domenica 30 dicembre 2012
MONTI RUOTA DI SCORTA DI BERSANI
Il Cav è un fiume in piena e pensa ad una caduta di
stile da parte del premier: "Monti si è presentato, credo con una caduta
di credibilità rilevante - prosegue Berlusconi - lo ha fatto essendo già
senatore a vita senza presentarsi nelle liste elettorali ma assumendo il ruolo
di leader della coalizione dei partitini del centro e mettendo fuori un
programma scritto in gran parte dal giuslavorista del Pd Piero Ichino, che ha
lasciato il Pd, un programma in quasi totale sintonia con il programma del
Pd". Per il Cav la missione di Monti è chiara: "Farà da ruota di
scorta del Pd continuando quella politica di austerità che ha portato l'Italia
in queste condizioni e che purtroppo secondo la loro sensibilità dovrebbe
essere continuata". Il Prof prenderà pochissimi voti - Il Cavaliere
dopo una giornata di interviste da Roma è tornato in treno a Milano, con lui
anche Francesca Pascale. Alla Stazione Centrale intervistato dai giornalisti ha
continuato a parlare delle scelte di Monti: "Sono sicuro che prenderà
pochi voti. Sono partiti piccoli e lui si è abbassato al livello di Fini e
Casini. Non penso ci siano così tanti italiani che possano dargli fiducia. La sua candidatura è una mossa per favorire
la sinistra. Io sono tranquillo perchè i moderati voteranno per noi".
AL RIPARO DI GLI OPPORTUNISMI E TRADIMENTI
Quando il 9 novembre molti
pensavano che Silvio Berlusconi non avrebbe accettato di guidare il Popolo
Azzurro, moltissimi opportunisti, invece di insistere sulla candidatura di
Berlusconi, si apprestavano a teorizzare la necessità di saltare sul carro del
mediocre Monti rinnegando il berlusconismo attraverso l’invenzione di nuovi
leader senza carisma o autoreferenziali comprimari disposti a tutto pur di
ottenere o mantenere una poltrona che avrebbero consentito alla sinistra ed
alla sua ruota di scorta Casini una tranquilla tornata elettorale. I fatti e le
intenzioni di voto hanno dimostrato che avevamo ragione noi berlusconiani
autentici affermando che: “Silvio Berlusconi è ancora il catalizzatore di gran
parte delle istanze di rinnovamento e di liberazione della nostra società,
l’unico autentico interprete dell’opposizione fieri oppositori al
conservatorismo catto-comunista a cui ancor oggi si contrappongono i valori, le
idee ed i programmi sostenuti da Forza Italia, come movimento politico che
metteva in campo Berlusconi e che oggi ritornano preponderanti nel Pdl.” Per noi, che ci siamo mobilitati partendo da
Ravenna e dalla Romagna fino a raccogliere e coordinare, in una rete di tutta
la Regione, la stragrande maggioranza di militanti e quadri abbandonati a loro
stessi è oggi importante rimarcare come a fronte della coalizione già formata
delle varie forze di sinistra sia necessario segnare le ragioni
dell’alternativa programmatica, politica, di valori, alla sinistra nella
convinzione che l’ elettorato saprà riconoscere come la politica di Berlusconi
sia l’unica risposta ad una crisi senza fine, ad un Paese, dove Il tasso di
disoccupazione continua ad aumentare e che la disastrosa e dannosa politica del
Governo Monti, subalterno agli interessi dei poteri forti e della Germania sta
massacrando con una inarrestabile pressione fiscale e l’introduzione di inique
patrimoniali come l’IMU. Gli azzurri dell’Emilia-Romagna sono il campo per supportare
il grande sforzo di Berlusconi che deve essere accompagnato da candidature che
coniughino competenza e rappresentanza con condivisione ed affidabilità
mettendo al riparo il Pdl da opportunismi e tradimenti che hanno così spesso
limitato l’azione di Berlusconi. Il Coordinatore Regionale dell’Emilia
Romagna di Azzurri ’94 Rodolfo Ridolfi
PIU’ TECNOCRAZIA E MENO POLITICA. MARIO MONTI: UN GOLPE ECONOMICO
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venerdì 28 dicembre 2012
MONETA ELETTRONICA: IL NUOVO FURTO LEGALIZZATO DELLE BANCHE
Ti sei mai chiesto qual’è
la percentuale che va alle banche per ogni singola transazione con carta di
credito, POS o simili? Te lo dico subito: in media lo 0,8% (minimo 0,6% – massimo
1,25%). Sembra una cosa accettabile, anche perchè questa percentuale è a carico
del venditore e non del titolare della carta, pertanto a noi che ci importa? Ci
dovrebbe importare e molto, anche, per un fatto semplicissimo. Se ipotizziamo
che si realizzi il progetto del governo secondo il quale tutti gli acquisti
oltre i 50 euro potranno avvenire solo con mezzi elettronici, significa che le
banche e le società che gestiscono le carte di credito (che sono esattamente
gli stessi…) incasseranno un minimo di 40 cent su ogni transazione, ma dato che
si vuole estendere, i pratica l’uso della moneta elettronica, i 100 euro che io ho pagato
con POS, sono diventati 99,20 euro nelle tasche del venditore che a sua volta
quando spenderà quei soldi, farà un’altra transazione elettronica di 99,20 che
diventeranno 98,41 nelle tasche del venditore e poi possiamo andare avanti fino
a scoprire che dopo 100 transazioni elettroniche, come minimo, i nostri 100
euro iniziali sono diventati 44,79 euro e le banche hanno incassato ben 55,21 euro
solo per il fatto di essere le detentrici in esclusiva della moneta elettronica
. Le
Mafie continueranno serenamente ad accettare contante e a depositarlo oltre
confine,
l’11% di evasione fiscale legata al contante continuerà ad accettare contante e
a depositarlo oltre confine oppure lo spenderà nel fiorente mercato nero che,
vi posso assicurare, fiorirà in ogni angolo di strada. L’89% di evasione ed
elusione fiscale, non verrà toccato anche perché il “grosso” proviene da
attività proprie del sistema bancario, vi voglio ricordare che il fu ministro Passera è
indagato per una faccenda di evasione fiscale miliardaria (in €) che coinvolge
Banca Intesa. La
scellerata forza politica che propone l’abolizione del contante, non è stupida,
è collusa con il sistema finanziario, tenetelo bene a mente.
