Milioni di
euro e fior di certificati per dimostrare le ristrutturazioni antisismiche dopo
il 1997 e il 2009. Ma allora perché è crollato tutto? Chiara SarraFalsi certificati per dimostrare collaudi
antisismici, quasi 3 milioni di fondi pubblici intascati in appalti per lavori
che avrebbero dovuto mettere a norma gli stabili di Amatrice e Accumoli. Eppure
le immagini che rimbalzano dal 24 agosto, quando la terra ha tremato e il tempo
si è fermato, sono tristemente note. Ben pochi gli edifici che sono rimasti in
piedi. Qualcosa non ha funzionato o non è stato fatto. Il simbolo di questa
tragedia che forse si poteva evitare è la
scuola "Romolo Capranica" di Amatrice, che si è sbriciolata
sotto i colpi del sisma. Ma anche l'ospedale di Amatrice ormai inagibile, la
Torre Civica di Accumoli gravemente danneggiata, il campanile di Amatrice che è
crollato su una casa ammazzando un'intera famiglia. Tutti edifici in teoria
ristrutturati con i fondi per il terremoto dopo il sisma del 1997 in Umbria e
quello del 2009 de L'Aquila, come raccontano oggi il Corriere e La Stampa. Milioni di euro per 21 appalti di cui si parla
in un documento segreto in cui si fa l'elenco dei fondi, dei collaudi, delle
ditte coinvolte, degli interventi effettuati, dei collaudi. Come è possibile
che con una mole di lavoro simile nemmeno un edificio si sia salvato?
Probabilmente, sospettano ora i magistrati che indagano per disastro colposo,
quei certificati sono stati falsificati. Come dimostrerebbero anche le
segnalazioni raccolte dai vigili del fuoco da parte di cittadini che sostengono
di aver comprato casa con tutta la documentazione in regola per la tenuta
antisismica.
Ristrutturazioni
fantasma coi fondi per i terremotati, in manette un ingegnere 18 dicembre 2008
RAVENNA. Ristrutturazioni fantasma
con i contributi pubblici per i danni del terremoto del 2000. Questo il
contesto che ha portato alla condanna a due anni e due mesi di carcere per
Giorgio Ragazzini, ex ingegnere capo del Comune di Brisighella, nel Ravennate.
Il Collegio del Tribunale di Ravenna ha inoltre concesso una provvisionale di
35.000 euro alla Regione, di 10.000 al Comune brisighellese e di 15.000 a una
delle famiglie danneggiate, costituitisi a suo tempo parte civile. Ragazzini è
stato giudicato colpevole di falso e truffa aggravata dal conseguimento di
erogazioni pubbliche. E assolto, per la vecchia insufficienza di prove,
dall'accusa di abuso di atti d'ufficio in relazione a quegli interventi di
somma urgenza che, secondo gli inquirenti, l'imputato pilotò dopo i primi
sopralluoghi della Guardia di Finanza per fare apparire i lavori come eseguiti.
Secondo la procura di Ravenna, l'ex ingegnere capo, in ragione della sua
posizione, avrebbe attestato falsamente l'impiego dei fondi regionali per i
lavori, mai fatti, in due caseggiati, mentre quei finanziamenti sarebbero stati
dirottati altrove. Nella vicenda era stato coinvolto anche Paolo Cicognani
della Edilzeta Costruzioni di Ravenna: l'uomo già a suo tempo aveva patteggiato
sei mesi.