martedì 25 settembre 2012

IL TERREMOTO E QUELLE PROMESSE DISATTESE



Il concerto di solidarietà per l'Emilia ha riacceso i riflettori sul terremoto. L'evidenza dice: ritardi, burocrazia. Ma anche uno strano silenzio su questa assenza pratica del governo e della Regione. Il titolo del Corriere della Sera annuncia in prima pagina: “Sisma, quattro mesi dopo quarantamila sfollati ancora senza sovvenzioni”. Infatti “dopo i cinquanta milioni arrivati né primi due mesi dall'emergenza, più nulla”.  Il presidente dell'Emilia-Romagna, il democratico Vasco Errani giustifica così i ritardi: “Non ci sono bacchette magiche”. Come dire: se il governo ha stanziato due miliardi e finora sono arrivati solo 50 milioni, si sa come sono queste cose, c'è la burocrazia, le lungaggini. Ma come si fa ad andare da gente che da quattro mesi sta in condizioni penose, e dirgli: “Non abbiamo la bacchetta magica”? Per un governo dei tecnici almeno gli intoppi tecnici dovrebbero fare la fine del topo con il gatto. I grovigli grazie a cui la burocrazia impedisce il passaggio dal dire al fare dovrebbero essere tagliati da quest'esecutivo di specialisti con perizia se non istantanea almeno rapida.  Il passaggio dal far votare un decreto al metterlo in atto dovrebbe essere la specialità. La gente nei guai e senza sostegno non chiede l'uso della bacchetta magica ma della ragionevole velocità di intervento a sostegno di un'economia fondamentale per l'Italia a cui finora, per riprendersi non è arrivato niente.
Dice l'assessore della Lombardia Carlo Maccari, PdL, che guarda al Mantovano devastato e a cui sono stati promessi 500 milioni: “Basterebbe un euro. Non vogliamo 500 milioni subito. Ma chiediamo al governo di attivare questo conto, versando lo 0,1%”. Impossibile che un governo pieno di banchieri non sia in grado di attivare un conto…”.



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