IL RAPPORTO DEBITO/PIL DELL’ITALIA ALLA FINE DI QUEST’ANNO SALIRA’ DAL 120% AL 130%
Caro
professor Monti, mi permetto di scriverle in nome della nostra vecchia colleganza
universitaria, per essere stati entrambi assistenti alla Bocconi, lei
del professor Innocenzo Gasparini e io del Rettore dell’università, professor
Giordano Dell’Amore e avere vinto la cattedra nello stesso anno, il 1975. Lei
considera l’Agenzia delle Entrate come un’istituzione amica, poiché impegnata a
far pagare le tasse agli italiani e recuperare 10/15 miliardi di euro di
evasione fiscale. La considera amica poiché lei è impegnato nello sforzo di
ridurre o eliminare al più presto il deficit pubblico annuale e per questa via
ridurre la consistenza del debito pubblico. In realtà le cose vanno
diversamente. L’Agenzia delle Entrate, è vero, cerca di far pagare più tasse
agli italiani anche se il rapporto fra le entrate tributarie (o pressione
fiscale) e il Pil è il più alto del mondo, per cui i soldi ottenuti per questa
via dovrebbero bastare. Ma invece di fare una campagna martellante sulla
necessità che il denaro pubblico sia considerato sacro e le decine o centinaia
di migliaia di sperperatori vengano perseguite, si fa una campagna ancora più
martellante e invasiva solo sulle colpe degli evasori. Lungi dal giustificarli
o dal sostenerne le ragioni. Però l’ Agenzia delle Entrate sta facendo qualcosa
di diverso che aumentare il gettito tributario di quei 10/15 miliardi di euro.
Sta terrorizzando gli italiani con il risultato di spingerli a ridurre in ogni
modo i consumi. Il vecchio redditometro è uno strumento grezzo e impreciso:
eppure l’evasione viene calcolata sulla differenza fra l’accertato
presuntivamente e il dichiarato, con una protervia da Santa Inquisizione.
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giovedì 27 dicembre 2012
MONTI SI CANDIDA LEADER DELLA SINISTRA
Alessandro
Sallusti - Ecco svelato il trucco del governo tecnico. Ieri
è scattata la fase due del presidente Napolitano per togliere dalla scena
politica il centrodestra e Silvio Berlusconi, dati per morti un anno fa e
invece ancora vivi, tanto da spaventare chi già pensava, la sinistra, di avere
in pugno il Paese. Col cavolo che Monti si farà da parte, come giurato il
giorno del suo insediamento e ripetuto strada facendo, al termine del suo
mandato. Scherzava, o meglio ci ha preso in giro. Lo avrebbe forse fatto se le
cose fossero andate come deciso nel tardo 2011 nelle segrete stanze del
Quirinale in collegamento con altre stanze, quelle cosiddette sacre del
Vaticano. E cioè: abbiamo un anno di tempo per fare implodere il Pdl e
consegnare il governo a una sinistra debole e inadeguata, quella di Bersani, ma
a quel punto senza rivali. Non è andata così. Sia pure tra tira e molla,
tensioni e litigi, Berlusconi è riuscito nel miracolo di tenere insieme la
baracca e, cosa inaudita, di trovare il coraggio e la forza per ritornare in
campo. Cribbio, avrà detto Napolitano, di questo non ce ne liberiamo più. E
allora ecco il piano B. Ha convocato il soldatino Monti, che nel frattempo si è
pure montato la testa nonostante il suo gradimento tra la gente sia in
picchiata. I due si sono fatti dettare dalla Merkel un'agenda lacrime e sangue
sulla quale fare confluire i rottami della Prima Repubblica (Casini e Fini), un
po' di cattocomunisti (Riccardi e Olivero delle Acli) e una spruzzata di
società civile molto chic (Montezemolo). Per fare cosa? Ovvio: aiutare la
sinistra a vincere le elezioni ma, soprattutto, a governare dopo. Già, perché
con un centrodestra in ripresa, e un Grillo acchiappavoti, Bersani e il Pd non
