giovedì 30 aprile 2015

NO AL FASCISMO RENZIANO



L'aria che si respira è carica di tensione e impone un supplemento di coraggio.
È un dovere morale di ogni forza politica sana andare oltre la cortina fumogena della e denunciare, condannando, le retorica renziana forzature che stanno immiserendo il ruolo del Parlamento. Il tutto reso più amaro da un imbarazzante silenzio che giunge, sempre più assordante, dal Colle più alto di Roma. Il renzismo, a differenza del berlusconismo, non un è costrutto mediatico.
Non è frutto dell'immaginazione o dell'illusione creata ad arte da certa intellighenzia progressista, tradottasi poi in aggressione giudiziaria e denigrazione politica.
No, il renzismo è pura occupazione del potere. Disprezzo delle regole basilari del dialogo, prevaricazione e intransigenza con chi non allinea il proprio pensiero a quello del Capo. Non ci sono spazi di manovra, chi è d'intralcio viene defenestrato. Tanto dal partito, quanto nelle Commissioni parlamentari. La regole è chiara: non bisogna disturbare il manovratore.
Ecco, allora, la necessità e urgenza dell'instaurazione di un Clnr, . La libertà come Comitato di liberazione nazionale dal renzismo risposta all'assolutismo, il diniego dell'intolleranza e della ‘violenza’ delle Istituzioni a fondamento della democrazia.
È tempo che le donne e gli uomini liberi e forti facciano fronte comune e si schierino dalla parte della libertà. Forza Italia è in prima linea, impegnata a costruire un'alternativa autenticamente democratica e vincente.


NULLA SARA’ PIU’ COME PRIMA


La democrazia sotto il tallone del fascismo renziano. Cronache di resistenza. L'acquiescenza della Boldrini. E il silenzio stupefacente del Quirinale. (Ora capite perché era importante una scelta condivisa per il Capo dello Stato?)

 


mercoledì 29 aprile 2015

NO AL FASCISMO RENZIANO


Brunetta: Non consentiremo il fascismo renziano. Faremo di tutto per impedirlo, dentro e fuori questa Aula. Non consentiremo che questa Aula sia ridotta a un bivacco di manipoli renziani”. Lo ha detto nell'Aula della Camera il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta dopo che il governo ha posto la fiducia sull'Italicum. Ricordando che la legge Acerbo era stata approvata con la fiducia dal fascismo, Brunetta ha sottolineato che “il governo la pone contro il Pd”, che “governa grazie a un premio di maggioranza dichiarato incostituzionale”. “Renzi solo con suoi parlamentari abusivi– “Non c'era ragione di mettere la fiducia, non c'era ostruzionismo, non c'era un numero esorbitante di emendamenti. Renzi vuole mettere la fiducia per coartare la libertà di voto del suo stesso partito” e “mi meraviglio molto che quel che rimane del Pd possa accettare una violenza di questo tipo” ha aggiunto Brunetta. Ma “non consentiremo che quest'Aula diventi un bivacco di manipoli renziani” dice Brunetta. “Renzi ha detto in tutti i modi che le regole si cambiavano insieme e non a colpi di maggioranza. Ora si ritrova solo, con i suoi parlamentari abusivi, a decidere a colpi di maggioranza per uccidere la democrazia in questo Paese”



DITTATORELLUM


Renzi minaccia i deputati e prospetta la caduta del mondo se non passa l'Italicum. In realtà casca solo lui, e sarebbe una benedizione. Non è in questione la legislatura bensì il suo posto di capo di un governo il cui unico contenuto è l’occupazione del potere, standoci seduti sopra aumentando le tasse e senza peso in Europa.

GOVERNO, 27 DECRETI IN RITARDO IN TREDICI MESI. COSTITUZIONALISTI:”CARTA VIOLATA”


La denuncia arriva da alcuni autorevoli studiosi. Riguarda i provvedimenti trasmessi al Parlamento anche dopo decine di giorni dal varo: “Modo di operare preoccupante, in conflitto con lo spirito e la lettera della Carta costituzionale”


martedì 28 aprile 2015

FORZA ITALIA, MARINA BERLUSCONI IL NUOVO LEADER: QUELL’ULTIMO INDIZIO FA PENSARE ALLA DISCESA IN CAMPO


Da LIBERO - "Da qui al 2018 - spiega ai suoi Silvio Berlusconi - dobbiamo trovare un federatore. Il centrodestra oggi è spappolato, abbiamo tre anni per ricostruirlo". Ci crede, il Cavaliere, che compulsa i sondaggi e aggiunge: "Renzi è attorno al 32% come consenso personale, io ho il 23 per cento. Lui è sempre in televisione, io no. Non possiamo che migliorare". Di sicuro, Berlusconi, sta pensando a un rinnovamento del partito. Volti freschi, facce nuove con cui stravolgere le prossime liste elettorali, nel momento in cui dovranno essere compilate. In questo contesto si fa un gran parlare anche del nuovo coordinatore del partito. Due i nomi in lizza. Il primo, nonché più probabile, è quello di Antonio Tajani, che nel frattempo - in tandem con il "formattatore" Alessandro Cattaneo - sta lavorando alla ricerca delle nuove leve azzurre, di giovani brillanti per il rilancio del partito. Su Tajani, per inciso, si è espresso anche il sempre informatissimo Luigi Bisignani, che in tv, a Virus, ha confermato che sarà lui il prossimo coordinatore nazionale di Forza Italia. La contendente, e anche questo è noto, è Mara Carfagna. Tajani e Carfagna, due figure di primissimo piano con una grande esperienza politica, che potrebbero anche ambire alla leadership di Forza Italia. Prepotente ritorno - Il partito, però, starebbe pensando di imporre l'inderogabile limite di tre mandati: una circostanza che, per la leadership, escluderebbe tanto Mara quanto Antonio. Ed è dunque in questo contesto che ritorna con prepotenza il nome di Marina Berlusconi. A gettare benzina sul fuoco ci ha pensato lei in prima persona, con l'"uscita da premier" di giovedì scorso, quando ha sparato ad alzo zero contro il governo di Matteo Renzi. Una dichiarazione il cui tempismo ha destato qualche sospetto: ci sta pensando davvero? E nonostante le smentite di rito (in verità arrivate in passato, e non in quest'ultima circostanza) la possibilità che l'impegno politico di Marina possa diventare realtà, oggi, forse, è più forte di ieri.
Legittimo sospetto - E il fatto che l'impegno politico possa diventare realtà viene in un qualche certo modo confermato da un piccolo e significativo indizio che arriva anche da Il Giornale, il quotidiano della famiglia Berlusconi, che quando si vocifera sulla candidatura di Marina ci va sempre coi piedi di piombo. Eppure, in calce a un articolo firmato da Fabrizio De Feo, si legge: "A detta di molti la presidente di Fininveste e Mondadori potrebbe essere l'unica con l'appeal necessario a regalare nuovo smalto al partito e rilanciare il centrodestra". Un messaggio? Una richiesta? Oppure un'anticipazione di ciò che sarà?



