C'e' una incompatibilità di fondo tra Pd e Pdl che non può che tradursi in
una incompatibilità nelle "coesistenza" al governo del Paese. “Nel
suo precipitare in una spirale giustizialista e condizionato dalla strumentalizzazione
politica con cui sin dall'inizio si e' rapportato alla vicenda giudiziaria,
ormai il PD è sordo ad ogni richiamo garantista.”
giovedì 31 ottobre 2013
IL GIORNO DELL’INGIUSTIZIA E DELLA RISCOSSA
Il
vocabolario propone: vergogna, viltà, abominio. Ingiustizia.
Ecco: ingiustizia. Unfair. Sleale. Questo pomeriggio la Giunta
per il regolamento del Senato ha stabilito che l’aula in assemblea plenaria
voterà sulla decadenza del senatore Berlusconi a “scrutinio palese”. Una
decisione contro la sua persona. Un unicum aberrante. E adesso? Pacificazione?
Questi vogliono quella dei cimiteri sotto la luna. Verrebbe voglia di girarsi
verso il don Rodrigo partitico, questo regime incarnato dalla sinistra, e
puntare il dito come fra Cristoforo: “Verrà un giorno…!”. La questione è che noi abbiamo meno pazienza
del frate cappuccino. L’Italia non può attendere la giustizia divina. E
di certo non può sopportare più questa tortura continua che una parte ben
definita del Paese - e che solo per caso, e per brogli vari, ha la maggioranza
del parlamento, - infligge ad un’altra parte, colpendola nel suo punto più alto
e rappresentativo, nel suo leader riconosciuto e amato. È sbagliato domandarsi
perché. Perché la risposta è ovvia. Perché Berlusconi è Berlusconi. E la
sinistra è quella che viene dalle sue radici staliniste. E perché Monti,
mandando allo scoperto una sua seguace, è roso dal risentimento e dall’invidia.
Accadono cose che fanno saltare la sintassi perché sconvolgono il cuore, fanno
balzar su dal dizionario parole che sembravano morte nella storia della
civiltà. Tribunale speciale, fascismo parlamentare. Confisca dello Stato di
Diritto. Una persona riconosce uno Stato, può vivere in uno Stato nella
garanzia delle leggi uguali per tutti.
C’è un
contratto. Pacta sunt servanda.
In questo caso la si è violata bellamente.
RENZI CONDANNATO IN PRIMO GRADO DALLA CORTE DEI CONTI PER DANNO ERARIALE E NESSUNO NE PARLA
Sicuramente un
biglietto da visita non proprio positivo per il Sindaco fiorentino del Pd che
punta dritto a Palazzo Chigi e alla segreteria del partito. Una condanna,
seppur in primo grado, per un amministratore locale non è decisamente un buon
viatico. Il Sindaco infatti, quando era Presidente della Provincia di Firenze,
aveva assunto dei dipendenti con una categoria di inquadramento sbagliata
rispetto ai requisiti realmente posseduti da queste persone. In pratica Renzi aveva assunto 4 segretarie
per il suo staff con un contratto di categoria D invece che C, in soldoni
stipendi gonfiati. Queste infatti non possedevano alcuna laurea, pertanto è
stato ravvisato un danno erariale che la procura contabile aveva
originariamente stimato in 2 milioni e 155mila euro, ridotto dai giudici di
primo grado a un risarcimento di 50mila euro. Di questa somma, circa 14mila
sono stati posti a carico del rottamatore e 1.000 al suo vice di allora, Andrea
Barducci, oggi promosso presidente della Provincia medesima. Il resto è stato
addebitato a ex assessori e funzionari dell’ente locale. Le persone condannate
sono 21; nove dei 30 indagati sono stati archiviati. Renzi contestò
pesantemente il lavoro della procura contabile: «Una ricostruzione fantasiosa e
originale».. Nessuno tuttavia gli ha
sentito dire: accetto la sentenza, la giustizia faccia il suo corso, auspico
tempi brevi per il processo di appello. Del quale, a due anni dal verdetto di
primo grado, si è persa ogni traccia.
Ma la Corte
dei conti ha dovuto occuparsi anche delle spese di rappresentanza del giovane
presidente della provincia di Firenze. Le ha denunciate un dipendente di
Palazzo Medici Riccardi che ha il dente avvelenato con Renzi. Il suo mandato è
costato ai contribuenti fiorentini 600mila euro in cinque anni tra viaggi,
ristoranti, regali, ospitalità: una visita negli Stati Uniti nei giorni in cui
Obama fu eletto presidente è costata 70mila euro. La Provincia aveva dato a Renzi una carta di credito con un plafond di
10mila euro mensili. I magistrati contabili sono andati a caccia dei
giustificativi, ricevute e scontrini. Quando mancavano, il capo di gabinetto
autorizzava ugualmente gli esborsi: «Spese regolarmente eseguite in base alle
disposizioni contenute nel disciplinare delle attività di rappresentanza
istituzionale». Renzi ha fatto felici le migliori cucine di Firenze: 1.300 euro
alla pasticceria Ciapetti, 1.855 euro alla Taverna Bronzino, 1.050 euro da Lino
e 1.213 al Cibreo.
Sotto
inchiesta sono finiti anche i 4,5 milioni che la provincia ha elargito alla
Florence Multimedia, società che svolge attività di comunicazione e
informazione per la provincia.
mercoledì 30 ottobre 2013
SPIATI E OCCUPATI
Gli americani in Italia
hanno tracciato 46 milioni di telefonate solo tra il 10 dicembre 2012 e l’8
gennaio 2013. Gli Usa si difendono: “non abbiamo intercettato, solo
monitorato”.
Per forza, con tutte le
telefonate che già intercettano i nostri magistrati, gli 007 americani hanno sempre
trovato occupato.
martedì 29 ottobre 2013
RIFORMARE LA GIUSTIZIA PER SCONFIGGERE L’ODIO IN TOGA
Appena
si è fatta pressante la nostra richiesta a Letta di tirar fuori dal
cassetto o dal tritacarte la riforma "necessaria e urgente" della
giustizia, annunciata il 2 ottobre al Senato e che ha motivato il voto di
fiducia di Berlusconi. Appena Magistratura democratica si è accorta che
non riescono a togliere energia e consensi a Silvio Berlusconi. Appena… che
pena… eccoli di nuovo rinunciare al pudore e buttare alle ortiche anche solo la
finzione dell'imparzialità.
L'Associazione
nazionale magistrati, il sindacato di cui restano segreti gli aderenti, nel suo
congresso nazionale ha esibito il repertorio più sfacciato del suo odio
politico verso Berlusconi.
E ne
diamo cronaca più avanti. Meraviglia però la scivolata di un uomo di solito
verbalmente prudentissimo come Bruti Liberati, vertice della Procura di
Milano, in capo alla quale stanno le inchieste a tutti note contro Berlusconi.
Pensava
di essere stato satirico, investendo il leader del centrodestra con i suoi
commenti salaci, invece ha mostrato come dietro lo spirito di patata si celi un
pregiudizio rancoroso, che inficia qualsiasi residua fiducia nella giustizia
così com’è.
È
politicizzata e basta. E politicizzata a senso unico. Tornano di estrema
attualità e sono davvero dirimenti.
lunedì 28 ottobre 2013
FORZA ITALIA A RUSSI AL RISTORANTE MORELLI CON RODOL-FO RIDOLFI E L’ON.LE MASSIMO PLAMIZIO
Doveva
essere il tradizionale appuntamento conviviale fra militanti e dirigenti, per fare
il punto sulla situazione politica e cominciare a disegnare i prossimi
appuntamenti elettorali: le elezioni amministrative comunali e quelle europee.