avrebbero comunque i numeri sufficienti al Senato per fare di testa loro. Dopo
la truffa del governo tecnico, ecco quella del Centro europeista. Ma quale
Centro. Monti è il nuovo leader,
designato da Napolitano, della sinistra italiana. A Bersani il ruolo di
comprimario, utile idiota, insieme a Casini,
ALCUNE RIFLESSIONI SUL TRENTADUESIMO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA DI PIETRO NENNI
Azzurri del
’94 con Silvio Berlusconi. Appello Manifesto “Azzurri ’94 con Silvio
Berlusconi”
Pietro Nenni moriva trentadue anni orsono il 1
gennaio del 1980, quando ormai il PSI era saldamente nelle mani del suo
delfino, Bettino Craxi. Il PSI sotto la guida di Bettino Craxi intraprenderà la
stagione della sua modernizzazione attraverso il percorso del “socialismo
tricolore” per poi concludere la sua centenaria storia sotto i colpi dei
comunisti alleati con le toghe rosse. Pietro Nenni, che era nato Faenza, isola
bianca della Romagna, nel 1891 da una famiglia umilissima e che era stato amico
di Mussolini, ha rappresentato per oltre mezzo secolo la storia e gli ideali
del Socialismo e del Partito Socialista Italiano. L’ultimo ricordo che ho di
uno dei “famosi comizi” di Nenni è del 1974 a Faenza nel vecchio palasport e
poi al Circolo Bubani dove il vecchio leader era accompagnato proprio da Craxi.
Bettino
Craxi, Pietro Nenni e Giuseppe Saragat rappresentano l’orgoglio socialista che
si riprende la rivincita storica contro il Pci. Anche Forza Italia ed il Pdl
partecipano a questo ricordo perché hanno dalla loro la realtà dei numeri e dei
consensi che dicono che tra coloro che votavano per il Psi il 50% sceglie Forza
Italia ed il Pdl, il 20% si astiene e il restante 30 è diviso tra gli altri
partiti. Parlare di Nenni significa parlare anche degli anni del frontismo e
della peculiare e paradossale situazione di fine anni '40 quando Nenni e il Psi
avevano i voti e i militanti, Saragat e il Psdi la classe dirigente e i quadri
intermedi. Nella primavera del 1947 De Gasperi si recò negli Usa ed al rientro
estromise comunisti e socialisti dal governo varando una formula di governo
quadripartito centrista composta, oltre che dalla
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lunedì 24 dicembre 2012
AUGURI DI BUON NATALE E NUOVO ANNO 2013: SPERANZA DI CAMBIARE, RINNOVARE, SENZA AMMUCCCHIATE, NO ALL’IMU SULLA PRIMA CASA!
NO
Questo l’auspicio per il Natale 2012 e il nuovo anno 2013, non credo che le ammucchiate costituzionali o no siano la risoluzione dei problemi dell’ Italia, della Regione Emilia- Romagna. Bisogna lavorare, credere nei nostri sogni che possono diventare realtà per il bene di tutti. Vincenzo Galassini Consigliere Provinciale Responsabile Seniores della Provincia di Ravenna
Monti ufficialmente non si
candida ma interviene come se fosse già in campagna elettorale: «mai alleanza con Berlusconi». Angela
Merkel fa l’endorsement per Monti ma dichiara che «non vuole interferire con le politiche interne degli
altri Paesi». Come se tutto quanto fatto sino a ora – e la dichiarazione pro Monti è solo l’ultima tappa
– non sia stato dare l’esatta direzione politica a tutti gli altri Paesi
dell’Ue. Compreso (e soprattutto) il nostro. Dalla finanza al Fondo Salva Stati
(cioè salva Banche) sino
alle regole di austerità e a quelle per la supervisione europea. Intanto i media della speculazione, e in
particolare il Financial Times, incoronano Mario Draghi come uomo dell’anno per
aver “salvato l’Euro”.
Naturalmente. Ecco, l’Euro forse è stato salvato. Sono gli europei invece che sono stati rasi al suolo.
