Rodolfo
Ridolfi*
Abbiamo voluto fondare il nostro movimento,
Azzurri del’94 con Silvio Berlusconi, proprio il 9 novembre del 2012 anche
perché fra i principi fondanti di Forza Italia c’è la libertà e la lotta
all’ideologia comunista che sopravvive, insieme alle altre totalitari, come
negazione stessa delle basi della nostra civiltà. Ancora oggi circola in Italia
e in Europa, l’idea che il comunismo sia stato un modello in se stesso buono,
che però ha trovato una cattiva applicazione. No, il comunismo era ed è
intrinsecamente sbagliato perché nega la natura umana ed è stato, con il
nazismo, l'impresa più disumana e criminale della storia dell'umanità. Il
crollo del muro di Berlino ha segnato la fine dei regimi comunisti nell'Europa
centrale ed orientale. Purtroppo non ha significato la fine di tutti i regimi
comunisti nel mondo. Ma il comunismo non sopravvive soltanto in Cina o nella
Corea del Nord, il comunismo continua a sopravvivere anche in Italia spesso
camuffato riconoscibile per il modo di essere, di molti, comunisti senza
comunismo rinnegando le proprie idee ed il proprio passato, ignorando
colpevolmente l'evidenza delle decine di milioni di vittime del comunismo, come
se fossero semplici dettagli della storia; e allo stesso tempo mantenendo i
metodi di lotta politica: quello di considerare gli avversari dei nemici da
eliminare, moralmente e politicamente, con la “verità” che conviene al partito,
con l'uso politico della giustizia, imponendo, in un intreccio con i poteri
forti, anche a livello europeo, l'egemonia sulla società civile, sull'economia,
sulla scuola, sull'informazione. Per questo ci piace sottolineare come la notte
fra il 9/10 novembre 1989, momento storico della caduta del Muro di Berlino
rappresenti, nel comune sentire di tutta l’Europa dei popoli, la stagione della
liberazione dal regime comunista, che, imposto in tanti Paesi di antica civiltà
e cultura, li aveva precipitati nel sottosviluppo ed allontanati dalla comune
matrice europea. La caduta del Muro di Berlino ha lo stesso valore simbolico ed
integra la liberazione dalla guerra, dal nazismo e dal fascismo che ricordiamo
doverosamente tutti gli anni il 25 aprile. Il 9 novembre è qualcosa di più di
una ricorrenza, può essere la prima significativa festa dell’Europa.
L’allargamento dell’Unione, la nascita dell’euro, fra l’altro non condivisa da
tutti gli Stati Europei, l’applicazione dei trattati di Maastricht e
dei successivi, sono solo dei momenti importanti,
di una costruzione sovranazionale che non può limitarsi alla libera
circolazione delle merci, delle persone Infatti l’edificio europeo dovrebbe
essere fatto di istituzioni comuni senza egemonie e prevaricazioni, capaci di
valorizzare radici storiche e culturali che sono già, nella coscienza dei
diversi popoli e dei singoli Paesi, ben vive e riconoscibili. Ebbene, il 9
novembre di ventiquattro anni orsono, il “giorno del muro”, l’Europa si è
identificata nel suo valore primo che è quello della democrazia e si è fondata
nella comune aspirazione dei suoi cittadini alla libertà. Per la prima volta,
dal Nord al Sud e dall’Atlantico agli Urali, l’Europa si è riconosciuta tutta
nel valore della libertà, che si è affermato come valore primario e condizione
per l’esistenza di ogni altro. C’era stata quaranta quattro anni prima un’altra
indimenticabile vittoria della libertà: l’8 maggio 1945 giorno della resa del
nazismo (in Italia il 25 aprile), ma questa aveva liberato dalla tirannide solo
la parte occidentale del continente. Come avrebbe riconosciuto per primo Wiston
Churchill nel famoso discorso di Fulton: “da
Trieste a Stettino una cortina di ferro era calata a separare l’Europa”. A
cinquanta sei anni dalla firma del Trattato di Roma di De Gasperi, Adenauer,
Schumann e Spaak, La giornata del 9 novembre può essere a pieno titolo il
simbolo continentale di un’Europa che si riconosca come unità di popoli.
L’Italia e l’Europa, hanno il dovere di ricordare, soprattutto alle giovani
generazioni, quello storico avvenimento che ha determinato la prospettiva di un
mondo migliore, il più importante e significativo avvenimento della ultima
parte del ventesimo secolo. Io stesso fra i primi in Italia, da consigliere
regionale, mi sono mosso con progetti di legge ed iniziative politiche tese ad istituire una festa per la
liberazione dal comunismo in Europa con il Progetto di legge del 27 gennaio
1998, riproposto il 24 settembre 1999, il 7 giugno 2000, l’1 settembre 2003 ed
il 28 ottobre 2005, ma la sinistra emiliano romagnola ha sempre respinto le mie
proposte.
*Coordinatore di Azzurri
del’94 con Silvio Berlusconi
Nessun commento:
Posta un commento