Si è trasformato invece in un incontro al quale hanno preso parte numerosissimi
elettori e simpatizzanti per esprimere piena adesione alla linea assunta ieri
dall'Ufficio di Presidenza del partito che ha deciso il ritorno allo Statuto di
Forza Italia e la concentrazione di tutte le deleghe nelle mani di Berlusconi. Il
coordinatore comunale di Forza Italia Marco Bertozzi ha
introdotto Paolo Savelli e Rodolfo
Ridolfi coordinatore di Azzurri del ’94 con Silvio Berlusconi che ha
detto fra l’altro: "Al
presidente Berlusconi va tutta la nostra piena lealtà e solidarietà.
Continueremo in ogni sede a batterci perché ormai siamo alla vera barbarie un
accanimento giudiziario dal sapore puramente politico per tentare di eliminare
un avversario che oltre nove milioni di cittadini hanno liberamente e democraticamente
eletto. Se la sinistra PD-SEL , Letta e
Renzi quel che resta dei montiani e quelli che sognano da neo democristiani, le
banche, i poteri forti non fanno nulla per governare e non rispettano gli
accordi di programma per le larghe intese, non possono irresponsabilmente trascinare
il Paese nel caos aspettando il soccorso rosso dei magistrati amici. Meglio
ridare, senza perder tempo la parola agli elettori. Quando lo scorso anno,
proprio di questi tempi, fondammo ‘Azzurri ’94 con Silvio Berlusconi rifiutando
primarie e ambiziose e premature successioni chiedemmo di ritornare al senso
della prima scelta -che fu fatta quando nacque Forza Italia'. Forza Italia non
deve perseguire la logica dei vecchi partiti', verticistici, burocratici e
centralisti', ma deve somigliare ai ''partiti americani” che, da sempre, hanno
gli stessi nomi, non si sciolgono e funzionano perché' sono fatti bene. Ciò che
ci deve essere alla base del progetto politico è avere dentro la società. Un
movimento orizzontale fondato sulla rappresentanza e non con i tesseramenti
vecchio stile. Ad ogni adesione deve corrispondere un cervello perché abbiamo
bisogno di persone che pensano, di una grande base federata. E' stata questa la
prima grande intuizione di Berlusconi, che ha sempre pensato a un movimento di
questo tipo: con una forte leadership riconosciuta e un programma condiviso.
L’on. Massimo Palmizio concludendo ha ripercorso le tappe che hanno
portato al voto del Senato del 2 ottobre e alla decisione dell’Ufficio di
Presidenza del 25 scorso che ha sospeso tutte le attività del PDL, azzerato
tutti gli incarichi e messo in moto Forza Italia affidando come da Statuto
tutti i poteri al Presidente Silvio Berlusconi.
sabato 26 ottobre 2013
BERLUSCONI SI LIBERA
TORNIAMO A
FORZA ITALIA
L'Ufficio di Presidenza del Popolo della Libertà,
riunito a Roma oggi, venerdì 25 ottobre 2013:
1. Denuncia la persecuzione politica, mediatica e
giudiziaria in corso da vent’anni contro il Presidente Silvio Berlusconi eletto
liberamente e democraticamente da milioni di cittadini italiani. Un attacco che
colpisce al cuore la democrazia, lo Stato di diritto, e il diritto alla piena
rappresentanza politica e istituzionale di milioni di elettori.
2. Ritiene assolutamente inaccettabile la
richiesta di estromissione dal Parlamento italiano del leader del
centro-destra, sulla base di una sentenza ingiusta ed infondata e sulla base di
una applicazione retroattiva di una legge penale (altresì contestata da
numerosi e autorevoli giuristi), palesemente contraria ai principi della
Costituzione italiana (art. 25) e della “Convenzione europea dei diritti
dell’uomo” (art. 7).
3. Ribadisce l’impegno assunto solennemente
dinanzi agli elettori, nella scorsa campagna elettorale, a battersi per un
rilancio vero della nostra economia, in primo luogo attraverso una
significativa riduzione della spesa pubblica e una corrispondente forte
riduzione della pressione fiscale che grava su famiglie, imprese e lavoratori.
In tal senso, i nostri rappresentanti di governo, governo a cui continueremo a
dare il nostro sostegno, nel rispetto degli impegni programmatici assunti al
momento dell’insediamento, i nostri deputati e i nostri senatori sono impegnati
a contrastare ogni iniziativa che vada nella direzione opposta e a proporre
efficaci misure per la ripresa della nostra economia in sintonia con le altre
economie dei Paesi membri dell’Unione europea.
4. Ribadisce l’impegno per una riforma
indifferibile della giustizia italiana, sia civile che penale, l’impegno per
una riforma presidenzialista delle nostre istituzioni e l’impegno per un
limpido bipolarismo, che veda un centrodestra liberale e riformatore
alternativo alla sinistra italiana, come accade in tutti i Paesi dell’Occidente
avanzato.
5. Ribadisce l’adesione alla grande famiglia della
democrazia e della libertà in Europa, il Partito Popolare Europeo, con cui
condivide la carta dei valori e di cui fa parte dal 1999.
6. Delibera la sospensione delle attività
del Popolo della Libertà, per convergere verso il rilancio di “Forza Italia”
già pubblicamente annunciato dal Presidente Berlusconi con un appello a tutti
gli italiani che amano la libertà e vogliono restare liberi.
“Forza Italia” è il Movimento a cui tanti italiani
hanno legato e legano tuttora la grande speranza di realizzare una vera
rivoluzione liberale e di contrastare l’oppressione giudiziaria, l’oppressione
burocratica, l’oppressione fiscale 7. Ricorda che “Forza Italia” non è una
parte, ma è un’idea, un progetto nazionale che unisce tutti e difende i valori
della nostra tradizione cristiana, il valore della vita, della famiglia, della
solidarietà, della tolleranza verso tutti a cominciare dagli avversari.
8. Affida
al Presidente Berlusconi pieno mandato politico e giuridico per attivare le
necessarie procedure, anche attraverso le convocazioni degli organi
statutari, per l’attuazione di questa Deliberazione Politica e gli conferisce
le responsabilità connesse alla guida del Movimento per definire obiettivi,
tempi e modi della nuova fase di attività secondo lo Statuto di “Forza Italia”.
SPESE PAZZE IN REGIONE, BAZZONI; “IL PDL HA SEMPRE RISPETTATO LE PRESCRIZIONI”
INDAGATI TUTTI I CAPI GRUPPO, MA IL
RAVENNATE LO E’ DIVENTATO DOPO.
«Siamo sereni e fiduciosi che si chiarirà tutto
nel momento in cui l’autorità inquirente entrerà nel merito dei documenti
acquisiti». Gianguido Bazzoni, il ravennate attualmente capogruppo del Pdl in
Regione, interviene dopo la notizia secondo cui tutti i capogruppi regionali
sarebbero indagati per peculato nell'ambito dell'inchiesta sulle spese pazze aperta nei confronti
dell'ente di viale Aldo Moro.
In realtà, va detto, Bazzoni
diventò capogruppo dopo il periodo a cui fanno riferimento le indagini. «Preciso
comunque – continua Bazzoni – che, riguardo ai fondi messi a disposizione dalla
Assemblea Legislativa, il Gruppo PdL si è sempre attenuto alle prescrizioni
dell’Ufficio di Presidenza così come certificato dai verbali dei sindaci
revisori depositati presso lo stesso Ufficio nei termini e nelle modalità
richieste. Essendo comunque in corso un’inchiesta siamo del parere che sia
opportuno mantenere il più stretto riserbo»
venerdì 25 ottobre 2013
NELLA SCORSA LEGISLATURA 180 SALTI DELLA QUAGLIA………E SE LA PRENDONO CON BERLUSCONI
A proposito di cambi di casacca in corsa, a proposito del trasformismo dilagante, a proposito dei benpensanti e puritani che predicano moralismo a corrente alternata, a proposito, infine, dei giudici di Napoli che hanno optato, con una decisione perlomeno inspiegabile, per il rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi sul caso del senatore De Gregorio, rispondiamo con la fredda oggettività dei numeri.
