Una foto inedita storica per Brisighella la visita
del papa Giovanni Paolo II in piazza Carducci maggio 1986, a destra è possibile vedere il Papa, il sindaco Bartoli i
futuri cardinali Monduzzi e Silvestrini
giovedì 28 aprile 2016
CERVELLI IN FUGA ONCOLOGO FAENTINO IN USA. “ IN ITALIA, SE VUOI FARE CARRIERA, DEVI SEGUIRE IL TUO PROF. QUI, INVECE, CREDI IN TE STESSO”
di Ludovica
Liuni Muller Fabbri, oncologo di 43 anni nato a Faenza
e cresciuto a Forlì, insegna e fa ricerca al Children's Hospital di Los
Angeles. Ha pubblicato su Science e degli Stati Uniti dice: "Questa realtà
ti spinge ad essere creativo e a dare il massimo. E alla fine vince il
merito"
A un certo punto ho pensato: non posso arrivare alla pensione senza
aver dato il mio contributo
alla lotta contro il cancro”. A parlare è Muller Fabbri, oncologo di 43 anni, nato a Faenza e cresciuto a Forlì (al centro nella foto, insieme ad alcuni
colleghi). Dopo la laurea in medicina a Pisa, ha ottenuto un
impiego in ospedale ma, nonostante l’amore per il suo lavoro, c’era qualcosa
che non tornava: “Quando andavo ai meeting scientifici sui tumori sentivo dire che con
la stessa zuppa di farmaci,
combinati in maniera diversa, si era avuto un incremento della sopravvivenza di
due settimane e tutti gridavano al miracolo”. Ma per lui, che fino a quel
momento aveva vissuto la sua battaglia quotidiana a fianco dei pazienti, non
era abbastanza. Voleva dire la sua sulla malattia.
Così, nel luglio del 2003, ha preso i bagagli
ed è volato negli Usa
per fare ricerca: “Il mio primario mi chiese se volevo andare per un anno a Philadelphia, alla Thomas Jefferson University
– ricorda -, ho accettato con grande entusiasmo, perché mi sembrava la risposta
a tutti i miei dubbi”. stati facili: “Non mi vergogno a dire che il primo
giorno non sapevo usare nemmeno una pipetta – ammette -, e spesso dopo una
giornata passata a fare esperimenti mi chiedevo se tutto questo avesse un
senso”. Ma l’ambiente e le motivazioni l’hanno spinto a dare il meglio:
“Mi sono messo in gioco – ricorda – e ho avuto la fortuna di trovarmi nel
laboratorio del professor Croce in anni di estrema eccitazione scientifica”.
Trascorso un anno, era pronto per tornare in Italia: “Avevo imparato molto e mi mancavano i
pazienti –
spiega –, ma il professore mi ha chiesto di restare di più per portare avanti
il mio lavoro e io ho accettato”. L’equipe si sposta da Philadelphia a Colombus, Ohio. Ed è qui
che arriva la svolta nella sua carriera; nel 2009 vince il premio Kimmel Scholar Award come
miglior ricercatore giovane Usa
e nel frattempo porta avanti i suoi studi
sul ruolo dei geni
mercoledì 27 aprile 2016
BOERI E’ UNO DEL PD
Messo all’Inps per fregare le nostre pensioni,
perché non taglia i permessi d soggiorno e le pensioni degli immigrati che non
hanno mai lavorato e contribuito!!”
INFILTRAZIONI NEL PD, DA NAPOLI A BRESCELLO
Chissà perché non leggo
tanti post di profonda indignazione "democratica" per lo scioglimento
e commissariamento del Comune di Brescello per infiltrazioni della 'ndrangheta.
Non sarà mica perché a Brescello comandava il PD, no? Indignazione strabica?
martedì 26 aprile 2016
ECCO DOVE VA FORZA ITALIA: BERLUSCONI
In questi giorni trovo su gran parte della stampa italiana una serie di
rappresentazioni caricaturali della condizione di Forza Italia. Mi ero imposto
di non replicare: è dal 1994 che sento profetizzare la fine del movimento che
ho fondato e del mio ruolo nella politica italiana. Queste profezie ci hanno
sempre portato fortuna: ogni volta che sono state formulate, le nostre vittorie
le hanno smentite. In realtà queste discussioni appartengono a quel «teatrino
della politica» che io non ho mai amato e del quale gli italiani dimostrano
ogni giorno di essere nauseati (basta guardare i dati sull'astensionismo): agli
elettori interessa sapere cosa intendiamo fare per le nostre città e per
l'Italia, e se siamo credibili nelle cose che promettiamo. Per questo penso che
gli italiani abbiano il diritto di sapere come stanno le cose: altrimenti una
rappresentazione distorta della realtà, a furia di essere ripetuta, può
diventare credibile. Abbiamo voluto la candidatura di Guido Bertolaso a Sindaco
di Roma per una ragione molto semplice: siamo convinti che Guido sia un uomo
del fare e possa essere il migliore sindaco per Roma. A noi interessa offrire
ai romani, come ai cittadini di ogni città in cui si vota, il miglior sindaco
possibile in grado di risolvere i problemi delle singole città, e quelli di
Roma sono così gravi da far tremare chiunque. Tutto il resto, gli equilibri del
centro-destra, la corsa a una leadership che non è affatto all'ordine del
giorno, l'obiettivo di battere Renzi, vengono dopo, molto dopo. Tuttavia,
poiché il «futuro del centro-destra» è un tema che appassiona molti
commentatori più dei reali problemi delle nostre città, non mi sottraggo a
parlare anche di questo. Anzitutto una questione semantica: noi non siamo «la
destra». Per quel che valgono queste categorie, Forza Italia è un partito
moderato, alternativo alla sinistra e alleato con la destra, come lo sono le
forze politiche del Ppe più o meno in tutt'Europa. Un
ENERGIA ELETTRICA DALLA CINA
Ormai la notizia non è più
un segreto e, dalla Cina all'Australia (ultima fonte) è palese: la Cina si
prepara ad esportare energia elettrica verso l'Europa. Contravvenendo agli ipocriti accordi presi con il COP21
continuano a costruire centrali a carbone e saranno nella condizione di godere
di un eccesso di generazione a breve. Contestualmente, in Germania 6.9 milioni
di persone vivono in una condizione di povertà energetica e sono costrette a
spendere oltre il 10% del proprio reddito per pagare l'energia a causa delle
sovvenzioni per le energie rinnovabili. Lo scorso anno 350 mila famiglie sono
state scollegate dalla rete e 800 mila soffrono gravi difficoltà per pagare la
bolletta, mentre industrie come la BASF, la BMW ed SGL Carbon hanno trasferito
le proprie attività negli Stati Uniti ove l'ampia disponibilità di gas naturale
(permessa dal fracking) e del nucleare (entrambi ancora per poco) permettono di
accedere all'energia elettrica a costi irrisori. La Cina afferma che l'energia eolica è una sciocchezza inutilmente
costosa e preferisce investire nella generazione di energia nucleare (in
costruzione da 8 a 10 centrali l'anno da qui al 2030), gas (in costruzione
almeno 10 centrali al mese) e carbone (in costruzione 2 centrali al giorno). https://stopthesethings.com/…/china-wont-waste-its-time-on…/
Così la Cina è pronta ad
approfittare del danno auto-inflitto dalle potenze occidentali e sponsorizzato
dall'ONU per fornire loro ciò che oggi loro non hanno o lo hanno a costi
eccessivi. Contestualmente l'Australia, dopo le elezioni e la perdita del
premier Abbott è tornata ad investire (e bruciare) ingenti capitali con le
energie rinnovabili, adesso anche attraverso l'accumulo di energia. Appena 100 famiglie per un progetto pilota,
saranno sovvenzionate dallo Stato a spese della comunità intera per
"ridurre gli impatti" dell'inquinamento ambientale, in misura del
tutto effimera (l'Australia ha autorizzato nuove miniere a carbone) e del
tutto marginale rispetto al resto del mondo, il 2%.
