Sappiamo che Tito Boeri,
presidente della Previdenza sociale, ce l' ha con Libero perché gli fa le
pulci. Ciò che lo ha mandato su tutte le furie è il fatto che abbiamo svelato
le magagne dell' ente, tra cui il particolare che egli si è preso 500 metri
quadrati in piazza Colonna a Roma per crearsi il proprio ufficio (il cui
affitto varrebbe 500 mila euro all' anno, circa). Non è il caso che egli si
irriti. Noi descriviamo la realtà che non è mai offensiva. Se, eventualmente,
le cronache e le inchieste di Libero fossero lacunose, dato che l' esattezza è
divina e non di questo mondo, sarebbe diritto di Boeri fornire delle
precisazioni che finora però non ci sono pervenute. Non vorremmo che egli, per
ritorsione, minacciasse di sfrattare il quotidiano Il Tempo dallo stesso
edificio di piazza Colonna, sede della redazione. Sarebbe meschino che ciò
avvenisse per iniziativa del capo dell' Inps, i cui problemi sono assai più
gravi di questo. Boeri deve spiegare non a noi ma agli italiani, per quale
motivo ogni due per tre annuncia di dover tagliare le pensioni, quando è noto
che i soldi non mancherebbero se non fossero sprecati dall' Istituto per
finalità diverse da quelle che gli competono. Questo giornale ha denunciato che
l' Inps possiede un patrimonio immobiliare mostruoso (valore parecchi miliardi)
gestito da cani: appartamenti occupati abusivamente da gente che non salda la
pigione, altri appartamenti vuoti o dati in locazione (presumibilmente a raccomandati
o amici degli amici) a prezzi stracciati. Il Presidente non ha sentito l'
esigenza di rendere conto di questo scandalo, visto che gli edifici in
questione sono stati acquistati con i soldi dei pensionati a cui ora si
pretende di decurtare l' assegno mensile. Dottor Boeri, le sembra giusto
trattare i quattrini dei lavoratori di ieri e di oggi in questo modo, come se
fossero quelli delle prostitute? Non è finita. Attingendo alle casse
previdenziali, lei concede oboli sociali a chi non ha mai versato contributi;
regala pensioni minime ai familiari ricongiunti degli extracomunitari, i quali
familiari
poi tornano al loro Paese
e lì, coi denari ricevuti dall' Inps, vivono come pascià, ovviamente alle
spalle dei nostri compatrioti che ogni mese sganciano direttamente dalla busta
paga contributi da capogiro. Siamo di fronte ad uno sperpero gigantesco.
Perché, lei Presidente, non si adopera per separare la Previdenza, che
è sostenuta dai lavoratori di cui sopra, dall' assistenza cui dovrebbe farsi
carico lo Stato utilizzando i fondi della fiscalità generale? Nossignori, lei
non fiata se non per ribadire che occorre ridurre gli assegni ai pensionati in
regola coi contributi. Si faccia coraggio, dica la verità al popolo defraudato.
Dica apertamente che il suo ente è creditore per miliardi e miliardi di
numerose aziende, specialmente del Sud, che non versano i contributi dei loro
dipendenti. Perché l' Inps non è in grado di riscuotere quanto gli è dovuto? I
suoi funzionari sono inetti o complici dei debitori? Dia delle risposte, caro
Presidente, invece di strizzare le tasche a chi, dopo anni di fatica, è andato
in quiescenza.
I pensionati non rubano niente. Hanno il diritto di vedersi restituiti
i soldi versati ogni mese per decenni e di cui la Previdenza si è impossessata
illegittimamente per comprare case destinate alle clientele della casta, ai
furbetti e ai prepotenti oppure usati per scopi inconfessabili. Per esempio,
pagare il bonus vacanze ai figli dei papaveri statali (la notizia è recente).
Da lustri, la Previdenza spende e spande i capitali dei pensionati per
compiacere tutte le categorie di fortunelli tranne i pensionati stessi, che
sono i padroni della cassaforte riempita con il frutto dei loro sacrifici.
Da lei Presidente, attendiamo precisazioni, non minacce e ritorsioni.
Intanto, le auguriamo una buona domenica di riflessioni. di Vittorio Feltri
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