sabato 30 maggio 2015
RENZI FA CAMPAGNA ELETTORALE PER NOI, MANDIAMOLO A CASA
“Renzi ci ha riempito per un anno e mezzo di etica
e di moralità, secondo lui, e adesso ci troviamo a raccontare i peggiori
comportamenti possibili. Altro che prima Repubblica, nella prima Repubblica non
si facevano queste cose. Il caso De Luca, il caso Pessina in Liguria, vicende
inquietanti”. “Ma dobbiamo dire grazie a Renzi, sta facendo una campagna
elettorale al contrario, a nostro favore. Il cappotto di cui parlava gli si è
rivoltato, altro che 7-0. Vinciamo in Veneto con Zaia, vinciamo in Campania con
Caldoro, vinciamo in Liguria con Toti, e ce la giochiamo alla grande anche in
Umbria e nelle Marche. Può finire 4-3 per noi. E con un risultato del genere
Renzi andrebbe a casa un istante dopo. Se così fosse sarebbe il Partito
democratico stesso a mandare a casa Renzi”. “Ci sarà l’effetto D'Alema. Nel
2000 l’allora presidente del Consiglio, che aveva come Renzi conquistato il
potere con un colpo di palazzo, partiva avvantaggiato nei sondaggi e poi perse
rovinosamente le elezioni regionali. Doveva suonarle, finì suonato. È così
accadrà con la meteora Renzi”.
REGIONALI: BRUNETTA, TOSI E FITTO
PERFORMANCE LOCALI, NO SPAZIO NAZIONALE
“Solo il centrodestra unito può rappresentare
un’alternativa credibile a questa sinistra delle chiacchiere. Non c’è spazio
per altre avventure, non c’è spazio per terzi poli”. “A livello nazionale è
maturato uno spazio per Tosi o per Fitto? Assolutamente no. Saranno due
performance locali, localistiche, senza alcuno spazio nazionale e destinate
dunque a fallire”. “La politica è una scienza esatta: o individui uno spazio
nazionale ‘conquistabile’ oppure non arrivi da nessuna parte. E questo lo dico
al di là delle persone, non voglio parlar male di nessuno, faccio solo un
ragionamento politico”.
“Basta vedere che fine ha fatto l’Ncd di Alfano
che, nelle loro premesse, avrebbe dovuto ricostruire il centrodestra: il
partito di Alfano non c'è, non esiste. Qualcuno sa come sono collocati in
queste elezioni regionali? In ogni regione alleanze diverse dettate
dall’opportunismo e dalla contraddizione. In molti casi Alfano da una parte e
Casini dall’altra”.
BERLUSCONI VIRALE
La campagna elettorale la vince
Berlusconi il Grande. A ‘Virus’ in onda le differenze tra uno statista che ama
il popolo e un dittatorello sotto choc. Ecco perché non cedere alle derive
anti-sistema. C’è una strada politica per la rinascita ed è quella della
rivoluzione liberale e non violenta dei moderati
Diceva Agatha Christie che
“un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi
fanno una prova”. ‘Che tempo che
fa’, ‘Porta a Porta’ e ieri sera ‘Virus’. I tre indizi che
provano, in maniera inconfutabile, la tesi che sosteniamo da tempo: tra
Silvio Berlusconi e Matteo Renzi il confronto è impari. Non c'è partita. Due
pianeti diversi. SILVIO BERLUSCONI parla la lingua delle cose e dei bisogni
veri, non è espressione di un'ideologia, ma di un'esperienza di partecipazione
ai desideri e alle difficoltà del popolo che lo rendono nuovo ogni giorno di
più.
MATTEO RENZI è ormai sotto
choc, fa i suoi comizi in tv dicendo il contrario rispetto ai suoi
comportamenti. Ha proclamato la “l” di legalità come suo simbolo, ha praticato
invece la "i" di illegalità come azione di governo e gestione del
potere all'interno del partito.
Il parolaio fiorentino ha perso
le staffe, è un disco rotto. Confonde la democrazia delle regole certe con
l'assolutismo delle regole che mutano al mutare dei destinatari.
Il caso De Luca è
l'emblema di un cortocircuito, innanzitutto mediatico, che annienta il
diritto alla chiarezza non solo degli elettori campani, ma di tutti coloro
che sono chiamati ad esprimere il loro voto domenica prossima. Come i suoi predecessori al Nazareno, Matteo
Renzi non ha resistito al richiamo della foresta che per certa sinistra è
rappresentato dall'arroganza dialettica contro il vero e più temibile
avversario politico tutt'ora in circolazione, il Presidente Silvio
Berlusconi.
Nessuna novità, tutto come prima. Renzi ha forse rottamato qualche
vecchio comunista, ma non ha affatto archiviato i metodi politici e le
strategie comunicative che in questi venti anni hanno portato la sinistra
italiana a proporsi agli italiani non come un'alternativa credibile, ma
solamente come un'accozzaglia rancorosa di uomini contro.
venerdì 29 maggio 2015
ITALICUM, SEVERINO E IMPRESENTABILI FANNO UN FAVORE A SILVIO BERLUSCONI
Silvio Berlusconi visto da Benny
L'Italicum, la legge Severino, gli impresentabili di Rosy Bindi. Tutto sembrava
remare contro Silvio
Berlusconi ma attenzione perché dal male, a volte, può nascere
il bene. Parola del Cav che ospite di Bruno
Vespa a Porta a
Porta, riporta ItaliaOggi,
ha riconosciuto che dal male della
nuova legge elettorale con il suo premio di maggioranza alla
lista più votata può derivargli il bene di un forte potere contrattuale con Matteo Salvini, Angelino Alfano, Corrado Passera, Giorgia Meloni e compagnia
cantante. Ed è nello spazio fra la nuova legge elettorale e il vecchio
regolamento della Camera che il Cavaliere è convinto di poter trovare le
condizioni di una intesa contro Matteo Renzi: le diverse anime del centrodestra
infatti potranno combattere uniti contro il Pd e poisepararsi alla Camera. E
anche la legge Severino
rischia di fargli un favore: se nell'autunno del 2013 gli è costata la poltrona
al Senato ora potrebbe valergli la
Campania con la
conferma al governo della regione di Stefano Caldoro e la
bocciatura del renziano ex sindaco di Salerno Vincenzo De Luca al quale la Corte di
Cassazione ha tolto la possibilità di ricorrere al tribunale amministrativo
regionale, in caso di elezione, contro la sospensione imposta appunto dalla
legge Severino per una sua condanna, per quanto non definitiva.