Proprio come scrivevano i “complottisti” mesi addietro. Ma sul Financial Times,
o sul Wall Street Journal, o anche sul Sole 24 Ore e persino su Repubblica e
Corriere queste cose non si leggono. Basta
un po’ di cronaca, un po’ di sport e un po’ di gossip per far voltare pagina
agli italiani, no? il ribelle
“Sono
persuaso che durante la campagna elettorale, con questi argomenti e con la
forza di convinzione che Berlusconi ha mostrato, i nostri elettori torneranno
ad avere fiducia in un programma di modernizzazione liberale dell`Italia”. Lo
ha affermato il coordinatore nazionale del Pdl, Sandro Bondi,che ha osservato: “Quello che mi
ha colpito di più della partecipazione del Presidente Berlusconi alla puntata
di ieri sera di Porta a Porta è stata la profonda conoscenza dei fatti
economici e la semplicità con cui è stato capace di spiegare il vizio d`origine
della nascita dell`euro, che è all`origine dell`attuale grave recessione
economica”
BUON NATALE A TUTTI……….QUASI TUTTI.
Niente Buon Natale a quei farabutti che, senza
nemmeno conoscerla hanno già cominciato ad insultare sui network con dolci
paroline come zoccola, mignotta, cagna, puttana, prostituta, arrivista
una ragazza per il solo fatto di essere la fidanzata di Berlusconi.
Ecco
il nuovo programma arricchito dei nostri cari amici della sinistra :
Basta insultare Berlusconi cioè basta insultare soltanto lui insultiamo anche la Fidanzata.
MONTI IPOCRITA E FALSO COME DINI. SI CANDIDA CON UN'AMMUCCHIATA DI PERDENTI PROMETTENDO POLTRONE. LA SOLITA STORIA.
Monti rompe gli indugi «Farò
campagna elettorale».«Ormai non posso più tirarmi indietro», ha confidato. Il
professore lancerà un «appello agli italiani». Scriverà in un memorandum il suo
programma «europeo ed europeista», con le riforme «che i partiti gli hanno
impedito di fare», «e le riforme che si possono fare dalla parte dei cittadini
e dei giovani. Contro i veti di categorie e sindacati».
Poi, Monti si metterà a capo di una lista che conterrà il nome «Italia». L’ossatura è quella del raggruppamento promosso da Luca di Montezemolo, Andrea Riccardi, Raffaele Bonanni, Andrea Olivero. I partiti che aderiranno al suo manifesto avranno la scritta «per Monti» nel simbolo ed entreranno, appunto, a far parte di una federazione. Avrebbero già ottenuto il via libera l’Udc di Pier Ferdinando Casini e il Fli di Gianfranco Fini. Il programma sarà scritto per impedire a Berlusconi di salire sull’arca del professore, Monti ha ricevuto Frattini, «guida» della pattuglia pidiellina formata da Quagliariello, Cazzola, Mauro, Mantovano. E anche Angelino Alfano, se dovesse mollare Berlusconi, potrebbe aderire. «Ma deve essere l’Alfano dialogante e responsabile che ho conosciuto», avrebbe detto il premier, «non quello che mi ha sfiduciato alla Camera». Da rivelare che Monti pensa a un’intesa post-voto con Bersani, se il centrosinistra non avrà la maggioranza in Senato.
Poi, Monti si metterà a capo di una lista che conterrà il nome «Italia». L’ossatura è quella del raggruppamento promosso da Luca di Montezemolo, Andrea Riccardi, Raffaele Bonanni, Andrea Olivero. I partiti che aderiranno al suo manifesto avranno la scritta «per Monti» nel simbolo ed entreranno, appunto, a far parte di una federazione. Avrebbero già ottenuto il via libera l’Udc di Pier Ferdinando Casini e il Fli di Gianfranco Fini. Il programma sarà scritto per impedire a Berlusconi di salire sull’arca del professore, Monti ha ricevuto Frattini, «guida» della pattuglia pidiellina formata da Quagliariello, Cazzola, Mauro, Mantovano. E anche Angelino Alfano, se dovesse mollare Berlusconi, potrebbe aderire. «Ma deve essere l’Alfano dialogante e responsabile che ho conosciuto», avrebbe detto il premier, «non quello che mi ha sfiduciato alla Camera». Da rivelare che Monti pensa a un’intesa post-voto con Bersani, se il centrosinistra non avrà la maggioranza in Senato.