MEMORIA ALL’ ITALIANA: ECCO TUTTI I SOLDI AI NUOVI PARTIGIANI
Gli esborsi alle 179
associazioni di reduci, rifinanziati dal Governo Fondi anche ai «garibaldini»
che combatterono dal ’43 al ’45 in Jugoglavia
Centosettantanove
sfumature di partigiano. E il Governo le finanzia tutte: dai reduci garibaldini
agli antifascisti. Ecco le associazioni che lo Stato foraggia e di cui si sente
parlare solo il 25 Aprile. Anpi, Anvrg, Aicvas, Anvcg, Aned, Anppia, solo per
citarne alcune. Con molta probabilità solo gli iscritti, vedendo queste sigle,
sapranno riconoscere le associazioni di cui stiamo parlando: "Associazione
Nazionale Partigiani Italiani", "Associazione Italiana Combattenti
Volontari Antifascisti", "Associazione Nazionale Vittime Civili di
Guerra", "Associazione Nazionale Ex Deportati",
"Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti".
C’è chi strabuzzerà gli occhi quando leggerà che il primo acronimo sta per
"Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini". Ovviamente
non si tratta di un’associazione di mummie del 1861, bensì dei reduci della
divisione italiana in trincea dal ’43 al ’45 con i partigiani in Jugoslavia. I
suddetti acronimi appartengono all’immensa galassia delle associazioni
combattentistiche che godono di stanziamenti pubblici annuali predisposti dalla
Presidenza del Consiglio dei Ministri, dai ministeri della Difesa, dell’Interno
e dell’Economia. La crisi non tocca le tante associazioni rosse che possono
dormire sonni tranquilli. A mettere in cassaforte il tesoretto ci ha pensato lo
Stato inserendole nella legge di
stabilità del 2014: «Per il sostegno delle attività di promozione sociale e
di tutela degli associati svolte dalle Associazioni combattentistiche - si
legge nel testo - è autorizzata la spesa
di euro 1.000.000 annui per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016». E
stiamo parlando solo di quelle sottoposte alla vigilanza della Difesa. Al milione di euro stanziato da
questo ministero, infatti, se ne aggiungono altri due disposti dal Viminale di concerto con il ministero
dell’Economia. Totale: tre milioni di
euro circa per sostenere associazioni combattentistiche e d’arma. Nella
maggior parte dei casi non si tratta di cifre stellari.
domenica 24 aprile 2016
I DATI DELL’INVASIONE: 300.000 CLANDESTINI DAL 2014 3 MILIARDI E MEZZO DI SPESA/ANNO PER MANTENERLI, 300.000 IN ARRIVO.
Ormai oltre la meta’ della
spesa che l’Italia sostiene per affrontare l'”emergenza profughi” riguarda le spese di
“accoglienza” di migranti che
tutto sono meno che profughi, spesa che nel 2015 ha raggiunto
quota 51,2% del totale e nel 2016, secondo le stime pubblicate sul Def
(approvato dieci giorni fa dal governo
Renzi), arriveranno fino al 58,3% del totale della spesa che si
prevede di sostenere nel 2016.
Spesa che sempre il
governo Renzi ha stimato essere lo scorso ottobre di ben 3,3 miliardi di euro
in contanti per il 2015 e che nel suddetto Def viene addirittura ritoccata al
rialzo a quota 3 miliardi 427 milioni di euro per il 2016, senza scordare che
la spesa del 2014 è comunque stata di oltre 3 miliardi di euro, sempre in
contanti ovviamente.
Quindi, conti alla mano, il governo Renzi ha buttato nella
spazzatura oltre un miliardo e mezzo di euro in contanti (il
51,2% dei 3 miliardi e 300 milioni di euro spesi nel 2015) per mantenere in
Italia clandestini
che invece doveva espellere,
a norma delle leggi Ue e italiane.
E si appresta a gettare
sempre nel cesso quasi 2 miliardi di euro allo stesso modo nel 2016.
BRAVO BERLUSCONI CONFERMA BERTOLASO!!!
L'annuncio dopo la riunione del partito: il 29 aprile pronta la lista. Salta la mediazione con Salvini e Meloni.
LIBERAZIONE: MERITO DEGLI ALLEATI
Ennesima celebrazione del 25
aprile. Peccato che il mito della liberazione dell'Italia da parte dei partigiani rossi, altro non sia che una
delle tante leggende metropolitane
mantenute vive dai camaleonti nipotini
di Marx per ottenere consensi, plausi, voti e gloria. Se l'Italia è rimasta un
paese libero, lo si deve in primis all'intervento degli alleati, in infima
parte ai partigiani, ma soprattutto alle "circostanze fortuite" della
storia. Se la spartizione del bottino di guerra di Yalta avesse deciso
diversamente, anche l’ Italia avrebbe
subito la medesima infausta sorte
dell'Europa dell'est. I partigiani rossi,
non è un mistero, avrebbero preferito che l'Italia cadesse sotto le grinfie dell'URSS.
Dovettero accontentarsi
dell'annessione dell'Istria e della
Dalmazia da parte dei colleghi
partigiani rossi titini. Per fortuna, il
fato, o più probabilmente la mano di
Dio, decise altrimenti. Circa
l'operato dei "liberatori" a
guerra finita, basti leggere i libri di Gianpaolo Pansa per avere una pallida
idea di quali efferatezze furono capaci.
Non solo ammazzarono per odio o vendetta, centinaia di colleghi di brigata "bianchi " o non filo a
sovietici, ma anche migliaia di inermi
civili e sacerdoti. Se non si vuole
subire all'infinito i revisionismi
storici imposti dai nostalgici dell'Unione Sovietica, si abolisca una volta per
tutte l'inutile farsa del 25 aprile. Gianni Toffali
BRESCELLO: SCOMPARSA LA PROFONDA INDIGNAZIONE
Chissà perché non leggiamo
tanti post di profonda indignazione "democratica" per lo scioglimento
e commissariamento del Comune di Brescello per infiltrazioni della 'ndrangheta.
