In Toscana 18 persone di etnia rom
sono stati tratti in arresto dagli uomini della Questura di Pistoia, durante
l’operazione sono stati ritrovati circa 1,4 chili di oro e centinaia di
pietre preziose. Potremmo dire che non si tratti di nulla di nuovo, ma, la cosa
sconvolgente proviene da alcune intercettazioni telefoniche in cui gli zingari
arrestati, telefonando all’estero, avrebbero invitato parenti ed amici a
raggiungerli in Italia perchè “Qui girano i soldi e tutti rubano”. Gli inquirenti sono
rimasti stupiti nel sentire quanto sia alto il livello di impunità percepito da queste
popolazioni, che a quanto pare, qui si possono permettere di commettere qualsiasi tipo
di reato
senza grossi problemi penali. In conclusione, mentre i ragazzi italiani
sorpresi con un pezzetto di “fumo” o altri reati minori simili sono ancora in
galera, i 18 zingari saranno presto scarcerati in attesa di giudizio con
l’obbligo di “firma” (?!?).
giovedì 30 maggio 2013
NUOVO GOVERNO = SOLITA CASTA. 22 MILIONI AL SENATO E 35 MILIONI ALLA CAMERA SOTTO FORMA DI CONTRIBUTI PER PAGARE I COLLABORATORI DEI GRUPPI PARLAMENTARI
Se il buongiorno si vede dal mattino il nuovo
governo non ha assolutamente nulla da invidiare ai precedenti, in riferimento
ai privilegi e all’erogazione di
denaro pubblico. Sono
infatti stati assegnati 22 milioni al Senato e 35 milioni alla Camera sotto
forma di contributi per pagare i collaboratori dei gruppi parlamentari:
dipendenti, addetti stampa, consulenti e chi più ne ha più ne metta. Per quanto riguarda il
Senato ogni gruppo percepisce 300mila euro, mentre ad ogni senatore è garantita
una quota di 60mila euro come rimborso spese per il gruppo di appartenenza.
Alla Camera i partiti si divideranno così i soldi: 4 milioni e 300mila euro al
Pd; 4 milioni e 325mila euro al M5s; 3 milioni e 600mila euro al Pdl; 1 milione
e 400mila euro a Monti; 700mila euro alla Lega; 545mila euro a Sel; 335mila
euro a Fratelli d’Italia; 305mila euro all’Udc; 82mila euro al Centro democratico;
74mila euro all’Svp. Sono stati i questori del Senato, Laura Bottici del M5s,
Lucio Malan del Pdl e Antonio De Poli del Pd, a sollecitare la presidenza del
Senato affinché erogasse questi fondi. Richiesta puntualmente ottenuta.
Tuttavia la Bottici precisa che è una prassi, e che il M5s userà questi soldi
nel migliore dei modi li restituirà alla società. Ma non si è certo esaurita la
pioggia di denaro per i partiti. Bisogna infatti aggiungere altri 250mila euro
da dividere secondo le percentuali raccolte all’estero, più i rimborsi per le
regionali. Facendo un rapido calcolo i gruppi parlamentari costeranno circa 300
milioni di euro, spicciolo più spicciolo meno, per la prossima legislatura. Ma
viene da fare una domanda ai nostri cari politici: visto e considerato che già
vengono garantiti i rimborsi elettorali , perché aprire i rubinetti monetari e
inondare i partiti di denaro pubblico? Era così necessario tenera in vita
questa nuova forma di sovvenzione per i “collaboratori” dei partiti? Ci si
aspettava, o meglio si sperava in un atteggiamento decisamente più sobrio e
responsabile dai nostri politici, in un periodo in cui, retorica a parte,
l’Italia è davvero sull’orlo del baratro e la cosa più triste è che non c’è
futuro. E se c’è è nero come la pece.
mercoledì 29 maggio 2013
IMMIGRAZIONE, VIMINALE: 500 EURO A TESTA AI 13MILA PROFUGHI PER FARLI USCIRE DAI CENTRI D’ACCOGLIENZA!
IL MINISTRO CONFERMA L’INDISCREZIONE
TEDESCHI: PAGHEREMO GLI IMMIGRATI PER LASCIARE I CIE. AVRANNO ANCHE UN
DOCUMENTO PER VIAGGIARE NELL’AREA DI SCHENGEN.
I tedeschi avevano ragione: l'Italia ha pagato 500 euro ai 13mila profughi rimasti nei centri
d'accoglienza (i Cie,
centri di identificazione ed espulsione) creati dopo la guerra in Libia per far
fronte all'emergenza sbarchi a Lampedusa
e non solo. E' il Viminale stesso, con una circolare, a confermare l'indiscrezione
firmata dal quotidiano Die Welt: si tratta in sostanza di
una buonuscita per gli immigrati clandestini rimasti: dal 2011 infatti hanno
messo piede sul suolo italiano ben 62mila profughi, 28mila dalla Libia e i
restanti da Tunisia e dal Mediterraneo orientale in seguito alle varie
Primavere arabe. Lo stato d'emergenza è stato dichiarato concluso lo scorso 1
marzo: a partire da quella data, a chi ha lasciato le strutture d'accoglienza è
stato concesso un contributo di 500 euro, un titolo di viaggio equipollente al
passaporto e il permesso di soggiorno per motivi umanitari. Il documento
permette agli stranieri di spostarsi anche in altri Paesi europei dell'area Schengen, ma solo per tre mesi. E'
questo punto che ha scatenato l'allarme del ministro degli Interni del governo Merkel. E ora Berlino proverà a
rispedire i profughi in Italia, alla faccia dei motivi umanitari e del fronte
comune Ue contro l'immigrazione clandestina.
IL FLOP E’ SMACCATO. I CANDIDATI M5S BATTUTI OVUNQUE E NEMMENO UN BALLOTTAGGIO.
In molti se la ridono, per la sconfitta del
MoVimento 5 Stelle alle Comunali. Arrivati i primi conteggi, che poi hanno
avuto piena conferma e che hanno visto i candidati M5S battuti ovunque e senza nemmeno un
ballottaggio, la soddisfazione del vasto fronte anti Grillo ha cominciato a
trapelare in mille modi, dietro l’aplomb d’ordinanza. Qua un sorrisetto
trattenuto a stento, là un bagliore di ritrovata supponenza, altrove ancora un
giudizio tagliente mascherato da analisi spassionata (e quanto sono svelti, i
commentatori a cachet, nel tirare le somme a carico dei nemici
dell’establishment, mentre invece le rimandano all’infinito nei confronti dei
loro compagni di merende – o amichetti di cocktail). Dopo la paura provata
nelle Politiche e nelle tempestose settimane successive in cui non si riusciva
a partorire un governo che mettesse in scena il sequel di quello di Monti, il
sollievo è apparso palpabile. Magari era stata solo una tempesta passeggera,
quella di febbraio. In questo quadro di precipitosa e ributtante rivalsa,
tuttavia, il fastidio per gli opportunisti in servizio permanente effettivo non
deve indurre a concedere
a Grillo nessuna attenuante. Il flop è smaccato e, quel che è peggio, ha
ragioni quanto mai precise. Che non vanno cercate fuori dal MoVimento, al di là
dell’indiscutibile e non casuale ostilità dei grandi media, ma al proprio
interno. E che, ancora una volta si possono riassumere in una sola parola:
inadeguatezza. Inadeguatezza
dei candidati,
in superficie. Ma assai prima e più in profondità – poiché lo scarso valore dei
prescelti è solo l’esito di un processo di selezione quanto mai approssimativo,
che in fondo è più simile a un televoto che al giudizio di un’assemblea
politica – inadeguatezza del modello organizzativo che Grillo & Casaleggio
hanno deciso di darsi. O di non darsi. Sono solo difetti di crescita, che
verranno superati con l’andare del tempo? Ci sono moltissimi motivi per
ritenere di no. Allo stesso tempo, però, nulla vieta a Grillo & Casaleggio di rendersene conto e di
farne tesoro, cambiando atteggiamento e comprendendo che lo spontaneismo degli
inizi è un lusso che già adesso non ci si può più permettere. Come si dice, le sconfitte insegnano più
delle vittorie.