venerdì 21 dicembre 2012
BERLUSCONI, ECCO IL PATTO PARLAMENTARE:”SOLO DUE MANDATI, STIPENDI E PARLAMENTARI DIMEZZATI” E CHIEDE LA “RIFORMA DELLA COSTITUZIONE”
COMINCIAMO BENE, DOPO L’ABOLIZIONE DELL’IMU, LA MODIFICA DELLA COSTITUZIONE. CURIOSA ESALTAZIONE E SPERPERO DI DENARO SU RAI UNO
Dopo le polemiche sull'intervista
da Barbara D'Urso, Silvio Berlusconi
è tornato in tv a spiegare il suo
programma elettorale. "Dobbiamo far ripartire l'economia", afferma
spiegando che è necessario ridare fiato alle imprese e ai cittadini. Ecco
perché il primo punto del suo programma è proprio l'abolizione dell'Imu: "Abbiamo già
pronto un progetto di legge che prevede quattro misure che compensano i soldi
che i Comuni non prenderanno. Sarà lo Stato a risparmiare eliminando gli
sprechi e introducendo piccolissime maggiorazioni su prodotti non necessari
come le birre e gli alcolici e versando poi ai Comuni gli stessi fondi che
avrebbero percepito con l'imposta". Via libera, poi, a un rinnovamento del
partito: una parte dei candidati sarò composta da facce nuove, un 25-30% da
personaggi della cultura o dello sport, mentre il resto sarà formato da
"parlamentari giovani che hanno dimostrato di essere capaci". E non
solo. Il Cavaliere a Quinta
Colonna annuncia anche un "patto
del parlamentare": un accordo che i candidati firmeranno e
attraverso il quale si impegnano a non restare in carica per più di due
legislature e a votare per il dimezzamento degli emolumenti e del numero di
parlamentari. Sulla crisi Berlusconi dà la colpa a Berlino: "La situazione molto grave a cui si è
arrivati dipende dalle regole di austerity imposte ai Paesi mediterranei
dall’Europa, dove la Germania ha avuto un ruolo egemone, non solidale ma
egoista", spiega l'ex premier, secondo cui lo spread è stato usato "come un
imbroglio politico-mediatico: si tratta di una congiura politico-finanziaria
che prima o poi dovrà essere spiegata e chiarita. Deriva tutto da li". Altro
punto fondamentale del programma politico del Pdl è la riforma della Costituzione, senza la
quale l'Italia resterà indietro rispetto ai Paesi moderni. "Quando
incontro i miei elettori chiedo scusa perché pensavo di potere cambiare il
Paese e renderlo più moderno, ma mi sbagliavo: senza una riforma della
Costituzione il Paese non si cambia", afferma Berlusconi, "Bisogna
che un partito da solo abbia la maggioranza in Parlamento e per fare questo
bisogna che gli italiani non votino con voto frazionato ma devono concentrarsi
su due partiti maggiori".
E IO PAGO: ROBERTO BENIGNI IN RAI COSTEREBBE 5,8 MILIONI DI EURO?.
Ecco un tipo di notizia che attira sempre
l’attenzione, con un ritorno emotivo di sorpresa misto ad indignazione.
Trattasi di compensi per prestazioni televisive, trattasi di Rai, trattasi di
Roberto Benigni, una combinazione che richiama ad un certo clamore, qualunque
sia la cifra, il programma e l’entità. Ci si può ricordare della polemica per
il compenso a Sanremo 2011, il primo di Morandi, che si portò dietro il
lascito di un’immensa polemica di stampo politico. Adesso, da un articolo di
Carlo Tecce per Il Fatto, viene alla luce la somma che potrebbe essere
corrisposta al comico toscano per
la serata di dicembre che dedicherà alla costituzione. Prima di tutto,
ciò che la Rai annuncia è la durata della serata, due ore, che sarà divisa in
due tranche, così come accadde per l’appuntamento de Il Quinto dell’inferno, che
andò in onda nel 2007 e che fece registrare più di dieci milioni di spettatori.
Quali
sono i costi?
– La somma totale per La più
bella del mondo sarebbe di 5,8 milioni di euro per un pacchetto comprensivo appunto
della serata, scenografia inclusa, girata a Cinecittà per una produzione Melampo
(di proprietà del premio Oscar) e
Arcobaleno 3 (di Lucio Presta, l’agente
di Benigni). In questa somma totale, rientrano anche dodici puntate di Tutto Dante, già confezionate
e pronte per la seconda serata di Rai2, dal costo di 300mila euro l’una circa.
Un listino prezzi non troppo lontano da quello di cui siamo stati abituati a
sentir parlare negli ultimi anni. La Rai come li recupererà? – Chiaramente queste
cifre non possono che generare polemica, specie in relazione ai tempi che
corrono in Rai. Soprattutto, si crede che l’azienda, nonostante l’indubbio
successo che riscuoterà in termini di share (preventivano o forse sperano in un
45%), non sarà in grado di recuperare, grazie al supporto della pubblicità, la
cifra sborsata per le prestazioni di Benigni. In realtà c’è un retroscena che
potrebbe motivare questa stessa scelta, andando oltre l’idea che in Rai si
faccia un uso disinvolto e sconsiderato delle proprie risorse: ovvero che un appuntamento
del genere, che cade nell’ultimo mese dell’anno, e cioè poco prima che cominci
la campagna di sensibilizzazione al pagamento del canone, possa appunto
stimolare la partecipazione popolare e dunque ridurre le perdite immense che la
Rai registra ogni anno in questa voce di bilancio
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VERGOGNOSO ATTACCO DEL PARTITO ANTI BERLUSCONI ALLA D’URSO, MA DIMENTICANO LA RAI POLITICIZZATA…….!
