Il concerto di solidarietà per l'Emilia ha
riacceso i riflettori sul terremoto. L'evidenza dice: ritardi, burocrazia. Ma
anche uno strano silenzio su questa assenza pratica del governo e della
Regione. Il titolo del Corriere della
Sera annuncia in prima pagina: “Sisma,
quattro mesi dopo quarantamila sfollati ancora senza sovvenzioni”. Infatti
“dopo i cinquanta milioni arrivati né
primi due mesi dall'emergenza, più nulla”. Il presidente dell'Emilia-Romagna, il
democratico Vasco Errani giustifica così i ritardi: “Non ci sono bacchette magiche”. Come dire: se il governo ha
stanziato due miliardi e finora sono arrivati solo 50 milioni, si sa come sono
queste cose, c'è la burocrazia, le lungaggini. Ma come si fa ad andare da gente
che da quattro mesi sta in condizioni penose, e dirgli: “Non abbiamo la bacchetta magica”? Per un governo dei tecnici almeno
gli intoppi tecnici dovrebbero fare la fine del topo con il gatto. I grovigli
grazie a cui la burocrazia impedisce il passaggio dal dire al fare dovrebbero
essere tagliati da quest'esecutivo di specialisti con perizia se non istantanea
almeno rapida. Il passaggio dal far
votare un decreto al metterlo in atto dovrebbe essere la specialità. La gente
nei guai e senza sostegno non chiede l'uso della bacchetta magica ma della
ragionevole velocità di intervento a sostegno di un'economia fondamentale per
l'Italia a cui finora, per riprendersi non è arrivato niente.
Dice l'assessore della Lombardia Carlo Maccari,
PdL, che guarda al Mantovano devastato e a cui sono stati promessi 500 milioni:
“Basterebbe un euro. Non vogliamo 500 milioni subito. Ma chiediamo al governo
di attivare questo conto, versando lo 0,1%”. Impossibile che un governo pieno
di banchieri non sia in grado di attivare un conto…”.
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