Un ultimo aiuto a
Berlusconi e a Caldoro potrebbe arrivargli addirittura dalla "nemica"
di sempre "più bella che intelligente" Rosy Bindi che con la sua
lista di impresentabili sta tagliando le gambe a De Luca e ad alcuni candidati
consiglieri regionali nelle liste che lo sostengono.
LA VERGOGNA DEI VITALIZI: TOGLIERE SUBITO
Talvolta vale pure il
processo inverso: un brand è talmente forte che lo si può anche declinare in
politica. Ne sa qualcosa Luigi Biscardi
(-531mila euro), al Senato dal 1992 al 2001 con il Pds-Ds. È il fratello del
famosissimo Aldo, quello del Processo del lunedì . Entrambi avevano il cuore a
sinistra da giovani. L'Aldo nazionale passò da Paese Sera al Tg3 in un sol
colpo. Anche il partito aveva bisogno di uno sgub . "Armando Cossutta
(6.939), Arnaldo Forlani (6.062), Fausto Bertinotti (4.987), Oliviero Diliberto (4.992), Claudio Martelli (4.992), Romano Prodi (3.022), Stefano Rodotà (4.992), Francesco (6.408), Enzo Bianco (5.601), Antonio
Di Pietro (3.992), Luciano Violante
(6.015), Nicola Mancino (6.939)". Ma
"non soltanto i politici di professione godono dei vitalizi e così nella lista troviamo sindacalisti,
imprenditori, magistrati, giornalisti e avvocati. Tra gli avvocati figurano Gaetano Pecorella (4.372 euro) e Carlo Taormina (2.150); tra i
giornalisti Rossana Rossanda
(2.124), Eugenio Scalfari (2.270) e Demetrio Volcic (2.934); tra i
magistrati Giuseppe Ayala (5.692),
tra gli imprenditori Vittorio Cecchi Gori
(3.408), Luciano Benetton (2.381) e Santo Versace (1.589). Ma nella lista
ci sono anche registi come Franco
Zeffirelli (3.408) e critici d’arte come Vittorio Sgarbi (5.007). Eugenio Scalfari prende
ogni mese un assegno lordo di 2.162,52 euro. Gli ex parlamentari Paolo Cirino Pomicino una differenza di 775 mila euro a suo favore.
Pure l’ex campione del Milan Gianni Rivera gode di un vitalizio che
supera i 5 mila euro che, considerati i contributi versati, “gli ha dato “un
vantaggio di 547mila euro”. L’ex ministro Giuseppe
Guarino, invece, che ci ha guadagnato 496mila euro, mentre Sandra Bonsanti, ex giornalista di
Repubblica, ha uno spread a suo favore di 411mila euro di spread. Per Vittorio Dotti, avvocato ed capogruppo
di Forza Italia nel ’94, c’è un guadagno pari a 310mila euro. Tra gli altri
nomi illustri anche Chiara Ingrao, , Fausto Bertinotti e Sergio Chiamparino che, hanno “un
dividendo da vitalizio che supera i 100 mila euro e arriva fino a 200 mila. Pds
presenta un trentottenne consigliere comunale, il segretario fiorentino Leonardo Domenici (-51mila euro il suo
sbilancio previdenziale), destinato a diventare cinque anni dopo sindaco del
capoluogo. Gli fa idealmente posto un deputato ex dc (Ppi e sinistra non sono ancora
alleati): l'ex sottosegretario
all'Istruzione Giuseppe Matulli
(-600mila euro). Se ne torna a Marradi a fare il sindaco del suo Paese, poi
diverrà il vice di Domenici.
giovedì 28 maggio 2015
IL VENTO E’ CAMBIATO
Berlusconi e la forza serena dello statista. Renzi
ha paura. I numeri del suo disastro lo stroncano, e cambia discorso. Persino il
leader di “Podemos”, in Spagna, lo definisce: tutto marketing, niente fatti,
inchinato alla Merkel. E nelle sette regioni c’è una differenza di qualità a
favore dei nostri. Podemos, faremos, vinceremos
Podemos cacciar
via Renzi da Palazzo Chigi. Podemos e lo faremos. L’opinione
pubblica comincia a Il vento è cambiato. rigettare le caramelle colorate
e lo sciroppetto che il premier insiste nel rifilare con i suoi discorsi tutti
annunci e niente sostanza., il leader di Podemos, vera sorpresa
spagnola, ha Pablo Iglesias spiegato in perfetto italiano che “Renzi
è solo marketing. A parole è contro la linea Merkel, ma nei fatti si è
schierato con lei e la sua politica di austerità” (Piazzapulita, La7,
ieri sera). L’hanno compreso a Madrid, e questa aria di verità sta gelando la
schiena al nostro premier e ai suoi candidati, uniti nel destino. Infatti, è
chiaro come il sole: la sindrome D’Alema è alle porte. Allora il
rottamato per eccellenza, ebbe il coraggio di autorottamarsi, e si dimise da
Presidente del Consiglio per i risultati delle regionali inferiori alle attese.
Mossa logica e onesta. Non avendo vinto le elezioni, ma portato via il
seggiolone di premier a Prodi con un colpo di palazzo, aveva necessità di darsi
legittimità con un voto. Risultato: andò a casa. E subentrò Giuliano Amato.
A Renzi chiediamo un po’ di
coerenza. Ora sostiene che le elezioni servono al loro scopo specifico e basta,
e che non è in palio la Presidenza del Consiglio. Peccato che non ha fatto
altro che vantarsi per il risultato delle europee al 40,8 per cento. Le europee
legittimano invece le regionali non delegittimano? Bella truffa.
In realtà a ballano i Renzi
cerchioni, più si agita, più le ruote appaiono in procinto di abbandonare la
sua macchina da Speedy Gonzales delle chiacchiere.
La campagna elettorale sta
mettendo in rilievo due cose: la straordinaria , tutta a noi favorevole, differenza
di qualità tra i candidati per le regionali.
