LA
MAGISTRATURA CONTABILE: “APRE AL CONDONO RAGIONI FONDATE. SULLA CORRUZIONE SI
ANNIDA IN TUTTE LE PIEGHE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE.
Una bocciatura dura e netta. La Corte dei Conti non si risparmia nel
criticare la politica economica del premier Mario Monti che, aumentando le
tasse, ha fatto scricolare il sistema Italia in un vortice recessivo senza
precedenti. "Gli aumenti
del prelievo forzano una pressione fiscale già fuori linea e favoriscono le
condizioni per ulteriori effetti recessivi", ha commentato
il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino sottolineando la
necessità di ridurre la pressione e di "una
più equa distribuzione del carico fiscale". Il presidente della Corte dei Conti poi passa
a un altro tema di grande attualità: il condono
fiscale, proposto ieri da Silvio
Berlusconi. "Il condono ha delle ragioni:
deflazionare il contenzioso e realizzare introiti in tempi rapidi. Si
tratta di motivazioni intuitive e fondate". Nottola ha poi distinto
il condono fiscale da quello edilizio, dicendo che quest’ultimo
"sarebbe proprio da evitare". Il pg ha infine confermato
che "per i condoni passati il gettito non è stato interamente
effettuato". Il condono si è allora trasformato in una «sanatoria
generalizzata e l’evasione invece di essere perseguita viene tollerata» e
questo è un "effetto patologico della normativa".
E, all’inaugurazione dell’anno
giudiziario, la magistratura contabile segnala "il pericolo di un avvitamento"
dell’economia legato alle manovre
correttive, proposte nei giorni scorsi dalla sinistra, e invita
il futuro governo a puntare piuttosto sui "fattori
in grado di favorire la crescita". "Al nuovo parlamento e al nuovo
governo spetta il compito di esplorare le azioni in grado di generare una più
equilibrata composizione di entrate e spese". Sottolineando
la necessità di "restare
sul sentiero di risanamento che conduce al pareggio di bilancio",
Giampaolino ha sottolineato più volte la priorità di ridurre le tasse per far uscire il Paese dalla
recessione e riavviarlo alla crescita. Un diktat che sembra lanciato sia al
Professore, che per tredici mesi non ha fatto altro che far lievitare la
pressione fiscale, sia alla sinistra, che nei giorni scorsi già paventava la
necessità di fare una "manovrina" aggiuntiva da 7 miliardi di euro.
Per la magistratura contabile, infatti, continuare a spremere gli italiani non
è affatto la giusta ricetta per far ripartire il Paese e farlo uscire
finalmente dal tunnel della crisi
economica. "Il
percorso di riequilibrio dei conti pubblici si presenta ancora lungo e non
privo di impegni gravosi", ha continuato il presidente della
Corte dei Conti sottolineando che "l’azione
di riequilibrio dei conti pubblici costituisce non solo una precondizione per
riprendere il cammino della crescita ma è essa stessa un fattore di
crescita". Secondo la magistratura contabile, infatti,
l'asimmetria temporale tra gli effetti restrittivi delle ripetute manovre di
riduzione del disavanzo e l’impatto positivo sulla crescita degli interventi di sostegno
all’economia e delle riforme rischia di generare "un equilibrio fragile e una rincorsa incompiuta degli
obiettivi di finanza pubblica".
All’inaugurazione dell’anno
giudiziario, Giampaolino ha posto l'accento anche sulla corruzione, e sull'evasione fiscale,
due mali che segnano profondamente il nostro Paese e ne mina la credibilità
all'estero. "In Italia la
corruzione ha assunto una natura sistemica che oltre al prestigio,
all’imparzialità e al buon andamento della pubblica amministrazione pregiudica
l’economia della nazione", ha avvertito il presidente della
Corte dei Conti. Secondo ai dati in possesso della magistratura contabile, sono
almeno 5mila gli organismi "costituiti e partecipati dagli enti
locali" e il cui indebitamento è valutato in oltre 34 miliardi di euro. Il
procuratore generale della Corte dei Conti Salvatore Nottola ha sottolineato
che "la gestione degli
enti partecipati spesso sfugge al controllo dell’ente" e che
comunque sullo stesso gravano "le
conseguenze dannose di una gestione disavveduta o di comportamenti illeciti, a
volte anche delittuosi".
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