A patto che si abbia voglia di imparare, naturalmente.
FILIPPI – BAZZONI, SUL NUOVO SISTEMA VALUTAZIONE DIRIGENZA REGIONE
La revisione del sistema di valutazione dei
direttori generali e dei dirigenti della Regione Emilia-Romagna presentato in
commissione Bilancio dalla Giunta regionale trova il nostro generale
apprezzamento per quanto riguarda i criteri fissati e i parametri individuati.
Il nuovo sistema di valutazione, infatti, dovrebbe consentire il definitivo superamento
dell’elargizione di premi in denaro indistintamente a tutti i dirigenti senza
alcuna valutazione di merito legata all’effettivo raggiungimento dei risultati.
Tale prassi, sempre condannata dal
Consigliere Filippi, ha finito per configurarsi come un’indebita regalia
che ha svilito il principio di legare parte della retribuzione alla
produttività. Il sistema di valutazione così affermatosi ha messo sullo stesso
piano, per quanto riguarda la retribuzione di risultato, sia direttori generali
e dirigenti capaci di raggiungere gli obiettivi fissati sia quelli lontani da
tali performance e addirittura incappati
in errori gestionali e in condotte scorrette. Come nel caso del dirigente Miccoli, sull’operato del quale Filippi ha
presentato più di un’interrogazione. (http://www.ilrestodelcarlino.it/cronaca/2012/03/30/689313-sempre_stupiti_stupirsi.shtml) “Il parametro del nuovo
sistema di valutazione della dirigenza regionale che ancora non ci convince è
quello economico. Premiare con decine di migliaia di euro ciascuno, direttori e
dirigenti, già ottimamente retribuiti, mentre l’Emilia-Romagna deve fare i
conti con manovre finanziarie regionali ‘lacrime e sangue’, soprattutto per
quanto riguarda le politiche per la salute, ci sembra un inaccettabile
privilegio a favore della casta dei vertici dell’Amministrazione regionale di
cui si possa e si debba fare a meno. Così come ci sembra non più sostenibile ed
accettabile, dato il contesto socio-economico del Paese, che i direttori
generali percepiscano stipendi superiori alle indennità dei consiglieri
regionali di oltre il 50-60%”. È quanto hanno dichiarato in Commissione Fabio Filippi, Vice Presidente della
Commissione Bilancio, Affari istituzionali e generali e Gianguido Bazzoni, Presidente del Gruppo assembleare del PDL della
Regione Emilia-Romagna.
martedì 28 maggio 2013
IN SICILIA CI COSTANO PIU’ LE PENSIONI CHE GLI STIPENDI. PER L’ESERCITO DEL PUBBLICO SPESI 1,6 MILIARDI OGNI ANNO
E poi ci chiediamo perchè
l’Italia è un colabrodo. Sentite cosa succede in Sicilia, come riportato da
Libero e Panorama: i dipendenti regionali a riposo supereranno nel 2015 quelli
attivi. Un esercito di 32 mila persone che ogni anno costa alle finanze
pubbliche 1,6 miliardi di euro. E i vitalizi sono ricchissimi: media di 40 mila
euro, con picco a 256 mila. Tra pensionati e lavoratori, la Regione paga ogni
mese oltre 32 mila persone (senza contare poi tutti gli altri, tra i quali i
famosi forestali), per una cifra pari a 1,6 miliardi l’anno. Pensioni e
stipendi che non sono certo da fame: basti pensare che le prime – che in totale
sono 16.237 – hanno un valore medio di quasi 39 mila euro lordi, cioè 22-24 mila euro netti. Ci sono
pensioni da 256 mila euro lordi, perché fra tutti i dipendenti ce ne sono almeno 18 che incassano
assegni superiori ai 200 mila euro e circa 200 che ritirano una pensioncina
superiore ai 100 mila. Sta di fatto che ogni anno tutto ciò costa alle casse già disastrate della Sicilia la
bellezza di 630 milioni. Mentre l’Inps taglia la pensione se questa è cumulata con altri redditi da
lavoro, alla Regione Sicilia no. Si può conservare sia l’una che gli altri e percepirla anche se non
si sono raggiunti i 67 anni di età e i 40 anni di contributi imposti dalla riforma Fornero. Insomma,
la Sicilia è l’isola
del tesoro
L’INCREDIBILE SCANDALO DEGLI SCATTI AUTOMATICI DI CARRIERA DEI MAGISTRATI: ECCO I LORO VERGOGNOSI GUADAGNI
Il Fazioso.- Interessante articolo di
Libero sui guadagni delle toghe. Ecco alcuni stralci. Roba da brividi. Che solo
in Italia può accadere. Tanti scatti, poche sentenze. Far la toga conviene,
eccome se conviene. Lavorano sei ore al
giorno per 260 giorni l’anno (l’ha deciso la sezione disciplinare del Csm)
e guadagnano cifre che noi poveri mortali ci sogniamo. Stiamo parlando
dell’ultracasta dei magistrati (un esercito di 8.909 giudici in servizio) che, mentre i politici annunciavano i
tagli di stipendio e nonostante il blocco agli aumenti che la finanziaria 2010
aveva previsto per le buste paga si sono
visti aumentare del 5% la retribuzione. Aumento con effetto retroattivo dal
2012, dato che la Corte costituzionale (fatta da magistrati) aveva dichiarato
illegittimo il blocco degli stipendi. Così, secondo uno studio del Sole 24 Ore, un magistrato
della Corte dei Conti che – poniamo – nel 2011 guadagnava 174 mila euro
all’anno, ora ne prenderà 182 mila. La tabella riportata su Libero, basata in
gran parte sul rapporto 2012 della Commissione europea per l’efficienza della
giustizia del Consiglio d’Europa, parla chiaro: si va dai circa 2040 euro al mese (che diventano 3.500 con
le indennità) degli ex “uditori” di prima nomina, ovvero
il magistrato ordinario in tirocinio, ai 16.700 al mese (che diventano 18.900
con le indennità) di un Presidente di Cassazione. Con scatti
automatici di carriera che variano da una media di 500- 1700 euro al
mese. Più o meno un magistrato a carriera piena percepisce 5 milioni
di euro. Entrando nel dettaglio un magistrato ordinario prende
appena assunto 2.858 euro al mese. Dopo tre anni con la prima valutazione di
professionalità passa a 3.966 euro al mese che aumentano in media ogni anno e
mezzo con uno scatto di anzianità che fa arrivare lo stipendio a 4.680 euro al
mese (che diventano 6.720 con le indennità). Parte invece da 5.877 euro al mese
un giudice della Corte di Appello: anche lui ogni anno e mezzo
si vede aumentare la busta paga fino ad arrivare a 6.690 euro al mese (8.764
con le indennità). Un magistrato di Cassazione invece dopo la
prima valutazione di professionalità prende 8.074 euro al mese che con gli
scatti diventano 10.744. Se poi il giudice della suprema corte viene valutato
di nuovo positivamente (cosa che succede praticamente sempre: di regola il Csm
promuove tutti i magistrati al maturare del livello minumo di anzianità a meno
che non si siano verificate gravi sanzioni disciplinari) lo stipendio di un FDS,
ovvero idoneo alle funzioni direttive superiori, schizza a 10.343 euro
al mese che con gli scatti che si maturano ogni anno e mezzo arrivano a 12.104
euro (14.264 euro con le indennità). Tutto ciò si traduce in una spesa di 73
euro al mese per ogni italiano, mentre la media europea è di 57
lunedì 27 maggio 2013
IMOLA: PIZZAROTTI DA SINDACO A ULTRA’, CONTESTA IL CANDIDATO PDL, E LA POLIZIA LO PORTA VIA
Federico Pizzarotti contesta, la polizia lo
allontana. E' successo a Imola. La tensione è salita quando il candidato
sindaco Pdl Simone Carapia stava terminando un comizio in
Piazza caduti per la Libertà. Carapia ha criticato il primo cittadino di Parma
che era presente a Imola per sostenere il candidato del M5S. Pizzarotti è
transitato in "zona Pdl". Dopo aver ascoltato le critiche che Carapia
gli rivolgeva, Pizzarotti è andato sotto il palco del candidato sindaco e ha
protestato vivacemente. La situazione si stava riscaldando quando sono
intervenuti gli agenti di polizia, che hanno allontanato Pizzarotti. Le
critiche del candidato del Pdl riguardavano soprattutto l'inceneritore di Parma
e le tasse che con la gestione grillina sono aumentate.
