venerdì 21 settembre 2012

REALTA’ IL PDL , CONTINUA A SALIRE NEI SONDAGGI

Siamo in rimonta. C’è un leggerissimo profumo di 1994, quando i progressisti partirono per suonare e tornarono suonati. L’ultimo sondaggio di ieri sera, presentato a Ballarò, tanto più interessante perché di marca Ipsos-Pagnoncelli, non proprio simpatizzante del centrodestra, mostra “un calo degli indecisi e una crescita dei due maggiori partiti”. Questo ha detto proprio Nando Pagnoncelli rilevando che il Partito Democratico resta in vantaggio nelle intenzioni di voto con il 26,3%; segue il Pdl con il 22,2%. Dunque quattro, soli quattro punti di distanza! Altro che asticella del 20% ritenuta improba dal medesimo Ballarò nelle scorse puntate. Invece il Movimento 5 Stelle è in calo rispetto ai risultati dei mesi scorsi (16,8%). Gli altri partiti sono sotto il 10 per cento, e in discesa. Tranne la Lega, in discreto recupero. Infatti l’Idv (6,9%) e Udc (6,2%) sono in fase di erosione. Per Sinistra Ecologia e Libertà il dato è 5,4%, la Lega Nord è il solo di questa fascia a crescere ed è al 5%. Le formazioni minori vanno dal 2,6% del Fli e il 2,4% della Federazione di sinistra. La Destra tocca l’1,6%. Considerazioni. La partita è incerta, ma promette bene. Bisogna dirlo: l’entrata in gioco di Berlusconi ha mosso il vento, riporta a casa i delusi, spaventa gli avversari. Certo i moderati esistono. Si tratta di ricordare con i fatti che votare Berlusconi e Alfano significa far prevalere gli interessi di famiglie e imprese su quelli della grande finanza e degli statalisti, ed è una scelta di autentica speranza. Una speranza che meraviglia i manovratori dell’eterna denigrazione mediatica nei confronti del Popolo della libertà. Questa tendenza imprevedibile – scommettiamo? – li indurrà a nuovi pretestuosi attacchi. Conosciamo il loro menù avvelenato, siamo attrezzati. Molto dipende dalla legge elettorale ma gli ultimi dati assecondano l’idea che, per recuperare il gran numero di cittadini oggi astensionisti o dubbiosi, occorre dar vita a una competizione tra i due partiti maggiori piuttosto che offrire agli elettori compagini male assortite, come hanno dimostrato le vicende di questi anni. Gli indecisi, quando decidono, non scelgono le mezze porzioni.


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