sabato 28 settembre 2013

L’EXPORT DEI PRODOTTI REGGIANI


Il Consigliere regionale di Forza Italia, Fabio Filippi ha chiesto, attraverso un atto ispettivo, alla Giunta della Regione Emilia-Romagna cosa abbia fatto, fino ad ora, per favorire l’esportazione dei prodotti industriali ed agricoli dell’Emilia Romagna e, in particolare, di Reggio Emilia e Parma: area territoriale considerata la “food valley” della regione. Il Consigliere Filippi ha dichiarato: “E’ indubbio che non è stato fatto tutto il necessario per favorire l’esportazione nel mondo di un “prodotto principe” come il formaggio Parmigiano-Reggiano: alcune iniziative, messe in campo dal Consorzio, si sono rivelate dei veri e propri fallimenti, mentre quella recente assunta dalla Provincia di Reggio Emilia, all’interno dell’iniziativa denominata ‘Anno ReggioEmilano’, si è dimostrata una bolla di sapone, che non ha prodotto nulla di significativo nel campo dei volumi esportati. In generale, le vendite di prodotti reggiani all’estero hanno raggiunto, nel primi sei mesi del 2013, il valore di 4.315 milioni di euro contro i 4.322 dell’anno passato, registrando una variazione del -0,2%. Un dato che desta una qualche preoccupazione. Persiste inoltre il limite rappresentato dal fatto che il 71,5% delle esportazioni reggiane è limitato ai paesi europei. E’ positivo invece il fatto che l’export verso la Russia e la Turchia sia aumentato del 5,5% e dell’8,8%. Anche se è cresciuto l’export reggiano verso il mercato asiatico, l’Africa e l’Oceania è indubbio che il mercato statunitense costituisce ancora una nicchia marginale per il prodotti reggiani.
L’esportazione dei prodotti metalmeccanici, considerando le potenzialità produttive e la qualità tecnologica delle aziende che operano nel settore, potrebbe essere incrementata. Conforta l’incremento dell’export nel campo dei prodotti ceramici anche perché le aziende emiliane, sul mercato interno, deve compensare una perdita dovuta alla crisi edilizia e ad una politica fiscale pesante che ha colpito la proprietà immobiliare; anche qui però il mercato arabo risulta scarsamente penetrato dai prodotti ceramici, per cui l’export andrebbe maggiormente sostenuto. Preoccupa, infine, la diminuzione delle esportazioni nel settore del tessile-abbigliamento  il  cui  valore  è  passato  da  718  a  667  milioni di euro, pari ad un -7,1%. In questo contesto quindi si impone alla Regione il compito di svolgere, nel campo delle politiche economiche, un ruolo maggiormente attivo nell’export, allo scopo di sostenere i prodotti industriali ed agricoli e le aziende produttive”.

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