D’ORA IN POI ASPETTATEVI DI FARVI RAPINARE DALLE BANCHE, PAROLA DEL GOVERNATORE DELLA BANCA D’ITALIA


Come dire che d’ora in poi chi affida la propria automobile a un parcheggio privato per la custodia, nel caso di fallimento del garagista, se la vede venduta coercitivamente.
Comunque grazie Governatore Visco per averci ricordato quale sia il vero lato oscuro dell’Europa. Se inizieremo a vedere anche in Italia le file agli sportelli o ai bancomat per ritirare quel poco che è rimasto dei risparmi accumulati con sacrifici da noi e dai nostri padri in omaggio al “modello Cipro”, si sappia almeno che è per merito di questo sistema a cui ci siamo affidati senza capire nulla mentre una classe politica complice ci faceva strillare e battere la mani in nome del “più Europa”!


GLI USA RIPORTANO INDIETRO (CUBA) I BARCONI TROVATI IN MARE


Il metodo degli USA è talmente chiaro da essere conosciuto con il suo soprannome, ovvero “Wet feet, dry feet”, traducibile in “Piedi bagnati, piedi asciutti”. Se un immigrato è intercettato quando ancora si trova in mare, viene immediatamente rispedito a casa. Se riesce a toccare la terra statunitense, ovvero mettere i piedi all’asciutto, può restare fino a che la sua situazione non è esaminata dagli organi competenti che analizzano ogni singola richiesta.



domenica 26 aprile 2015

25 APRILE, PANSA ATTACCA RETORICA E FALSITA’ DELLA RESISTENZA


Giampaolo Pansa si arrabbia, ma pure si diverte. In realtà, non ci sta a guardare silente la marea montante di conformismo celebrativo in atto in prossimità di quest’altro 25 aprile. Tutta la sinistra strombazza. La sinistra comunista di ieri (residui), quella intellettuale e radical-chic (altri residui), quella acchiappatutto di Renzi e dei suoi supporter (un fiume in piena): tutti li a celebrare. A sorridere e ricordare e pure cantare (tipo la Boldrini). Ancora oggi stanno così: abbarbicati ad una data che è ormai una zattera. Zattera galleggiante in un mare di menzogne, di omissioni e di falsità raccontate per decenni. Un intero paginone di “Libero” serve perciò appena all’ottantenne giornalista e scrittore piemontese per ribadire quanto già spiegato nei suoi scritti più famosi e controversi sul tema: “Il Sangue dei Vinti” e “La Grande Bugia“. Scritti che ne hanno decretato una sorta di ostracismo, naturalmente democratico (non sia mai!) dal consesso dei resistenti in servizio permanente effettivo. E ciò semplicemente, per aver detto la verità sui crimini e sulle ottuse violenze pianificate con cieca obbedienza durante quella primavera di sangue di 70 anni fa.

Le falsità della Resistenza: Così incrocia di nuovo la penna, Giampaolo Pansa contro quello che definisce “un mare di retorica, uno tsunami strapieno anche di bugie dettate dall’opportunismo politico”. E che sia davvero così, ci vuol poco a capirlo, nota lo scrittore di Casale Monferrato. Basta dare un’occhiata, rileva, ai giornali di questi giorni: “È da un decennio che studio e scrivo della nostra guerra civile. Ma non avevo mai visto il serraglio di oggi. Una fiera dove tutto si confonde. Dove imperano le menzogne, le reticenze, le pagliacciate, le caricature. È vero che siamo una nazione in declino e che ha perso la dignità di se stessa. Però il troppo è troppo.” Così eccolo a snocciolare, per esempio, tutta una serie di fatti, di eventi, di verità che stridono e non poco con la elegiaca e romantica visione della Resistenza in onda in queste ore a reti unificate. Un servizio che Pansa probabilmente sente di dover rendere anzitutto alla sua coscienza di uomo libero, ma anche a tutti noi. Noi che non ci sogniamo neppure di sorbirci la sbobba nauseante delle “radiose giornate”.

 



FORZA ITALIA RENDE OMAGGIO AI CADUTI INGLESI PER LA NOSTRA LIBERAZIONE, UNA TRADIZIONE INIZIATA 21 ANNI FA.

Cimitero Inglesi Forza Italia rende omaggio ai caduti: Minardi;Archi; Galassini; Govoni; Ridolfi, 25 aprile

FORZA ITALIA Faenza, unitamente a dirigenti, consiglieri comunali e al consigliere provinciale Galassini hanno fatto visita e deposto una corona e recitato una preghiera stamane al Cimitero dei caduti alleati del cimitero degli Inglesi in via S. Lucia. Forza Italia ha rinnovato così la tradizione che si svolge da 21 anni, iniziata dal fondatore di Forza Italia Rodolfo Ridolfi, di rendere omaggio anche a quella parte di caduti che la retorica della Resistenza, particolarmente intensa nel nostro territorio, tende sempre a mettere in secondo piano privilegiando le commemorazioni per i partigiani rossi, in quanto meno utile agli obiettivi della conservazione del potere da parte del partito di maggioranza della nostra provincia.