Pizzarotti è andato su tutte le furie. E dopo essere stato allontanato si è
pure vantato della sua contestazione che di civile aveva ben poco: "Siamo
passati vicino al piazzale dove stava facendo il comizio il candidato del Pdl e
sento che dice: ‘Perchè inceneritore l’hanno acceso e le tasse le hano
alzate!’. Stanno parlando di me?Allora glielo vado a dire". Ma non ha
fatto i conti con la polizia. (I.S)
PENATI PRESCRITTO MA NESSUNO SI SCANDALIZZA. A SINISTRA SONO DIVERSAMENTE ONESTI
Filippo
Penati l’ha scampata! Era accusato di concussione nel processo riguardante il
“Sistema Sesto” ma la prescrizione del reato ha consentito all’ex braccio
destro (o meglio, sinistro) di Bersani di salvarsi da questa accusa. Il fu
Presidente della Provincia di Milano aveva però promesso di rinunciare alla
prescrizione, sopraggiunta in anticipo grazie alla nuovissima legge approvata
dal Governo Monti, convintamente sostenuto proprio dal Partito Democratico. Aveva
detto che non sarebbe scappato dal processo e invece quando poteva con i fatti
e non con le parole rinunciare alla prescrizione non si è fatto trovare. Dov’è
Penati??? Si interrogavano i giudici del Tribunale di Monza. Inizia così la
pantomima del suo avvocato che tra chiamate e imbarazzi generali annuncia che
il suo assistito non si trova. Penati non c’è! E quindi, che si fa??? Si
procede! Penati salva il culo e incassa la prescrizione da lui tanto odiata! Ovviamente
nessuno si indigna! Santoro & c. non fanno puntate speciali su questo caso
in cui ci sono di mezzo anche soldi pubblici. Evidentemente è molto meglio
parlare delle presunte scopate di Berlusconi! E il Pd? Il Partito di… A
proposito chi è il leader del Pd adesso?? Ah già Epifani! Il Pd di Epifani –
dicevo- cosa dice? No comment! Anzi c’è addirittura chi loda Penati perché ha
annunciato alla stampa che farà ricorso. Eh già…alla stampa però. Dirlo davanti
ai giudici era troppo difficile. Troppi rischi. Ora vedremo cosa succederà. Una
cosa però è certa: quando la prescrizione è di sinistra va tutto bene, nessuno
si indigna e nessuno scende nelle piazze a gridare alla scandalo. Quelli
di sinistra…diversamente onesti!! di
Giorgio Cafaro – @CafaroGiorgio
venerdì 24 maggio 2013
BAZZONI: RISOLUZIONE SUL TERMALISMO IN CONSIGLIO REGIONALE
Il
consigliere PDL Gianguido Bazzoni ha presentato all'Assemblea legislativa della
Regione Emilia-Romagna una risoluzione sul termalismo. In tale documento si
considera che il termalismo emiliano romagnolo rappresenta oltre un terzo
del settore a livello nazionale, che versa in forte crisi e che per il suo
rilancio avrebbe necessità di incentivi ed agevolazioni.
La proposta di Bazzoni è appunto quella di contemperare la necessità di dare
una tempistica certa alla durata del ciclo di cure, con le esigenze di realtà che
fondano la loro economia sulle cure termali e i servizi alberghieri e
commerciali annessi, ampliando appunto l'arco temporale del ciclo di cure
termali a non meno di 150 giorni.
Questo il testo della risoluzione:
"L'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, Constatato che la
disposizione di cui all'Accordo nazionale per l'erogazione delle prestazioni
termali per cui le cure termali a carico del S.S.N. devono essere effettuate in
un arco temporale massimo di 60 giorni dall'inizio delle cure medesime, è
fortemente penalizzante per il sistema economico che ruota intorno alle
stazioni termali; evidenziato infatti che tale disposizione impedisce di
spezzare le cure termali, il cui ciclo ordinario è di 12 giorni, in due
soggiorni distinti presso la medesima stazione termale (prevalentemente uno in
primavera e l'altro in autunno) disincentivando di fatto i tanti pazienti che
non riescono a dedicare 12 giorni ininterrotti alle cure termali e che quindi o
le accorciano o vi rinunciano completamente; considerato che il termalismo in
Emilia-Romagna rappresenta oltre un terzo del settore a livello nazionale e
versa in forte crisi e che per il suo rilancio avrebbe necessità di incentivi
ed agevolazioni che passano inevitabilmente anche da modifiche normative;
valutato che un'equa soluzione che contemperi la necessità di dare una
tempistica certa alla durata del ciclo di cure con le esigenze di realtà che
fondano la loro economia sulle cure termali e i servizi alberghieri e
commerciali annessi, potrebbe essere quella di ampliare il suddetto arco
temporale del ciclo di cure termali a non meno di 150 giorni; impegna la Giunta
regionale ad attivarsi in sede di Conferenza Stato Regioni e in altri ambiti
perché la suddetta disposizione sia rivista e sia possibile effettuare l'intero
ciclo di cure termali anche in due diversi periodi temporali presso la stazione
termale prescelta."
GIRO DI VITE SU MERCATINI DEGLI HOBBISTI, VARATA LEGGE REGIONALE
Bologna, 22 mag. - (Adnkronos) -
Una legge per regolare le compravendite nei mercatini degli hobbisti. L'ha
varata la Regione Emilia Romagna con il voto favorevole della maggioranza
dall'Assemblea legislativa. Si sono espressi contro il Movimento 5 Stelle e
Giovanni Favia (Misto); astenuti Pdl, Lega Nord e Udc. Regole stringenti messe
nero su bianco, dunque, per un'attivita' che appassiona sempre di piu', ma che
puo', specie in periodo di crisi, trasformarsi anche in una piccola fonte di
reddito aggiuntivo, non senza qualche abuso piu' volte denunciato dai
commercianti professionisti. Ai sensi della nuova legge, dunque, da oggi gli
hobbisti non possono vendere, barattare, proporre o esporre piu' di un oggetto
con un prezzo superiore a 100 euro. Non solo. Per prendere parte ai mercatini
gli hobbisti devranno richiedere al proprio Comune di residenza, previo
pagamento di 200 euro, un tesserino che consente la partecipazione a 10
manifestazioni all'anno, per un massimo di 2 anni nell'arco di ogni
quinquennio. Relativamente all'esposizione dei prezzi, si applicheranno invece
le disposizioni e le sanzioni del Decreto 114/1998. Ciascun hobbista
consegnera' inoltre al Comune, in occasione della vidimazione del tesserino,
l'elenco completo dei beni che intende vendere, barattare, proporre o esporre e
il relativo prezzo, il tutto per un valore che non potra' superare i mille
euro.