E quella tra i due leader. Di Renzi
abbiamo detto. Nervoso, ormai trasformato in un vaporizzatore di slogan
gassosi. La faccenda delle pensioni rubate lo ha molto provato: alla
lunga inventare panzane per ingannare la gente, consuma l’anima propria, ma
soprattutto la pazienza del prossimo. La sfacciataggine di chiamare “bonus” un
furto da 16 miliardi si paga.
In Europa non ha saputo
andare oltre le performance mitologiche. E’ stato escluso dai vertici in cui si
è sviluppata la trattativa su Ucraina e quella sulla Grecia. E dove ha avuto
modo per ovvie ragioni di dir la sua – vedi Libia, vedi immigrati – ha
strappato promesse subito smentite dalle decisioni dei singoli Paesi, che hanno
tradotto il nostro grido di emergenza in una comoda diluizione di due anni,
come usava coi mobili di Aiazzone.
Al contrario si sta Berlusconi
ponendo in una situazione di caos come sorgente di ordine e di serenità.
martedì 26 maggio 2015
IL COSTO DEL GOLPE DEL 2011
Berlusconi da Fazio ha
mostrato la sua forza serena rispetto all’arroganza fallimentare di Renzi. E ha
dimostrato, numeri alla mano, che la sospensione della democrazia non è solo un
furto di libertà ma di benessere. Il governo di sinistra, al potere senza
legittimità popolare, è un lusso che l’Italia non può permettersi. Ieri Silvio
Berlusconi da
Fabio Fazio ha mostrato di quale fibra abbia l’anima e di come sia dritta la
sua schiena. Dal 2011 in poi
ha subito di tutto. La
democrazia
e la giustizia sono state straziate per
eliminarlo. Ma ha trasmesso e contagiato quella serenità che vive dentro di sé.
Ha comunicato la sua buona coscienza. E ha fornito non già – come avrebbe
voluto il conduttore – un’istantanea del passato, ma il bilancio di quello che
gli italiani stanno pagando sul piano del loro benessere per il golpe da lui
subito. Ecco che cosa ci è costato il golpe: questo scippo di benessere
oltre che di democrazia è infatti un fenomeno misurabile con l’aritmetica.
I NUDI DATI. Tre governi non eletti, in
progressione costante di danni da Monti a Letta fino al diapason di Renzi,
hanno avuto questi 9 effetti negativi.
1. l'aumento di quasi due punti della
pressione fiscale;
2. più di 4 punti di aumento della
disoccupazione (a marzo 2015 ha registrato il record del 13%);
3. il raddoppio della disoccupazione giovanile
(al 44 %);
4. 10 punti di aumento del debito pubblico;
5. almeno il 30% di perdita di valore del
patrimonio immobiliare, su cui pesa una tassazione pari a 3 volte quella del
2011;
6. la svendita di migliaia di aziende italiane
ad acquirenti esteri;
7. l'impoverimento del ceto medio;
8. il pericolo che i famosi “derivati”, i
contratti stipulati dal Tesoro contro i rischi sbagliati, possano generare
perdite per 40 miliardi di euro, oltre ai circa 10 miliardi di perdite già
realizzate tra il 2012 e il 2014.
9. In definitiva, la perdita di sovranità del
nostro Paese, ormai escluso da tutti i vertici che contano. E questo ha
riflessi enormi: vedi Grecia, vedi il dover subire passivamente i danni dalle
sanzioni contro la Russia.
Insomma. Il golpe del 2011 non è stato solo un
torto fatto a Berlusconi, al centrodestra in particolare o alla democrazia in
generale.
Quel golpe ci ha derubati tutti, anche gli italiani
elettori della sinistra. Anche chi non ha votato e intende – facendo un omaggio
alla sinistra e un danno al proprio portafogli – non votare più.
Quel complotto, gestito dall’Italia e con base al
Quirinale e nei giornaloni, ha impoverito l’Italia intera. Ci ha rapinati di
denari, valori patrimoniali, persino della speranza, attraverso la pessima
politica .
GRECIA. CONTI CORRENTI A RISCHIO……..CIPRO
Ricordate cosa accadde
quando Cipro tentò di sfidare l’Unione europea? Alla fine, crollò l’intero
sistema bancario del paese e fu confiscato
il denaro dei conti bancari privati. Il sistema bancario in Grecia
è sull’orlo del collasso. Non ci vorrà molto prima che si scateni il panico, e
quando accadrà ci sono già voci che l’Unione europea confischerà i soldi dai
conti bancari privati, proprio come ha fatto a Cipro.
Nelle due settimane
successive al 5 giugno, sono in scadenza
pagamenti per un totale dovuto al FMI per giugno 2015 di 1,5
miliardi di Euro. La BCE
praticamente nuota in un mare di debiti che la Grecia non sarà in grado di
ripagare, e di certo non intende perderlo questo denaro. E poichè la Grecia non
è in una condizione finanziaria tale da poter ripagare quello che ora ammonta a
112 miliardi di euro di debiti, la BCE ha due alternative:
può rivendicare questo suo
credito nei confronti della Grecia di 112
miliardi di euro dalle banche centrali dell’Eurozona e quindi,
a caduta, dai contribuenti di quei paesi, cosa che è politicamente non
fattibile;
oppure può confiscare il denaro depositato
nelle banche Greche, come avvenne a Cipro e come scrive oggi il Financial
Times.
Non c’e’ bisogno di dire
che una mossa del genere scatenerà
il panico in tutta Europa.
domenica 24 maggio 2015
STRATEGIA REFERENDARIA
L'incontro tra Brunetta e
Pannella a Montecitorio pone le basi di una via liberal-referendaria per
un'opposizione contro il regime renziano. Una strada che si congiunge con il
disegno berlusconiano di un grande partito moderato e liberale di massa
Il colloquio tra Renato
Brunettae Marco Pannella svoltosi ieri a Montecitorio ha un
significato che va al di là della contingenza. Si sono poste le fondamenta di un percorso
liberal-refendario necessario per contrastare il regime renziano. Una
strada che è oggi co-essenziale alla costruzione del grande partito dei
moderati preconizzato da . Silvio Berlusconi I grandi ideali si tradurranno
immediatamente in obiettivi concreti e spendibili nella raccolta di firme,
mobilitando la coscienza della gente e consentendo l'emergere di una classe
dirigente maturata nel rapporto con la gente e con il lavoro duro e
quotidiano di servizio a battaglie sacrosante e tutte nostre.