venerdì 24 aprile 2015

BERLUSCONI DIXIT


 Il suo j’accuse contro Renzi, malato di bulimia di potere. Non riuscirà a realizzare la sua piccola dittatura. Non voteremo mai questa legge elettorale. Novità future per Forza Italia, con Bush... Come aiutare i profughi: aiutarli sul campo, distribuirli in Europa, no al blocco navale
RENZI: “Renzi è malato di bulimia di potere, con le sue riforme combinate sta creando una piccola dittatura. Su Renzi non esagero, ma conosco gli uomini: gli stavamo apprestando un aiuto per consentirgli un regime”.
RENZI: “Renzi non è stato scelto dagli italiani e alle europee ha preso il 40% del 20% dei votanti. Al massimo è stato eletto alla provincia di Firenze...”.
GOVERNO: “Questo governo ha fallito, tutti gli indicatori economici sono peggiorati. Hanno fallito sulla politica estera, sulla disoccupazione, sull'immigrazione. Avevamo ragione noi su tutto, sulla Libia, sull'immigrazione e sulla Russia”.
L. ELETTORALE: “L'Italicum è una legge autoritaria. Non possiamo consentire a Renzi di prendere il potere totale con 30% dei voti attraverso una legge che di fatto con lo sbarramento al 3% polverizza l'opposizione. Noi avevamo proposto l'elezione diretta almeno chi vince è legittimato dal popolo e ci sarebbero solo due partiti”.
ITALICUM: “Non possiamo votare questa legge elettorale. Il patto del Nazareno e' decaduto per colpa loro, dopo la richiesta da parte loro di 17 cambi di patto dall'inizio quando hanno mancato la parola anche sul capo dello stato abbiamo capito che era così”.
GOVERNO: “Siamo un Paese a democrazia sospesa: siamo al terzo governo non eletto”.
FORZA ITALIA: “Noi siamo ancora qui e faremo il partito repubblicano sul modello americano: il partito dei moderati. Ho chiesto aiuto a Bush, e verrà”.
FORZA ITALIA: “Tornerò pienamente in campo solo quando mi verrà restituita la piena dignità perché solo io so ciò a cui sono stato sottoposto”.
FORZA ITALIA: “Andrò in televisione e farò comizi ma solo al chiuso perché all'aperto qualcuno può attentare alla mia vita”.
FORZA ITALIA: “Il partito va rinnovato, ma senza gettare a mare nessuno, non appartiene al mio modo di fare, non l'ho mai fatto”.
FORZA ITALIA: “Vi presento Andrea, da oggi si occuperà della presenza in tv di deputati e senatori... la Bergamini, visti i tanti impegni, mi ha chiesto di trovarle un aiuto su questo”.
IMMIGRAZIONE: “Servono 10-12 mila soldati a pattugliare le coste libiche con l'aiuto della comunità internazionale. Serve poi la distruzione delle imbarcazioni degli scafisti, aiuti umanitari sul posto alle popolazioni in difficoltà e poi e' necessario redistribuire gli immigrati che arrivano tra tutti i paesi europei. Il blocco navale sarebbe controproducente”.
REGIONALI: “Per le Regionali sarò in campo e anche tutti voi dovrete andare a sostenere i nostri eroici Candidati, soprattutto Liguria, Puglia e Campania”.
REGIONALI: “Tutti dovranno impegnarsi per sostenere i nostri eroici candidati alle regionali”.
POPOLARITA': “Oggi il gradimento di Renzi è al 37,8% e sta sei ore la settimana in tivù. Nel 2009 il mio gradimento personale era arrivato al 75,3%, il più alto per un leader politico eletto di un paese democratico, anche grazie al Milan. Come presidente del club rossonero ero e resto tra i leader più conosciuti in Cina e Giappone”.


22 aprile 2015

PS.  Della Redazione: SILVIO SEI UN GRANDE…….

CRONOLOGIA E RESPONSABILITA’: IL DISASTRO LIBICIO. SARKOZY, NAPOLITANO…..


Guardiamo all’immane tragedia verificatasi nel Mediterraneo. Non vogliamo trovare capri espiatori, ma qualcuno deve assumersi colpe e responsabilità.
E questo qualcuno ha nome e cognome.
Facciamo un passo indietro e cerchiamo di ricostruire il corso degli eventi. La storia va ripercorsa per onor del vero contro chi oggi affronta irresponsabilmente la crisi libica.
Perché il 19 marzo 2011 Nicolas Sarkozy, il più ‘gheddafiano’ tra i presidenti della Répubblique, ha lanciato i suoi bombardieri contro Tripoli, tre ore prima di avvertire gli alleati – come raccontato nel libro di Hillary Clinton Hard Choices” – e con al fianco il solito David Cameron? Si domanda Cesare Martinetti su ‘La Stampa’.
Noi da tempo rispondiamo a tale quesito e denunciamo il golpe che nel 2011 si perpetrò ai danni di Berlusconi e dell’Italia intera.
“Un grave segreto provocherà la caduta di Sarkozy”, tuonò Gheddafi in quei primi giorni del 2011. Più esplicito fu il figlio Saif-al-Islam quando i bombardamenti francesi erano iniziati: “Abbiamo finanziato noi la sua campagna elettorale e ne abbiamo le prove”. Sembrano motivazioni più che valide per attaccare la Libia senza il consenso degli alleati e di Berlusconi in particolare.



giovedì 23 aprile 2015

BERLUSCONI: “MATTEO RENZI E’ MALATO DI BULIMIA DI POTERE”


Sono lontanissimi i giorni del Patto del Nazareno. Nel momento di massima convulsione all'interno del Pd sull'Italicum, con lo scontro sempre più violento tra minoranza e premier, contro Matteo Renzi entra a gamba tesa anche Silvio Berlusconi. "Questo governo ha fallito", esordisce il Cav nel corso della riunione del gruppo di Forza Italia, sottolineando poi come tutti gli indicatori economici siano peggiorati. E ancora: "Hanno fallito sull'economia, sulla politica estera, sulla disoccupazione, sull'immigrazione. Avevamo ragione noi su tutto, sulla Libia, sull'immigrazione e sulla Russia". Poi, appunto, si passa all'Italicum, la riforma elettorale che ha ricevuto oggi il primo sì della Camera e che sarà in Aula da lunedì. Per Berlusconi si tratta di "una legge autoritaria". Proprio come il premier, che governa "senza avere i numeri". Il leader di Forza Italia poi ci va giù durissimo: "Non possiamo consentire a Renzi di prendere il potere totale con il 30% dei voti attraverso una legge che di fatto con lo sbarramento al 3% polverizza l'opposizione". E ancora: "Noi avevamo proposto l'elezione diretta, almeno chi vince è legittimato dal popolo e ci sarebbero solo due partiti. Renzi - conclude, durissimo - è malato di bulimia di potere". Berlusconi ha ribadito come l'Italia sia "un Paese a democrazia sospesa. Siamo al terzo governo non eletto". Infine, ha concluso: "Forza Italia c'è. Noi siamo ancora qui e faremo il partito repubblicano sul modello americano, il partito dei moderati".


SOSPETTO COMBATTENTE DELL’ISIS FERMATO A RAVENNA: STAVA PER PARTIRE PER LA SIRIA,LI ABBIAMO IN CASA!!!