“IL VILE ATTENTATO AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA CASADIO È ANCH’ESSO FRUTTO DEL CLIMA VIOLENTO E TERRORISTICO CHE È STATO CREATO”
SOLIDARIETA’ AL PRESIDENTE CASADIO DA PARTE
GIANGUIDO BAZZONI, rAFFAELLA rIDOLFI E vINCENZO gALASSINI
A
proposito dell’aggressione con due bottiglie incendiarie alla casa del
Presidente della Provincia di Ravenna, Claudio Casadio, il Capogruppo del PdL in Regione, Gianguido Bazzoni, ha rilasciato la
seguente dichiarazione:- “ Innanzitutto voglio esprimere la mia totale
solidarietà a Casadio per l’atto terroristico di cui è stato fatto oggetto, poi
voglio affermare che ritengo il Presidente della Provincia una persona
stimabile ed un amministratore onesto ed impegnato, al di la di tutte le
critiche politiche che possiamo avergli mosso e delle battaglie che il mio
partito ha fatto contro le sue scelte, a Faenza come in Provincia. Battaglie
che non sono mai uscite fuori dalla correttezza democratica, nei fatti come a
parole. Ma sono proprio le parole che ormai sono sfuggite al sano dibattito
civile, diventando pesanti come macigni ed incitando ogni giorno
all’aggressione ed all’odio contro chiunque si occupi della Cosa pubblica o
contro l’avversario politico. E’ chiaro che dopo tanto odio seguono i fatti,
come quando si impedisce a leader di partito di tenere manifestazioni
elettorali, o si fanno attentati ed aggressioni. Tutti quelli che incitano o
gioiscono per aggressioni al proprio avversario politico, o vorrebbero
eliminarlo dalla scena politica per vie brevi, riflettano su questi
accadimenti. Evitare la barbarie è un compito di tutti!” . Si associano il consigliere
provinciale PDL Vincenzo Galassini e Raffaella Ridolfi consigliere comunale
di Faenza
giovedì 23 maggio 2013
LEGGE ELETTORALE, C’E’ ACCORDO SUL PORCELLINUM
"C'e' un accordo nella maggioranza per fare una
riforma minimalista che ricostituzionalizzi il Porcellum e possa essere
utilizzata qualora si dovesse andare alle elezioni in tempi brevi". Lo ha spiegato
il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato
Brunetta, a ltermine del vertice di maggioranza a palazzo Chigi
CON TUTTI I PROBLEMI CHE OGGI CI SONO LA NOSTRA REGIONE SI PREOCCUPA SOLO DI COMPLICARE LA VITA AI PROPRI CONCITTADINI.
20 mq di box per un cane, 30 mq per due cani. Chi non ha questi spazi e
detiene già un cane cosa fa? Per rendere l'idea, una camera matrimoniale
standard è 14 mq!!!
Tratto dal Quotidiano Il
Resto del Carlino Regionale del 22 maggio 2013
mercoledì 22 maggio 2013
IL PD OGGI?: UNA FORZA DECLINANTE
Il Sole 24 Ore (Stefano Folli) - …Una mossa politica che non tiene conto del momento, e perciò del requisito
dell'opportunità, rischia di avere pesanti contraccolpi senza riuscire a
centrare il bersaglio. Sotto questo profilo, l'iniziativa Finocchiaro-Zanda è
una mossa politica, ma è stata attuata nel momento meno propizio che si poteva
scegliere. Peraltro i Cinque Stelle si chiamano "movimento" e non
partito: come dire che non hanno e si presume non vogliono avere una
personalità giuridica. Del resto, Grillo il finanziamento pubblico non lo
vuole. Almeno fino a oggi. E in ogni caso,se la proposta è stata avanzata non
pensando ai Cinque Stelle, siamo di fronte a un singolare caso di ingenuità. Se
invece c'era la volontà di mettere in difficoltà i "grillini", allora
bisogna riconoscere che il piano andava pensato meglio: perché l'esito è un
mezzo pasticcio che serve solo a rilanciare la campagna anti-politica e
anti-casta di Grillo e dei suoi allegri compagni. Curiosa procedura. Più i
Cinque Stelle si dibattono in evidenti difficoltà, nel momento in cui passano
dai romanzi alla realtà, più c'è qualcuno che finisce per fornire loro (certo
in modo involontario) munizioni fresche al fine di riprendere la campagna
contro il "potere", facendo dimenticare le loro infinite e spesso
elementari contraddizioni. Tutto si può ammettere, da parte di una certa
opinione pubblica, tranne il fatto che una forza declinante e sotto assedio,
qual è oggi il Pd, possa credere di usare strumenti extra-politici per tagliare
fuori i propri concorrenti…
E IO PAGO: PERCHE’ L’UNIONE EUROPEA FINANZIA IL VINO DI D’ALEMA CON 57.000€.?
Massimo D’Alema produce vino (e
lo chiama “Sfide”). Si tratta di un Cabernet, prodotto in 3mila bottiglie,
proveniente dai vigneti della tenuta acquistata in Umbria nel 2009. Paolo
Catania su Libero ha ricostruito l’intera vicenda, e ha scoperto che per la
produzione di vino l’ex premier gode di un finanziamento europeo di 57.000€.
Uno tra i più alti. Ma perchè? Ecco i fatti: -I vitigni sono stati impiantati
la settimana scorsa e ieri c’è stata la prima irrigazione. L’azienda vinicola
ha preso il via e già domani – si dice – Massimo D’Alema arriverà a Otricoli
per vedere di persona come procedono le operazioni che da qui a cinque anni
metteranno in bottiglia il suo rosso doc. - Suo
ma con i fondi della Comunità europea che gli sono stati erogati tramite la
Regione, “rossa” anch’essa. Il 5 maggio scorso, infatti, l’ente
ha elargito 57.500 euro alla società dei figli di Baffino: il terzo contributo
economico su 74 aziende agricole. Nel paese di duemila anime non si parla
d’altro: il presidente del Copasir ha deciso di realizzare in Umbria l’altro
sogno (dopo la barca a vela), quello di produrre vino. COMPRAVENDITE Il 9 novembre 2005 la
società viene costituita da due bergamaschi, che per comprare i terreni
accendono un mutuo di 440mila euro con la Banca Popolare di Bergamo. Il 28
ottobre di tre anni dopo vendono tutto a Filippo Vinci, pugliese del ’64,e a
una donna, per 5mila euro. La famiglia
martedì 21 maggio 2013
TAGLIARE LE SPESE VOLERE E’ POTERE
Arriva in aula il
provvedimento per la restituzione di una prima parte dei debiti della
pubblica amministrazione. I fondi saranno reperiti non con una nuova tassa
sulle sigarette elettroniche, ma con una "sforbiciata" ai fondi
per la cooperazione e per l'editoria. Anche se la sinistra per bocca di
Boccia dichiara che i fondi saranno recuperati, la sforbiciata potrebbe
benissimo trasformarsi in un azzeramento. Perchè, infatti, dovremmo finanziare
degli estranei quando non abbiamo il pane
per noi stessi ? E i giornali devono mantenersi con le proprie gambe,
con i lettori e con la pubblicità.
E se non attirano
lettori e pubblicità è meglio che chiudano.
Voler tagliare
significa trovare dove e cosa tagliare da una spesa pubblica tanto
improduttiva quanto faraonica.
DIMINUZIONE DEL NUMERO DEI DEPUTATI, COME DOVREBBERO DIVENTARE I NUMERI IN PARLAMENTO
I cittadini, come risulta nei
sondaggi di oggi chiedono fra le prime necessità del Governo di tagliare la
spesa per il finanziamento pubblico dei partiti, gli emolumenti di senatori e deputati e la
spesa dello Stato. Il tutto previsto nel programma di Berlusconi e dagli
Italiani oltre a quelli del PDL!. Ricordarselo!!!
lunedì 20 maggio 2013
EPIFANI PIU’ COMICO DI BERSANI: “SOSPENSIONE IMU E’ VITTORIA DEL PD”
Il Pd
produce, in serie, dei personaggioni che fanno clamorosamente ridere. Epifani
non è da meno (e oggettivamente non era difficile immaginarlo). Persino
sull’Imu (tema chiaramente sollevato dal centrodestra) ha detto un’incredibile
assurdità, come segnala Libero. Guglielmo Epifani prova a sfidare Silvio
Berlusconi. Il segretario Pd rivendica come vittoria dei democratici la
sospensione della rata Imu di giugno. Il Cavaliere, ha detto l’ex numero uno
della Cgil, «aveva chiesto che venisse restituita l’Imu del 2012 e non è così, aveva chiesto la
cancellazione e c’è invece una
sospensione e una riforma. Insomma, lui può anche
dire che ha vinto – è la sintesi del
leader Pd, che invita il Governo di Enrico Letta a focalizzarsi su lavoro e
sviluppo – ma non è così».
