dei media ultrachic: a sentire loro il candidato repubblicano quasi doveva ritirarsi. Nulla di tutto questo: stamattina tutti gli esperti, compresi i giornali liberal, celebrano la vittoria di Romney. Al di là del merito del dibattito di Denver, c'è una cosa che accomuna le due campagna elettorali in Usa e in Italia: con una percentuale di indecisi o potenziali astenuti che supera il 40 per cento, i sondaggi in circolazione sono ingannevoli e inutili. Si deciderà all'ultimo, e per ciò che ci riguarda quando saranno certe le regole del gioco (la legge elettorale), i programmi su tasse ed economia in generale, e soprattutto chi saprà conquistare il ceto medio, dove non ci sono schieramenti ideologici e maggiormente si annida l'indecisione.
Tutto è dunque possibile, non esistono né vincitori né sconfitti a tavolino, già decisi dai giornali e dagli stati maggiori, come invece si ostina a credere, o a far credere, il Pd. Gli indecisi, le tasse, le ricette fallimentari della sinistra, da noi come in America. E la leadership. Queste sono le nostre carte, e le giocheremo al momento giusto e fino in fondo. Ovviamente per vincere.

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