lunedì 14 settembre 2015

LA MISERIA DI RENZI, LA GRANDEZZA DI BERLUSCONI



 La differenza di proposta politica ed esistenziale tra centrosinistra e centrodestra oggi si mostra nella sua essenza, grazie al paragone tra gli atti dei due leader. Renzi va a New York per se stesso e per rubare la coppa alle tenniste. Berlusconi va a Yalta per l'Italia e per la pace. Per affrontare la tragedia dei profughi non basta l'accoglienza, occorre annichilire lo Stato Islamico. E senza alleanza tra Stati Uniti d'America, Europa e Federazione Russa, la sconfitta è certa. Chi attacca il nostro leader merita la medaglia al valore del Califfo
RENZI IN DIFFICOLTA' GIOCA LA CARTA DELLA PROPAGANDA PIU' SFACCIATA, E VA A NEW YORK A RUBARE LA COPPA ALLE NOSTRE RAGAZZE
IL MOTTO DEL GIGLIO CARNIVORO: “DOV'E' LA FESTA?”. GIA' CHE ERA IN AMERICA POTEVA FARE UN SALTO DALL'AMICO OBAMA A CONVINCERLO AD IMPEGNARSI PER LA LIBIA. FIGURIAMOCI Nel momento in cui i sondaggi lo vedono sotto nel consenso elettorale (siamo avanti noi del centrodestra), quando il 73 per cento degli italiani (sondaggio Pagnoncelli) vuole l'elezione diretta del Senato e lui si ostina nel no, mentre gli mancano 40 voti a Palazzo Madama per far passare la sua riforma costituzionale; intanto lui che fa? Vola e va. Dov'è la festa, che la rubo? Ogni volta che il Re si rivela nudo al popolo, ecco che cerca di fingersi ricoperto di manti di seta turchese. Ma l'incantesimo funziona cinque minuti, perché la realtà è spietata. Anche se il potere mediatico coopera a occultarla, poi casca giù tutto. La cosa si è fatta chiara con il viaggio a 4 New York. Non sono i centocinquantamila o duecentomila euro costati ai contribuenti (anche questo conta, peraltro), ma il tempo rubato a qualcosa di più importante. La coppa la vincono comunque le tenniste, sono loro che lavorano. Ma la pace è un lavoro che tocca al governo e soprattutto al presidente del Consiglio, e gli aerei di Stato servirebbero a correre a Bruxelles, o a cercare alleanze a Parigi e Madrid, magari persino per fare un'improvvisata alla Merkel; oppure, visto che era a New York, un salto a Washington, a bussare alla Casa Bianca da Obama, in combinato disposto con l'azione per la pace di Berlusconi nella Federazione Russa, da Putin. Figuriamoci, ahinoi.
BERLUSCONI OVVERO LA CONSAPEVOLEZZA DELLO STATISTA, CHE VUOLE COSTRUIRE LA COALIZIONE CONTRO LA SORGENTE DELL'IMMIGRAZIONE INCONTROLLATA. ANNICCHILIRE L'ISIS




Berlusconi a Yalta è andato a costruire la coalizione che sola può assicurare un futuro pacifico a questo nostro mondo, al Mediterraneo, al Medio Oriente e all'Africa. Non si può prescindere da una visione strategica dove l'Unione Europea sia di fatto il ponte, la cerniera, il mastice ideale e di cultura per radunare in alleanza Stati Uniti d'America e Federazione Russa, con la Nato, e dunque anche – al di fuori dei confini europei – la Turchia e i Paesi alleati con la Russia, dal Kazakistan all'Armenia. Senza ignorare la presenza anti-Isis dell'Iran, che in Iraq è alleato con il governo sciita anti-Isis. Occorre far sì che la classe dirigente e i più forti e disperati che oggi se ne vanno da Medio Oriente e Africa non abbandonino immensi popoli e territori alla deriva.
GLI UTILI IDIOTI DELLO STATO ISLAMICO CHE SCOMUNICANO BERLUSCONI E FINGONO DI NON CAPIRE LA POSTA IN GIOCO
Questo ha fatto e sta facendo Berlusconi in questi giorni e ancora in queste ore: trasformare un'amicizia personale, per cui sei ospite e hai dei doveri in quanto tale, in lavoro da statista. Alcune anime belle si sforzano (vedi la renzianissima e marchionnissima Stampa) di scomunicare Berlusconi per intelligenza, con il presunto nemico dei valori occidentali Putin. Poiché insieme sarebbero andati ad accendere una candela alla Madonna per chiedere la pace nella chiesa di San Vladimir e avrebbero passeggiato per Yalta, la cui adesione alla Federazione Russa non è riconosciuta. Qui siamo davvero all'insipienza più pura. Certo la Crimea ha oggi uno statuto controverso. E la questione andrà risolta nelle dovute sedi, nel rispetto dei diritti di tutti. Ma oggi brucia la casa. Berlusconi va dove la Merkel e dove Renzi non possono andare proprio a causa di quelle controversie internazionali. Invece Berlusconi, che non ha cariche di Stato, può e deve. Mette in gioco tutto se stesso, a costo di esporsi a questi penosi e pretestuosi attacchi. Verrebbe voglia di dire: ma il Califfo non è che vi sta preparando una medaglietta al valore islamico?

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