IL PARMIGGIANO REGGIANO SALVATO DAGLI ITALIANI.
COLDIRETTI: E’ STATO COMPRATO A CASA
PER OLTRE UN MILIONE DI CHILI. QUESTO IL BILANCIO DI UN ANNO DI TERREMOTO
Il Parmigiano Reggiano è stato salvato anche dalla
corsa all'acquisto degli italiani che hanno portato a casa per solidarietà
oltre un milione di chili del prestigioso formaggio che, recuperato dalle macerie
dei magazzini, è diventato il prodotto simbolo del sisma. È la Coldiretti a
tracciare il bilancio del terremoto a un anno dalle drammatiche scosse che
hanno fatto cadere a terra quasi 600.000 forme di parmigiano, danneggiato
gravemente 37 caseifici di Modena, Reggio Emilia, Mantova e Bologna e oltre 600
allevamenti. Grazie alle vendite solidali attuate dalla Coldiretti attraverso i
mercati e le botteghe di Campagna Amica e quelle attraverso le principali
catene distributive si è generata un'enorme catena di solidarietà anche via
internet che ha salvato dal fallimento stalle, caseifici e magazzini e
sostenuto la ripresa dell'economia e dell'occupazione del territorio. Il sisma
- sottolinea la Coldiretti - ha provocato danni per circa un miliardo nelle
campagne dell'Emilia e della Lombardia dove si produce oltre il 10 per cento
del Pil agricolo e dal quale partono verso l'Italia ed il resto del mondo le
più prestigiose produzioni agroalimentari nazionali, dal Parmigiano Reggiano al
Grana Padano, dall'aceto balsamico di Modena al prosciutto di Parma fino al
Lambrusco. Insieme ai prodotti - precisa la Coldiretti - sono state colpite seimila
aziende agricole, fienili, stalle, magazzini, impianti di trasformazione
alimentare, dal latte alla frutta, dal vino alla carne, ma anche gli impianti
dei consorzi di bonifica necessari per garantire la sicurezza del territorio.
sabato 18 maggio 2013
NIENTE LIBERTA’ PER QUEL POLITICO. HA RAPPORTI CON I LEADER PDL.
Giuseppe
Villani, ex capogruppo Pdl in Regione Emilia Romagna
IN EMILIA L’EX CAPOGRUPPO REGIONALE
VILLANI E’ AGLI ARREST IDOMICILIARI DA GENNAIO. PER IL TRIBUNALE DEL RIESAME E’
NEGATIVO AVERE “AGGANCI” CONI VERTICI AZZURRI.
In effetti. Già, in effetti avere
amici che «contano», gente come Silvio Berlusconi o come Angelino Alfano,
giusto per buttare lì un paio di nomi, può essere un rischio. Può essere,
addirittura il mezzo migliore per inquinare prove o per reiterare un reato.
Anche se il «reo» sta a Parma e gli amici stanno a Roma. Anche se, magari, non
si sentono e non si vedono da mesi. Eppure. Eppure il trattamento
«preferenziale», riservato dalla magistratura al cittadino Luigi Giuseppe
Villani qualche perplessità potrebbe suscitarla. Ma veniamo ai fatti, giusto
per rinfrescare la memoria sulla vicenda.
È il 16 gennaio di quest'anno quando un altro terremoto giudiziario
sconquassa Parma. All'alba di quella mattina scatta, infatti, una vasta
operazione della Guardia di finanza, coordinata dalla Procura della Repubblica
cittadina che passerà alla «storia» come l'inchiesta Public Money. Nel mirino
degli investigatori la campagna elettorale, apparentemente non proprio
limpidissima, per le amministrative del 2007 che sembrerebbe aver visto
svolazzare troppi soldi e troppi favori ingiustificati. Il risultato di quel
blitz è che finiscono agli arresti domiciliari per corruzione e peculato l'ex
sindaco Pietro Vignali, quindi Luigi Giuseppe Villani, consigliere e capogruppo
regionale del Pdl, nonchè vicepresidente per il Comune di Parma di Iren Mercato
spa ed ex coordinatore provinciale del Pdl. E ancora l'imprenditore Angelo
Buzzi, editore di Polis Quotidiano, consigliere e presidente del Cda di Iren
Emilia, immobiliarista e patron della squadra di calcio Crociati Noceto, e l'ex
presidente della Holding comunale, Stt, Andrea Costa. Un grande botto che produce un altrettanto
grande effetto mediatico, ma che semina subito
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venerdì 17 maggio 2013
LA MAGISTRATA CHE COMMETTE FEMINICIDIO
LA REQUISITORIA DELAL BOCCASSINI E’ STATA SOLO L’ULTIMO ATTO DI
UNO STALKING MEDIATICO CHE DURA DA 3 ANNI. RUBY E LE ALTRE BOLLATE COME
PROSTITUTE SENZA AVER COMMESSO REATI
Annamaria
Bernardini de Pace - Il femminicidio può
essere anche mediatico. Per come si è proposta, quella delle «olgettine» è
stata una vera e propria strage di donne. Preceduta da uno stupro di gruppo. E
conclusasi con lo sterminio nella camera a gas di una impropria notorietà. Chiunque
è libero di pensare ciò che vuole e le ragazze in questione altrettanto libere
di fare ciò che preferiscono. L'unico limite per tutti è il reato. Non saprei
dire, tuttavia, chi merita di essere perseguito in questa brutta storia. Qual
è, cioè, il reato da sanzionare. La prostituzione in sé, infatti, quand'anche
ci fosse, nel caso che stiamo trattando, non è un reato. La diffamazione sì.
Soprattutto se di massa e indifferenziata. Ebbene, è palese che una trentina di
giovani ragazze, per quanto possano non essere condivisibili i loro scopi di
percorrere sentieri veloci per affermarsi nel mondo dello spettacolo, non
possono essere, tutte, bollate, urbi et orbi, come componenti di un «sistema
prostitutivo». In particolare Ruby, la vittima confezionata, non sarebbe
dovuta, con violenza, essere marchiata dalla certezza, affermata con prove quantomeno
fragili, di avere esercitato la prostituzione con un uomo potente e di avere
così raggiunto l'obiettivo interessato, sfruttando bellezza fisica, «furbizia
orientale» ed «extracomunitarietà». Tutte, peraltro, queste ragazze, l'una per
l'altra, «accusate» pubblicamente di essere coinvolte in un sistema difensivo
allestito e retribuito per nascondere la verità. Risultando, quindi, non solo
prostitute, ma anche bugiarde e colpevoli di falsa testimonianza.
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9^ COMMEMORAZIONE CADUTI DI CERNAIETO: ANCHE UN BAGNACAVALLESE GAETANO GIOVANARDI.
ReggioNelWeb.it
11/05/2013 Alla
cerimonia -alle ore 12.00 presso il bosco di Cernaieto Trinità (Casina,
RE)- oltre al parroco sarà presente anche l’On. Deborah
Bergamini. Otto anni fa fu
installata per la prima volta la croce di Cernaieto, per ricordare dopo decenni
e decenni di totale oblio, i 23 morti gettati nella fossa comune, prigionieri
uccisi dai partigiani comunisti dopo la Liberazione. Militi della Rsi, ma anche
quattro ragazzi di 16 anni e due donne. La croce eretta in memoria dei
Caduti è stata abbattuta e danneggiata innumerevoli volte, ma sempre è stata
riparata e rimessa al suo posto. Oggi questo simbolo della pietà cristiana e
umana viene rispettato: un segno estremamente importante. Cernaieto è
diventato un piccolo sacrario, che parla al cuore di tutti, dove si prega per i
morti e dove si costruisce passo passo una riconciliazione, tanto difficile
quanto possibile. Otto anni fa la prima commemorazione: eravamo isolati,
circondati dalla diffidenza, dal disprezzo e anche dalle intimidazioni. Oggi,
dopo tutto questo tempo, possiamo dire che la croce di Cernaieto con la sua
silenziosa testimonianza, grazie al cuore e alla volontà di molte persone, ha
vinto la sua battaglia di pace. E’ stata la prima in territorio reggiano
ad essere innalzata per ricordare i Caduti della parte dei vinti, altre ne sono
seguite per ricordare le vittime delle stragi compiute nel dopoguerra. Gli
attentati, i danneggiamenti hanno avuto alla lunga l’effetto di far riflettere
molte persone e di creare una nuova consapevolezza trasversale, fra le persone
di ogni orientamento politico.
giovedì 16 maggio 2013
BERLUSCONI: TEOREMI, ILLAZIONI, FALSITA’ ISPIRATE DALL’ODIO. POVERA ITALIA!