Lo Stato islamico è arrivato in Italia. Mentre il ministro dell'Interno Angelino Alfano continua a minimizzare i rischi del terrorismo islamico, a Ravenna la Digos ha bloccato uno straniero fortemente indiziato di essere un foreign fighter.
Da tempo era controllato dai servizi italiani, ma non è ancora noto se stesse per arruolarsi nelle milizie del califfo Abu Bakr al Baghdadi o se abbia avuto già un ruolo attivo nei conflitti in corso in Africa e Medio Oriente.
Il foreign fighter fermato è Louati Noussair, un tunisino di 27enne residente a Ravenna e senza fissa dimora. Nato a El Fahs il 23 novembre 1988, ha precedenti per droga: era stato arrestato il 18 febbraio scorso dai carabinieri di Marina di Ravenna con tre grammi di eroina. Un paio di giorni giorni fa, parlando con un altro maghrebino, aveva spiegato che spacciava per "mettere dei soldi da parte per partire". Le Digos di Bologna e Ravenna, coordinate dal procuratore di Bologna Roberto Alfonso, a capo della Dda, avevano fatto partire le indagini su Noussair a febbraio. II fermo è scattato oggi perché il tunisino sarebbe dovuto partire per la Germania, per poi raggiungere il Medio Oriente. Un primo tentativo di partenza per la Siria, passando per la Turchia, era fallito il 26 marzo, data per la quale il tunisino aveva prenotato un biglietto di sola andata da Bergamo per Istanbul. L’uomo pero non era riuscito nel suo intento per i problemi legati al passaporto che aveva avuto con il consolato di Genova.
Le indagini hanno accertato rapporti e contatti via Facebook in particolare con Abou "Jihad" Asba, un combattente palestinese che si trova in un accampamento a Yarmuk. I due parlavano di organizzare il viaggio e della volontà del tunisino di partire. "Sto arrivando, se Allah lo vuole - si legge in uno dei messaggi - voglio fare la Jihad per Allah". Il tunisino è sposato ma pare che la moglie italiana, da cui ha anche avuto una figlia, fosse ignara di quello che voleva fare. L’uomo frequentava un centro islamico a Ravenna e il centro culturale islamico di viale Jenner a Milano.
ANCARANI - A nome del Gruppo Forza Italia, il consigliere Alberto Ancarani ha formalmente chiesto alla presidenza del consiglio comunale e al sindaco che giovedì, in apertura di seduta consiliare, "riferisca al consiglio stesso tutto quanto possibile in merito all'arresto di un probabile esponente Isis".




RENZI E’ UN PALADINO. MA DELLA BUROCRAZIA


Altro che semplificazione, da noi la burocrazia resta padrona del Paese, un ostacolo al suo sviluppo. La figlia di una coppia di cittadini ucraini che vivono, e lavorano, in Italia da anni - che, come si dice, si sono integrati nel sistema sociale e in quello produttivo - viene a trovare i genitori. Per muoversi autonomamente, vorrebbe comprare un' automobile. Ma non ha fatto i conti con la burocrazia italiana. L'acquisto le è inibito perché non ha il codice fiscale. La pretesa che uno straniero di passaggio abbia il codice fiscale è palesemente assurda. Ma tant'è, questa è l'Italia. Bisognerebbe che, almeno lo straniero in transito, potesse comprare un'auto senza sottostare a eccessive procedure burocratiche. In America si va dal venditore, si paga, il passaggio di proprietà è rapido e automatico e si riparte con l'auto. Ho citato l'episodio come testimonianza che la burocrazia, da noi, è padrona del Paese, un ostacolo al suo sviluppo - l'acquisto dell'auto avrebbe fatto circolare del denaro e prodotto un profitto - e boicotta persino lo Stato che, altrimenti, nella circostanza, avrebbe incassato la tassa prevista per ogni analoga transazione (tassazione già in sé parecchio assurda). Fra le riforme che si sarebbero dovute fare c'era quella dell'eliminazione di licenze, permessi e divieti - per intenderci, l'eccesso di intermediazione pubblica che blocca il mercato e, con esso, lo sviluppo economico e la crescita del Paese. Non è stata fatta e le conseguenze negative sono facilmente riscontrabili. Non la si è fatta e non la si fa perché ad opporvisi è proprio la burocrazia, la potente lobby che governa di fatto il Paese e che, alleata ad altre corporazioni, ha tutto l'interesse, per ragioni autoreferenziali e di puro potere, che le cose rimangano come sono. L'America di Reagan e la Gran Bretagna della Thatcher sono uscite dalla crisi nella quale versavano e sono economicamente ripartite dopo che il presidente americano e il primo ministro inglese avevano, oltre ad aver ridotto le tasse, deregolamentato e snellito la Pubblica amministrazione. Da noi, l'eccesso di legislazione, di licenze, di permessi e di divieti è l'occasione, per molte corporazioni, di arricchirsi e per la burocrazia di imporre a governo e parlamento il proprio

mercoledì 22 aprile 2015

BASTA COSÌ. ORA INSIEME


Insieme nell’affrontare la tragedia di oggi e per evitare quelle future. Insieme, in una coesione nazionale di alto spessore umano e politico, oppure Renzi farà fiasco in Europa. E in Italia, agendo da “uomo solo al comando”, non combinerà altro che pasticci propagandistici, in un’alternanza di cuore dolce e azioni armate, senza un’apparente sintesi coerente ed efficace. Insieme. Questa è la proposta di Silvio Berlusconi. Il premier venga in Parlamento, si faccia dare un mandato forte, che esprima l’unità di forze e uomini di buona volontà. E Bruxelles non potrà più dire di no


BERLUSCONI LEADER PIU’ CHE MAI: OPERAZIONE VERITÀ




La morsa mediatico-giudiziaria e politico-finanziaria che tentò di schiacciare Berlusconi dal 2009. La

verità sta venendo a galla……..
La verità sulla morsa dei complotti, giudiziario e finanziario, viene alla luce. La rinascita nel segno della libertà creativa e inclusiva. Lui l'unico federatore, in grado di battere la sinistra. La Cassazione che condanna se stessa. La replica debolissima dell'istituzione. Sentenza canta. Preferiamo il giudizio della Corte dei diritti umani rispetto all'ufficio stampa della magistratura con le sue propaggini al Corriere.





