martedì 24 settembre 2013

DUE PESI E DUE MISURE? TERREMERSE: VI FURONO TRUFFA E FALSO

“Se per il caso della coop rossa Terremerse, i giudici avessero applicato nei confronti del Presidente della Regione Vasco Errani, il teorema pseudogiuridico del “non poteva non sapere”, come invece è stato fatto per Silvio Berlusconi, Vasco Errani avrebbe dovuto essere già condannato da tempo: a conferma che la giustizia, in Italia, non è sempre uguale per tutti.”
Quel famoso finanziamento da un milione di euro che la cooperativa Terremerse, presieduta da Giovanni Errani, fratello di Vasco Errani, ottenne con facilità dalla Regione Emilia-Romagna fu conquistato attraverso un imbroglio, senza avere le carte in regola per riceverlo. Questo è quanto ha sentenziato il Tribunale di Bologna che ha condannato a 14 mesi di carcere e all’interdizione dai pubblici uffici il funzionario regionale Aurelio Selva Casadei, per truffa aggravata e falso in atto pubblico. Casadei era il funzionario del servizio “aiuti alle imprese” della Regione Emilia-Romagna che materialmente firmò il verbale in cui si attestò (falsamente ha riconosciuto il giudice) che i lavori per la costruzione dello stabilimento enologico di Imola si erano conclusi entro il termine del 31 maggio 2006; termine ultimo per accedere ai finanziamenti. In realtà, il lavori proseguirono per molti mesi ancora.
La condanna, con rito abbreviato, di Selva Casadei, segna il riconoscimento, in Tribunale, che la truffa ai danni della Regione c’è stata. Per questa stessa vicenda sono stati rinviati a giudizio per truffa aggravata e falso il fratello di Vasco Errani, Giovanni. Sono stati invece, assolti il Presidente Vasco Errani e i dirigenti regionali Filomena Terzini e Valtiero Mazzotti, accusati di falso ideologico per una relazione inviata in Procura, prima che partissero le indagini, nella quale si assicurava che il finanziamento era regolare. Rispetto a questa assoluzione la Procura è ricorsa in appello.
Sul caso della coop Terremerse mi sono battuto contro un uso improprio di risorse pubbliche, sempre a favore delle coop possibilmente rosse e mai a favore di privati: commercianti, artigiani, aziende agricole. Ho chiesto chiarezza e trasparenza di fronte al sospetto, oggi divenuto certezza dopo la condanna emessa dal Tribunale di Bologna, che fosse stata commessa una truffa ai danni della Regione.
Non vogliamo vedere la gente in galera, semplicemente pretendiamo la restituzione dell’assegno di un milione di euro, più interessi e sanzioni di legge, da parte della coop Terremerse. Fabio FILIPPI


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