La nota del
Presidente. “Non mi é stato possibile ascoltare la requisitoria. Ho letto le
agenzie. Che devo dire? Teoremi, illazioni, forzature, falsità ispirate
dal pregiudizio e dall’odio, tutto contro l’evidenza, al di là
dell’immaginabile e del ridicolo. Ma tutto é consentito sotto lo scudo di una
toga. Povera Italia!": Così si è espresso Silvio Berlusconi in una nota.
PISAPIA CHOC. LE PICCONATE? COLPA DEI MILANESI
Era l’alba e le strade erano deserte. Ma il sindaco
se la prende con il quartiere e con le vittime che non hanno chiamato il 112. Come mai la polizia non è
stata allertata, essendocene abbondantemente il tempo, quando lo scatenato
picchiatore è diventato un feroce assassino? La risposta all'interrogativo
viene dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia e da alcuni esperti. Pisapia
ritiene incomprensibile «che nessuno abbia avvisato le forze dell'ordine».
mercoledì 15 maggio 2013
SCELTA CIVICA VERSO L’IMPLOSIONE: MONTEZEMOLO DARA’ IL BEN SERVITO A MONTI
Scelta
Civica nel caos: 30 parlamentari sottoscrivono un documento per fare a pezzi i
vertici. Monti crolla nei sindaggi. E l'Udc Casini minaccia gruppi separati. Luca Cordero di Montezemolo è pronto
a dare il ben servito a Mario Monti.
L'Udc di Pier Ferdinando Casini minaccia gruppi separati. Una trentina di
parlamentari avrebbero sottoscritto un documento per fare a pezzi le scelte dei
vertici: Nel mirino proprio l’ex presidente del Consiglio che, riferiscono
fonti vicine al gruppo, "si
è disimpegnato dal partito" per portare avanti tutte le
trattative sulle nomine. Aria di burrasca tra i montiani che
vogliono silurare Monti. Nel mirino dei "malpancisti" è finito
proprio il Professore e la sua gestione totalitaria nel partito. Tanto che il
presidente della Ferrari minaccia di "strappare". Eppure, prima delle
elezioni, era stato uno dei promotori del movimento. Pur avendo
"incassato" la nomina di Carlo Calenda nel ruolo di viceministro allo
Sviluppo economico, di Pierpaolo Vargiu alla presidenza della commissione
Affari sociali alla Camera e di Gianluca Susta diventato nuovo capogruppo a
Palazzo Madma, l'associazione ItaliaFutura è infatti sul piede di guerra. Ma
non tutto è perduto per il Professore che già deve fare i conti coi sondaggi
che lo danno ai minimi storici. Sarebbe, infatti, in corso una mediazione per
ricucire lo strappo. Con Calenda e altri parlamentari che vorrebbero aprire un
dibattito, ma senza arrivare ad una spaccatura. Tra i firmatari del documento
ci sarebbe anche Andrea Romano, vicino al "signor Ferrari".
Montezemolo potrebbe, quindi, annunciare una sorta di "addio"
a Monti già nei prossimi giorni.
martedì 14 maggio 2013
TRISTIZIA DELLA DOTTORESSA ILDA
BOCCASSINI MOSSA DALL’ODIO, AL DI LA’ DEL RIDICOLO. POVERA
ITALIA!
QUANDO L’INGORANZA SALE IN CATTEDRA.
"Non mi è stato possibile ascoltare la
requisitoria. Ho letto le agenzie. Che devo dire? Teoremi, illazioni,
forzature, falsità ispirate dal pregiudizio e dall'odio, tutto contro
l'evidenza, al di là dell'immaginabile e del ridicolo. Ma tutto è consentito
sotto lo scudo di una toga. Povera Italia!": è il commento del leader del
Pdl Silvio
Berlusconi alla
richiesta di condanna a 6
anni avanzata dal pm di Milano Ilda
Boccassini, nel processo Ruby che vede il Cavaliere accusato di
prostituzione e concussione. Il processo sui rapporti tra
Silvio Berlusconi e Ruby e’ una “farsa, fatto sul nulla con un
dispendio di risorse spaventose. Nessun fallo di reazione da parte
nostra. Io non sono d’accordo con quanto ha detto Letta su quanto e’
avvenuto a Brescia: li’ c’e’ stato solo un attacco alla liberta’ di
manifestare. E’ lunare pensare che l’Italia debba fermarsi per un
processo di questo tipo. Se lo raccontassimo ad un marziano riderebbe. Non
credo che le farse incidano sulle cose serie come l’Imu e la cassa in
deroga
Il Pdl: "Assassinio mediatico" - Di "assassinio mediatico-giuridico", nella requisitoria della Boccassini "c'è un paradossale squilibrio fra l'obiettivo politico che è di prima grandezza, quello di spazzar via Berlusconi dalla scena politica italiana, e lo strumento usato che consiste in un occhio che cerca attraverso il buco della serratura di scrutare i particolari più pruriginosi e piccanti della vita privata dello stesso Berlusconi". Queste toghe, è l'accusa di Cicchitto, vogliono "rivoluzionare la vita politica italiana attraverso l'assassinio per via mediatico-giudiziaria del leader del centrodestra, per il quale hanno votato oltre 9milioni di italiani, fondando tutta l'operazione sulla per nulla provata ipotesi che egli abbia compiuto qualche atto sessuale con Karima El Mahroung". E se il presidente della commissione Finanze alla Camera Daniele Capezzone condivide ("La Boccassini ha gettato la maschera"), Altero Matteoli aggiunge il carico: "La condanna richiesta è lunare, gli argomenti, le parole e i toni utilizzati dal pm Boccassini per giustificarla sono inaccettabili. Esse sono la prova del pregiudizio contro Berlusconi e di una persecuzione politica intollerabile". Per Mariastella Gelmini, vicecapogruppo vicario Pdl alla Camera, la richiesta di interdizione dai pubblici uffici di Berlusconi rappresenta "l'auspicio di neutralizzare il Berlusconi politico".
Il Pdl: "Assassinio mediatico" - Di "assassinio mediatico-giuridico", nella requisitoria della Boccassini "c'è un paradossale squilibrio fra l'obiettivo politico che è di prima grandezza, quello di spazzar via Berlusconi dalla scena politica italiana, e lo strumento usato che consiste in un occhio che cerca attraverso il buco della serratura di scrutare i particolari più pruriginosi e piccanti della vita privata dello stesso Berlusconi". Queste toghe, è l'accusa di Cicchitto, vogliono "rivoluzionare la vita politica italiana attraverso l'assassinio per via mediatico-giudiziaria del leader del centrodestra, per il quale hanno votato oltre 9milioni di italiani, fondando tutta l'operazione sulla per nulla provata ipotesi che egli abbia compiuto qualche atto sessuale con Karima El Mahroung". E se il presidente della commissione Finanze alla Camera Daniele Capezzone condivide ("La Boccassini ha gettato la maschera"), Altero Matteoli aggiunge il carico: "La condanna richiesta è lunare, gli argomenti, le parole e i toni utilizzati dal pm Boccassini per giustificarla sono inaccettabili. Esse sono la prova del pregiudizio contro Berlusconi e di una persecuzione politica intollerabile". Per Mariastella Gelmini, vicecapogruppo vicario Pdl alla Camera, la richiesta di interdizione dai pubblici uffici di Berlusconi rappresenta "l'auspicio di neutralizzare il Berlusconi politico".
