martedì 15 dicembre 2015

PROVINCIA DI RAVENNA, UNA FARSA TRAGICOMICA


Sulla situazione della Provincia è difficile consolare il piagnisteo del suo presidente Claudio Casadio, soprattutto quando lucidamente egli ipotizza uno scenario di tagli nazionali per ben oltre 500 milioni di euro. D’altra parte occorre partire sempre da quella sorta di pateracchio improvvisato e pasticciato riguardante la ‘finta’ abolizione delle province che invece continueranno a svolgere una parte di funzioni - peraltro al momento senza un piano di risorse economiche certe - e, ancor più grave, senza produrre alcun effetto sul contenimento della spesa pubblica. 
Si tratta, insomma, per dirla con il senatore Roberto Calderoli, di una “porcata” i cui risvolti sono unicamente di facciata poiché non si coglie nella ratio del provvedimento la benché minima sostanza logica. Tornando al presidente dell’ente provinciale ravennate Casadio, le sue riflessioni basate principalmente sulla mancanza di risorse certe non fanno una piega, ma la soluzione non può essere quella proposta dalla sua giunta e votata dalla maggioranza di sospendere il pagamento dei mutui per rabberciare uno straccio di bilancio, poiché, come noto, il 2016 è alle porte e si dovranno in ogni modo onorare gli impegni assunti dallo stesso esecutivo di piazza Caduti. L’ente ha procrastinato il debito, ma gli eredi non possono sfuggire da quegli impegni pressanti. D’altra parte giova ricordare il forte indebitamento delle Province emiliane, con circa 500 milioni di debito, e con spese in conto capitale di quasi quattro miliardi, ma soprattutto la situazione della stessa Provincia di Ravenna, la quale nella statistica riferita alla consistenza dei debiti raffrontata con il totale delle entrate - di regola inferiore al 140% - raggiunge addirittura il 209,33%!
È il caso proprio di dire “...chi è causa del suo mal pianga se stesso….” A margine, poi, di questo inconsolabile pianto con lacrime di coccodrillo del citato presidente e della sua giunta, oggi pur con un’attività politica e amministrativa oggettivamente leggera e quasi invisibile, - come dimostra la loro limitatissima produzione di atti deliberativi che si contano davvero sulle dita della mano, - continuano a percepire indennità di carica di 5.466,18 per il presidente, 4.099,64 per il suo vice e 3.553,02 per gli assessori, cui vanno aggiunte altre competenze, come le funzioni proprie, attività fuori territorio, oneri e indennità il cui ammontare complessivo annuo di spesa porta ad oltre 350.000,00 euro. Il futuro certamente sarà quello di costituire la provincia d’area vasta fra Ravenna, Forlì -Cesena e Rimini, ma oltre al mero atto formale, servono garanzie e certezze in questo momento assai confuse e aleatorie. Non vorremmo proprio che alla fine si trattasse non dell’unione di forze ma piuttosto di tante debolezze!


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