martedì 11 agosto 2015

E IL PD REGALA 47 MILIONI ALLA CASTA DELLA CAMERA: “SENNO’ NON LAVORA PIU’”

Eppure i tagli decisi a fine settembre 2014 con un accordo tra i presidenti dei due rami del Parlamento erano stato criticati perché troppo timidi nel ridimensionare salari così generosi che almeno 500 dipendenti guadagnavano più dei parlamentari. La notizia ha scatenato la consueta polemica contro l’autodichia, cioè la speciale facoltà di Camera e Senato di risolvere le proprie controversie giuridiche attraverso un «tribunale» interno. In realtà la vera ipocrisia è spacciare per qualcosa di paragonabile a un tribunale la «Commissione giurisdizionale per il personale» della Camera dei deputati, composta non da giudici indipendenti, ma da tre parlamentari, seppur estratti a sorte. E le centinaia di dipendenti che hanno fatto ricorso contro il tetto massimo ai salari hanno fatto bingo: i «giudici» sono tutti e tre del Pd. Non solo il presidente Francesco Bonifazi, renzianissimo tesoriere del partito, ma anche gli altri due membri, il deputato barese Dario Ginefra e Fulvio Bonavitacola per il quale, altro scherzo del destino, la sentenza che ai contribuenti costerà 47 milioni di euro è stata l’ultimo atto da parlamentare. Due giorni dopo si è dimesso ed è andato a fare il vice di Vincenzo De Luca alla Regione Campania.

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