Non sarà mica perché a Brescello comandava il PD, no? Indignazione strabica?
giovedì 21 aprile 2016
SULLE TRIVELLE RENZI TRADITO DA 1 SU 5. A OTTOBRE RISCHIA
Che il referendum sulle trivelle sia stato perduto dai comitati per il Sì, è certo: non è passato. Ma per capire se Matteo Renzi ha davvero vinto politicamente, bisogna guardare i numeri. Che dicono invece il contrario: rispetto allo schieramento di partenza, il premier non è riuscito a convincere un elettore su cinque rispetto a quelli che avevano votato lui e la sua maggioranza alle elezioni europee del 2014. D’altra parte quando si gioca sulla astensione, si parte sempre avvantaggiati: hai come base il partito più forte che ci sia in Italia. Vediamo quali erano allora le posizioni di partenza: da una parte c’era il partito della astensione, Renzi con il suo Pd, l’Ncd, Scelta civica e mezza Forza Italia (forse anche di più). Schierati per andare a votare c’erano invece Movimento 5 stelle, Lega Nord, Fratelli di Italia, verdi, Sel e l’altra metà di Forza Italia. Dal 2014 ad oggi molte cose sono cambiate, ma l’europee di allora sono state le ultime elezioni nazionali, e quindi bisogna confrontare voto/non voto del referendum con i numeri di allora.
Alle europee 2014 il 41,31% decise di astenersi. Il Pd toccò quasi il 40% dei voti, ma rispetto agli elettori italiani ottenne in realtà il 23,95%. con Forza Italia il 9,86% degli elettori, con M5s il 12,41%, con Sel il 3,61% e così via. Tenendo presenti queste cifre alla vigilia del referendum pro astensione era chi aveva ottenuto il 73,18% delle scelte 2014 (partito dell’astensione più partiti che si sono schierati per l’astensione). Chi rappresentava il 23,62% degli italiani allora ha invitato invece ad andare a votare. Non si è espresso invece chi nel 2014 rappresentava il 3,20% dei voti.
Quindi il fronte guidato da Renzi poteva contare sul 73,18% degli astensionisti in partenza, ma alle urne non si è recato il 67,8%. Quindi il fronte Renzi ha perso rispetto alla vigilia il 5,33% degli italiani rispetto al 2014. Vale a dire il 21% di chi aveva votato Pd allora. Probabile che abbiano pesato le divisioni interne a quel partito, visto che erano schierati per il voto referendario sia Michele Emiliano che Pierluigi Bersani, entrambi esponenti del Pd. Loro una piccola vittoria nella sconfitta generale possono effettivamente vantarla e dividerla con Beppe Grillo, Matteo Salvini, Renato Brunetta e Giorgia Meloni: partivano dal 23,62% degli italiani, li hanno seguiti il 32,15% (quelli che sono andati a votare). La differenza è nell’8,53% degli italiani. Rispetto al fronte di partenza, si tratta del 36,11% in più. Non è poco, e può pesare sul prossimo referendum autunnale che non avrà il quorum.
Perchè non potendo più giocare sul partito dell’astensione, sulla base dei risultati del referendum di ieri Renzi perderebbe. Il suo schieramento ha avuto infatti il 31,87% degli italiani, quello avversario il 32,15%. Ma Forza Italia era divisa ufficialmente in due. Sulla riforma costituzionale ad ottobre dirà no. E allora i numeri che emergono dalle urne di ieri cambiano: gli astensionisti saranno fuori gioco, e non contano nulla. Il fronte con Renzi sarebbe al 26,94% e quello contro Renzi al 37,08%. Numeri che rendono meno incomprensibile il grande nervosismo mostrato dal premier apparendo in tv a celebrare quei risultati referendari.
martedì 19 aprile 2016
ANALISI DEL REFERENDUM: COSTITUIRE IL COMITATO DEL NO (DI FORZA ITALIA) PER IL REFERENDUM DI AUTUNNO
Che il referendum sulle trivelle sia stato perduto dai comitati per il Sì, è certo: non è passato. Ma per capire se Matteo Renzi ha davvero vinto politicamente, bisogna guardare i numeri. Che dicono invece il contrario: rispetto allo schieramento di partenza, il premier non è riuscito a convincere un elettore su cinque rispetto a quelli che avevano votato lui e la sua maggioranza alle elezioni europee del 2014. D’altra parte quando si gioca sulla astensione, si parte sempre avvantaggiati: hai come base il partito più forte che ci sia in Italia. Vediamo quali erano allora le posizioni di partenza: da una parte c’era il partito della astensione, Renzi con il suo Pd, l’Ncd, Scelta civica e mezza Forza Italia (forse anche di più). Schierati per andare a votare c’erano invece Movimento 5 stelle, Lega Nord, Fratelli di Italia, verdi, Sel e l’altra metà di Forza Italia. Dal 2014 ad oggi molte cose sono cambiate, ma l’europee di allora sono state le ultime elezioni nazionali, e quindi bisogna confrontare voto/non voto del referendum con i numeri di allora.
Alle europee 2014 il 41,31% decise di astenersi. Il Pd toccò quasi il 40% dei voti, ma rispetto agli elettori italiani ottenne in realtà il 23,95%. con Forza Italia il 9,86% degli elettori, con M5s il 12,41%, con Sel il 3,61% e così via. Tenendo presenti queste cifre alla vigilia del referendum pro astensione era chi aveva ottenuto il 73,18% delle scelte 2014 (partito dell’astensione più partiti che si sono schierati per l’astensione). Chi rappresentava il 23,62% degli italiani allora ha invitato invece ad andare a votare. Non si è espresso invece chi nel 2014 rappresentava il 3,20% dei voti.
Quindi il fronte guidato da Renzi poteva contare sul 73,18% degli astensionisti in partenza, ma alle urne non si è recato il 67,8%. Quindi il fronte Renzi ha perso rispetto alla vigilia il 5,33% degli italiani rispetto al 2014. Vale a dire il 21% di chi aveva votato Pd allora. Probabile che abbiano pesato le divisioni interne a quel partito, visto che erano schierati per il voto referendario sia Michele Emiliano che Pierluigi Bersani, entrambi esponenti del Pd. Loro una piccola vittoria nella sconfitta generale possono effettivamente vantarla e dividerla con Beppe Grillo, Matteo Salvini, Renato Brunetta e Giorgia Meloni: partivano dal 23,62% degli italiani, li hanno seguiti il 32,15% (quelli che sono andati a votare). La differenza è nell’8,53% degli italiani. Rispetto al fronte di partenza, si tratta del 36,11% in più. Non è poco, e può pesare sul prossimo referendum autunnale che non avrà il quorum.