PENSIONI: DIRITTI ACQUISITI SOLO PER I POLITICI E NON PER I PENSIONATI


 I diritti acquisiti sono incancellabili, soprattutto quando si parla di pensioni”, ed il nuovo boss INPS, il prof. Boeri, purtroppo per gli italiani e il paese, dovra’ rendersene conto. La sua lodevole intenzione di ricalcolare le pensioni gia’ in liquidazione con il metodo contributivo, rendendo cosi’ giustizia ed equita’ fra vecchi e giovani lavoratori, e’ destinata a non avere seguito. Questi vergognosi “diritti acquisiti” sono e sono stati una manna immeritata per tanti ed un cancro per le nuove generazioni di lavoratori, oltre ad essere una delle cause maggiori del deficit statale. Il prof. Boeri pecca di ingenuita’ lasciando trasparire le sue intenzioni; e’ infatti risaputo che I beneficiari di questi diritti acquisiti, elargiti a larghe mani dai politici di turno per soli fini elettorali, sono sostanzialmente I dipendenti dello stato (pubblica amministrazione, insegnanti, etc etc). Gli istituti previdenziali che gestivano I contributi dei dipendenti pubblici di fatto non esistono piu’ in quanto sono stati tutti accorpati nel calderone INPS, scaricandovi dentro una marea di deficit di bilancio. Cio’ e’ avvenuto con la scusa di evitare duplicazioni di strutture ed avere una riduzione dei costi; cosa che, italica more, non e’ certo successa. Oltre, ad una gestione “creativa”, visti i deficit, evidentemente in queste strutture si accompagnava anche una poca accuratezza nella gestione dei record personali, per cui; come gia’ anticipato infatti in altre occasioni dall’INPS, e’ materialmente impossibile ricostruire in molti casi le posizioni contributive dei dipendenti pubblici e poter ricalcolare la loro pensione. La naturale conseguenza di tutto questo e’ che non potendosi fare una operazione a 360 gradi, non se ne fara’ niente. Mai piu’ che in questo caso il buon Toto’ e’ stato preveggente: “chi ha dato, ha dato, ha dato e chi l’ha preso, l’ha preso, l’ha preso”. Mi consenta Severgnini la leggera deviazione, forse un po’ goliardica, ma certo pertinente!!



RENZI IL 730 PRECOMPILATO FA SPEDERE EURO PER LA COMPILAZIONE, RISPETTO AL PASSATO: UN BUFFONE. RICORDATI DI FIRMARE PER IL 2X1000 A FORZA ITALIA!!!


martedì 21 aprile 2015

ENRICO LETTA (NON) SI DIMETTERA’ FRA 5 MESI. E INTANTO INSEGNA IN FRANCIA CON STIPENDIO DEL NOSTRO PARLAMENTO

Mi dimetto dal Parlamento. Non dalla politica, non dal Pd. Da questo Parlamento.
A poco più di un anno dalla fine del suo governo, 
Enrico Letta annuncia il suo addio al Parlamento che prima gli ha dato la fiducia da premier, poi gliel’ha tolta.
L’annuncio delle dimissioni dal 1 settembre, fatto nel corso di un’intervista a Che tempo che fa è solo una ‘
marchetta‘ per il suo nuovo libro, anche perchè nel frattempo deve votare contro Renzi, e fino a Settembre … c’è temp

Non prenderò la pensione da parlamentare“, sottolinea. Ma solo perchè non ha ancora l’età, che sia ben chiaro. Non rinuncia alla pensione, solo è troppo giovane, come non ha rinunciato allo stipendio da parlamentare nell’ultimo anno mentre insegnava in Francia e percepiva lo stipendio da parlamentare nonostante le assenze quasi totali. Fosse un cittadino normale sarebbe indagato subito.

SINDACI DEL VENETO (PD E LEGA) PRONTI A DIMISSIONI SE ALFANO MANDA IMMIGRATI


Francesco Vezzaro ha minacciato le dimissioni se un solo profugo avesse messo piede Vigodarzere, Comune del Padovano che amministra. Per evitare che la polemica montasse il ministero dell’Interno ha ceduto al ricatto e ha stoppato tutto. Ora, però, Vezzaro è diventato una sorta di capofila di quei sindaci veneti che non vogliono accogliere i calndestini che in questi giorni sono sbarcati sulle coste italiane. Nei giorni scorsi il governatore Luca Zaia era stato sin troppo chiaro. “Il Veneto – aveva detto – non metterà a disposizione alcun posto per gli immigrati”. Porta chiusa in faccia al ministro dell’Interno Angelino Alfano che negli ultimi giorni sta cercando di piazzare 6.500 disperati con l’angoscia di dover, a breve, rivedere i numeri dell’accoglienza perché gli sbarchi non si arrestano più. Solo nell’ultima settimana sono arrivati altri 11mila extracomunitari a cui il Viminale deve trovare un posto dove parcheggiarli. Per questo ha attivato le prefetture. Matteo Salvini, però, ha invitato sindaci e governatori a opporsi. E così è stato. Solo che a questa chiamata alle armi non hanno risposto solo gli amministratori del Carroccio. Come riporta il Mattino di Padova, anche i sindaci del Partito democratico hanno deciso per la serrata. La protesta di Vezzaro ha subito incassato il sostegno del sindaco di Padova Massimo Bitonci (Lega Nord), di quello di Loreggia Fabio Bui (Pd) e di altri amministratori che hanno minacciato le dimissioni nel caso in cui Alfano dovesse spedirgli altri immigrati. Dopo aver ricevuto rassicurazioni dal Pd sul fatto che il Viminale non gli avrebbe mandato alcun immigrato da accogliere, Verzaro ha ritirato le dimissioni ma ha confermato la manifestazione contro i profughi che aveva lanciato nei giorni scorsi. “Ciò non significa che, salvato il mio Comune, il mio impegno verrà meno – ha spiegato il primo cittadino di Vigodarzere – in estate solitamente gli sbarchi aumentano in maniera esponenziale. Serve con urgenza una politica di condivisione europea e la revisione delle nostre leggi”.

lunedì 20 aprile 2015

LUTTO E RABBIA

Dolore, angoscia, vergogna. Non è una tragedia, ma una strage. Non ci si può più limitare ad appelli all'Europa degli egoismi. Occorre agire per stroncare sulla costa i preparativi di invasione e di morte. Agiamo noi e le spese detraiamole dal nostro contributo a Bruxelles


