In questa
delibera si propone di stanziare più di 22 milioni di euro in tre anni per una
società praticamente della Regione al 100% che non ha trovato fin’ora una sua
ragion d’essere nel panorama economico regionale, tant’è che nessun’ altra
istituzione, azienda, associazione ne vuole avere parte, né ne utilizza i
servizi. 22 milioni di euro sono molto più di quello che costa l’Assemblea
regionale ed una cifra importante se si pensa che equivale a quanto erogato per
lo sviluppo dei consorzi di garanzia collettiva fidi ed a quello speso per la
promozione turistica della regione ed è di molto superiore a quanto stanziato
per i contributi alle imprese per i progetti di sviluppo innovativo. Siamo in
un periodo in cui si attacca la politica per il costo eccessivo e gli sprechi,
arrivando anche a mettere in forse ciò che serve ad esplicare compiutamente la
democrazia e la rappresentanza; si mettono quasi sotto accusa i Consiglieri per
il loro costo (comunque il più basso di tutte le Regioni italiane) e
contemporaneamente si alimentano istituti collaterali alla politica che
producono aria fritta, come è opinione diffusa fuori dal palazzo, ma sempre di
più anche dentro. Dal piano finanziario si evince che i cittadini
emiliano-romagnoli dovranno sborsare milioni di euro per lo “sviluppo
durevole”, “crescita intelligente e coesiva” ed anche “sostenibile” riportato 2
volte, per “relazioni internazionali”? ed anche per l’”attrattività”; si
potrebbe chiamarla filosofia, ma preferisco il termine aria fritta che è più
pragmatico ed attinente.
Tutte le
attività, utili ed inutili, svolte dall’ERVET, compresa l’istruttoria per i
fondi europei, potrebbero essere svolte proficuamente dalle direzioni ed
uffici degli assessorati, che hanno al loro interno le professionalità di
prim’ordine necessarie a tutti gli assi di intervento. Sono quasi sempre
necessarie consulenze esterne, anche per un interscambio di esperienze, che
possono comunque essere coordinate dalle direzioni, così come adesso vengono
richieste e coordinate dall’ERVET.
In buona
sostanza l’ERVET è un ente inutile e perfino dannoso, perché rappresenta una
zona d’ombra nell’attività regionale, non essendo sottoposto a nessun controllo
democratico, utilizzando personale di gradimento, ma non necessariamente
qualificato e certificato, spendendo risorse ingenti in attività fumose, in
viaggi e convegni della cui utilità si può dubitare, costruendo scenari e
proposte di programmazione autoreferenziali e spesso poco centrati sul
problema.
La proposta
è di chiuderlo, così come è stato per l’IPL (istituto per il lavoro),
anche se ci sono voluti 10 anni perché tutti capissero la sua inutilità e lo
spreco di denaro pubblico. Quindi nessuna approvazione della convenzione con
l’ERVET al costo di 22 milioni di euro, sua messa in liquidazione e
trasferimento delle competenze in capo agli assessorati.
Nel
frattempo chiedo anche, come Consigliere regionale, che ci vengano consegnati
gli elenchi del personale e dei collaboratori con le relative mansioni effettive,
con il relativo costo annuo, questo anche per quel che riguarda presidente ed
amministratori. Gianguido Bazzoni
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