Perchè non potendo più giocare sul partito dell’astensione, sulla base dei risultati del referendum di ieri
Renzi perderebbe. Il suo schieramento ha avuto infatti il 31,87% degli italiani, quello avversario il 32,15%. Ma Forza Italia era divisa ufficialmente in due. Sulla riforma costituzionale ad ottobre dirà no. E allora i numeri che emergono dalle urne di ieri cambiano: gli astensionisti saranno fuori gioco, e non contano nulla. Il fronte con Renzi sarebbe al 26,94% e quello contro Renzi al 37,08%. Numeri che rendono meno incomprensibile il grande nervosismo mostrato dal premier apparendo in tv a celebrare quei risultati referendari. Franco Bechis. Prepariamoci costituendo i Comitati del NO di Forza Italia
L’INSEGNAMENTO DE L18 APRILE 1946 MAI COSI’ ATTUALE
di Rodolfo Ridolfi : -Siamo tutti figli del 18 aprile 1948, perché quel giorno fu il popolo vero, fu l'Italia profonda, dal nord al sud, che seppe difendere, unita, un patrimonio comune di valori ereditato nei secoli; perché quel giorno il nostro popolo seppe dire «no» ad una ideologia che, se avesse vinto, avrebbe portato in Italia il terrore rosso che già aleggiava sui Paesi dell'Est europeo, consegnati a Stalin dagli accordi di Yalta; perché, infine, il 18 aprile non vinse, come invece troppo comunemente si crede, il partito che ci avrebbe portati verso il cattocomunismo e la partitocrazia. Il 18 aprile fu giustamente definito una seconda Lepanto, in quanto se Lepanto ha impedito ai musulmani di invadere l'Europa, il 18 aprile ha impedito ai comunisti di conquistare l'Italia. Se il 25 aprile del '45 segnò la fine del nazifascismo per l'opera determinante delle truppe anglo-americane e dei resistenti, il 18 aprile del '48 fu la data in cui, con il voto, l'Italia decise per la democrazia e la libertà, sconfiggendo il pericolo frontista.
Come non sottolineare l'intelligenza politica, la lungimiranza ed il coraggio di Saragat, il quale si staccò da un partito socialista, ormai succube del Pci, per dar vita ad un socialismo liberale e democratico? Sessantotto anni sono passati da quel 18 aprile 1948, quando, alle prime elezioni dell'Italia repubblicana, i partiti del centro-destra ottenevano il 48,5% dei suffragi, battendo di oltre diciassette punti la lista di Unità Popolare, formata da Pci e Psi. Il significato della vittoria del 18 aprile va sicuramente al di là del pur considerevole risultato ottenuto dalla Dc, e supera di gran lunga la sigla stessa, sotto la quale tutti quei consensi vennero raccolti. Il 18 aprile vinsero i Comitati Civici, creati pochi mesi prima, che, forti di trecentomila volontari e di ventimila comitati elettorali, intrapresero una politica anticomunista e organizzarono una campagna elettorale nella quale risultò evidente, attraverso slogan e manifesti, che la posta in gioco era la salvezza del Paese dal comunismo. Vinse uno spirito di «crociata» in difesa della civiltà, un anno prima della scomunica lanciata da Pio XII, il 28 giugno del 1949, nei riguardi dei cristiani che aderivano alle dottrine del comunismo e che collaboravano con movimenti comunisti, e undici anni dopo l'enciclica Divini Redemptoris di Pio XI che aveva definito il comunismo «intrinsecamente perverso».
Certamente, una delle cause della sconfitta del Fronte popolare è da ravvisare nella levatura politica e morale di uomini come De Gasperi, Saragat, Einaudi. Fu così che i moderati contribuirono a salvare la democrazia e la civiltà del nostro Paese; mentre presuntuosi intellettuali di sinistra, ciechi di fronte ai
PONTE E GALLERIA COLLEGA DANIMARCA E SVEZIA OPERA DI INGEGNERI ITALIANI, IN ITALIA IMPOSSIBILE
Questo ponte si trasforma in una galleria. Collega la Danimarca con la Svezia ed è frutto di aziende e ingegneri ITALIANI. Se fosse stato proposto in Italia sarebbero già insorti tutti! Ambientalisti, animalisti, clero, comunisti, lega del tartufo, sagra del muscolo ripieno, sindacato di base lavoratori dell'acquagym!
Gli italiani costruiscono, inventano tecnologie di punta, ricercano, esplorano. Lo fanno in giro per il mondo e si avventurano nella scoperta. Purtroppo, in Italia, i maker sono vittime di una minoranza ottusa ignorante e prepotente di wreker che spesso prende il sopravvento. Dobbiamo impedirlo con forza, tenacia e pazienza anche nel nostro Paese, perché l'Italia è la nostra casa e la vogliamo bella, confortevole e luminosa. Sono sicuro che ce la faremo!
lunedì 18 aprile 2016
BANCAROTTA: CONSUMO ENERGIA ELETTRICA AI MINIMI DI SEMPRE. LA FANTASCIENZA DEL DEF
In quel simpatico
compendio di fantascienza e fantasy chiamato Documento di Programmazione
Economica e Finanziaria, per gli amici: DEF, il governo ha ipotizzato un futuro
in cui: 1-Il Pil Italiano cresce nel
2016 dell’1.2% e poi a salire anni a venire. L’Fmi ha già corretto le stime a 1% , ma
tranquilli, come noto i Governi e l’FMI (se sei organico al sistema) sono
organisti ottimisti by design. 2-Un
PIL nominale in crescita frutto anche e soprattutto di una robusta inflazione. 3-Ora dal punto di vista della crescita
del PIL reale, c’è un dato da cui non si può fuggire:
Al netto di minimi risparmi dovuti a nuovi
standard di efficienza, non può esistere nessuna crescita del PIL senza un
corposo aumento della domanda di energia elettrica.
Per come è strutturata l’economia moderna,
l’utilizzo di strumenti produttivi e beni di consumo che funzionano a
energia elettrica è un indice fondamentale per capire se realmente esiste un
aumento della ricchezza nazionale.
Ebbene Marzo 2016 ha fatto registrare i MINIMI DI
TUTTI I TEMPI da quando esistono rilevazioni nazionali affidabili:
domenica 17 aprile 2016
"ANDATE A VOTARE PER MANDARE A CASA RENZI”
Brunetta: «Andare a votare per mandare a casa
Renzi»
Molti sono nel frattempo gli inviti a recarsi alle urne che arrivano
dal centrodestra. L’obiettivo, più o meno dichiarato esplicitamente, è inviare un
primo invito di sfratto al governo Renzi. Parla senza peli sulla lingua Renato
Brunetta. «Votate Sì, votate No, ma andate a votare per raggiungere quorum
e mandare a casa Renzi»:
RIFORME, “A REFERENDUM NO
PER RIPRISTINARE DEMOCRAZIA, RENZI GAME OVER”
“Sta per terminare una
delle più brutte e buie settimane della storia della nostra Repubblica. Tra
lunedì e martedì, infatti, in un’Aula semivuota alla Camera dei deputati, il
governo Renzi ha approvato in via definitiva la sua riforma della Costituzione.
La ‘schiforma’ come l’ho più volte definita in questi giorni”.
Lo ha detto Renato
Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, intervenendo
telefonicamente alla XV^ Convention di “Azzurri
‘94” (associazione fondata da Rodolfo Ridolfi e Liborio Cataliotti), che si è
tenuta ieri sera a Rimini.