Si va dalla questione delle
pensioni, alla liberalizzazione del mercato del lavoro, alla giustizia giusta,
alla scuola, fino alla legge elettorale. Radio Radicale ha raccolto il
giudizio di Marco Pannella su questo incontro con il presidente del
gruppo parlamentare di : “Avevamo appuntamento e abbiamo parlato delle Forza
Italiapossibilità di una opposizione liberale. Saremo in contatto,
cercheremo di vedere cosa possiamo fare insieme nell'immediato”. Dal leader radicale sono venute parole molto
dure sull'esposizione mediatica di Renzi; Pannella ha parlato di “regime”.
Su questo punto “ci sono sintonie
profonde (con Brunetta, ndr), il problema è la pratica. Contro o senza
Berlusconi è difficile che da destra venga fuori qualcosa di serio. Lui ha il
merito di premere in questa direzione comune dell'opposizione alternativa ma
non credo ci sia la possibilità che Berlusconi sia disponibile a lotte
strategiche di lungo corso senza farsi distrarre da opportunità
'opportunistiche'”.
Rispettiamo il pensiero di
Pannella e le sue attitudini profetiche. Noi siamo certi del contrario. Con
dolcezza facciamo rilevare a Pannella che la sua malizia è contraddetta dalla
storia: Berlusconi è sempre stato alternativo alla sinistra e ai suoi
tentativi di regime.
I radicali hanno spesso
oscillato, alleandosi or qui or là. Ovviamente non per opportunismo, direbbe
Pannella...
I CONSIGLIERI DI FORZA ITALIA DI RAVENNA, RICORDANO IL PRIMO CENTENARIO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE Forza italia Ravenna; Berlusconi; pensioni; furto; rapina; renzi
In occasione del centenario della prima
guerra mondiale che celebriamo il prossimo 24 maggio, per mantenere vivo il
ricordo di quegli uomini straordinari e della loro tenacia, del loro infinito
coraggio e del senso del dovere a difesa della cara amata Italia, i consiglieri
di Forza Italia promuovono una serie di iniziative simboliche di omaggio per i
caduti della Provincia di Ravenna:
-
Un
minuto si silenzio sarà proposto nel consiglio provinciale di Ravenna del 26
maggio e nei vari Comuni della provincia, quando ci sarà il consiglio comunale
-
Un
mazzo di fiori al monumento dei caduti, nei vari Comuni,
L'obiettivo è quello di accendere nei
cuori, soprattutto delle giovani generazioni, una sorta di ardore civile che le
spinga ad operare per dare un significato autentico a quell'immane sacrificio
che quei ragazzi cent'anni fa si prefiggevano: fare dell'Italia il posto
migliore dove crescere i propri figli.
Attraverso la nostra Storia e il
rispetto della nostra memoria, ricostruiamo momenti di aggregazione intorno ai
valori fondamentali della nostra comunità.
Vincenzo
Galassini consigliere provincia di Ravenna, Alberto Ancarani consigliere comune di Ravenna, Raffaella Ridolfi consigliere
comune di Faenza, Donatella Donati consigliere comune di Lugo, Oriano
Casadio consigliere comune di
Casola Valsenio, e consiglieri di area in altri Comuni della provincia di
Ravenna
venerdì 22 maggio 2015
L’ISIS AVANZA E FA PAURA E FORSE DOPO OGGI QUALCUNO IN PIU’ INIZIERA’ A CONVINCERSENE. COSA ASPETTA L’OCCIDENTE…….
L'Isis
avanza e Palmira rischia di sparire
Allarme
dell’Unesco: "Abbiamo visto il saccheggio del museo di Mosul, Palmira è un
gioiello. Siamo molto preoccupati per un'eventuale devastazione di questo sito
magnifico”
L’avanzata dell’Isis su Palmira non mette a rischio
solo i siti archeologici, ma l’intera area che la circonda, essendo la città a
poca distanza da Damasco
e Homs. Sono
infatti 243km a dividerla dalla prima e soli 157km dalla seconda. la notizia vera è che lo Stato
Islamico di fatto ad oggi controlla metà della Siria, a
dimostrazione, per chi ancora avesse dubbi, che è perfettamente in grado di
espandere i propri territori in pochissimo tempo. Una guerra
tradizionale dunque e non “asimmetrica” come alcuni ancora tendono a definirla:
in altre parole non è la guerra ai Talebani o ad Al-Qaeda, in cui eserciti
addestrati combattevano uomini non allineati all’interno di una vera e propria
struttura gerarchica militare. Lo Stato Islamico avanza con truppe schierate e
sta dimostrando in queste settimane di essere perfettamente in grado di
scontrarsi con gli eserciti addestrati dall’occidente.
Intanto oggi l’Isis
pubblica le foto di decine di soldati siriani decapitati, a dare prova del
totale controllo sull’area. Accade poi quello che tutti ci aspettavamo: molti
dei monumenti risalenti all’epoca romana sono stati distrutti. La città il cui
nome le fu dato da Adriano nel II secolo a.c. dichiarandola città libera,
rischia di sparire per sempre. A lanciare l’allarme oggi è stata Irina Bukova, direttore
generale dell’Unesco:
"Abbiamo visto il saccheggio del museo di Mosul, Palmira è un gioiello, la
'Venezia di sabbià, come dicono gli esperti. Siamo molto preoccupati per le
azioni militari e per un'eventuale devastazione di questo sito magnifico”. Il Califfato nero ci aveva
abituato ad azioni di questo tipo, ma la distruzione di Palmira scuote l’anima
dei più duri a credere e a capire che i terroristi dello Stato Islamico non si
fermano davanti a nulla. I soldati governativi avevano nella notte provato a
portare in salvo parte del patrimonio, ma l’arrivo improvviso degli uomini di Abu Bakr Al-Baghadi ha
impedito di mettere in sicurezza gran parte dei reperti.
