A
seguito dell'esame in Commissione bilancio della proposta del rendiconto del
2013 del Comune di Ravenna, l'Assessore Morigi si è affrettata a presentare
alla stampa un quadro idilliaco che non si può in nessun modo condividere.
L’avanzo di amministrazione che viene sbandierato infatti è con tutta evidenza
niente più di un mero escamotage tecnico-contabile,
per coprire perdite annuali nel bilancio. Da più di tre anni infatti il conto
economico del bilancio comunale presenterebbe ingenti perdite di gestione (per
limitarci al 2013 l’ordine è di circa 9 milioni di euro), perdite che non
essendo il comune una società privata con scopo di lucro, se tutto fosse
gestito nel migliore dei modi non sarebbero per forza da stigmatizzare. Il
punto però è che per non farle risultare come perdita, l'amministrazione
comunale procede ad un gioco di “sopravvenienze attive derivanti da aumento del
valore delle immobilizzazioni”, insomma
una specie di finanza creativa. Tali rivalutazioni quest'anno ammontano per
l'esattezza ad € 15.035.002,18
di cui € 2.103.000,85 provengono da “allineamenti del valore patrimoniale
rispetto a quanto rilevato nell’inventario dei beni immobili” e per €
12.932.001,33 da “incrementi del valore delle partecipazioni finanziarie
ascrivibile in gran
parte alla rivalutazione del patrimonio netto di Ravenna Holding spa
conseguente alla iscrizione di una riserva di
valore determinata dall’incorporazione del patrimonio di Area Asset spa
in Ravenna Holding avvenuta nel 2012.
Ora, posto che non è affatto pacifico che la
rivalutazione delle partecipazioni finanziarie
possa essere considerata nel conto economico in maniera così diretta, a
destare forti perplessità sono i 2.103.00,85 euro di rivalutazioni immobiliari.
Ora, come il nostro esperto Massimiliano Guandalini ha spiegato ieri nel corso
della commissione bilancio convocata a Palazzo Merlato, con il mercato
immobiliare stagnante tale rivalutazione appare incredibile se non miracolosa e
dunque i casi sono due: o si tratta di beni in precedenza non censiti, oppure
di
rettifiche di valore.
In entrambe le ipotesi, il servizio Patrimonio del
Comune non potrebbe certo essere indenne da responsabilità per un'enorme
inefficienza negli anni precedenti. Ma, a prescindere da questo, i principii
contabili in vigore prevedono che tali rivalutazioni - qualunque ragione le
produca – non possano passare come conto economico ma che debbano essere
rappresentate come patrimonio netto.
Non
possiamo dunque condividere l'entusiasmo dell'Assessore Morigi così come non
possiamo assegnare all'odiato Patto di Stabilità – su cui comunque ci
allineiamo a chi ne contesta la ratio per i comuni cosiddetti virtuosi – anche
colpe che non sono sue.
In realtà infatti questo rendiconto, in linea con
quello degli ultimi due anni certifica come l'Amministrazione comunale
colpevolizzi il Patto di Stabilità per l'impossibilità di farle gestire “avanzi esorbitanti” che tali, in realtà, non
sono affatto. Alberto
Ancarani
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