L'intellighenzia rossa contro Barbara D'Urso. Nel mirino delle firme
di Repubblica e degli
anti Cav è finita l'intervista rilasciata ieri da Silvio Berlusconi a Canale 5. Tutti a
riempire le pagine dei quotidiani progressisti, i social network e i programmi
di approfondimento per dire che "No, la D'Urso non poteva intervistare il
Cavaliere", che la conduttrice di Domenica
Live non ha posto le domande giuste e che l'ex premier ha usato la
"sua" tivù a proprio uso e consumo. E tutti a chiedere addirittura
l'intervento dell'Agcom. D'altra parte il Cavaliere ha deciso di rinnovare il proprio
impegno in politica e le schiere anti berlusconiane hanno ripreso le armi e sono
andate all'attacco. Niente di nuovo dalla stampa rossa. Quegli stessi che
incensano le interviste di Fabio Fazio e osannano la professionalità di certi
giornalisti di specchiata fede anti berlusconiana, oggi si sono schierati in
massa contro la D'Urso che, ieri pomeriggio, ha portato Berlusconi negli studi
di Domenica Live per
un'intervista a 360 gradi. Dall'impegno in politica alle cene di Arcore, dal
Natale in famiglia al recente fidanzamento. Domenica
Live non è un programma di approfondimento politico, così
Berlusconi e la D'Urso chiacchierano anche di argomenti più leggeri, come i
ricordi su mamma Rosa, il rapporto con i figli, le delusioni in politica e così
via. Già ieri sera, sono fioccati i primi attacchi. In prima linea Enrico Mentana che, su Twitter, ha accusato "un
ologramma di Berlusconi" di ripetere "le cose che diceva un anno fa
il vero Cavaliere fingendo siano nuove" dando così il via a un vero e
proprio linciaggio. Ezio Mauro ha schierato le penne di Repubblica per prendere in giro
la D'Urso, "ancella compiacente", e attaccare Berlusconi, "il
padrone". "Là dove
Berlusconi è il padrone, e quindi non solo fa quello che gli pare, ma in
momenti come questo sente anche la necessità e l'urgenza di sfoggiare questo
suo vantaggioso privilegio - si legge nell'articolo di Filippo Ceccarelli - una
volta entrato nelle case senza chiedere permesso, un po' rigido
lunedì 17 dicembre 2012
SI E’ SVOLTA LA PRIMA CONVENTION REGIONALE DI AZZURRI ’94. SILVIO BERLUSCONI HA INVIATO UN MESSAGGIO
Faenza ha ospitato la prima riuscita e
affollata Convention Regionale di AZZURRI ’94 (oltre cento i partecipanti) in
occasione della Cena Azzurra di Natale che si è tenuta all’Hotel Il Cavallino. Il
Movimento, nato il 9 novembre scorso per chiedere il ritorno in campo di Silvio
Berlusconi, la fine della disastrosa esperienza del Governo Monti ed il ritorno
ai valori ed ai programmi di Forza Italia, dopo aver costituito il suo
Coordinamento Regionale, presentato alla stampa il 27 novembre, si è ritrovato
a Faenza in occasione della Cena Azzurra di Natale per fare il punto della
situazione politica ed organizzativa. Nell’iniziativa di Faenza, dopo il saluto
del coordinatore comunale del PDL Luciano Spada sono intervenuti Rodolfo Ridolfi Coordinatore Regionale
dell’Emilia Romagna di Azzurri ’94, Massimo Palmizio Senatore della Repubblica, Gianguido Bazzoni Consigliere Regionale, Luca Finotti Capogruppo Provincia di Bologna, Liborio Cataliotti Capogruppo Comune di Reggio Emilia, Adolfo Morandi Capogruppo Comune di
Modena, Marco Mattarelli Consigliere
Comunale di Cento (Ferrara), Luigi Lega
Baldini (Rimini), Fausto Fontanesi Consigliere comunale
di Gualtieri (Reggio Emilia), Adamo
Longo Consigliere Comunale Imola, e moltissimi dirigenti e consiglieri dei
Comuni della Provincia di Ravenna fra i quali: Cesare Bedeschi di Lugo, Vincenzo
Valenti di Riolo, Stefano Foschini
di Cotignola, Mauro Gagliardi di Fusignano, Mario Leotti Presidente del Club
Argentario di Ravenna, Tiziano Cericola
Presidente della Fondazione Free di Faenza, Bruno Benati, Andrea Tarabusi e Cristina Govoni di Faenza e Vincenzo Galassini Consigliere
Provinciale Ravenna.
Tutti gli intervenuti unanimi nel sottolineare
come gli effetti del ritorno sulla scena politica di Silvio Berlusconi abbiano
determinato una immediata inversione di tendenza delle intenzioni di voto degli
italiani nei confronti del PDL dopo mesi di declino di circa 3 punti.
Importante e soddisfacente anche l’iniziativa interna ed internazionale che il
Presidente Berlusconi ha voluto riprendere, a nome della maggioranza degli
italiani moderati che non accettano le politiche pauperistiche dettate dalla
Germania e dalle banche che regalerà agli italiani un Natale di inutili
sacrifici.