Nella scorsa legislatura, la XVI della Repubblica italiana, dal 29 aprile 2008 al 22 dicembre 2012, ben 180 parlamentari hanno cambiato gruppo di appartenenza. Per la precisione hanno cambiato casacca 60 senatori e 120 deputati, in tutte le direzioni, per lo più dal centrodestra, e dal Pdl in particolare, verso altri lidi. Alla Camera dei deputati, ad esempio, a fine legislatura, il Pdl aveva perso 69 parlamentari, il Partito democratico 13, così come l’Italia dei Valori. Il gruppo più premiato è stato il Misto, con un saldo positivo di 51 deputati, a seguire i gruppi nati durante il quinquennio, Futuro e libertà (+24) e Popolo e territorio (+19). Al Senato della Repubblica analogo trend. Il Popolo della liberà è il gruppo che ha perso per strada il maggior numero di senatori (-29 rispetto all’inizio della legislatura), seguito dal Partito democratico (-14). In taluni casi alcuni parlamentari si sono esibiti anche nel doppio salto della quaglia, o addirittura nel triplo. Un esempio senza fare nomi? Dal Pdl a Futuro e libertà, da Futuro e libertà al Misto, dal Misto ai Responsabili (poi diventati Popolo e territorio).
BOCASSINI NEI GUAI: I COLLEGHI LA DENUNCIANO AL CSM.
ILDA LA
ROSSA DISSE CHE LE TOGHE DI PROVINCIA “NON CAPISCONO NULLA. ESPOSTO DEI
“PROVINCIALI AL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA
"I giudici di provincia non capiscono nulla di
mafia". Le considerazioni di Ilda
Boccassini, espresse l'11 ottobre scorso durante un convegno su una
ricerca della Bocconi dedicata alla criminalità organizzata, non sono
assolutamente piaciute ai colleghi. Tanto che hanno lasciato passare due
settimane e alla fine hanno deciso di intervenire con un esposto al Consiglio Superiore della Magistratura.
La rivolta - Gli autori del
documento inviato al Csm sono i giudici penali del Tribunale di Busto Arsizio, giudici "di provincia"
appunto, (Bossi, Bovitutti,
Frattini, Guerrero, Lualdi, Novick, Zoncu) che chiedono all'organo di
autogoverno delle toghe, secondo quanto rivelato dal Corsera, di
valutare le affermazioni a loro avviso "gratuite",
"denigratorie" e "generiche" pronunciate da Ilda la rossa.
I magistrati di Busto vogliono sapere dal Csm, da un lato "se esse siano
deontologicamente corrette" per un pm, e dall'altro "se non
deleggittimano i giudici" proprio mentre costoro, riporta l'articolo di Luigi Ferrarella, trattano processi
con detenuti di criminalità organizzata nei quali l'accusa è rappresentata dal
pool milanese di Boccassini. Colleghi
ignoranti - Secondo il pm il fatto che "non siano mai stati
istituiti i tribunali distrettuali rappresenta un problema serio".
Boccassini, al convegno, aveva spiegato che "le indagini sono accorpate dalla
Dda mentre il processo viene
polverizzato". "Dobbiamo andare a fare i processi a Pavia, a
Como, a Lecco, a Busto Arsizio e a Palmi - ha osservato -: non si può dare in
mano un processo a giudici di provincia che, con tutto il rispetto, non sanno nulla" di questi
argomenti. "Questo è un problema molto serio", aveva concluso non
immaginando che quelle parole sarebbero diventate un problema molto serio. Ma
per lei.
giovedì 24 ottobre 2013
CARO LETTA, TI RICORDI LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA?
QUATTRO RISPETTOSE DOMANDE AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ENRICO LETTA:
1.
Come intende dar corpo al programma enunciato il 2
ottobre nel suo discorso per la fiducia. Quando indicò che, in tema di “opportune
e urgenti riforme”, “sulla giustizia il nostro lavoro potrà basarsi
sulle importanti indicazioni contenute nella relazione conclusiva del gruppo di
lavoro nominato dal presidente Napolitano il 30 marzo 2013”? Si tratta
della riforma della giustizia da attuare partendo dal testo dei “saggi”.
2.
Come intende attuare il suo impegno, anch’esso
contenuto nel discorso per la fiducia del 2 ottobre, per “l’adempimento
degli obblighi europei (a cominciare dal rispetto delle decisioni della Corte
di giustizia dell’Unione europea)”, che si connettono con l’apertura della procedura
d’infrazione da parte dell’Unione Europea sulla “responsabilità civile dei
magistrati”?
3.
Come si pone rispetto al messaggio inviato dal
presidente della Repubblica alle Camere lo scorso 8 ottobre 2013 sulla questione
carceraria: messaggio con cui il capo dello Stato ha inteso richiamare
l’attenzione del Parlamento su indulto e amnistia?
4.
Come si pone rispetto alle questioni poste dai 6
referendum sulla giustizia promossi dai radicali e per i quali il Popolo
della Libertà ha dato un contributo decisivo nella raccolta delle firme: responsabilità
civile dei magistrati; incarichi extragiudiziali dei magistrati; eliminazione
della custodia cautelare; abolizione dell’ergastolo; separazione
delle carriere dei magistrati?
LA FINANZA IN REGIONE: I 9 CAPI GRUPPO INDAGATI: PECULATO
ACQUISITE
CONSULENZE PER CENTINAIA DI MIGLIAI DI EURO, IPOTESI FINANAZIAMENTO. NEI
CONTI CORRENTI DEI PARTITI ANCHE BIGIOTTERIA, PROFUMI, MEDICINE E UN FORNO A
MICOONDE.
|
Corriere
della Sera - La maxi inchiesta sulle spese dei gruppi consiliari
dell'Assemblea legislativa della Regione entra finalmente nel curvone finale e
dopo un anno si avvia al sospirato traguardo, con lo show down ormai dietro
l'angolo e i primi nomi iscritti nel registro degli indagati per peculato. Sono
i nove capigruppo di Pd, Pdl, Lega Nord, Idv, Movimento 5 stelle, Misto, Fds,
Sel-Verdi e Udc, cioè coloro che hanno gestito i budget e firmato i rendiconto
delle spese sostenute dai consiglieri nella legislatura in corso, rimborsi che
la Procura ritiene illeciti. Si tratta del primo passaggio formale compiuto
dalle pm Antonella Scandellari e Morena Plazzi che da un anno indagano
sotto la supervisione del procuratore capo Roberto Alfonso e del procuratore
aggiunto Valter Giovannini sull'utilizzo del denaro pubblico da parte dei
gruppi. Il numero degli indagati è però destinato a salire con il
coinvolgimento dei consiglieri che hanno utilizzato fondi pubblici per fini
privati. Le posizioni dei capigruppo (Marco
Monari Pd, Luigi Villani Pdl, Mauro Manfredini Lega Nord, Silvia Noè Udc,
Gianguildo Naldi Sel, Andrea De Franceschi M5S, Liana Barbati Idv, Roberto
Sconciaforni Fds e Matteo Riva del gruppo misto) sarebbero diversificate
tra loro e potranno cambiare in funzione di ciò che ciascuno riuscirà o meno a
giustificare. Pare infatti che all'interno dello stesso gruppo ci siano
consiglieri che non hanno badato a spese e altri che hanno avuto invece
comportamenti più sobri. Per esempio c'è chi si sarebbe fatto rimborsare un
pasto da Mc Donald's e chi invece avrebbe pranzato a spese della Regione in
ristoranti rinomati. A quanto pare tra i consiglieri emiliano-romagnoli non ci
sarebbe nessun emulo di batman Fiorito, il vorace consigliere del Pdl alla
Regione Lazio arrestato nel 2012, ma nelle quasi 40 mila voci di spesa
analizzate in questi 12 mesi dai finanzieri non mancano spese originali fatte
pagare ai contribuenti e che poco hanno a che fare col funzionamento dei
gruppi. È il caso di scontrini relativi a profumi, medicine, forni a microonde,
altri elettrodomestici e libri di narrativa. Che l'inchiesta sia ormai alle
battute finali è un fatto confermato in ambienti investigativi e avvalorato
dalla visita a sorpresa di ieri della Finanza.
mercoledì 23 ottobre 2013
CI VOGLIONO UCCIDERE BERLUSCONI, AMMAZZARE IL CETO MEDIO, E PURE CREARSI UNA LEGGE ELETTORALE AD SINISTRAM. AVVISO A LETTA
La questione della politica è oggi più semplice che mai. Usiamo tre date come
fari sulla realtà e si capiranno parecchie cose. 12 novembre o dintorni.
