mercoledì 11 luglio 2012

LEGGE ELETTORALE E VOTO 2013: COSI SILVIO VUOLE RICANDIDARSI



Berlusconi spinge per una riforma con il ritorno delle preferenze, un premio di maggioranza del 10%  lo sbarramento al 5%. E nel partito addio primarie. Per una volta, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano potrebbe aver fornito un assist d'oro a Silvio Berlusconi.L'accelerazione del Colle sulla nuova legge elettorale rischia di spaccare il Pdl e, di conseguenza, riconsegnare le chiavi del partito e dell'elettorato al Cavaliere, l'unico politico ancora in grado di rimettere insieme i cocci del centrodestra. Con un unico obiettivo in testa: fare la campagna elettorale nella primavera 2013 in gran spolvero, gestire le alleanze e presentarsi come candidato premier, ancora una volta, la sesta dal 1994. 


Mentre infatti il Pd sembra nuotare in acque agitate, indeciso ancora se buttarsi verso Casini o inseguire Vendola e Di Pietro, Berlusconi avrebbe già pronta la sua strategia per ritornare da protagonista sulla ribalta politica. La legge elettorale che propone, tra l'altro condivisa e appoggiata dall'Udc, è quella del ritorno alle preferenze in modo che gli elettori possano scegliere più liberamente tra i candidati, con un premio di maggioranza del 10% al primo partito o alla prima coalizione. Una legge che non agevolerebbe inciuci, ma manterrebbe la contrapposizione tra il blocco liberale e quello socialdemocratico. E quando c'è contrapposizione, nessuno meglio di Berlusconi porebbe riuscire a scaldare gli animi degli elettori simpatizzanti Pdl, delusi compresi.
Addio primarie - Quel che è certo è che un ritorno di fiamma del Cav segnerebbe il prematuro tramonto (oppure standby, ma poco gratificante) del segretario Angelino Alfano, sempre più in ombra e già ora in grave difficoltà nella gestione di falchi e colombe interne. Altro particolare non da sottovalutare, l'accantonamento di quella che in un certo momento sembrava la grande novità del centrodestra italiano, le primarie. Se Berlusconi torna in prima fila, nessuno nel partito avvertirebbe la necessità di misurare il proprio gradimento né soprattutto bruciarsi le penne prima di aver spiccato il volo.


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