Silvio Berlusconi ha indirizzato per l’occasione
un messaggio di apprezzamento augurando ai partecipanti buon lavoro.
BERLUSCONI IN PRESSING SU MONTI: “PRONTO A SCENDERE IN CAMPO PERCHE’ SIAMO COME NEL ‘94”
A Domenica
Live, il Cav lancia un nuovo appello al Prof: "Faccia il federatore dei
moderati". Poi
A Poche ore dall'incontro tra il
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il premier Mario Monti, Silvio Berlusconi ha detto chiaramente
che, in attesa di una risposta del Professore, è pronto a impegnarsi ancora una
volta in politica per il bene del Paese spiegando che, in parlamento, il Pdl ha
smesso di votare per i provvedimenti del governo tecnico perché applica una politica di rigore troppo dura. Ospite
di Domenica Live, il
Cavaliere ha replicato alle accuse, mosse nei giorni scorsi, sulla posizione
nei confronti di Monti e dei tecnici ribadendo con nettezza che in Italia ci
sono due campi, i moderati e la sinistra, e facendo presente che i moderati sono la maggioranza se non si
dividono. "Alla fine del
governo dei tecnici è venuta fuori una voglia del centro dei moderati, oltre a
Casini, anche Montezemolo e Giannino che hanno indicato in Monti il loro punto
di riferimento", ha spiegato l'ex premier che, rispondendo
alle domande di Barbara D'Urso, ha rinnovato la proposta lanciata in
mattinata a Monti di fare il federatore
dei moderati. In questo caso, infatti, Berlusconi sarebbe anche disposto a
ritirarsi dalla candiatura alla presidenza del Consiglio. "Attendo la risposta - ha continuato
il Cavaliere - se Monti darà una risposta positiva lui sarà il nostro candidato
e io farò campagna elettorale, sarei il presidente del più importante partito
del centrodestra e farei campagna per Pdl e per tutto l’arco dei moderati".
Dopo essersi ritirato per oltre un anno, Berlusconi ha infatti deciso di
tornare in campo: "Samo
esattamente nella situazione del ’94".
domenica 16 dicembre 2012
MONTI-BERLUSCONI, LA PARTITA E ANCORA TUTTA DA GIOCARE
IL CONSIGLIO E’: NON SCOMETTETE OGGI SUL RISULTATO. PERCHE’ DA QUI A GENNAIO SE NE VEDRANNO ANCORA DELLE BELLE
Quando il cielo viene squarciato dai fulmini, non
sempre arriva la pioggia. Così come in politica, quando ci sono levate di
scudi, polemiche e qualche braccio di ferro, non sempre si arriva a sfasciare
partiti, movimenti, maggioranze o anche governi. Discutere, anche animatamente,
fa parte della normale dialettica politica. In realtà chiunque litiga, anche le
coppie più solide, ma non è detto che si arrivi al divorzio. È forse quello che
sta accadendo in queste settimane, e in particolare negli ultimi giorni, nel
centrodestra italiano. Sarebbe sciocco negare che il ritorno in campo di
Berlusconi (alzi la mano chi l’aveva dato ai giardinetti) non ha creato
malumori interni alla coalizione, se non addirittura all’area. Ma in un Paese realmente
democratico, sarebbe delittuoso negare a chi ha suonato e portato la croce da
solo con gli elettori per vent’anni, di poter correre per l’ultima volta dopo
aver subito l’onta di una cacciata a furor di popolo nonolstante il più largo
successo elettorale della storia repubblicana. Oltretutto, a volere il passo
indietro del Cavaliere sono uomini politici che hanno saputo raccogliere affermazioni
importanti in questi venti anni di impegno politico, ma che senza di lui
difficilmente avrebbero sfondato il muro del 5% dei consensi. A livello nazionale,
così come a livello locale. Premesso questo, il loro grido d’allarme non va
comunque sottovalutato. Perché il dissenso di cui si fanno portatori sarà stato
forse raccolto nel contatto diretto con il territorio, con i cittadini. O forse
sarà stato raccolto nel contatto con quel pezzo di società civile e
imprenditoriale che compone da sempre lo zoccolo duro dell’elettorato moderato.
Da qualunque angolatura si guarda lo scenario, tutti gli appelli non devono
finire nel nulla. È ovvio, però, che alla fine servirà una sintesi.
QUERELA SU FORZA ITALIA, IN REDAZIONE DEL GIORNALE QUASI 6MILA MAI. IL PM:”SPERO VINCA BERSANI, BERLUSCONI SAREBBE NEFASTO
CAUSA CONTRO INGROIA: GLI ELETTORI DIFFAMATI SIGLANO LA CLASS
ACTION
Stefano Zurlo -L'atto di citazione è ormai
pronto. Ma Antonio Ingroia, il bersaglio della class action lanciata dai
lettori del Giornale, è già oltre. E nell'ennesima «lezione» dal Guatemala si avvita
in una nuova polemica puntando il dito contro Silvio Berlusconi, bollato come
«nefasta e vecchia conoscenza degli italiani». Ormai, le esternazioni del pm
siciliano si susseguono con un ritmo martellante. Ma va avanti anche la causa
promossa dal Giornale. La prossima settimana l'atto verrà notificato
all'interessato, come prescrive la legge. Poi il procedimento potrà cominciare.