È quello il giorno in cui il Senato, in assemblea plenaria, deciderà sulla decadenza
o meno di Silvio Berlusconi, è chiaro che cosa sta accadendo: il Partito
democratico vuole chiudere la partita. Non si accontenta di dare indicazioni ai
propri parlamentari, ma invia moniti preventivi alle altre forze politiche.
Sostenendo che la legge Severino si applica e basta così. Perché tanto
attivismo? Elementare, Watson. Si tratta di inibire il consiglio dei ministri
ad agire nella maniera legale e sensata che sarebbe nella logica giuridica di
uno Stato di diritto e in quella politica di una maggioranza di larghe intese.
Se il vice-premier Angelino Alfano, sostenuto dai nostri ministri e non
solo, ufficializzasse la richiesta di una riga di decreto legislativo che
fornisse l’interpretazione autentica della legge Severino, negandone la valenza
retroattiva, e con ciò impedendone l’applicazione nel caso di Berlusconi, il 12
novembre non esisterebbe più. Non ci sarebbe questa fossa delle Marianne in cui
sprofonderebbe la nostra democrazia, trascinando con sé qualsiasi ipotesi di
pacificazione.
Per
questo il Pd adotta la tattica della guerra preventiva. Vuole praticare la
deterrenza, dice: non provateci. E perché? Non si era detto che lo schema
dell’aut aut è da cancellare? Noi del
Pdl/Forza Italia non ne accettiamo, specie su temi in cui si gioca l’essenza
della nostra presenza.
15 novembre. L’Europa darà un giudizio sulla Legge di Stabilità, approvandola o
meno. Ridisegnandola oppure benedicendola. Non sono cose da nulla. Questo
governo, con la Legge di Stabilità che ci
propone, ha spostato il suo asse a sinistra. Non è questione nominalistica.
Diciamo che va a sinistra perché penalizza il ceto medio, aumentando le tasse
sulla casa, punendo i pensionati. Per noi
così è inaccettabile. Va contro il patto stabilito con i nostri elettori. Ci
rendiamo conto. Siamo in un governo di coalizione. Ma noi pretendiamo, anche in
forza dei nostri voti numericamente identici a quelli del Pd, pari dignità. Ora
il giochino è quello di dire che finora in economia Letta fa rima con Brunetta.
Magari.
In
realtà si tratta anche qui di sbarrare la strada a qualsiasi miglioramento di
una legge che oggi è conservatrice, inadeguata, e di fatto rischia di far
piombare sulle case un fardello più pesante dell’Imu di Monti.
Chiaro?
Vogliono arrivare, Il Pd e la sinistra, al 15 novembre con Berlusconi
decaduto, una Legge di Stabilità che accarezzi e nutra l’elettorato della
sinistra, attaccato alle mammelle dello Stato,
PAROLE CHIAVE
Stabilità
– Guai se è la stabilità del cimitero,
guai se grava con nuove tasse sulle prime case.
Responsabili
– Siamo responsabili. Non vogliamo essere
però responsabili del suicidio dell’Italia e della sua resa mani e piedi ai
diktat tedeschi.
Retroattività
– L’Europa proprio ieri condanna la Spagna
che aveva preteso di far valere la retroattività di una sanzione penale contro
dei terroristi baschi. Forse sono persino un pochino più pericolosi di
Berlusconi, o no?
25 – Secondo comma art. 25 della Costituzione: “Nessuno può essere punito se
non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso”.
Scissione
– Chi la vuole e chi ne crea le premesse
vuole fare un gigantesco regalo alla sinistra. Non esistono strade positive al
di fuori dell’unità intorno a Berlusconi.
Ombrello
– Il gesto dell’ombrello di Maradona ha
rivelato una volta di più su quale doppiopesismo si regga il moralismo della
sinistra e della rai. Fazio sorride a tutti, purché non gli chiedano quanto
guadagna.
Mascherina – Renzi vuole entrare in casa nostra, in calzamaglia e mascherina, per
portarci via elettori e militanti come fossero soprammobili. Non sono cose, ma
persone, hanno ideali e passioni, non si vendono per un piatto di battute
cretine.
martedì 22 ottobre 2013
LA MORALITA’ POLITICA PER NOI E’ MANTENERE GLI IMPEGNI, CIOE’ ABBASSARE LE TASSE.
IL DEP, APPROVATO DA MINISTRI DEL
PDL, REALIZZA UNA REDISTRIBUZIONE DEL REDDITO TUTTO A DANNO DELL’ELETTORATO DI
CENTRO DESTRA E TUTTO A VANTAGGIO DELL’ELETTORATO DI SINISTRA. IL CORAGGIO DI
CAMBIARLA.
Ci siamo. Qui ci
siamo noi. C’è la nostra essenza come forza di governo. C’è la nostra qualità
politica. E che cos’è moralità politica in teoria e in pratica. Il tema è
quello della Legge di Stabilità. Critichiamo, ma non ci limitiamo alla
pars destruens, e indichiamo allora soluzioni chiare. Entrambe le fasi svolgono
in linea diretta la nostra idea di Italia, dove protagonista dello sviluppo è
la società, fatta di individui liberi, che allo Stato chiede di farsi più in
là, togliendo la mano morta dalla voglia di lavorare, e farsi più vicino, con
servizi efficaci. Ecco allora due documenti, di dieci punti ciascuno. Nel primo esprimiamo le critiche. La
Legge di Stabilità così come è uscita dal ministero dell’Economia ha gravi
carenze sia sui modi di reperire risorse (tasse sulla case nuove o comunque
mascherate non ci vanno bene), sia sui modi di spenderli. Non ci va il
tassa-e-spendi. Ecco allora le nostre dieci proposte, basate su tagli di
spese improduttive e vendite di immobili e partecipazioni non strategici, ed
anzi veri e propri fardelli che invece messi nelle mani di privati possono
diventare un volano di crescita. Questi sono i nostri punti. Questa è la
nostra maniera di intendere la partecipazione a un governo di larghe intese.
Ovvio che ci sono elementi di critica e di proposta cui non possiamo
rinunciare. Ne andrebbe della nostra moralità.
La moralità in politica è
per noi mantenere fede alle promesse elettorali, cercare in ogni modo di
realizzare i programmi in nome dei quali abbiamo chiesto consensi e grazie ai
quali abbiamo ottenuto voti. Non esiste per noi margine al cinismo dei furbi, che svendono ideali e interessi dei propri elettori per
conservare posizioni di potere o guadagnarne di nuove.
I
nostri valori sono semplici anche in questo mondo complicato: primato della
persona e della sua iniziativa economica, rispetto per il lavoro, sostegno a
chi è meno fortunato, non secondo le tabelle fornite dal sindacato, ancorato a
privilegi antichi, ma così come emergono dalla realtà di oggi.
Dunque,
in pratica: nessuna tassa sulla casa che superi quelle pagate nel 2013,
in cui l’Imu sulla prima casa è stata abolita. Non accettiamo aggiramenti di
questo principio, qualunque sigla si adotti come paroletta magica per infilare
la mano nelle tasche dei cittadini, diciamo di no.