Ma l’Isis avanza anche in
Iraq. Uno scenario diverso, con una situazione politica meno frammentata
rispetto a quella siriana, ma non per questo pronta ad evitare il peggio. Ramadi è l’ultima città
irachena conquistata dallo Stato Islamico. Anche qui a fare paura sono i pochi
chilometri a dividerla dalla capitale Baghdad: 127km, passando per Falluja, la città che nel
2003 fu teatro di una delle più aspre battaglie tra gli insorti sunniti e le
truppe americane. Molti analisti temono infatti che gli abitanti della città,
in tanti reduci proprio da quelle battaglie, possano unirsi nelle file
dell’Isis ed aiutare l’organizzazione terroristica ad avvicinarsi alla
capitale. Da evidenziare poi che la conquista di Ramadi permette agli uomini
dello Stato Islamico di muoversi con maggiore facilità tra Siria e Iraq,
infatti la città è uno degli snodi principali che ad est portano direttamente
verso un confine che non esiste più, quello siriano appunto. Pensare che
proprio pochi mesi fa, dopo la vittoria di Kobane e Tikrit a favore dei curdi da una parte e delle
truppe irachene dall’altra, il Pentagono
aveva dichiarato che l’Isis stava arretrando e che la strategia militare messa
in atto dalla coalizione internazionale iniziava a dare frutti. Parole che oggi si scontrano con una realtà
opposta. L’isis avanza e fa paura e forse dopo oggi qualcuno in più
inizierà a convincersene.
Sono flebili voci quelle che cercano di
ristabilire un minimo di verità. Prendiamo un ultimo caso. Salvatore
Padula,
nella sua “analisi” sulla vicenda delle pensioni (Il sole 24 ore) afferma: “gli
importi che saranno rimborsati sembrano in linea con quelli indicati a titolo
d’esempio da Renzi, ma con una differenza non da poco. Si era pensato a valori
netti, ora sembra invece di capire che si trattava di importi lordi. La
differenza non è irrilevante, nonostante queste somme saranno soggette a
tassazione separata più conveniente della normale tassazione Irpef”.
Si trattasse solo di questo. Nella sua conferenza
stampa Matteo Renzi si era spinto ben più in là. Il
rimborso, aveva promesso, sarà garantito a 3,7 milioni di persone: da un minimo
di 278 a 750 euro. Oggi
scopriamo, sempre da ‘Il sole 24 ore’, che il rimborso massimo sarà di 635,8 euro
lordi. Per un netto pari a poco più di 500 euro. E che l’asticella finale, che
circoscrive la platea dei possibili beneficiari, è pari a un lordo di 37.700
euro di classismo e di buonismo che è ormai una delle cifre di questa gestione
politica.
Non abbiamo mai pensato che i conti pubblici
italiani non fossero un obiettivo da salvaguardare. Nel 2011
Silvio Berlusconi, a seguito di un vero e proprio complotto con radici interne
ed internazionali, non esitò a cedere lo scettro del comando. Passando la mano a Mario Monti. Poteva dire di no e
suggerire la strada delle elezioni anticipate. Prevalse invece il suo grande
senso di responsabilità. Che fu poi compensato come tutti sappiamo. La nostra
critica riguarda l’imprevidenza di questo governo. La sua leggerezza nell’usare
la cassa dello Stato – i famosi 80 euro elettorali – senza minimamente curarsi
delle possibili future conseguenze.
Ma che almeno guardi ai pensionati italiani con il
rispetto che meritano, dopo una vita di duro lavoro. E
non si cerchi di prenderli in giro, millantando un bonus che ha, invece, i
connotati di una vera e propria rapina. O meglio di un furto con
una destrezza solo apparente. Sono le cifre a corroborare
quest’interpretazione. Il risparmio per i conti pubblici, dovuti al blocco
delle indicizzazioni per gli anni 2012 – 2013, è stato pari a 18 miliardi
circa. Il rimborso complessivo sarà invece pari solo a 2,2 miliardi. Ne deriva
che i pensionati italiani, nel loro complesso, hanno garantito un prelievo
extra di oltre 16 miliardi di euro. Pari ad un punto di Pil. Se non si fosse
fatto appello alle generazioni più anziane, oggi le condizioni italiane
sarebbero ben peggiori. Visto che, nonostante ciò, il deficit di bilancio si è
stabilmente attestato sul 3 per cento. Ad un passo da una nuova procedura
d’infrazione.
Ci piacerebbe pertanto che questo riconoscimento fosse loro tributato. Invece
di assistere alle continue minacce da parte di alcuni esponenti del governo – a
partire dal Presidente dell’Inps – che invocano nuovi sfracelli contro questa o
quella categoria. Il cui torto è stato quello di aver pagato, per i loro
quarant’anni di onorata carriera, contributi proporzionali ai compensi
percepiti. Compensi indubbiamente più alti di quelli percepiti dai pensionati
baby: i veri privilegiati delle generose regole previdenziali del passato. Ma
che, nonostante ciò, si vorrebbero ancora una volta garantire. Mossi da quel
compassionismo peloso, indegno sul piano dell’etica, ma che può assicurare,
tuttavia, un posto in Parlamento.
giovedì 21 maggio 2015
FORZA ITALIA, BERLUSCONI: PRIMA O POI I POLITICANTI VANNO VIA DA FORZA ITALIA.
Roma, 19 mag. (askanews) - "Le logiche
di Forza Italia sono completamente diverse da quelle di chi fa politica per
professione, per questo i politicanti prima o dopo se ne sono andati da Forza
Italia". Lo ha detto il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, nel
corso di un'intervista all'emittente tv marchigiana È Tv."Forza Italia -
ha insistito - è sempre stata qualcosa di diverso da un partito. È un movimento
rivolto al ceto medio, ai moderati, con una democrazia interna assoluta, quasi
eccessiva, ed ha portato in politica i valori del mondo del lavoro".
50 CENTESIMI DI MANCIA AI PENSIONATI
Previdenza, il
premier ci prende in giro: rivalutazione da 15 euro al mese. E sui rimborsi è
ufficiale la fregatura
Salvatore
Tramontano - Il resto, mancia. I
pensionati derubati dalla legge Fornero ora possono stare sereni. Ci pensa
Renzi a rimettere le cose a posto. Ecco qui 500 euro sul piatto il 1° agosto.