Adesso basta! Il dolore e la costernazione non possono esaurirsi in se stessi. Devono trasformarsi in azione politica di emergenza assoluta.  La forza militare è necessaria, indispensabile.
Una task force europea guidata dall'Italia, con o senza il timbro dell'Onu va posta in essere per impedire la partenza dalle coste libiche. Sono operazioni di soccorso armato, di prevenzione di pericoli mortali. Renzi negli ultimi giorni ha spiegato a Obama che siamo impegnati come Italia a cercare un accordo di pace tra le tribù. Ottimo. La diplomazia serve a impedire le guerre. Ma mentre uno sta imbarcando gente con buona probabilità destinata alla morte, non è che vai dai capi tribù per farli dialogare tra loro. Fermi l'assassino con il colpo in canna. Mentre le tribù discutono, la gente crepa, e quelli che riescono ad attraversare il mare sono in numero tale che la situazione sociale del nostro Paese è al collasso. Non basta, anzi è persino peggiorare le cose, incrementare i mezzi di soccorso e farlo sapere: crea quello che in psicologia sociale si chiama il pull effect. L'effetto spinta. Se sai che c'è una rete sotto di te, più facilmente ti prendi il rischio di camminare sull'abisso. C'è un paradosso, che illumina ancora di più la tragedia. La soluzione è una sola: non farli partire! Nemmeno se sono profughi aventi diritto all'asilo. Non si può tenere aperto a nessuno, neanche ai profughi, soprattutto ai profughi con bambini e donne incinte, il sentiero della morte. La vergogna dell'Europa è senza fine. Ancora nei giorni scorsi ha detto di no a qualsiasi iniziativa comune. E l'Italia si è piegata a firmare una specie di tremebondo invito sottoscritto con pochi altri Paesi (Francia, Germania e Slovacchia) per un impegno maggiore, e che non si esaurisca in una mancetta di poche decine di milioni di euro! Era meglio se Gentiloni non firmava la prova patetica della nostra impotenza. La cosa interessante, e ipocrita, è che questo documento di protesta per l'egoismo degli altri Paesi, specie di quelli del Nord è stato sottoscritto dalla Germania! Come se la Germania non avesse i mezzi per convincere i Paesi riottosi a

BERLUSCONI: NESSUNA OMERTA' CONSENTITA SU DOPPIA SENTENZA CASSAZIONE


La Cassazione ha cassato se stessa e la sentenza mostruosa contro Berlusconi. Non finisce qui
ripetiamo ad uso dei lettori di “Repubblica” e de “La Stampa” e dei telespettatori di quasi tutti i tg quel che altrimenti non saprebbero mai. La Corte di Cassazione con una sentenza depositata il 19 dicembre scorso ha smentito in radice quella che il 1° agosto del 2013 ha condannato Berlusconi per frode fiscale a quattro anni di carcere. E che è alla base della decisione di farlo decadere da senatore con l'applicazione retroattiva della legge Severino, con ciò mutilando l'onore di una persona e – particolare non secondario – eliminando dalla competizione politica il leader dell'opposizione moderata.  Ci fa piacere riconoscere che, al di fuori di Forza Italia, si è levata la voce molto chiara di due esponenti del Nuovo centrodestra, Fabrizio Cicchitto e Nunzia De Girolamo. Ecco la dichiarazione di quest'ultima come risulta dall'organo del Ncd, l'Occidentale: “Stessa corte, stesso reato, stesso relatore, diversa sentenza: Silvio Berlusconi condannato, un altro imputato assolto. Ha perfettamente ragione il collega Cicchitto quando dice che si apre un problema grande come una casa che riguarda in primis la Cassazione. Ma, aggiungo io, la giustizia in senso generale e la democrazia. In un Paese normale qualcuno dovrebbe dare almeno una spiegazione di tutto ciò, non solo per rispettare la democrazia, ma anche per onorare la giustizia”. “Nessuno ha diritto di tacere, non è più possibile occultare le prove dell'ingiustizia mostruosa subita da Berlusconi con la sentenza che lo ha condannato da innocente per frode fiscale. Invece alla omertà si accompagna anche un lavoro di minimizzazione e falsificazione.
Sul 'Corriere della Sera' di ieri Luigi Ferrarella, che è giornalista preparato e molto addentro al mondo della procura milanese di cui funge da portavoce ufficioso, ha bevuto come oro colato quanto gente interessata deve avergli suggerito. Sono gli stessi che gli passarono informazioni fasulle sulla prescrizione del reato, consentendo così il trasferimento della causa alla sezione feriale prediletta dalla Procura di Milano? Mah. Di certo fu firmato da Luigi Ferrarella l'articolo del 9 luglio 2013 che indusse il piacevole disguido che consentì di affidare la causa contro Berlusconi in mani gradite e sicure.
Scrive Ferrarella che il Massimario della Cassazione nega ci sia contrasto tra la sentenza che ha assolto un imputato di frode fiscale e quella contro Berlusconi. Una falsità pura e semplice. Infatti l'editorialista giudiziario del 'Corriere' conclude in crescendo, convinto di mettere tutti nel sacco della Procura: 'Il Massimario della Cassazione, cioè l'ufficio studi, classifica le sentenze in tre modi: o 'conformi' alla linea maggioritaria, o 'difformi', oppure 'vedi' per segnalare che trattano un certo tema ma non si prestano a poter essere incasellate tra le 'conformi' o le 'difformi'. E la sentenza Mediaset, per l'appunto, è massimata con come 'difforme', ma come 'vedi''. Punto, fine articolo.
Insomma, il 'Corriere' crede di chiudere la vicenda cosi con un 'vedi', che tradotto significa, un po' conforme un po' difforme. Cattiva informazione, oggettiva falsificazione (magari in buona fede). Il Massimario classifica la sentenza 52752/2014, quella depositata il 19 dicembre appunto, segnalando sui punti essenziali due 'difforme' e su quelli meno pregnanti due 'vedi'. Il complotto giudiziario risulta, alla faccia del 'Corriere' confermato, confermatissimo. Non finisce qui, non ci fermeremo senza ottenere giustizia per Berlusconi e per la democrazia italiana sfregiata da una giustizia malata in combutta con i poteri forti che hanno congiurato contro l'Italia sin dal 2011".