In
questo non esistono falchi, colombe, lealisti, innovatori, mediatori, ponti,
dissidenti: c’è Forza Italia unita intorno a Berlusconi, la freschezza
della cui intuizione originaria è una risorsa adesso. Non ieri o domani. Domani
è troppo tardi: ora, subito. La politica è questa.
SE L’EVASORE E’ IL DIRETTORE DI “REPUBBLICA”: QUELL’ATTICO AI PARIOLI DI ROMA………..
DA
GIORNI SPARA A ZERO SU BERLUSCONI, COLPEVOLE DI AVER “FRODATO IL FISCO”. MA
NOVE ANNI FA PER PAGARSI LA CASA VERSO’ 10 MILIONI “IN NERO”.
Mettiamola
così: chi non ha scheletri fiscali (per i reati rimandiamo tutti alla Guardia
di Finanza) nell’armadio scagli la prima pietra. Ebbene, siamo certi che
nemmeno dalle parti di Largo Fochetti, sede romana del quotidiano-partito La Repubblica diretto
da Ezio Mauro, vero
Catone censore degli italici costumi, si alzerà una mano. Perché, giusto per
ricordarlo, nemmeno il direttore del quotidiano del gruppo Editoriale L’Espresso è
immune da ciò. Parafrasando Francesco De Gregori e la sua tanto
decantata intervista al Corriere della Sera - «Forse potevamo farci qualche
domanda in meno su Noemi e qualcuna di più sull’Ilva di Taranto» - a Repubblica
potrebbero farsi qualche domanda in meno sul caso Mediaset e la condanna a
Berlusconi e qualcuna in più sulle vicessitudini fiscali del proprio editore,
l’ingegnere di Ivrea Carlo De Benedetti. Ma così va il mondo. (...) Da giorni Ezio Mauro spara a zero su Silvio
Berlusconi, colpevole di aver "frodato il fisco". Ma come ricorda Enrico Paoli su Libero di mercoledì 7 agosto, nove anni fa, il
direttore di Repubblica,
per pagarsi l'attico in zona Parioli a Roma versò 830 milioni "in
nero", come confermato da vari testimoni.
lunedì 21 ottobre 2013
LEGGE STABILITA’: CONTIENE PIU’ TASSE: DI QUESTO PASSO ITALIA FARA’ UNA BRUTTA FINE
“Il discutere ancora di formule e di alleanze da
parte dei massimi esperti di questo modo di fare politica non mi interessa anzi
mi disgusta. Il nostro partito ha il dovere di non restare muto di fronte al declino del nostro Paese e di fronte ad
una legge di stabilità che, come ormai quasi tutti ammettono, non fa che aumentare ulteriormente le tasse".Lo
afferma il coordinatore del Pdl Sandro Bondi in una nota. "Di questo passo l'Italia farà una brutta fine"
LA SOLITUDINE DEI NUMERI DUE
IL “DIVERSAMENTE BERLUSCONIANO”
SCANDITO DA ALFANO, PER CHI A HA MEMORIA CORTA, E’ RISUONATO COME UN’ ECO DEL
MOTTO DI MARTELLI, “RESTIRUIRE L’ONORE AI SOCIALISTI”. MA NON CI SONO STATE PER
BRUTO
E’
nell’anticamera di Palazzo Grazioli, a notte fonda, che Silvio Berlusconi
ritrova un tono quasi paterno, imperiosamente sentimentale, “quando sarai il
numero uno mi capirai meglio”. E dunque il Cavaliere adesso cerca di salvare
Angelino Alfano da se stesso e dal demone del gregario, quell’ansia e quell’ambizione
tragica che sempre avvolgono i numeri due, sottoposti alla faticosa disciplina
del padrinato, uomini che magari riescono a dominare servendo, eppure mai
riescono a diventare loro stessi Domine.
domenica 20 ottobre 2013
RUSSI :SABATO 26 OTTOBRE 2013: TRADIZIONALE INCONTRO PDL-FORZA ITALIA
Come ogni anno gli amici di Russi organizzano
il tradizionale incontro all' HOTEL MORELLI alle ore 20. Oltre alla cena come
tradizione sorteggio premi gratuiti per tutti i partecipanti. Costo cena 23 euro.
Prenotarsi
al n. 338 184 7739. Partecipate come sempre numerosi
IL “TRISE” DECLINO DELLA CLASSE POLITICA
di Titta Sgromo - La Trise, o meglio “Triste” tassa destinata a
gravare sulle tasche degli italiani più dell’Imu, pare abbia ricevuto il sì
definitivo da parte di colui che regge da tempo le fila dell’attività
istituzionale, il monarca Napolitano. Ammesso e non concesso che con la
ridicola manovrina non aumenteranno le tasse, nessun segnale di ripresa si
intravvede nonostante le dichiarazioni di Letta e dei ministri burocrati che
compaiono in televisione cercando di spiegare che non ci sono soldi e che ciò
che è stato fatto era il massimo che si poteva fare. Potranno convincere coloro
che fanno parte delle loro strette clientele, in primis i trasformisti che non
mancano mai e che si sono rifugiati nel partito fondato dal tecnocrate per
eccellenza e definizione, Mario Monti, ma non gli italiani che questa volta
reagiranno come non mai. Nel mentre, il Cavaliere, illudendosi ancora una volta
sulle doti diplomatiche del Gianni Letta, spera vuoi nella grazia, vuoi in un
atto di clemenza qualsiasi per uscire dal guado. Solo che, e la cosa mi
meraviglia non poco, non si vuole arrendere all’evidenza che certifica il suo
definitivo tramonto, non essendo più i mestieranti della politica disposti a
sacrificare se stessi sull’altare di colui che, precipitato dal più alto
scranno, non è più in grado di rialzarsi. Invita tutti a tenere unito il
partito ma non si accorge che così facendo il centrodestra dei miracoli
berlusconiani sta per sciogliersi come la neve al sole. Pensate davvero che il
chierichetto Alfano sia disposto a rinunciare a tutto per portare rispetto e
solidarietà a colui che ha determinato il suo successo (davvero insperato)? Non
è passato neppure un mese da quando i ministri in quota Pdl si erano dimessi,
per poi ritirare le dimissioni stesse (mai accettate da Letta), costringendo il
Cavaliere ad esporsi in Senato a quella misera figura aggravata dal lacrimevole
finale della fiducia al Governo.
ADDIO MONTI. IL FALLIMENTO DEL GROSSEN ROSIKONEN
La sconfitta di Mario Monti, il mitico Grossen Rosikonen della politica italiana, partito per
governare il mondo e finito nello sgabuzzino dei palloni sgonfiati, non è solo
personale. Essa segnala il tramonto di un progetto politico. E' molto
istruttivo prenderne atto.
Centrismo fallito. L'idea di un centro che spezzasse il bipolarismo è stata coltivata con
incredibile determinazione da Monti. Ha rifiutato l'idea, caldeggiata da
Napolitano, di considerarsi una riserva della Repubblica, rinunciando a
schierarsi. Poi vista l sua determinazione a mettersi in gioco elettoralmente, Berlusconi
gli ha proposto i guidare i moderati. Ha detto di no. Non era tanto
ambizione personale – almeno si spera – ma la volontà di determinare la fine
del bipolarismo, disarticolandone i due maggiori partiti. Ora confessa il suo
fallimento, e denuncia l'attrazione della parte maggioritaria di Scelta Civica
guidata da Mario Mauro verso Berlusconi, che pure è esponente primario
del Partito popolare europeo. Merkel adieu. Monti è stato l'uomo inviato
e sostenuto di poteri forti finanziari e politici nordici e specialmente
tedeschi per commissariare l'Italia, che Monti avrebbe dovuto tenere al
guinzaglio come un cagnolino mogio per conto della Merkel. Gli italiani
hanno respinto con il voto questo progetto. La lezione del disastro di Monti
dev'essere appresa da coloro che ritengono di poter costruire un raggruppamento
di centro che si riferisca al Partito popolare europeo, distaccandosi da quella
che è stata ed è tuttora l'unica forza capace di opporsi all'egemonia della
sinistra illiberale. La strada è quella di dare ancora maggior potenza di
consenso al movimento moderato e di centrodestra capace di sintesi riformista e
liberale. Semmai Accusiamo la classe dirigente di essersi fatta casta e di
approfittare degli incarichi pubblici per prolungarli e passare da un incarico
all’altro restando così comunque sulla scena, con gli inevitabili vantaggi
personali. Beh, Monti non ha forse fatto la stessa cosa? A conti fatti, il neo
dimissionario da Scelta Civica si è rivelato diverso da come era stato
accreditato con gioiosa insistenza.