Solo che non sono per tutti e non a tutti darà 500 euro. Prima fregatura. Poi
su quei soldi bisognerà pagarci le tasse, per fortuna con un regime fiscale
agevolato. Non sono insomma proprio 500. Il governo su questa storia fa un po'
il pesce in barile, nel senso che non sta a dire se sono netti oppure lordi. Il
risultato è che come tutte le una tantum non sono tassati alla fonte ma
rientrano nella dichiarazione dei redditi. Altra mezza fregatura. Poi c'è la
buona notizia. Dal 2016 le pensioni verranno rivalutate. Nel decreto legge di
ieri c'è - annuncia Renzi - un nuovo sistema di indicizzazione. Allegria. Sono
180 euro all'anno, cioè 15 euro al mese, insomma 50 centesimi al giorno. Ecco
appunto la mancia.
Cinquanta centesimi come
si sa valgono molto meno delle vecchie mille lire. Non ci compri neppure una
tazzina di caffè al bar. I meno tirchi li lasciano sul bancone o nelle brocche
piene di acqua da pescare a fine giornata. Accontentatevi, dirà Renzi. È meglio
di niente. E non fa nulla se valgono meno delle famose brioche di Maria
Antonietta.
Bisogna capirlo Matteo, la
realtà è che sta cercando di coprire i buchi di bilancio facendo girare sempre
gli stessi miliardi. Li toglie alle misure contro la povertà per darli ai
pensionati, li strappa agli ammortizzatori previsti nel jobs act per restituire
i soldi ai pensionati, sposta qui per tappare lì. Insomma, il famoso tesoretto
assomiglia agli aerei di Mussolini, quelli che i gerarchi fascisti spostavano
di aeroporto in aeroporto, ma erano sempre gli stessi. Il guaio è che sotto
questa girandola c'è la realtà economica italiana. Quella del Pil impantanato,
delle aziende che chiudono, di tasse sfibranti, di fallimenti, di
disoccupazione senza speranza e di un Paese dove i giovani o emigrano o restano
a casa con i genitori, senza lavoro, senza futuro. Certo, si vede una pallida
ricrescita e sotto questo cielo nero si può coltivare un po' di ottimismo. Lo
fa anche il Fondo monetario, ma poi ci ricorda che questa crescita striminzita
non basta a creare occupazione. Non resta che aggrapparsi alle mance. Per il
lavoro, state sereni, vi faremo sapere.
BRISIGHELLA LICENZIATO, PIANTA UNA CROCE PER INTIMORIRE IL SOSTITUTO
Denunciato 72enne per il
gesto di risentimento nei confronti del giovane bracciante agricolo assunto al
suo posto. In casa aveva anche un armamentario
BRISIGHELLA - Nei giorni scorsi i carabinieri
hanno rintracciato e denunciato un brisighellese 72enne responsabile di minacce
gravi e detenzione abusiva di armi e munizioni.
La singolare vicenda è stata portata
all’attenzione dei carabinieri di Fognano i primi di maggio, quando un
bracciante agricolo romeno 32enne, da qualche anno assunto da un noto
proprietario terriero della zona, durante un giro d’ispezione nei poderi sotto
la sua custodia ha rivenuto piantata nel terreno una croce di legno verniciata
di bianco, sulla quale compariva una frase minatoria, scritta a mano con un
pennarello blu. Spaventato dall'insolito 'avvertimento', il romeno aveva
denunciato immediatamente il fatto.
Quindi sono scattate le indagini e i militari
dell’Arma, dopo aver approfondito la vita dell’agricoltore romeno appurando che
in passato era stato assunto dal proprietario terriero a discapito del
precedente custode: un brisighellese 72enne che dopo parecchi anni di lavoro
non aveva accettato di buon grado la sua sostituzione. Inoltre, è emerso che
tra i due non corresse buon sangue. L’anziano infatti, in più occasioni lo
aveva accusato di avergli rubato il lavoro, intimandogli di tornare nel suo Paese.
Già nel 2014 il forte risentimento del 72enne
aveva messo in guardia i carabinieri i quali, in accordo con il Prefetto di
Ravenna, avevano proceduto con la revoca del porto d'armi. E alla fine dello
stesso anno gli erano stati ritirati tutti i fucili. Dunque, alla luce di
questi indizi, i militari dell’Arma hanno ottenuto dall’Autorità giudiziaria un
decreto di perquisizione e nei giorni scorsi hanno fatto irruzione nella casa
dell'indagato.
Qua sono stati trovati il barattolo di vernice
bianca - perfettamente compatibile con quella utilizzata per dipingere la croce
-, nonché il pennarello blu utilizzato per realizzare la scritta, infine i
chiodi per l’affissione. Inoltre dalla comparazione della sua calligrafia con
quella della scritta sulla croce è stato dimostrato come si trattasse della
stessa mano.
Ma non è tutto. Dall'abitazione sono saltate
fuori anche 139 cartucce da caccia di vario calibro, un sacchetto contenente
200 grammi di polvere da sparo e diversi innesti per cartucce e pallini di piombo.
Si è proceduto con il sequestro, seguito dalla denuncia, oltre che per minacce
gravi, anche per detenzione abusiva di armi e munizioni.
mercoledì 20 maggio 2015
PD, ALESSANDRA MORETTI. “GLI ANZIANI OSPITINO GLI IMMIGRATI NELLE LORO CASE”. ATTENTI AL PIANO PER RISOLVERE L’EMERGENZA IMMIGRAZIONE……..
Il piano
anti-immigrati della Moretti in Veneto: "Potrebbero ospitarli i
pensionati". Ma a casa sua non li vuole
"Un anziano che vive
da solo potrebbe ospitare un profugo, così arrotonda la pensione con 35 euro al
giorno". Alessandra
Moretti spalanca le porte dei pensionati agli immigrati.
È questo il suo piano per
risolvere l'mergenza immigrazione in Veneto. Durante il suo tour elettorale in
vista delle Regionali del 31 maggio, la candidata democratica, in un'intervista
a "AlterEgo"
con David Parenzo per Corriere.tv, parla di immigrazione: "Ospitare un
profugo a casa mia mi pare paradossale, ma un pensionato che ha un assegno
esiguo potrebbe arrotondare ospitando un profugo a casa sua. Circa 35 euro al
giorno sono una buona cifra per chi ospita nella propria casa un
immigrato". Insomma la Moretti a casa sua non vuole nessuno, ma in quelle
dei pensionati invece spedirebbe i profughi. La candidata potrebbe dare
l'esempio ospitandone uno a casa sua, ma a quanto pare preferisce indirizzarli
da qualche altra parte. E probabilmente sul piano immigrazione per la Regione
Veneto la Moretti si gioca la partita decisiva per il voto di fine maggio. Luca
Zaia, governatore uscente del Veneto e candidato del Carroccio, ha già fatto
sapere che non vuole altri immigrati sul territorio. La Moretti invece li vuole
nelle case dei pensionati.