“Il presidente del
Consiglio (si fa per dire), Matteo Renzi, ha violentato la nostra Carta
fondamentale, ha usato la Costituzione contro se stessa. Ha usato il voto di
130 deputati che a norma di sentenza della Corte costituzionale non dovrebbero
sedere in Parlamento (compresa la ministra Boschi) per modificarla, a colpi di
maggioranza, comprando politicamente a Palazzo Madama 60 senatori eletti con lo
schieramento opposto a quello della sinistra”. “Le riforme dovevano essere
portate avanti e approvate in modo condiviso, con un clima costruttivo: Renzi
ha trasformato questo percorso in un atto eversivo. Per fortuna il popolo avrà
diritto di dire ‘no’. L’articolo 138 della Costituzione che prevede il
referendum confermativo è stato davvero una saggia uscita d’emergenza voluta
dai padri costituenti”.
“Adesso dunque l’obiettivo
deve essere quello di respingere a ottobre, con la consultazione popolare,
questa sciagurata riforma. L’obiettivo deve essere quello di mandare a casa
Renzi, Renzi game over, e di ripristinare la democrazia nel nostro Paese. Per
fare questo c’è bisogno dell’impegno e del coinvolgimento di tutti. Non solo
Forza Italia ma anche le altre opposizioni devono rimboccarsi le maniche,
lavorare sin da subito ai Comitati per il ‘no’, e lanciare campagne informative
in giro per l’Italia”, ha sottolineato Brunetta.
UN’ APPLAUSO ALL’AUSTRIA PER IL MURO AL BRENNERO, UNICO BALUARDO CONTRO IPOCRISIA E BUONISMO UE.
Cosa ci aspettiamo da un
Paese che sperava di fregare i mercati, garantendo la stabilità del sistema
bancario attraverso l’acquisto di inoptati e sofferenze da parte dell’Opera Don
Gnocchi e dalla Cassa previdenziale dei Ragionieri? Non sto delirando, ci sono
anche questi “soggetti privati” dentro il Fondo Atlante, l’ultima buffonata
partorita dal governo Renzi per cercare di rimandare a dopo il voto
referendario d’autunno il redde rationem con i prossimi, inevitabili bail-in
bancari.
Ipocrisia, madre di
tutti i mali. E vale anche in ambito europeo, perché la nuova vergogna per cui
strapparsi le vesti in favore di telecamera è il muro che l’Austria sta
giustamente cominciando a costruire al confine con l’Italia, quel Brennero dove
ora le porte sono aperte ma che da giugno potrebbe trasformarsi in un tappo per
la massa di migranti
che si riverserà nel nostro Paese dopo la chiusura della rotta balcanica e con
la guerra in Libia alle porte. Il sottosegretario alla presidenza del
Consiglio, Sandro Gozi, ha bocciato l’ipotesi, definendola “un grave errore che
viola le regole europee”. Sarà ma penso
che non ci sia un singolo cittadino austriaco contrario alla scelta del suo
governo, il quale giova ricordare che aveva avvertito l’Italia
non più tardi dell’8 aprile scorso, quando la ministra degli Interni austriaca,
Johanna Mikl-Leitner,
in visita a Roma aveva sì assicurato che il suo Paese avrebbe “fatto il
possibile per evitare la chiusura del Brennero”, ipotesi ritenuta inevitabile
però se l’Italia non avesse assicurato una rigida procedura di controllo dei
migranti. Detto fatto, dopo aver preso atto del nostro grado di rigidità,
Vienna ha deciso di seguire l’esempio ungherese. Il quale, come ci mostrano
questi grafici
STRAORDINARIO PAPA BERGOGLIO!
Straordinario Papa
Bergoglio, un papa socialista. Va a Lesbo e riparte con 12 migranti al seguito. Dove li porta? In Vaticano?
Noooo. Li affida alla Comunità di Sant'Egidio. E chi pagherà i costi alla
Comunità di Sant'Egidio? Il Vaticano? Noooo. La Repubblica italiana. Un Papa
generosissimo, visto che usa i soldi nostri. Un vero socialista: quel che è mio
è mio, quel che è tuo è mio.
giovedì 14 aprile 2016
IMPORTANTE ANDARE A VOTARE E SOPRATTUTTO PERCHE’ E’ IMPORTANTE VOTARE NO
Come sapete domenica 17
aprile si voterà per il referendum sulle concessioni per l'
estrazione di gas (e in minima parte di petrolio) nel mar Mediterraneo, ne
abbiamo già scritto in questo articolo. Io dal giorno 15 al giorno 22 sarà a
Chennai per lavoro, e non potendo dare il mio contributo con il voto, vorrei
almeno provare a dare un contributo cercando di spiegare perchè é importante
andare a votare, e sopratutto perchè é importante votare NO. A questi 3
motivi di carattere economico e tecnico, vorrei aggiungerne uno
riassuntivo: é importante andare a votare, e votare NO, perchè chi vuole che
votiate SI mente, spudoratamente, lo fa per manipolarvi, senza ritegno e
senza vergogna. Dovete andare a votare, e votare NO, per far capire a queste
persone, a questi bugiardi, che non possono prendervi per il culo così
facilmente Come ormai saprete il quesito chiederà se si vuole abolire
un passaggio della attuale formulazione della legge che permette la
possibilità di rinnovo delle concessioni estrattive oltre il loro limite, e
fino all' esaurimento del pozzo su cui stanno già operando. Come ormai
dovreste sapere il referendum non ha nulla a che vedere con nuove
trivellazioni, con nuova ricerca, nè con l' indipendenza energetica, nè
tanto meno con oleodotti e lavorazioni su terra. Ci tengo a specificare quest
ultimo punto perchè in questi giorni una marea di propagandisti per il SI
sta tempestando Internet con foto di 'disastri ambientali' per spingere l'
opinione pubblica nella propria direzione; lo fanno però con articoli che con
il referendum non hanno nulla a che fare, come nel caso di questa perdita di petrolio in Francia da un oleodotto
terrestre. Come potete vedere, nell' articolo, pur trattando di petrolio,
c' é l' immancabile riferimento al nostro referendum. Puro terrorismo
mediatico.
Allora perchè é importante
andare a votare e votare per il NO?
Per vari motivi, che
voglio qui riassumere:
- perchè la motivazione
ambientalista e turistica del fronte del SI secondo la quale prolungare la
vita di queste concessioni danneggerebbe il turismo é una bufala di
prima categoria, e chiunque sostenga questa motivazione é un bugiardo se non un
incompetente. Dati alla mano non esiste nessuna relazione tra la presenza di
trivelle nella fascia delle 12 miglia marine e presenza turistica.... e se non
volete credere alla ovvietà del fatto che queste trivelle spesso a occhio nudo
nemmeno si vedono, e che ai turisti della presenza di trivelle non gliene frega
niente (non vano certo a prenotare le vacanze con la mappa delle trivelle), forse
potrete chiedere a chi ha studiato il fenomeno e ha prodotto uno studio
apposito, con tanto di grafico. Eccolo qui. Vi prego di fare attenzione alla data dell'
articolo: Giugno 2014.