Più che
anglosassone s’è infatti rivelato italiano, anzi italianissimo, ma nel senso
peggiore. Sia pure un italianissimo con la valigia a rotelle.
venerdì 18 ottobre 2013
GOVERNO ALFETTA: LE TASSE NASCOSTE. CHE C'ENTRANO QUESTE ED ALTRE FURBATE COL PROGRAMMA PDL?
Tagli ai crediti di imposta e riduzione dei
rimborsi per chi ha pagato più tasse del dovuto. L’ultima sorpresa è arrivata ieri dal nuovo testo
della legge di stabilità uscito dal consiglio dei ministri. Articolo 17,
titolo: «Disposizioni in materia di entrate tributarie», che tradotto in parole
semplici significa: «tasse». Comma 2: entro il 31 gennaio 2014 dovranno essere
rideterminate le agevolazioni tributarie in modo da potere fare incassare allo
Stato almeno 500 milioni di euro nel 2014 e 1 miliardo di euro a partire
dall’anno 2015. Se questo non viene fatto, scatta (come sempre retroattiva) una
clausola di salvaguardia: le detrazioni fiscali oggi previste dalla
legislazione, a cominciare dalle spese mediche, saranno detraibili per
l’anno 2013 al 18% invece dell’attuale 19%. E a decorrere dall’anno fiscale 2014
saranno detraibili solo al 17%. Due punti in meno. Un miliardo e mezzo di
detrazioni in meno nel biennio. Quindi un miliardo e mezzo di tasse in più.Non basta. Altri due commi. Primo: entro 30 giorni dalla entrata in
vigore della legge di stabilità (quindi certamente entro il 31 gennaio 2014) i
crediti di imposta che lo Stato deve riconoscere ai cittadini che hanno pagato
più tasse del dovuto sono ridotti fino all’85% di quanto spetta, e comunque in
modo da assicurare allo Stato un risparmio di almeno 500 milioni di euro. Mezzo
miliardo di tasse che dovevano essere restituite ai contribuenti e che invece
si terrà lo Stato. Mezzo miliardo di tasse in più. Se non viene varato quel
decreto che rapina di fatto il 15% dei crediti di imposta dei contribuenti, scatta
la clausola di salvaguardia: viene tagliato automaticamente del 25% il fondo
inserito in bilancio per la restituzione dei crediti di imposta. Mezzo miliardo
più la norma delle detrazioni: due miliardi di tasse in più. Non basta. Comma
successivo: dal
martedì 15 ottobre 2013
Azzurri del ’94 con Silvio Berlusconi
Bologna, 14 ottobre 2013
Alle Redazioni in indirizzo
COMUNICATO STAMPA
La stragrande maggioranza degli italiani di centro destra, che sono maggioranza nel Paese, sanno che non servono primarie e neppure vecchi riti partitocratici perché non appartengono alla nostra storia. Come affermammo nell’autunno del 2012 non dobbiamo individuare un nuovo leader perché è già in campo nonostante la intollerabile persecuzione giudiziaria. Crediamo che se Berlusconi continua a guidare il movimento dei cittadini che si riconoscono negli ideali propri delle tradizioni democratiche liberali, cattolico liberali, laiche e riformiste, la nostra iniziativa politica e la nostra rete così radicata fra la gente, centrerà il suo secondo obbiettivo, il primo era quello di ricostruire dal basso una politica fondata sui valori di Forza Italia il secondo è quello di riprenderci lo spazio politico che ci appartiene per contrastare la politica dell’alleanza PD-poteri forti. Uniti sotto la regia di Silvio Berlusconi offriremo agli italiani e soprattutto alle giovani generazioni una prospettiva ispirata ai valori universali di libertà, di giustizia e solidarietà, di difesa del primato della persona in ogni sua espressione per lo sviluppo di una economia oggi in recessione e per una riappropriazione della nostra sovranità nazionale fortemente pregiudicata da una classe politica subalterna agli interessi dei poteri forti delle banche e della Germania. Il nostro Movimento, nato il 9 novembre 2012 scorso per chiedere il ritorno in campo di Silvio Berlusconi, ha avuto ragione: Con Berlusconi si determinò una immediata inversione di tendenza nel voto degli italiani nei confronti del PDL dopo mesi di assoluto declino. Oggi insieme all’immediato ritorno ai valori ed ai programmi di Forza Italia, invitiamo tutti a marcare le ragioni dell’unità del centro destra intorno a Silvio Berlusconi e Forza Italia per un’alternativa programmatica, politica, di valori, alla sinistra. Convinti che la politica di Berlusconi sia l’unica risposta ad una crisi senza fine, ad un Paese bloccato che non lavora più, dove Il tasso di disoccupazione continua ad aumentare. Un governo delle sinistre provocherebbe una ulteriore insopportabile penalizzazione delle famiglie e delle imprese. Per questo è necessario diminuire drasticamente la pressione fiscale invertendo la disastrosa e dannosa politica recessiva.
Rodolfo Ridolfi Coordinatore di Azzurri ’94, Gianguido Bazzoni Presidente gruppo Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna, Luca Finotti Capogruppo in Consiglio provinciale (Bologna), Adolfo Morandi Capogruppo in Consiglio comunale (Modena), Liborio Cataliotti Capogruppo in Consiglio comunale (Reggio Emilia) Francesca Gambarini Presidente Consiglio comunale Fidenza (Parma), Cesarino Soldati (Forlì), Sen. Antonio Agogliati (Piacenza), Gabriella Bianchi (Rimini), Luciano Tancini Capogruppo in Consiglio provinciale (Ferrara), Vincenzo Galassini Capogruppo in Consiglio provinciale (Ravenna).
lunedì 14 ottobre 2013
L'UNICO LEADER RESTA SILVIO.
Tutte le chiacchere sui moderati, sul modello Partito popolare europeo, sulla destra moderna hanno scarsa credibilità. Intanto perchè sono chiacchere di sinistra, desideri e invocazioni che vengono dalla classe discutitora, patemi d'animo degli antiberlusconiani che non si limitano a voler mandare in galera l'Arcinemico, vogliono anche impossessarsi della sua eredita'. Programma un po' troppo vasto, viste le effettive condizioni in cui versa la sinistra. E poi perchè manca un attrezzatura di idee e programmi che abbia un fondo di intransigenza sul modello di società e di Stato che l'esercito elettorale di Berlusconi, per quanto disorientato e confuso, sa bene dove stia di casa. Sta a casa di Berlusconi, la cui leadership nel bene e nel male e' stata per vent'anni, personale con tutti i difetti che questa soluzione ha comportato, al servizio di una prassi politica, e critica della politica, che scuote le istituzioni e le vecchie certezze istituzioniali.
mercoledì 9 ottobre 2013
Chi tocca l’Imu muore. Chi non tocca la giustizia pure
tratto da "Il Mattinale"
Succede una cosa molto istruttiva. Il Partito democratico propone con ostinazione di rimettere mano all’Imu, cioè alla sua abrogazione per la prima casa. Lo fa sostenendo che occorre far pagare ai ricchi e tutelare gli altri. Ma che fa? Per una specie di vizio intimo e inestirpabile va a finire che bastona il ceto medio e medio basso.
