«Non
chiamateli clandestini», «siamo tutti clandestini», «aboliamo il reato di
clandestinità», «non chiamateli immigrati ma migranti», «migranti in Italia»,
«gli italiani devono accogliere i profughi», «basta con l’egoismo di chi
protesta contro i centri di accoglienza», «non è vero che c’è l’emergenza degli
sbarchi». Un tam-tam continuo nel tentativo di convincere l’opinione pubblica
che l’invasione
era cosa buona e giusta. Perché è nel dna della sinistra, che spera sempre di
arricchire il suo pacchetto di voti con nuovi innesti. Quelle frasi, quei
concetti sono stati espressi in primis da due protagoniste della politica
italiana: Cécile Kyenge e Laura Boldrini, non a caso le più bersagliate dal
popolo del web. E quei concetti hanno poi portato allo sfascio, a una
situazione insostenibile, a un’Italia che passivamente si fa scaraventare nel
burrone. Di fronte agli sbarchi infiniti, il goverrno Renzi è l’unico in Europa
a non muovere un dito, a non prendere un provvedimento, a brancolare nel buio.
Incapace di pensare e di agire. Paralizzato dal buonismo. Condizionato dalla
paura di perdere la faccia (anche se l’ha già persa).
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