Dai mutui all'immigrazione irregolare:
l'offensiva del forzista Brunetta
Contro l’odiato canone in
bolletta della Rai («imposta espropriativa») e l’inasprimento delle norme sui
mutui immobiliari passando per la denuncia delle «maglie troppo larghe
sull’immigrazione irregolare». Sono solo alcune delle dieci class action – azioni
legali collettive - contro il governo Renzi con le quali si sta organizzando
una forma inedita di opposizione che intende togliere l’esclusiva al
rivendicazionismo del MoVimento 5 Stelle: il «situazionismo moderato». È questa
infatti «l’armatura nuova» con cui Renato Brunetta intende lavorare ai fianchi
il governo Renzi sul modello Erin Brockovich, l’avvocato statunitense reso
celebre dall’interpretazione del premio Oscar Julia Roberts che sfidò e vinse
la battaglia dei cittadini contro una multinazionale che aveva inquinato le
falde acquifere.
In Italia l’obiettivo del
capogruppo alla Camera di Forza Italia non è un colosso del capitalismo ma
fornire uno strumento agile di democrazia diretta («un’intuizione del professor
Luca Antonini, avvocato di valore, ordinario costituzionalista all’università
di Padova», ci tiene a precisare) per «spezzare l’incantesimo maligno di tre
presidenti del Consiglio non eletti e di un Parlamento illegittimo, ma che non
suscita scandalo». L’iniziativa di Brunetta, già annunciata nelle scorse
settimane, è on-line sulla piattaforma Change.org dove è possibile firmare una
a una le dieci petizioni che riguardano, rispettivamente, il canone Rai in
bolletta elettrica; la tassa sull’ascensore; la mancata tutela delle
concessioni balneari italiane; il mancato rinnovo incentivi per energia pulita;
l’inasprimento delle norme sui mutui immobiliari; i rimborsi ai risparmiatori
truffati dalle banche; l’abolizione delle limitazioni della responsabilità
degli amministratori delle banche; le maglie troppo larghe con l'immigrazione
irregolare; le maxi bollette e le multe con l’autovelox.
Tutte tematiche - questo è
il nodo sociale della proposta - che riguardano settori dove la burocrazia, le
«caste» e l’autoreferenzialità di poteri che rispondono solo a loro stessi
drenano energie e risorse alla società: tra le più politiche delle azioni
proposte – dopo il caso di Banca Etruria - vi è quella che vuole eliminare ad
esempio «i limiti alla possibilità degli azionisti e obbligazionisti
danneggiati di rivalersi sui patrimoni delle banche». Un insieme di
punzecchiature, queste proposte dalla piattaforma, che secondo l’ex ministro
può «atterrare il pachiderma», ossia l’esecutivo dell’ex rottamatore, «come
capita in natura per l’assalto concentrico di sciami d’api».
Quella inaugurata da
Brunetta insomma – da sempre laborioso anche in termini di novità – vorrebbe
affermarsi come «una strategia nuova per la politica» che individua, come
obiettivo finale, ciò che lo stesso premier Renzi ha posto come estremo
spartiacque: il referendum di ottobre sulle riforme istituzionali. Questo
lavoro ai fianchi è pensato proprio sulla falsariga di ciò che la piazza del
Family Day, che ha già posto la sfida al referendum come atto di affermazione
popolare contro Renzi, sta mettendo in circolo contro la «democrazia negata».
Ma c’è più. Per Brunetta dall’elaborazione di queste class action può anche
emergere un risultato endogeno: una vera e propria classe dirigente per il
centrodestra, sempre «se Forza Italia intende indossare questa armatura». Come?
«Intorno a ciascuna di queste battaglie emergerebbe un leader vero – ha scritto
- non nominato, capace di coagulare e di dare voce a settori precisi e con
interessi chiari e determinati». Dieci «situazionisti» che potrebbero essere
rivelarsi utili al Cav alla perenne ricerca di volti nuovi per il suo pallino
di sempre: un partito senza politici. Antonio
Rapisarda
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