Il “Corriere della sera” con un ottimo articolo di Dario Di Vico documenta che finirebbero per dover pagare l’Imu i proprietari di monolocali, le famiglie con numerosa prole: insomma, neanche il ceto medio. Ma il ceto medio-basso.
Questo rivela la natura del nostro alleato, e spiega il perché del nostro atteggiamento in Parlamento e in Consiglio dei ministri: difesa dei punti economici stabiliti sin dalla prima fiducia con Letta e riproposto il 2 ottobre. Letta ha un nemico interno, gran parte del suo Partito democratico, che vuole spostare l’asse programmatico a sinistra.
Con più Stato, più spese, più tasse.
Con il cavolo.
L’Imu non si tocca neanche con un fiore.
Questa è la nostra linea del Piave. E questo impone l’unità del nostro partito intorno al leader Berlusconi che ha scelto per la fiducia. Una fiducia tormentata ma decisa.
Ovvio: purché sia legata a una pacificazione civile e allo sviluppo. Condizione per avere la forza necessaria è pero la coesione nostra. La quale non è il soffocamento di voci e non esclude leali contrasti, che saranno una ricchezza e se non generano prospettive di scissioni e non confondono l’approfondimento di identità e regole con la guerra per poltrone e poltroncine.
martedì 8 ottobre 2013
Fiducia a Berlusconi
Tanti commenti in questi giorni difficili. Rimango convinto che i ministri non ricordino che lo sono diventati per Berlusconi, come pure il senatore emiliano Giovanardi e Pizzolante da oltre trent'anni, non abbiano memoria. Non fa nulla io ripongo la fiducia in Berlusconi e solo in Forza Italia. Attendo fiducioso Le sue decisioni e sono convinto, come sempre, che continuerà la battaglia contro questa sinistra comunista. Grazie Silvio e la massima solidarietà per quanto dovrai subire nei prossimi giorni per la magistratura rossa. Vincenzo Galassini consigliere provincia Ravenna Forza Italia.
sabato 5 ottobre 2013
Giunta: Berlusconi decada, Bondi: "E' problema governare insieme"
Brunetta: 'Pervicacia Pd grave ma il boia si illude: la testa non cadrà'
Roma, 4 ott. (TMNews) - Il Pd "defenestra" Silvio Berlusconi, è un "problema" governare insieme. Lo ha detto il coordinatore del Pdl Sandro Bondi, dopo il voto in Giunta al Senato sulla decadenza da senatore del leader Pdl. "Io pongo oggi e porrò anche in futuro, finché avrò voce, un problema morale. Il problema morale che pongo - ha spiegato Bondi - è il seguente: come possiamo assistere alla defenestrazione del presidente Silvio Berlusconi da parlamentare per mano di un partito, il Pd, con il quale collaboriamo in parlamento e al governo? Oltretutto con un comportamento che calpesta non solo ogni forma di rispetto per la nostra storia e la nostra dignità politica, ma anche uno dei principi essenziali del diritto e della giurisdizione italiana ed europea. Per me questa questione morale è fondamentale e ispirerà d'ora in avanti tutti i miei comportamenti politici".
Duro anche l'altro "falco" del Popolo delle Libertà, Renato Brunetta: "Un'offesa alla democrazia e al diritto. Tanto più grave perché perseguita con rancorosa pervicacia dal partito Democratico, nostro alleato nella maggioranza di governo. Solo il senso di responsabilità e la testimonianza di Silvio Berlusconi, che ha anteposto a tutto il bene comune, ci convince ad andare avanti nel nostro lavoro di rappresentanti degli italiani in una istituzione che sta tradendo se stessa. Diciamolo: si è rifiutata la strada del diritto e del buon senso", ha dichiarato il presidente dei deputati del Pdl.
"È stato chiaramente - ha denunciato - un atto politico, si è deciso di far fuori per via giudiziaria il leader del centrodestra italiano. Per la prima volta nella storia della nostra Repubblica un parlamentare, in questo caso il senatore Berlusconi, non ha avuto la possibilità di difendersi fino in fondo, consentendo alla Corte costituzionale di pronunciarsi. Non si illuda il boia. Sta rotolando il titolo di senatore, non la testa dell'uomo e del politico Berlusconi, che resta il leader e il riferimento di metà degli italiani. Ci sarà pure un giudice in Europa".
Roma, 4 ott. (TMNews) - Il Pd "defenestra" Silvio Berlusconi, è un "problema" governare insieme. Lo ha detto il coordinatore del Pdl Sandro Bondi, dopo il voto in Giunta al Senato sulla decadenza da senatore del leader Pdl. "Io pongo oggi e porrò anche in futuro, finché avrò voce, un problema morale. Il problema morale che pongo - ha spiegato Bondi - è il seguente: come possiamo assistere alla defenestrazione del presidente Silvio Berlusconi da parlamentare per mano di un partito, il Pd, con il quale collaboriamo in parlamento e al governo? Oltretutto con un comportamento che calpesta non solo ogni forma di rispetto per la nostra storia e la nostra dignità politica, ma anche uno dei principi essenziali del diritto e della giurisdizione italiana ed europea. Per me questa questione morale è fondamentale e ispirerà d'ora in avanti tutti i miei comportamenti politici".
Duro anche l'altro "falco" del Popolo delle Libertà, Renato Brunetta: "Un'offesa alla democrazia e al diritto. Tanto più grave perché perseguita con rancorosa pervicacia dal partito Democratico, nostro alleato nella maggioranza di governo. Solo il senso di responsabilità e la testimonianza di Silvio Berlusconi, che ha anteposto a tutto il bene comune, ci convince ad andare avanti nel nostro lavoro di rappresentanti degli italiani in una istituzione che sta tradendo se stessa. Diciamolo: si è rifiutata la strada del diritto e del buon senso", ha dichiarato il presidente dei deputati del Pdl.
"È stato chiaramente - ha denunciato - un atto politico, si è deciso di far fuori per via giudiziaria il leader del centrodestra italiano. Per la prima volta nella storia della nostra Repubblica un parlamentare, in questo caso il senatore Berlusconi, non ha avuto la possibilità di difendersi fino in fondo, consentendo alla Corte costituzionale di pronunciarsi. Non si illuda il boia. Sta rotolando il titolo di senatore, non la testa dell'uomo e del politico Berlusconi, che resta il leader e il riferimento di metà degli italiani. Ci sarà pure un giudice in Europa".
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I DEMOCRISTIANI E LA NUOVA FORZA ITALIA
Quello che sta succedendo in Italia mi riporta indietro e mi ricorda come fu per molti inquietante che una infima parte dei socialisti negli anni '90 si alleassero con quei comunisti italiani ed i loro eredi che hanno lasciato morire Craxi in esilio per cancellare la storia del socialismo democratico e far dimenticare gli errori e gli orrori dei comunisti. Chi si è potuto battere allora e può con...tinuare oggi a battersi per la giustizia e la libertà grazie a Silvio Berlusconi non può permettere che quella storia si ripeta, non si può continuare ad essere alleati con chi dopo vent'anni di persecuzione vuole eliminare l'ultimo baluardo di libertà. La storia di Forza Italia e di Berlusconi deve essere difesa da chi la vuole infangare. Le larghe intese potevano essere una occasione di pacificazione e di riconoscimento delle ragioni dei moderati italiani e l'apertura di una nuova stagione ma il Pd oggi come il PCI PDS DS ieri ha dimostrato anche in questi mesi di conoscere una sola politica: quella dell'odio e della verità che conviene al Partito. Si possono promuovere, esaltare e riciclare, a tutti i livelli, personaggi che hanno espresso solidarietà agli stalinisti che schiacciavano nel sangue chi reclamava libertà nei paesi dell'Est, ma si devono perseguitare in tutti i modi i grandi democratici che si sono battuti per un Italia migliore ed hanno realizzato cose importanti per il bene comune come Craxi e Berlusconi soprattutto se hanno impedito che la sinistra illiberale conquistasse il potere.