SUI SOLDI I PARTIGIANI NO N FANNO RESISTENZA: OLTRE UN MILIONE DI EURO L’ANN0, NEI 18 ANNI PRECENDENTI IL TESORO SFIORA I 27 MILIONI



Soldi partigiani. Un milione di euro nel solo 2014, stessa cifra prevista per il 2015, e ancora un milione per il 2016. E tanti, tantissimi altri milioni incassati negli anni precedenti per un totale di 27milioni di euro in 18 anni. A pochi giorni dal 70esimo anniversario della Liberazione, mentre il presidente della Camera, Laura Boldrini, canta «Bella Ciao» in aula e si augura la cancellazione dell’incisione «Mussolini-Dux» dall’obelisco di fronte lo Stadio Olimpico, le 16 «Associazioni Combattentistiche e Partigiane» italiane, continuano a ricevere generosi contributi statali. Un flusso che, finora, non si è mai interrotto. Come si legge negli atti ufficiali, «il ministero della Difesa, di concerto con il ministero dell’Economia e delle Finanze», ha previsto che «l’importo del contributo ripartito a beneficio delle associazioni combattentistiche e partigiane (…) ammonta a 1.000.000 di euro per ciascuno degli anni del triennio 2014-2016». Non solo. Il finanziamento «risulta lievemente superiore rispetto all’importo erogato nel 2013, pari a 974mila». Di soldi, nella casse dei «combattenti rossi», ma non solo, ne sono entrati un bel po’ nel corso degli anni. Ad esempio, nel 2009 il contributo è stato di 1 milione e mezzo di euro, l’anno dopo, in piena crisi economica, di 736mila euro, nel 2011 e 2012 rispettivamente di 674mila 148 euro e di 674mila, fino ai già citati 2013 e 2014, quando il contributo ha iniziato a risalire. Ma quali sono le associazioni che continuano a ricevere soldi dallo Stato a 14 lustri dalla Liberazione e quando di partigiani in vita ne sono rimasti davvero pochi? L’Associazione italiana ciechi di guerra ha incassato nel 2014 oltre 25mila euro, mentre quella Italiana combattenti interalleati si è portata a casa 12.400 euro. Non manca l’Associazione nazionale combattenti e reduci, che ha ottenuto dallo Stato ben 98mila euro dove averne ricevuti 212mila nel 2009. I Combattenti volontari antifascisti in Spagna hanno potuto contare, per l’anno 2014, su 15mila euro, mentre l’Associazione nazionale famiglie dei caduti e dispersi in guerra, ha ottenuto 196mila euro, come l’anno prima e più di quelli precedenti

sabato 18 aprile 2015

MEDIASET, LA CASSAZIONE SMENTISCE LA CONDANNA DI BERLUSCONI: DUE PESI E DUE MISURE?


In un caso analogo a quello del Cav, la suprema corte sostiene che non si può condannare un contribuente solo in base alla presunzione di colpevolezza
Colpo di scena nel processo Mediaset. Secondo quanto racconta il quotidiano Libero, in un caso simile a quello che ha visto Silvio Berlusconi condannato per la vicenda Mediaset, la Cassazione smentisce sé stessa.  Per i giudici della Corte di Cassazione il fondatore di Forza Italia "fu l'artefice di una frode fiscale ai danni dell'erario e per questo fu costretto non solo a lasciare il suo seggio da senatore, ma anche a risarcire l'agenzia delle entrate". Ma adesso le toghe smentiscono la loro stessa sentenza di condanna.
Infatti in una sentenza del 20 maggio 2014, cioè emessa dieci mesi dopo quella pronunciata contro Berlusconi, la suprema corte si rimangia tutto, sostenendo che non si può condannare un contribuente solo in base alla presunzione di colpevolezza. Per stabilire che ha frodato il fisco ci vuole ben altro, ad esempio un atto fondamentale, ossia che l'accusato abbia materialmente partecipato alla frode compiendo l'atto finale: la dichiarazione dei redditi”.
Ecco i punti della sentenza che smentiscono le toghe: “I reati di dichiarazione fraudolenta hanno natura istantanea e si consumano soltanto con la presentazione della dichiarazione annuale. Ancor più esplicita: i reati di frode non possono essere provati dalla mera condotta di utilizzazione, ma da un comportamento successivo e distinto, quale la presentazione della dichiarazione, alla quale in base alla disciplina in vigore non deve essere allegata alcuna documentazione probatoria". La Cassazione dunque assolvendo nel maggio scorso un imputato di frode fiscale, nega dunque la rilevanza penale delle violazioni "a monte" della dichiarazione e lo fa facendosi forte di una serie di pronunciamenti passati.


L’ITALIA SPOMPATA DEL DEF


I lettori sanno già che il Def 2015-2019 del governo di Matteo Renzi è una boiata pazzesca. Glielo ha spiegato con dovizia di particolari il nostro ottimo collega Antonio Signorini svelando da una parte l’incubo di 63 miliardi di tasse in più nel triennio 2017-2019 (dando per assodato che l’anno prossimo si eviti lo scatto delle clausole di salvaguardia con un aumento monstre delle aliquote Iva). Antonio vi ha anche fatto sapere che l’Ufficio Parlamentare di Bilancio (il guardiano dei conti che opere nelle due Camere) ha sottolineato che le previsioni di crescita sono troppo ottimistiche e, se per caso qualcosa andasse storto, già da subito ci ritroveremmo con qualche miliardo di buchi da tappare. Ciò di cui vi vogliamo parlare è una visione ancor più analitica del Documento di Economia e Finanza, elaborata da due esperti in materia. Le conclusioni sono le medesime, ma purtroppo ancor più terrificanti.
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OGGI COME NON MAI RICORDIAMO LA LEZIONE STORICA DEL 18 APRILE 1948. QUANDO L’ITALIA SCELSE DI ESSERE “LIBERA E FORTE

18 Aprile 1948                                        Battaglia di Lepanto
di Rodolfo Ridolfi *
Siamo tutti figli del 18 aprile 1948, perché quel giorno fu il popolo vero, fu l'Italia profonda, dal nord al sud, che seppe difendere, unita, un patrimonio comune di valori ereditato nei secoli; perché quel giorno il nostro popolo seppe dire “no” ad una ideologia che, se avesse vinto, avrebbe portato in Italia il terrore rosso che già aleggiava sui Paesi dell'est europeo, consegnati a Stalin dagli accordi di Yalta; perché, infine, il 18 aprile non vinse, come invece troppo comunemente si crede, il partito che ci avrebbe portati verso il cattocomunismo e la partitocrazia. Il 18 aprile fu giustamente definito una seconda Lepanto, in quanto se Lepanto ha impedito ai musulmani di invadere l'Europa, il 18 aprile ha impedito ai comunisti di conquistare l'Italia. Se il 25 aprile del '45 segnò la fine del nazifascismo per l'opera determinante delle truppe anglo-americane e dei resistenti, il 18 aprile del '48 fu la data in cui, con il voto, l'Italia decise per la democrazia e la libertà, sconfiggendo il pericolo frontista. Come non sottolineare l'intelligenza politica, la lungimiranza ed il coraggio di Saragat, il quale si staccò da un partito socialista, ormai succube del Pci, per dar vita ad un socialismo liberale e democratico. Sessantasette anni sono passati da quel 18 aprile 1948, quando, alle prime elezioni dell'Italia repubblicana, i partiti del centro-destra moderato ottenevano il 48,5% dei suffragi, battendo di oltre diciassette punti la lista di Unità Popolare, formata da Pci e Psi. Il significato della vittoria del 18 aprile va sicuramente al di là del pur considerevole risultato ottenuto dalla Dc, e supera di gran lunga la sigla stessa, sotto la quale tutti quei consensi vennero raccolti. Il 18 aprile vinsero i Comitati Civici, creati pochi mesi prima, che, forti di trecentomila volontari e di ventimila comitati elettorali, intrapresero una politica anticomunista e organizzarono una campagna elettorale nella quale risultò evidente, attraverso slogans e manifesti, che la posta in gioco era la salvezza del Paese dal comunismo. Vinse uno spirito di “crociata” in difesa della civiltà, un anno prima della scomunica lanciata da Pio XII, il 28 giugno del 1949, nei riguardi dei cristiani che aderivano alle dottrine del comunismo e che collaboravano con movimenti comunisti, e undici anni dopo l'enciclica Divini Redemptoris di Pio XI che aveva definito il comunismo “intrinsecamente perverso”.