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VERGOGNA
IL FINANCIAL TIMES AVVERTE L’ITALIA: PER IL VOSTRO PAESE L’IMMIGRAZIONE E’ DANNOSA
Vista l’attuale composizione del governo, nella quale
spiccano il ministro Kyenge, al centro di numerossissime polemiche, e l’ex
sindaco di Padova Zanonato, molto vicino a Letta e, in passato, al centro di numerose
polemiche per aver “regalato” delle case ad alcune famiglie di nomadi,
non stupisce che sia passato in sordina quanto scritto sul Financial Times. La popolazione
straniera in Italia è triplicata dal censimento del 2001 , da 1,3 m a 4m.
Ciò significa che l’Italia sta importando un milione di stranieri ogni tre o
quattro anni. Se questo è un problema per l’Italia, sta agli italiani
dirlo. Ma sicuramente l’importazione di immigrati non è una soluzione al
crescente debito pro capite d’Italia.
Gli immigrati sono meno istruiti degli italiani che vanno a sostituire, così aggiungono meno valore alla produzione di ricchezza. Esportano buona parte dei loro risparmi attraverso rimesse, soldi sottratti al consumo interno. E nuove spese sono sostenute per prepararli al lavoro, come ad esempio corsi di lingua italiana o di consulenza legale
Gli immigrati sono meno istruiti degli italiani che vanno a sostituire, così aggiungono meno valore alla produzione di ricchezza. Esportano buona parte dei loro risparmi attraverso rimesse, soldi sottratti al consumo interno. E nuove spese sono sostenute per prepararli al lavoro, come ad esempio corsi di lingua italiana o di consulenza legale
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lunedì 13 maggio 2013
LA CORTE DEI CONTI UMILIA MONTI: “LE SUE LEGGI ERANO SENZA COPERTURA”
QUANDO L’INGORANZA SALE IN CATTEDRA.
Provvedimenti dalla copertura
ottimistica e non sempre affidabile, troppo disorganici ed eterogenei. La Corte dei Conti non usa mezzi termini
per bocciare le ultime misure del governo
Monti, a partire dalla legge di stabilità e dal decreto sviluppo.
Nella legislazione degli ultimi tre mesi del 2012, quando il governo tecnico era ancora nella
pienezza dei suoi poteri, i magistrati
contabili rilevano una serie di «incovenienti», tutt’altro che
secondari. Innanzitutto il frequente rinvio a provvedimenti secondari di
attuazione; le continue variazioni di
leggi anche recenti, «con riflessi sull’attendibilità delle
stime circa gli effetti finanziari recati dalle norme»; ma anche l’approvazione
di emendamenti privi della relazione
tecnica o per i quali la relazione è stata vistata
negativamente dal Ministero
dell’economia. Infine, di non poco conto, «l’utilizzazione a
fini di copertura di cespiti, come i proventi dei giochi e le accise sugli
idrocarburi, il cui gettito è calante e le cui stime appaiono per conseguenza
non affidabili e l’impiego in modo improprio di fondi di tesoreria per coprire
oneri di bilancio».
sabato 11 maggio 2013
ASL UNICA DELLA ROMAGNA: PRIMA NON ERA MEGLIO ATTUARE L’INFORMATIZAZZIONE?
Da
tempo
si parla del
processo di riorganizzazione dovuta alla fusione delle 4
Ausl romagnole. Prima di intraprendere questo percorso sarebbe opportuno verificare come è la
situazione organizzativa delle varie ASL, per non cadere nel di creare di nuovo “carrozzone”, che non
risolverà i grandi problemi della sanità, ma neppure i semplici derivanti dal
buon senso che però non sono stati affrontati da decenni. A tal proposito
ricordo un incontro di oltre una anno fa, dove un alto dirigente regionale,
quelli della casta dei super stipendiati con lauti premi di produttività,
affermava che “entro pochi giorni ogni
cittadino avrebbe ricevuto una tessera sanitaria magnetica la sanitaria” in
modo che in ogni punto della sanità di Ravenna fosse possibile verificare
situazione sanitaria di ognuno. Balle! ancora oggi, per esperienza
personale, se vado dal medico di base scrive le mie prescrizioni sul suo
computer, se vado a fare le analisi del sangue l’operatore scrive sul suo
computer, se vengo ricoverato all’ospedale il medico scrive la diagnosi sul suo
computer, se vado a fare un controllo specialistico il dottore scrive sul suo
computer, se mi assegnano un’esenzione ticket l’incaricato lo scrive sul suo
computer, se debbo prendere in modo continuativo i soliti farmaci previsti per
una malattia cronica il dottore lo scrive sul suo computer. Mi fermo qui per la mia esperienza personale, ma credo che il “ giro dell’oca” sia molto, ma molto più
vasto….. Il semplice cittadino deve come una trottola seguire la situazione e
andare nei vari uffici. Dopo decenni di informatizzazione degli uffici
pubblici, di adeguamento del cittadino a questo servizio sia esso anziano o
giovane, la nostra ASL (politica e amministrativa) non è stata capace di
risolvere il problema ed ognuno va per conto suo………
Poveri
noi! Nonostante i premi di produttività e gli stipendi pagati da
“pantalone” continua un disservizio, una lacuna, che a detta del dirigente
sembrava facile da colmare. Con questo
back ground alle spalle come fidarsi in una visione di riorganizzazione dei
servizi? Non si è riusciti a dare il via neppure ai nuclei di medicina
primari, con un ex direttore generale che vorrebbe essere il super direttore
della USL Unica Romagnola che a proposito di questi nuclei a Faenza sostiene
una cosa e a Bagnacavallo un’altra. Per questo motivo ho presentato una
interpellanza per sapere i motivi del grave ritardo nell’unificare i CED a
livello di AUSL di Ravenna, mentre i cittadini e le aziende devono avere la
posta certificata e non avere la dichiarazione dell’Inps per redditi se non
hanno un compute?. Prima di passare
all’unificazione di 4 Asl non è meglio avere un sistema unico di elaborazione
dati a livello provinciale che riduca veramente i tempi i costi dei servizi o
si continuano a sperperare i nostri euro, come sono costretti i semplici
cittadini?
Ecco il testo della interrogazione. TERREMOTO EMILIA: VIVONO ANCORA NELLE BARACCHE. BRAVO ERRANI CHE AVEVA DETTO NO ALLE BERLUSCONATE……
ERRANI ERA ANCHE IL
CONSIGLIERE DI BERSANI PER LE ELEZIONI ALTRO SUCCESSO
Errani lo aveva promesso «Non
sorgeranno baraccopoli e casette» rimarcando la differenza che ci sarebbe stata
rispetto alle berlusconate dell’Aquila. Eppure la situazione in Emilia Romagna
pare diversa, con tante difficoltà e lamentele, come riporta Il Giornale. E la
realtà parla di una terra ancora in ginocchio, che cerca di ricostruire almeno
la speranza. Tra mille difficoltà burocratiche. Oggi Cavezzo è come tutti gli
altri Comuni. Un mare di burocrazia da sbrigare. «I moduli sono un
compromesso», dice. «Se tra due anni dovessero ancora esserci significa che la
ricostruzione non è decollata». Ma è sul privato residenziale che ci sono gli
scogli maggiori. «Siamo indietro con le pratiche. E anche sul versante pubblico
ancora non si è visto un euro». in Emilia «siamo figli di un Dio minore. A
l’Aquila hanno avuto una fiscalità di vantaggio e possibilità di mettere in
circolo dei soldi per far partire l’indotto almeno con micro contributi per
lavori più piccoli. Qui, invece, con l’ordinanza regionale, se un’impresa non
ha liquidi da anticipare non può partire con i lavori. Ma oggi chi li ha i
soldi?».
RENZI, IL GRANDE ROTTAMATORE DEL PD CHE NON SI PRENDE LE RESPONSABILITA’. ORA IL PD SI TROVA SEGRETARIO UN SOCIALISTA!!!!