Per questo le misere divisioni di oggi fra coloro che hanno lavorato per l'affermazione di Forza Italia vanno, se è possibile superate, per riconsegnare a Berlusconi la effettiva guida dei moderati da parlamentare o da perseguitato. Facciano tutti un passo indietro e chiedano a Berlusconi di fare un passo avanti proprio in questo momento. Chi lavorasse per operazioni di basso profilo e di mero opportunismo convenienti solo al PD che è minoranza nel Paese, farebbe un pessimo servizio all'Italia e si renderebbe responsabile di consegnare ai conservatori della sinistra, ormai succube di egoistici poteri antipopolari e di interessi antinazionali, il futuro del nostro paese facendolo precipitare verso un regime assolutamente illiberale fatto di vessazioni fiscali e di assoluto impoverimento economico.
giovedì 3 ottobre 2013
I DEMOCRISTIANI E LA NUOVA FORZA ITALIA
di Arturo Diaconale. - Se è vero ciò che diceva
Rino Formica, che “la politica è sangue e merda”, non si può non rilevare che
negli ultimi giorni abbiamo visto solo merda. Può essere che il sangue si veda
in seguito. Ovviamente in senso metaforico. Ma, di sicuro, il tentativo
dell’asse Napolitano-Letta di eliminare una volta per tutte Silvio Berlusconi
con il sostegno della “quinta colonna” guidata da Angelino Alfano presente nel
Pdl fin dai tempi del governo Monti, non fa parte della politica fatta con il
sangue e la passione. L’operazione era diretta a spezzare il Cavaliere
aggiungendo al calvario giudiziario che lo aspetta l’umiliazione della
sconfitta sul terreno politico-parlamentare per mano del suo “delfino”.Ma
Berlusconi, per nulla disposto a fare la fine di Cesare che si avvolse nella
toga per non vedere le pugnalate dei suoi, si è piegato e non si è spezzato.
Alfano-Bruto ha inferto il suo colpo. La “quinta colonna” dei diversamente
democristiani è uscita allo scoperto. Ma Silvio-Cesare
ha capito che la sollevazione guidata dal figlioccio lo avrebbe liquidato
politicamente prima ancora della eliminazione per via giudiziaria. E ha compiuto il colpo di teatro: spiazzato
i congiurati annunciando la fiducia al governo di chi lo voleva e lo vuole
cancellare dalla scena politica. Neppure quella di Berlusconi è stata una
scelta di passione. La politica alta non c’entra nulla in questa vicenda.
È
stata una decisione dettata solo dalla esigenza di ridurre al massimo i danni.
Che gli consente di rimanere, sia pure ammaccato e claudicante, sulla scena
politica. E gli dà il tempo per avviare una strategia non tanto diretta
all’impossibile ricomposizione di un
partito ormai spaccato in maniera irreversibile, quanto di intraprendere un
percorso diretto a dare vita a un soggetto politico completamente nuovo e
diverso rispetto all’attuale Pdl.
Non
si tratta di un’operazione facile. Perché, all'indomani dello sgambetto
compiuto ai suoi danni dai cortigiani, la tendenza naturale sarebbe di
costruire il nuovo soggetto sulla base del solo criterio della fedeltà
personale. Ma serve al Cavaliere e
all’Italia un partito composto solo dai falchi non traditori? La risposta è
scontata. Così come appare fin troppo evidente, alla luce di quanto avvenuto
nelle ultime ore, che in politica la fedeltà personale è sempre relativa e mai
assoluta.
Lo
sforzo di Berlusconi, proprio perché tra
non molto avrà un’agibilità politica ridotta e una libertà personale
sicuramente compressa, dovrebbe essere quello di bilanciare la fedeltà con
la capacità. Gente nuova, espressione non solo di interessi ma anche di idee,
capace di mescolarsi con i falchi e con i fedelissimi rimanendo però
assolutamente distinta e separata dagli uni e dagli altri.
Se l’obiettivo è
contribuire con questo nuovo partito alla formazione di una forza di
centrodestra simile a quella rappresentata in Europa dal Partito Popolare, è
bene tenere presente che nei popolari europei non ci sono solo i cattolici e i
democristiani ma anche i moderati e i conservatori ispirati ai valori della
laicità e delle libertà individuali. I
“diversamente democristiani” andranno con Casini, Monti e Cesa? Berlusconi faccia il partito liberale e conservatore italiano!
mercoledì 2 ottobre 2013
MENO MALE CHE SILVIO C’E’
Come già è avvenuto nell'autunno del 2012 confermiamo la piena e convinta adesione alle decisioni
indicate dal Presidente Berlusconi di votare contro la fiducia
a Letta, che non è stato capace di togliere un euro dalla spesa corrente e non mantenere i patti Iva,
IMU, che rimane il catalizzatore della maggioranza degli italiani stanca di
subire gli interessi dei poteri forti intrecciati con la sinistra che
perseguono una politica di oppressione fiscale e umiliano la sovranità
nazionale agli interessi della Germania e delle banche.
I traditori oggi sono saltati fuori e li vediamo
in faccia anche nella nostra Regione. Non
ci dimenticheremo. Grazie Silvio.
I TRADITORI: I NUOVI “FINI” DA UN ANNO TRAMAVANO CONTRO, FARANNO LA STESSA FINE. DISPERAMENTE IN CERCA DI POLTRONE……..
Alfano ex
delfino, Lupi, Pizzolante, Cicchitto, e gli altri li vedremo domani e ce lo
ricorderemo……..
martedì 1 ottobre 2013
BERLUSCONI: VOTIAMO STABILITA’ IMU E IVA. POI ALLE URNE
Il Cavaliere
alla riunione dei gruppi: "Ho deciso io le dimissioni. Esperienza di governo
finita". Adesso si approvino provvedimenti economici e poi elezioni".
"Tutto chiarito, polemiche rientrate". Silvio Berlusconi silenzia il
dissenso nel Pdl durante il suo discorso ai gruppi parlamentari. E chiude il
sipario sul governo Letta: "E' una esperienza finita". Il Cavaliere
si assume la piena responsabilità delle dimissioni dei ministri. "Ho
deciso da solo. Forza Italia non è
una forza estremista e nessuno mi ha costretto". C'è unità d'intenti, loro
temono che le dimissioni facciano perdere consenso: hanno ragione, ma ora è superato.
Dobbiamo restare uniti, non dobbiamo dare all'esterno l'impressione che sta
dando il Pd".
Provvedimenti economici in 7 giorni, poi voto. Infine l'affondo sul governo Letta. Con l'ex premier che esclude ogni ipotesi di 'governicchi' e conferma soltanto la disponibilità a votare alcuni provvedimenti in materia di economia. In particolare "l'approvazione in 1 settimana" del decreto Iva, dell'abolizione della seconda rata Imu, con emendamento, e della legge di stabilità "senza aumento delle tasse. Poi - avrebbe aggiunto - si chiude e si va a votare". Forza Italia Ravenna, esulta, chi ci vuole male rimarrà deluso, tutti uniti con il presidente Berlusconi.
Provvedimenti economici in 7 giorni, poi voto. Infine l'affondo sul governo Letta. Con l'ex premier che esclude ogni ipotesi di 'governicchi' e conferma soltanto la disponibilità a votare alcuni provvedimenti in materia di economia. In particolare "l'approvazione in 1 settimana" del decreto Iva, dell'abolizione della seconda rata Imu, con emendamento, e della legge di stabilità "senza aumento delle tasse. Poi - avrebbe aggiunto - si chiude e si va a votare". Forza Italia Ravenna, esulta, chi ci vuole male rimarrà deluso, tutti uniti con il presidente Berlusconi.
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