- perchè se la quantità di
gas estraibile dai pozzi in concessione a società italiane, anche
ammettendo che venga tutto usato in Italia, non serve certo a coprire il
fabbisogno italiano energetico, é un contributo di circa il 2-3% che aiuta a
importare di meno, e sopratutto fa andare avanti per almeno un decennio la
filiera di lavorazione già in esercizio. I sostenitori del SI vogliono
farci credere che si potrebbe tranquillamente investire in rinnovabili che
darebbero più lavoro di quanto ne dia l' attività estrattiva e lavorativa di
questo gas, il problema di fondo però é che i posti di lavoro nel campo delle
SUPERIORI A TUTTI
Già il fatto di riferirsi
alla magistratura come a un «potere» dello Stato denuncia una torsione, una forzatura o, come si suole
dire un'. “attentato alla Costituzione”. L'articolo 104 dice infatti che
la magistratura è «un ordine». non «un
potere». Spacciandola Per Potere la si
allinea a governo e parlamento,
esibendo quella legittimità che in
democrazia ha solo chi viene chi viene eletto dal popolo. Ma è chiaro • il neo presidente
dell'Anm, Piercamillo Davigo, si considera superiore a qualsiasi premier.
Novello Robespierre, è mosso da impeto rivoluzionario. Sa che a parlar male dei
politici l’applauso è sicuro, perciò non
si risparmia. Ha rinfacciato a Renzi l’affondo sulle ferie dei magistrati, poi ha detto che «se i politici
smettessero di rubare» il conflitto con
i giudici si sanerebbe in radice. Ad
oltre ventenni da Mani Pulite, oscilliamo ancora fra il «tutti lavativi» e il
«tutti ladri». E mai che i capi dell'Anm sfruttino la carica per denunciare che negli ultimi 50
anni sono stati incarcerati 4 milioni di innocenti che un quinto dei ^ processi
finisce prescritto ^ che in magistratura si fa camera per meriti sindacali
anziché professionali. Meglio buttarla in politica, l’applauso è garantito. Cangini
“ RENZI GAME OVER”
Rimini-Venerdì 15 aprile
ore 20,30
RISTORANTE PIZZERIA RIMINI KEY VIA BENEDETTO CROCE, 7 LUNGOMARE
DAVANTI BAGNO 58 PIAZZALE PASCOLI
Con
l'intervento telefonico dell'On. Renato Brunetta, Presidente dei deputati di
Forza Italia alla Camera dei Deputati, si apre a Rimini la XV^ Convention di
Azzurri '94: L'Associazione, fondata da Rodolfo Ridolfi e Liborio Cataliotti,
nel novembre del 2012, non ha mai
rinunciato a sviluppare iniziative
politiche con il popolo di centro destra riformista e liberal democratico di
area berlusconiana occupandosi dei temi
vicini alle esigenze della gente. A Rimini i molti dirigenti e militanti di
Azzurri '94 si ritroveranno per decidere di come sviluppare le iniziative
indicate proprio da Renato Brunetta: “Caro Renzi, Game over, il tuo gioco e'
finito perche' il governo e' un governo vuoto, vuoto di contenuti. E' invece
pieno di conflitti di interessi, di marchette, di imbrogli, imbrogli di
politica. Renzi e' diventato presidente del Consiglio con un colpo di Palazzo,
grazie alle primarie taroccate. Basti pensare a Napoli, a Genova, a Bologna a
Palermo. L'imbroglio e' nel Dna del Pd". Azzurri '94 da Rimini lancia
quindi una grande mobilitazione per le 10 class action: fra le quali
la tutela delle concessioni balneari italiane (l'Ue ha aperto una procedura
di infrazione contro la proroga al 2020 delle concessioni balneari esistenti,
se vince l'Europa le spiagge italiane saranno colonizzate da investitori
stranieri che le sfrutteranno per poi abbandonarle alla scadenza della
concessione), contro le maglie troppo larghe con l'immigrazione irregolare
(per ogni immigrato richiedente asilo in Italia cui questo viene negato, c'è la
possibilità di fare ricorso in Tribunale. L'immigrato ha diritto al patrocinio
gratuito a spese dello Stato. L'espulsione viene sospesa fino alle decisione
del giudice. Così frotte di immigrati restano in Italia e lo Stato, con i soldi
dei contribuenti, arricchisce avvocati che fanno ricorsi fotocopia; l'abolizione del canone Rai in bolletta; E ancora: contro le multe dell'autovelox
(contro l'utilizzo improprio da parte dei Comuni dei proventi delle multe
derivanti da dispositivi di rilevazione della velocità) per il rinnovo degli
incentivi per l'energia pulita; contro l'inasprimento delle norme sui
mutui immobiliari; per il rimborso dei risparmiatori truffati dalle
banche; per abolire le limitazioni della responsabilità degli
amministratori delle banche; contro le maxibollette (Oltre un quarto
delle bollette ricevute da cittadini e/o micro e piccole imprese non rispecchia
la reale situazione dei consumi tra stime e conguagli. Nei casi più gravi le
'bollette pazze' arrivano a compromettere la stessa attività delle imprese); contro
la tassa sugli ascensori. E per il No al referendum sulle false Riforme
di Renzi
mercoledì 13 aprile 2016
STOP AL BICAMERALISMO, CON IL VOTO ALLA CAMERA NASCE IL SENATO DEI 100. IL COMMENTO DI BERLUSCONI
Per la Boschi "un risultato storico", ma dal centrodestra arrivano le prime critiche: "Il popolo dirà 'no'"
Con 361 voti favorevoli e soltanto sette contrari, è stato approvato alla Camera il disegno di legge della riforma Costituzionale, non votata dai deputati dell'opposizione. Il via libera finale alle riforme costituzionali arriva dopo due anni e passa la palla alla cittadinanza, che sul tema sarà chiamata a esprimersi attraverso un referendum. il commento di Silvio Berlusconi. "La Costituzione è la Carta fondamentale della nostra Repubblica. Andava migliorata, dove necessario, tutti insieme, con il contributo di tutte le forze politiche, nessuna esclusa", ha detto, aggiungendo: "Un premier neppure mai presentatosi alle elezioni, supportato da una maggioranza incostituzionale e con l'apporto decisivo al Senato di 60 transfughi del centrodestra, ha voluto invece far prevalere l'arroganza dinanzi al buonsenso, consegnando al Paese una riforma sbagliata e pericolosa, tesa al proprio interesse e non a quello degli Italiani. La posta in gioco è il futuro dell'Italia libera e democratica così come gli Italiani l'hanno fortemente voluta nel secondo dopoguerra. Non consentiremo un ritorno ad un passato buio della storia del nostro Paese, ci batteremo al referendum per difendere la Repubblica Italiana dalla voglia di potere di un premier mai eletto".
