GIORNO DOPO
GIORNO VA IN FRANTUMI IL SIMBOLO STORICO DEL BUON GOVERNO DELLE SINISTRE.
COINVOLTA ANCHE L’OPPOSIZIONE
Terremoto dentro e
fuori. Il sisma ha colpito, in maggio, il territorio
ferrarese e modenese, scosse di altro tipo stanno facendo traballare la Regione
fino a ieri simbolo del buongoverno, accomunando nelle avversità giudiziarie
destra e sinistra. Va in frantumi il simbolo del buongoverno delle sinistre e
allo stesso tempo arranca l'opposizione. Perfino i grillini si sono fatti
trovare con le mani nella marmellata, utilizzando i fondi pubblici per
farsi intervistare a pagamento dalle tv private. Tutti insieme in una gestione
allegra della politica. Mai come ora la magistratura è stata ingolfata dalle
inchieste sul palazzo. Il taglio del nastro lo diede un ex-assessore,
braccio destro del presidente Vasco Errani, diventato sindaco di Bologna:
Flavio Delbono, che se ne andava in vacanza con la compagna passando poi alla
cassa della Regione a farsi pagare i conti. Una scorrettezza che gli è costata
una pena patteggiata a la carica tanto agognata di sindaco. Si tratta
dell'unica inchiesta chiusa. Le altre sono pronte a esplodere fragorosamente, a
cominciare da quella che vede sul banco degli accusati Vasco Errani e il
milione di euro stanziato dalla sua giunta a favore della cooperativa
(Terremerse) presieduta dal fratello per lavori che in realtà non sono mai stati
fatti. Sarà l'inchiesta numero due ad arrivare in porto, tra qualche
settimana Errani si è trovato anche nel mirino di Striscia la notizia, nei
giorni scorsi, per un provvedimento che fa a pugni con la spending review: ha
previsto che anche gli assessori non eletti percepiscano il vitalizio e poiché
quasi tutta la sua giunta è composta da assessori da lui chiamati direttamente
e quindi non membri del consiglio regionale, ecco che è un fiume di denaro
parallelo che si aggiunge a quello dei vitalizi dei consiglieri regionali. É
vero che il presidente del consiglio regionale, il renziano Matteo Richetti, ha
proposto (e il consiglio ha approvato) la cancellazione dei vitalizi: ma dalla
prossima legislatura e il nuovo consiglio potrebbe anche non ratificarlo. In
ogni caso in Emilia-Romagna pure gli assessori non consiglieri si stanno
guadagnando, coi soldi pubblici, il vitalizio a vita. Poi c'è lo
staff-monstre del presidente, si possono fare risalire alla sua squadra 188
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dipendenti (pubblici)
tra dirigenti, giornalisti, segretarie e impiegati. 34 di essi lavorano (24
hanno contratto giornalistico) all'ufficio stampa della giunta, che per la
rassegna stampa mattutina si avvale di una società esterna poiché, è la
giustificazione, non vi sono sufficienti risorse interne.
Altro rivolo di spesa
(ma si tratta pur sempre di 1 milione di euro)
per le sagre, dalla salamina alla castagna, a cui spesso prendono parte
assessori e consiglieri. Una manciata di euro non si nega a nessuno, vi è un
apposito fondo (appunto 1 milione di euro nel 2011) gestito in autonomia dalla
giunta per contributi a sagre e iniziative di associazioni locali.
Molto tempo occorrerà
agli uomini della guardia di finanza per sfogliare i
faldoni sequestrati ai gruppi regionali in modo da verificare in che modo sono
stati spesi i contributi pubblici che largheggiando e senza prevedere controlli
effettivi la Regione concedeva ogni anno.
Due sono i casi abnormi
già emersi, quello dell'ex- consigliere regionale Paolo Nanni
(Italia dei valori) che si fece rimborsare convegni mai avvenuti e perfino tre
cene risultate consumate contemporaneamente in tre ristoranti diversi
(«saltellavo qui e là per tenere i contatti con gli elettori», si è
giustificato) e quello dell'altro consigliere regionale, Alberto Vecchi (Pdl)
che si faceva figurare pendolare (la Regione rimborsa i viaggi fino a Bologna a
chi risiede in altro Comune) mentre aveva casa (con famiglia) non lontano dal
palazzo della Regione («non è vero ma vabbè- dice- restituirò tutto»). I
partiti rappresentati in consiglio ingoiano 5,2 milioni di euro l'anno per le
piccole spese.
A proposito di Idv è
ancora aperto l'interrogativo su cosa contenessero i
pesanti sacchi neri portati fuori dal palazzo della Regione, di sera, dai
consiglieri Idv: «Abbiamo mangiato la pizza e portato via le scorie», hanno
affermato. Ma il giorno dopo era attesa la guardia di finanza. Inoltre vi è
un'ulteriore indagine che riguarda il gruppo Idv: i finanzieri hanno trovato
che quando veniva in visita Antonio Di Pietro vi era per lui pronta un'auto blu
a noleggio, il cui costo veniva puntualmente scaricato sulle casse della
Regione. Il ricorso all'auto blu sembra per altro ricorrente in casa
dipietrista. Nonostante il mistero dei sacchi neri portati via, i finanzieri
hanno ritrovato un rimborso spese per un'auto blu che parte da Bologna e va in
provincia di Brescia, poi si sposta a Modena. Sette ore di viaggio e 380 euro: nella
fattura si legge che l'auto va in Lombardia e lì attende Silvana Mura,
l'amministratore di Idv e alter ego di Di Pietro.
Infine, le interviste a
pagamento, non coi propri soldi ma con quelli della Regione.
Coinvolge un bel po' di consiglieri, un'affaire trasversale. Funzionava così:
alcune emittenti contattavano i politici: se vuoi partecipare ai nostri talk
show paga (anche 500 euro) altrimenti stai fuori dal giro. Oltre ai magistrati,
ha aperto un'inchiesta anche l'ordine dei giornalisti, scontrandosi con il muro
di gomma degli stessi politici. «Parlano tanto di trasparenza, ma l'appello
alla collaborazione è caduto nel vuoto», si lamenta il presidente dell'ordine
regionale, Gerardo Bombonato. Perciò ancora non vi è l'elenco ufficiale dei
paganti.
Dal 2009 ad oggi (meno
di 4 anni) la procura di Bologna è andata a scartabellare tra
le carte della Regione già 6 volte, per altrettante inchieste che stanno
coinvolgendo una ventina di politici, rottamatori e rottamati, giovani e
anziani, con le stelle e senza.
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