ELEZIONI REGIONALI: UN SOGNO?


Abbiamo l’opportunità di ribaltare pronostici infausti, che ci davano sconfitti per 7 a 0. E se invece conquistassimo la Campania e il Veneto? Avremmo un 5 a 2 che non comporterebbe alcuno stravolgimento dello status quo pre-Renzi, e quindi nessuna vittoria per il Pd. E se a queste si aggiungesse la Liguria che vede nei sondaggi Toti a pari merito con Paita? Sarebbe un 4 a 3 e quindi una grande vittoria per noi. Se poi la Puglia non si disunisse otterremo un 3 a 4 che comporterebbe inevitabilmente le dimissioni di Renzi. Possiamo sognare, dobbiamo crederci. Uniti si vince!

BERLUSCONI LIBERO E FORTE, IL GIOVANE DITTATORE E’ GIA’ VECCHIO


Di fronte all'imbarazzo generale sulla inconcludenza di Renzi, il centrodestra deve ritrovare le ragioni dell'unità per offrire al Paese un'alternativa credibile. L’Italia attende un segnale di speranza.
Sta a Palazzo Chigi senza aver vinto alcuna elezione, salvo essere stato scelto in regolari votazioni appena da centomila fiorentini, assurto poi ai vertici del suo partito con primarie alquanto dubbie di valore privatistico e quindi, per indecente travaso automatico, a quelli dello Stato. Ieri abbiamo assistito a un ulteriore segnale squassante di rottura dell'equilibrio democratico. Per protestare del mancato ascolto di Renzi, il capogruppo Speranza si è dimesso. E Renzi è andato avanti come nulla fosse, mostrando in che conto tenga i meccanismi democratici, e di fatto prendendosi anche il ruolo di capogruppo senza essere parlamentare. Non è più tollerabile che la democrazia in Italia sia prigioniera nell'orto del Partito democratico, non siamo ancora al monopartitismo in Costituzione. Qualcuno lo dica, magari anche dentro il Pd o dentro la maggioranza di governo. O c'è paura di pagare le conseguenze di un soprassalto di coscienza?

ELEZIONI ? MICA DECIDE LUI….


Ad onta di chi presume un ricatto di Renzi sui suoi a base di: se non passa l'Italicum si va al voto subito, e nelle liste non vi ci metto, vorremmo spiegare a chi ci casca che: 1) Renzi non può dare ordini al Capo dello Stato; 2) può nascere anche un altro governo. Non è che Renzi può adattare a se stesso il motto di Luigi XIV, l'Etat c'est moi (almeno per ora).

LIBERTA’ DI PAROLA


Fa specie la sospensione dal servizio dell'agente Tortosa perché ha rivendicato il proprio lavoro onesto di poliziotto nella scuola Diaz. Non è stato incriminato, non è colpevole di nulla. Rivendicare la lealtà del suo operato non è eversione, ma libertà di pensiero e rivendicazione della propria correttezza. Indecente questo cedimento all'opinione pubblica che esalta un ragazzo morto, Carlo Giuliani, mentre cercava di far fuori un carabiniere


giovedì 16 aprile 2015

Berlusconi libero e forte – Ne vedremo delle belle. Fino a ieri la sua libertà era letteralmente sub judice, oggi il presidente di Forza Italia non ha alcun limite alla sua azione, e gli viene restituito il passaporto. Non semplicemente il passaporto per viaggiare all'estero (e Dio sa quanto sarebbe stato utile uno statista come lui a trovare soluzioni a casa di Putin per la questione Ucraina e in Turchia per fermare la deriva islamista di Erdogan). Ma il passaporto è soprattutto morale e vale per la politica a tempo pieno.
E VAI SILVIO, VICINA TUA PRIMAVERA : “E vai Silvio! Dopo la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Milano è quasi pronta la primavera di Berlusconi. Manca solo la ingiusta Severino che va cambiata”.
MEDIASET: ORA CORREGGERE LEGGE SEVERINO: “La notizia dell'estinzione della pena per Silvio Berlusconi è da una parte straordinariamente positiva e dall'altra straordinariamente negativa. Non possiamo che rallegrarci per la riconquistata libertà del leader di Forza Italia, costretto da oltre un anno a fare i conti con gli effetti di una sentenza ingiusta e ingiustificabile. Allo stesso tempo, non possiamo non esprimere tutta la nostra rabbia per il fatto che Berlusconi sia incandidabile fino al 2019 secondo gli effetti della scellerata legge Severino. Alla luce di ciò, sono ancora più orgoglioso di essere stato l'unico a dire no in occasione del voto finale ad un provvedimento, la Severino appunto, che auspichiamo venga corretto quanto prima per riportarlo a più sani principi di equilibrio, di garanzia e di civiltà giuridica”.



DOPPIO IMBROGLIO


Con questa misura, descritta come “di sinistra”, Renzi spera di attenuare i mal di pancia delle componenti non renziane del Pd, per portare a casa l’ok definitivo all’Italicum prima della tornata elettorale.
Un doppio imbroglio insomma: nei confronti dei cittadini, e nei confronti dei suoi compagni di partito. Imbroglio bello e buono perché il famigerato “tesoretto” non esiste e questa ennesima misura clientelare sarà finanziata con più tasse per tutti. Una morale della favola che abbiamo imparato a conoscere in questi primi quattordici mesi di giglio magico a Palazzo Chigi.