Il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, che conta sul fatto che "il popolo avrà diritto di dire 'no'". "Nonostante Renzi abbia voluto falsificare anche il significato del referendum, facendolo coincidere con se stesso, con un plebiscito sul suo nome. Nei fatti, questa riforma è diventata un ologramma di Renzi, e noi ci impegneremo a farlo svanire", ha aggiunto Brunetta, chiarendo che "la Costituzionale di uno Stato, di una nazione, di un popolo, almeno in Occidente riflette, deve riflettere valori condivisi dalla larghissima parte di quel popolo, così è accaduto in Italia nel 1947. Oggi vediamo accadere il contrario". "
DOMENICA 17 VAI A VOTARE NO……..
Francesco Bonacci A quelli del "SI" vorrei dire: 1. Se non volete più le trivelle non consumate gas ... Per acqua calda e cucina usate la corrente elettrica, ma solo se la producete voi con pannelli fotovoltaici o pale eoliche (sempre che siate d'accordo sull'uso di questi: in fondo i pannelli poi dovrete smaltirli come rifiuti speciali (con i semiconduttori non si scherza), le pale deturpano il paesaggio, sono rumorose e il petrolio che si usa per produrle, trasportarle, montarle, smaltirle, nella vostra vita non riuscirete a utilizzarlo ....2. Non usate macchine a benzina, gasolio o gas o ibride, ma solo elettriche. Se non potete permettervela, usate la bici ....Naturalmente per caricare le batterie della macchina elettrica, vale quanto sopra. La bici senza copertoni, tacchetti per i freni, Cordelle, olio per lubrificare la catena ecc ... usano il petrolio per farli! 3. Se non siete coerenti, e non potete esserlo se vivete nello stesso secolo in cui vivo io, farete la stessa scelta intelligente che avete fatto per il nucleare ... Perché sono sicuro che siete gli stessi che hanno votato contro il nucleare ... Ora compriamo l'elettricità dalla Francia, che la produce con il nucleare dietro casa nostra, cerchiamo comunque un sito per i rifiuti radioattivi delle ex centrali, forse smaltiamo illecitamente anche le scorie francesi e, allo stesso modo, compreremo il gas dall'Albania che, con il sistema raffigurato nell'immagine sotto ... Lo preleverá dai nostri fondali, con gli stessi rischi di inquinamento che corriamo oggi. Cari"NOTUTTO", prima cambiate stile di vita e abitudini, poi cambiamo il mondo ....P.S. ... Qualcuno lo deve pur dire!
martedì 12 aprile 2016
QUANDO RENZI PROMETTEVA: “TOLGO LE ACCISE SULLA BENZINA”: POI LO SCANDALO DEL PETROLIO
Nel maggio del 2014 il
premier dagli studi di Porta a Porta prometteva di riordinare le accise sulla
benzina. Ma poi non se ne è fatto nulla
Lo ha fatto più di due
anni fa negli studi di Porta a Porta. "Ma vi pare possibile - diceva il
premier - che si paghi ancora la tassa sulla guerra in Etiopia?". Domanda
(retorica) giustissima. Uno scandalo a cui Renzi aveva promesso di porre
rimedio. "Entro l'anno - diceva nel maggio del 2014 - ". Una promessa
non mantenuta.
Ieri le Iene
hanno mandato in onda un servizio per ricordare al segretario del Pd le sue
parole. Ma il premier non si è reso disponibile a parlare. La vicenda delle
tasse sul gasolio è da tempo sulle cronache dei giornali. Le Iene, inoltre, hanno anche
portato alla conoscenza una presunta truffa delle compagnie petrolifere, che
vendendo il carburante
ad una temperatura più alta di quella di riferimento fissato dalla legge per
pagare la accise, guadagnano milioni "frodando" in qualche modo Stato
e consumatori.
Il petrolio, infatti, viene
venduto non in base al peso ma al volume. Aumentando la temperatura della benzina, aumenta così anche
il volume. In questo modo le compagnie fanno guadagni "extra" sui
litri di carburante venduti (e sulle tasse pagate). Le compagnie petrolifere,
infatti, pagano le tasse sui litri venduti in base al volume di carburante
venduto a 15 gradi. Eppure, spesso lo erogano ad una temperatura maggiore.
Incassando così più di 400milioni extra. La legge fissa infatti la temperatura
di riferimento a cui pagare le tasse, ma non quella a cui vendere il
carburante.
Nonostante questo, né l'ex
ministro Federica Guidi
né Renzi sono intervenuti sulla legge sui carburanti. Nonostante le promesse
STRISCIA LA NOTIZIE SULLA SICUREZZA DELTRIBUNALE DI RAVENNA LANCIATA DA ALBERTO ANCARANI
Il servizio di striscia la
notizia sulla mancanza di sicurezza presso il tribunale di Ravenna tratto dalla
mia denuncia pubblica di alcuni mesi fa.
lunedì 11 aprile 2016
NO-TRIV A RAVENNA
Pozzo Angelina Ravenna
LA STAMPA Torino - La piattaforma Angelina ha un nome da signora e otto
gambe come un polpo, affondate nella sabbia a un chilometro e 800 metri dalle
spiagge del Lido di Dante. E' la più vecchia di tutte e sembra che abbia il
soffio al cuore, un sibilo al modulo di processo dove il gas si separa dall'acqua:
i] cuore, appunto. Ma non è nulla di patologico, dice il medico curante che qui
è un ingegnere dell'Eni, solo la pressione del metano. La trivella che è andata
a stanarlo 3000 metri sotto il mare è stata smantellata. Restano i 24 tubi che
lo portano a galla, una piastra dove atterrano gli elicotteri, la gru per
imbarcare i pezzi di ricambio, la cabina con l'infermeria, il serbatoio
raccolta drenaggi, gli alloggi per i tecnici che ogni tanto salgono per la
manutenzione.
"Un isola del tesoro, a modo
suo. Di metallo anodizzato dipinto di arancione. Al Lido di Dante la ritengono
responsabile dell’erosione della spiaggia, ma è il livello massimo di polemica
fra i no-triv. Persino Lino Miccoli, il gestore dei bagni Susy che prosperano
dirimpetto e domani inaugurano la stagione, sostiene che oramai è un’
attrazione tuistic. Dovreste vederla di notte, tutta illuminata." Tanta
benevolenza per le dell'Adriatico piattaforme, nell'alto e medio Adriatico, ha
varie spiegazloni. Qui il petrolio non c'è e 11 metano non inquina. L'attività
di estrazione ha attirato aziende di ingegneria subacquea, elettronica e
robotica di livello mondiale. Il lavoro garantito dal centinaio di pozzi in
attività assicura uno stipendio a più di 6000 persone e l’indotto coinvolge
categorie indispensabili. Mercoledi hanno manifestato contro il referendum i
pescatori di mitili, che anche qui si chiamano cozze ma con la
venerdì 8 aprile 2016
DOMENICA 17 APRILE VADO A VOTARE “NO”
Domenica 17 aprile andrò a votare per il referendum delle
“Trivelle” dando un bel NO. Forza Italia ha dato libertà di coscienza il mio
voto è motivato dal rifiuto continuo di ogni scelta, per me strategica, per non
scontentare nessuno, che alla fine ha bloccato l’Italia, facendo aumentare i
costi e rimanendo gli ultimi in Europa. L’ultimo grave errore il no al
Nucleare, siamo circondati da impianti nucleari ma noi abbiamo detto no,
facendo spendere tanti soldi per chiudere le uniche tre modeste centrali
costruite. Tutti No, voluti dalla sinistra e ambientalisti, che hanno bloccato e
bloccano lo sviluppo dell’Italia e la provincia di Ravenna, come quello di
continuare l’estrazione del gas; non realizzare le infrastrutture, ecc. Con la
continua negazione abbiamo perso il “treno”
e purtroppo non lo recupereremo, l’energia alternativa costa un pozzo di euro e
all’estero stanno bloccando per i costi e l’ insufficiente al fabbisogno reale.