,
PROCESSO MAIORANO-RENZI, LA NOTIZIA CHE NESSUNO VI HA DATO
Del caso del processo
Maiorano-Renzi nessuno ne ha parlato. Esclusi un pugno di blog e un video
apparso su repubblica.it, all’indomani della prima udienza del procedimento
partito da una denuncia per diffamazione di Renzi contro Maiorano, non si trova
notizia dei 6 kg di fatture
che, secondo Maiorano, dimostrerebbero le spese folli di Matteo Renzi a danno dei
contribuenti.
Persino le agenzie stampa
hanno quasi ignorato la vicenda: ieri sono circolate soltanto un paio di
agenzie Ansa e un paio di TMNews, bellamente ignorate dai giornali e non
apparse neanche nei rispettivi siti delle due agenzie stampa.
Riporto una di codeste
agenzie-fantasma:
“Il presidente del
consiglio non si è costituito
parte civile e questa è una cosa importante per la posizione di
Maiorano – ha detto l’avvocato Taormina -. Inoltre poiché sono stati fatti
salvi i diritti di prima udienza possiamo portare una nostra lista di
testimoni, per cui ci divertiremo”. “Se
Renzi non si è costituito parte civile, avrà avuto le sue buone ragioni, certo
non lo ha fatto per magnanimità”, ha aggiunto Taormina. “Noi
introdurremo nel processo i testimoni delle vicende che lo riguardano e che
rientrano nel complesso delle contestazioni fatte a Maiorano”, ha detto
Taormina riferendosi a denunce
che Maiorano ha fatto nel recente passato contro Renzi su varie
questioni tra cui la società Florence
multimedia, la Fondazione
politica che sostiene Renzi, la disponibilità della casa in centro
data a Renzi dall’imprenditore amico Marco
Carrai. “Ogni capitolo sarà scandagliato uno per uno da qui al
prossimo giugno – ha concluso l’avvocato Taormina – questo è un processo ma se
ne faranno altri. Altre denunce sono già pronte, anche se c’è qualcuno che non
si muove”. Dopo la breve udienza di apertura del processo, l’avvocato Taormina
si è recato negli uffici della procura. Prima dell’udienza si è radunato con
Maiorano fuori dall’aula un gruppo di esponenti del Movimento 5 Stelle di
Firenze a suo sostegno. Maiorano ha presentato uno zaino pieno di documenti, e
una maglietta con una scritta in cui accusa Renzi dei 20 milioni di sprechi in Provincia.
(Ansa)”
SONDAGGIO SOLE 24 ORE SUL GOVERNO, MATTEO RENZI BOCCIATO DA 2 ITALIANI SU TRE: CHE BOTTA PRIMA DELLE ELEZIONI
Solo un italiano su tre ha
un giudizio positivo sull’anno di governo di Matteo Renzi. Dal sondaggio Cise
per il Sole24Ore emerge un quadro preoccupante, soprattutto per il premier. La
valutazione generale sul suo
operato in termini di politiche economiche e di riforme è
infatti deprimente:
nessuna traccia degli entusiasmi dei primi mesi che lo avevano accompagnato
all’exploit delle europee del maggio 2014.
Visto che tra due settimane si vota, Renzi non può far finta di nulla.
Visto che tra due settimane si vota, Renzi non può far finta di nulla.
IL GOVERNO RENZI IN TV BATTE QUELLO DI SILVIO
I numeri Agcom Nei tg Rai
il 37,67% all’Esecutivo Nel 2010 il "dittatore" Berlusconi si fermava
al 27
martedì 19 maggio 2015
BERLUSCONI IN CAMPISSIMO
BERLUSCONI, NON PENSO A NUOVO
PARTITO MA A RIUNIRE MODERATI
"Io non sto pensando ad un
nuovo partito, ma a qualcosa di diverso, ad un grande comitato elettorale di
tutti i moderati e ho indicato come esempio il partito Repubblicano americano
per convincere gli elettori moderati che votano in modo frazionato o
addirittura non vanno a votare perché disorientati dal frazionamento del
centrodestra a capire come sia necessario votare per non consegnare il Paese
alla sinistra".
"Quindi questo nuovo rassemblement
di tutti i moderati ha come fine di trasformare la maggioranza numerica e
sociale dei moderati in una maggioranza politica consapevole ed
organizzata".
RIFORME: BERLUSCONI, ESCLUDO
RIAVVICINAMENTO CON RENZI
VEDO CON APPRENSIONE POSSIBILE
DERIVA AUTORITARIA
"Vedo con apprensione una
possibile deriva autoritaria, non credo che cambieremo atteggiamento nei
confronti di Renzi e del suo governo".
"Non credo sia possibile un
riavvicinamento perche' la personalita' di Renzi e' venuta fuori e abbiamo cominciato
a ricrederci su quello che stavamo facendo perche' ci sembrava di contribuire
mettergli nelle mani due strumenti che gli avrebbe consentito di prendere il
potere di cui lui ha tanta voglia". 3 ERLUSCONI, ELEZIONI SUBITO?
NON CONVIENE A RENZI NE' GRILLINI TUTTI VOGLIONO PERCEPIRE LAUTA PREBENDA FINO
A FINE LEGISLATURA
"Non credo alla prospettiva di
elezioni anticipate, penso che a Renzi non convengano, che tutti i membri del
Parlamento vogliano restare lì a percepire una lauta prebenda fino alla fine
della legislatura, penso soprattutto che i 'grillini' non vogliano
assolutamente andare a casa".
"Il 79% di loro prima di essere
eletto in Parlamento - ha aggiunto Berlusconi riferendosi ai 'grillini' -
guadagnava da zero a 20 mila euro. Restando lì nei prossimi tre anni
porterebbero a casa un bottino di 570 mila euro, piu' la pensione per tutta la
vita. Quindi, chi glielo fa fare a questi 120 su 150 di votare per la fine
anticipata della legislatura?".