Dopo aver perso le primarie
contro Bersani (roba da non crederci!!!) il Sindaco di Firenze aveva deciso di
continuare ad esercitare il suo ruolo di amministratore locale senza
intervenire nelle vicende nazionali; ogni tanto Bersani lo chiamava a
presenziare qualche comizio, giusto per ricordargli che anche lui è uno
iscritto al Pd e anche perché Pier from Bettola aveva capito che Silvio si
stava avvicinando. Poi sappiamo tutti cosa è successo! Il Pd che non vince,
Bersani che non fa il governo, il Centro-Sinistra che non elegge il Presidente
della Repubblica. Insomma l’unica cosa che sono stati in grado di fare è stata
una bella figura di merda! Ma Renzi che fa??? Matteino che dice??? Dopo aver
bocciato Marini e silurato Prodi, con la partecipazione del nemico/amico
D’Alema, Matteo aveva la possibilità di diventare Premier. In tantissimi
l’hanno indicato come papabile. Giovane ma comunque esperto in quanto
amministratore locale di lungo corso, l’uomo nuovo voluto dagli italiani, il
personaggio che spopolava nei sondaggi (e ad Amici di Maria De Filippi). E
invece di prendersi la responsabilità di divenire ciò che ha sempre sognato ha
deciso di declinare l’invito e farsi da parte. Ma non è finita! Qualche giorno
dopo la rielezione dell’eterno Re Giorgio il buon Matteo, eliminato Bersani,
avrebbe potuto prendersi la segreteria del Pd, quello che in teoria dovrebbe
essere il suo partito. Ma Renzi ancora una volta decide di lasciar passare il
treno e di restare tranquillo nella sua Firenze.
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FORZA SILVIO, SIAMO TUTTI CON TE!!
PULLMAN
DALLA PROVINCIA DI RAVENNA PER LA MANIFESTAZIONE DI BRESCIA CON IL PRESIDENTE
BERLUSCONI.
Partiranno anche dalla provincia
di Ravenna i militanti PDL per sostenere sabato 11 alle 17 a Brescia il
Presidente Silvio Berlusconi nella sua battaglia di libertà contro l’uso
politico della giustizia. I pullman partiranno alle 12 dal Pala De Andrè di
Ravenna, alle 12.30 dal parcheggio Conad di Russi e alle 12.45 dal parcheggio
del centro commerciale le Maioliche di Faenza. Chi vuole partecipare alla
manifestazione può chiamare il 3398628941. Sarà l’occasione per dire no
all’abbattimento per via giudiziaria non solo di un leader politico, ma di
milioni di italiani che ne sostengono la linea politica da anni oltre a
rilanciare la battaglia del PDL per l’abolizione dell’IMU e per stimolare la
crescita del paese.
DANNI MALTEMPO. BAZZONI (PDL): FONDI REGIONALI PER CONSORZI BONIFICA MENO DELLO SCORSO ANNO
“Per fronteggiare
l’emergenza dissesto idrogeologico nell’Appennino causata dagli eccezionali
eventi atmosferici delle scorse settimane, l’Amministrazione regionale ha
stanziato 800 mila euro per interventi di manutenzione straordinaria delle opere pubbliche di bonifica, in
particolare di quelle collocate sui corsi d’acqua minori e lungo la viabilità
ancora in gestione ai Consorzi di bonifica. Tale misura è stata sbandierata dal
Presidente Errani e degli Assessori Gazzolo e Rabboni, nel corso dei vari
sopralluoghi sui luoghi delle frane e degli incontri con amministratori e
popolazioni locali, come un intervento di straordinaria portata mirato ad una
prima gestione dell’emergenza. Peccato che di straordinario e di mirato non vi
sia nulla nello stanziamento, trattandosi di risorse regionali da destinare
ordinariamente ogni anno alla manutenzione, questa sola straordinaria, di opere
pubbliche di bonifica. Nel 2012, addirittura, le risorse regionali stanziate
ammontavano a complessivi 900 mila euro, ben 100 mila più di quest’anno. È pur
vero che la Regione
ha stanziato 1,8 milioni di euro per l’emergenza maltempo, ma ci sembra
deplorevole, di fronte alle gravi difficoltà di tanti territori e di numerosi
cittadini, giocare sulla comunicazione ad effetto per fare propaganda. Le frane
che stanno flagellando l’Appennino emiliano-romgnaolo, frutto di un dissesto
idrogeologico ormai drammatico, non sono solo determinate dall’eccezionale
maltempo delle scorse settimane ma anche da scelte sbagliate della Regione. La
montagna dell’Emilia-Romagna assiste da anni al depauperamento dell’attività
agricola determinato anche da politiche regionali improntate all’interruzione
di ogni forma di sostegno finanziario all’agricoltura montana. Una scelta grave
i cui risultati, in termini di abbandono del territorio con conseguente
dissesto, sono sotto gli occhi di tutti. Il dissesto idrogeologico della
montagna dell’Appennino, quindi, è anche figlio di una politica regionale che
lasciato letteralmente scivolare le aree montane nella marginalità economica e
nello spopolamento”. È quanto ha dichiarato il Presidente del Gruppo PDL
della Regione Emilia-Romagna, Gianguido Bazzoni.
giovedì 9 maggio 2013
FORZA SILVIO, SIAMO TUTTI CON TE!!
SILVIO NON CEDE AL RICATTO DELLE
TOGHE: IL GOVERNO NON SI TOCCA. MA IL PD DEVE RISPETTARE I PATTI SU IMU, IVA E
IUS SOLI. ,
Chi lo ha visto o sentito dopo la
condanna sul caso Mediaset ha riferito
di un Silvio Berlusconi
furioso. Se l'aspettava, ma la pronuncia dei giudici è sempre difficile da
digerire. Il Cav non si era fatto illusioni: "Mi condanneranno",
ripeteva ai suoi. L'ex premier ritiene infatti che la procura e il Tribunale di
Milano, espressione di una parte della magistratura politicizzata e in combutta
con la sinistra, siano disposti a tutto pur di farlo fuori dalla scena
politica. "Non si fermeranno davanti a nulla, nemmeno all'interesse
supremo del Paese". E così è stato. La stangata in appello a Milano è un
duro colpo anche per il governo Letta, che per sopravvivere ha bisogno di quel
clima di "pacificazione nazionale" minato dalla condanna in secondo
grado (senza precedenti per il leader del Pdl). Cambio di registro - Berlusconi, però, non ha
intenzione di darla vinta alle toghe: non vuole far cadere il governo. Lo hanno
confermato anche Niccolò Ghedini,
subito dopo la sentenza, e altri big del partito. Ora, però, cambia il
registro. Berlusconi incassa la condanna, ma non vuole fare altri sconti. Ai
suoi riuniti in via dell'Umiltà ha ribadito che ora dovranno "essere
vigili" e non dovranno cedere più un millimetro sui temi più importanti,
Imu, fisco, ius soli
e Iva in primis. L'ordine è quello di non lasciare campo libero alla sinistra.
Una linea che è stata confermata anche nel vertice del tardo pomeriggio nel
corso della seconda riunione, alla quale il Cav era assente. Toghe nel mirino - Di fatto le
posizioni degli azzurri si inaspriscono: l'avvertimento è già stato recapitato a
Palazzo Chigi. Il messaggio a Enrico
Letta è chiaro: se non vengono mantenuti i patti e se il Pd
continua a non rispettare gli impegni assunti, il Pdl ne trarrà le dovute
conseguenze e nulla sarà più garantito. Il balletto dei democratici sul
presidente della commissione Giustizia ha innervosito Berlusconi, che poi l'ha spuntata con Nitto Palma (soddisfazione
anche per la nomina di Santacroce in Cassazione). La giustizia, però, con la
sentenza torna a dominare la scena politica. L'ordine di scuderia di Silvio ai
suoi, come non avveniva da giorni, è stato quello di aprire il fuoco contro i
magistrati. Ordine messo in pratica subito dopo la sentenza.
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