La sinistra della Provincia di Ravenna non ha avuto una visione di largo
respiraro e ha sempre inseguito la “negazione” a tutto. Sotto i nostri occhi
vediamo la situazione. Come consigliere provinciale di Forza Italia ha
sostenuto alcune battaglie e detto no ad altre scelte come l’ampliamento della
discarica di Riolo Terme, giunta al termine, e l’autorizzazione alla centrale
di Russi, ai supermercati.
Riconfermo quanto
sostenuto da sempre chi sbaglia paghi
e quindi avemmo un controllo su quanto
viene fatto, ma Ravenna è la prima a dimenticarsene ricordo ad esempio lo
scandalo Stepra -30 milioni buttati- al vento da Provincia, Comuni e la Camera di Commercio, tutti soldi
pubblici e privati….
Votando No potremmo
rompere questa “melma” che copre la Provincia dal pubblico al privato..
Vincenzo Galassini
consigliere provinciale Forza Italia,
giovedì 7 aprile 2016
IL PAESE AL COLLASSO: BANCAROTTA CAPITALE
Il debito storico sfiora i
12 miliardi di euro. A rischio anche gli stipendi I PUNTI CRITICI
Altro che piano di
rientro: il debito di Roma Capitale non smette di crescere, avendo ormai
raggiunto quota 12 miliardi di euro. Dodici. Una cifra gigantesca anche per un
Comune importante come la Capitale. «Ma non c’è da preoccuparsi», afferma
candidamente Silvia Scozzese davanti alla sbigottita platea della Commissione parlamentare
Bilancio. In fondo, c’è solo «il rischio di una crisi di liquidità dal 2020,
che potrebbe concretizzarsi anche prima, già da quest’anno». L’ex assessore
della Giunta Marino, oggi commissario straordinario per il piano di rientro del
debito pregresso di Roma Capitale, si riferisce solo alla cosiddetta «gestione
commissariale», ovvero i debiti gestiti dal Governo centrale che il Comune di
Roma dovrà restituire entro il 2039, dopo le prese in carico del 2008 e del
2010, e che pesa sul groppone dei romani anche attraverso la crescita
esponenziale dell’aliquota Irpef comunale (che vale 200 milioni l’anno). Solo
che invece di diminuire, anche questo debito aumenta. Nel 2008, col passaggio
di consegne da Walter Veltroni a Gianni Alemanno, infatti, ammontava a 9,5
miliardi, a cui si sono aggiunti 2,5 miliardi "scaricati" dalla
giunta di centrodestra nel 2010. Ancora più grave il fatto che in questi 6 anni
altro debito si sia accumulato nelle casse di Palazzo Senatorio, debito che
verrà in parte sanato attraverso il contributo atteso dal Mef di 880 milioni di
euro, versamento che non risolverebbe i problemi di liquidità, dato che
«potrebbero emergere nell’anno 2016 pagamenti per debiti non finanziari
superiori a 539 milioni». In tutto questo, se è vero che il debito capitolino
si perde nella notte dei tempi, è altrettanto incredibile come il Comune di
Roma non è in grado di dare un nome a più della metà dei suoi creditori, il
57%. Presenti in Commissione tre dei principali candidati sindaci: Giorgia
Meloni per Fratelli d’Italia e Stefano Fassina per Sinistra Italiana, mentre
per il Pd c’era Roberto Giachetti.
Tutti e tre si sono un po’
rimpallati le responsabilità, da esponenti delle coalizioni che hanno governato
Roma negli ultimi 23 anni. Chissà se si sono pentiti della scelta di
candidarsi. O chissà se ha ragione l’altro candidato Carlo Rienzi, presidente
Codacons: «L’unica soluzione per Roma è il fallimento. Azzeriamo tutto e
ricominciamo».
mercoledì 6 aprile 2016
PERCHE’ BOERI NASCONDE LE PENSIONI PUBBLICHE
Il fotogenico presidente dell’Inps è tornato a suonare il suo ritornello: chiedere un contributo di solidarietà alle pensioni più alte. Quelle private, s’intende. Quelle pubbliche, mai. Boeri ci ha rivelato l’ultimo scandaloso privilegio che i conti Inps alimentano: 475 mila italiani percepiscono la pensione da 36 anni. A questi – che hanno il torto di essere ancora vivi – Boeri pensa di chiedere “un contributo di solidarietà” – però, leggo dalla stampa, “escluse le baby pensioni degli statali”. Boeri esenta dal contributo di solidarietà gli statali che prendono la pensione non da 36, bensì da 43 anni. Sono statali quasi tutti: 425 mila. A loro la legge Rumor del ’73 consentì di andare in pensione dopo 14 anni 6 mesi un giorno se donne sposate, 20 anni, dopo 25 i dipendenti degli enti locali. Vent’anni di ”lavoro”, e quarantatré di ozio pagato, senza contare il secondo lavoro (magari nero) che probabilmente hanno fatto per ammazzare il tempo, sottraendolo ad altri. “Ci sono 16.953 fortunatissimi baby pensionati che si sono ritirati a 35 anni e che restano in pensione quasi 54 anni”. Quanto è la loro pensione? Prendono, in media, 1500 euro mensili. Un regalo totale in confronto ai contributi versati (o non versati affatto, da parte dello Stato loro datore di lavoro): in pratica, ricevono soldi senza copertura, pagati da noi. Quanti? noi contribuenti versiamo a questi ex pubblici 7,43 miliardi ogni anno.
Tanto ci costano: una mezza finanziaria annua. Oltre il 5% della spesa Inps per pensioni serve a coprire l’esborso peri baby pensionati. Secondo Confartigianato, i baby-pensionati pubblici (8 su 10) e privati (2 su 10) costano allo Stato “ circa 163,5 miliardi, una «tassa» di 6630 euro a carico di ogni lavoratore” pagante. Il conto è presto fatto: siccome baby-pensionati ricevono la pensione per quasi 16 anni in più del pensionato medio Inps, la maggior spesa pubblica cumulata per gli anni di pensione eccedenti la media arriva già a 148,6 miliardi; poi si devono aggiungere i mancati introiti per contributi non versati dai baby-pnsionati del privato, e fanno altri 14,8 miliardi di euro. Così si arriva a 163,5 miliardi. Si tenga presente – per avere un dato di confronto – che la spesa complessiva annua per le
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