FI: BERLUSCONI, DA FITTO CRITICHE
CONTINUE E CONTRADDITTORIE LUI CANDIDATI IN PUGLIA LI HA INDICATI CON MOSSA
PATRONALE
Raffaele Fitto "e' responsabile
di critiche continuative, che hanno fatto parlare di FI soprattutto per la
situazione dovuta a lui e poi ha fatto proposte che erano in contraddizione con
cio' che aveva fatto qui".
"Per esempio proponeva di
trovare i candidati con modalita' che sono il contrario di cio' che ha fatto
lui qui che ha indicato tutti con una mossa patronale. Nessuno e' venuto fuori
da una consultazione democratica in Puglia".
FI: BERLUSCONI, FITTO E' UN EPISODIO
SOLO REGIONALE, PUGLIESE
Raffaele Fitto "e' un episodio
assolutamente e soltanto regionale, e' un episodio pugliese". 4
Per
Berlusconi, Fitto avrebbe voluto "assumere nel partito un ruolo che
nessuno gli riconosce".
"Quando abbiamo avuto da votare
cose di Fitto nel comitato di presidenza su 74 presenti solo due, lui e un
altro membro hanno votato per la sua tesi, tutti gli altri hanno votato
contro".
REGIONALI: BERLUSCONI, VITTORIA
EMILIANO NON E' INELUTTABILE MOLTI ELETTORI SOLLEVATI DA FINE ARROGANZA FITTO
Per il leader di FI, Silvio
Berlusconi, la spaccatura nel centrodestra pugliese non rende ineluttabile la
vittoria del candidato del centrosinistra, Michele Emiliano. "Spero che
non lo sia perche' confido molto nell'intelligenza e buon senso degli elettori
pugliesi. Io tutto questo pericolo per la spaccatura francamente non lo ho
avvertito perche' moltissimi mi hanno detto di avere tirato non uno ma piu'
sospiri di sollievo per la fine dell'arroganza e prepotenza delle minacce che
esistevano qui per una certa guida (quella di Fitto, ndr)".
"Quindi confido che tutti
questi elettori sappiano che dare un voto all'altra parte del centrodestra sia
dare un voto ad Emiliano e che quindi che scelgano il vero centrodestra e
scelgano la nostra candidata, Adriana Poli Bortone, che e' la migliore che
potevamo trovare".
16 maggio 2015
lunedì 18 maggio 2015
RENZI NEI GUAI
Come i conti alla fine demoliranno Renzi. Il
debito pubblico cresce, le Province abolite sono una finzione, sulle pensioni
si sta elaborando la rapina del secolo. La scuola: scontro per finta. Non
c’entrano i contenuti, ma solo la lotta interna al Pd. E chi ci rimette è chi
vuole una scuola seria
Renzi in un mare di guai. Non bastassero i dati
ballerini che adesso i sondaggi sulle regionali ci raccontano (con partite
apertissimi dove invece il Pd credeva di vincere a mani basse) ma per il
premier i fronti aperti si stanno moltiplicando e sono tutti caldi e ad alto
rischio implosione.
Con il problema dei problemi che neanche le sue
barzellette sono mai riuscite a celare. I conti che non tornano e che alla fine della
giostra demoliranno lui e il suo fragile a arrabattato esecutivo.
Ieri per il povero Matteo
Renzi è
arriva un’altra, l’ennesima, doccia fredda: nuovo record per debito
pubblico Italiano: “il debito delle
Amministrazioni pubbliche – ha fatto sapere Palazzo Koch – è aumentato in marzo
di 15,3 miliardi, a 2.184,5 miliardi superando il precedente massimo di 2.169
toccato nel mese di febbraio”.
E adesso come la mettiamo, caro Renzi? E adesso
come la mettiamo, caro Padoan? Il ministro dell’Economia e delle finanze non ci
aveva detto che il debito doveva stabilizzarsi nel 2015 e scendere dal 2016?
Come mai continua a crescere e Bankitalia ha certificato un nuovo
record?
Domande senza risposta. Il
governo non commenta i dati scomodi. Fa solo spot pubblicitari, nulla di più.
Ci avevano raccontato che le Province, con il famigerato
provvedimento Delrio, sarebbero scomparse, e con esse i costi per lo Stato.
Falso: le Province vivono e costano come
prima –
ci dice la Corte dei Conti – continuando a spendere
la bellezza di 7 miliardi all’anno.
E sulle pensioni? Continua
la grande lite tra Renzi e Padoan dopo la decisione della Corte costituzionale.
RAVENNA, GIOVANI ISLAMICI INSULTANO LA PROCESSIONE
Una processione (foto d'archivio)
Le urla quando la processione è
passata davanti all'edificio che ospita un'associazione di cultura islamica. La
vicenda è sintomo di una convivenza sempre più difficile
Chiara Sarra - C'è chi parla solo di "ragazzata", ma quello
che è successo a Conselice
(Ravenna) assume dei contorni preoccupanti in un periodo in cui sempre più si
sente parlare di scontro di civiltà, quella cattolica e quella islamica. Tutto è accaduto domenica mattina quando,
dopo la messa, è partita una processione
tra le strade del paese, come racconta Il
Resto del Carlino. Dietro l'immagine della Madonna, un
centinaio di fedeli. Ma quando il corteo ha raggiunto l'edificio che ospita l'associazione di cultura islamica Attadamun,
alcuni ragazzini al suo interno hanno iniziato a intonare un coro di insulti e
di "Andate via di qui".
Nonostante in molti
abbiano sentito le parole, la processione è andata avanti senza intoppi, ma la
vicenda ha fatto indignare i più, nonostante qualcuno sostenga che "in fin
dei conti si è trattato di un gruppetto di bambini che forse non si sono
neppure resi conto della gravità del loro gesto". Dopo un incontro con il
sindaco di Conselice, Paola Pula, l'associazione ha scritto una formale lettera di scuse alla parrocchia e ai fedeli. Ma l'episodio lascia comunque
l'amaro in bocca ed è sintomo di una radicalizzazione delle posizioni che certo
non fa bene alla convivenza. "L’accaduto, anche se riguarda il
comportamento di alcuni bambini non è tollerabile e non va sottovalutato, tanto
che mi risulta che i ragazzini siano stati rimproverati dagli stessi
rappresentanti dell’associazione", ha detto il sindaco.
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