Sarà un processo record, a suo modo storico. Ma questa volta a sostenere
l'azione non saranno le vittime di qualche disastro navale, come è successo a
Grosseto per la Concordia, o ambientale, come è capitato a Casale Monferrato
con l'amianto. No, questa volta è in gioco un bene molto più fragile, ma
ugualmente prezioso: l'onore. L'onore dei militanti, dei simpatizzanti, dei
dirigenti di Forza Italia, l'onore calpestato dalle affermazioni contenute nel
libro di Ingroia Io so. Per il magistrato siciliano, oggi distaccato in
Guatemala per conto dell'Onu, Forza Italia nacque da un accordo fra Marcello
Dell'Utri e i boss di Cosa nostra. Non solo: successivamente il partito si
sarebbe adoperato in Parlamento per favorire con leggi ad hoc gli interessi
della cupola. Accuse gravissime e mai provate perché le numerosissime inchieste
aperte dal '94 in poi non hanno prodotto alcuna certezza, ma solo molte
suggestioni. Accuse ripetute ieri con un intervento barricadero su MicroMega,
la palestra editoriale del giustizialismo italiano. Ingroia, che è pur sempre
un magistrato, scrive parole durissime augurandosi la vittoria di Pier Luigi
Bersani e la sconfitta di Berlusconi. E del Cavaliere il pm traccia un ritratto
a dir poco apocalittico: «Una vecchia e nefasta conoscenza degli italiani,
artefice del disastro economico-finanziario, politico-istituzionale, e
etico-morale in cui è precipitato il Paese negli ultimi anni». Ingroia, che ha
appena dato il suo endorsement al Movimento Arancione, non si ferma più. Ma prosegue anche il flusso di messaggi dei
lettori del Giornale. In redazione sono già arrivate quasi seimila mail, un
numero impressionante che dà anche conto dell'appartenenza orgogliosa ad una
storia così importante per il nostro Paese. «Come si permette di ritenermi
mafioso?», scrive ad esempio Sandro che non accetta di essere buttato nella
pattumiera della cronaca giudiziaria. Scrivono
in prima persona e parlano al presente di Forza Italia, i nostri lettori.
Dichiarazioni su dichiarazioni in difesa del proprio pantheon. E di riflessione
sul bilanciamento fra i diversi poteri nel nostro Paese: «Ritengo che oltre ai
cittadini - afferma Giuseppe - anche quella parte di magistratura leale e non
politicizzata, dovrebbe ritenersi offesa». Per l'avvocato Liborio Cataliotti,
che nello studio di Reggio Emilia sta limando l'atto, questa reazione popolare
è importantissima: «Se centinaia di cittadini manifestano la loro adesione alla
causa, figurarsi lo sdegno dei parlamentari, degli uomini di governo che
Ingroia mette nel mucchio dei complici o dei tecnici conniventi con i boss».
DEBITO BOOM, PESA PER BEN OLTRE 33MILA URO SU OGNI CITTADINO, BEBE’ COMPRESI”
Al livello raggiunto a ottobre il
debito pubblico italiano pesa per circa 33.081 mila euro a testa, bebé
compresi. E’ quanto è possibile calcolare incrociando i dati diffusi oggi dalla
Banca d’Italia con le ultime stime dell’Istat che calcola 60,9 milioni di
residenti in Italia a gennaio. Il debito è aumentato da inizio anno (a gennaio
2012 era pari a 1.943,455 miliardi) di 71,238 miliardi. Il 3,7% in più dall’inizio
dell’anno. Le entrate tributarie dei primi 10 mesi dell’anno segnano un
incremento del 2,9% rispetto allo stesso periodo del 2011. E’ quanto emerge dai
dati del gettito fiscale, al netto dei fondi speciali della riscossione,
riportati dal supplemento “Finanza Pubblica” al bollettino Statistico della
Banca d’Italia.
venerdì 14 dicembre 2012
BERLUSCONI: “MONTI SI CANDIDI. IO COCCOLATO DAL PPE”
IL CAV. RIBADISCE LA SUA PROPOSTA AL PREMIER. E SULLA SUA
RICADITATURA: SE L’IDEA DEL MIO RITORNO FA TREMARE L’EUROPA, VUOL DIRE CHE SONO
FORTE
"Sfiduciato dal Ppe? No, mi
sono sentito coccolato, anzi coccolatissimo". Silvio Berlusconi risponde così alle
malelingue che parlavano di una sfiducia nei suoi confronti a dispetto
dell'appoggio nei confronti di Mario
Monti. Appoggio che lo stesso Cavaliere ha ribadito al vertice
del Ppe a Bruxelles. "Ho ricordato al Ppe di aver chiesto a
Mario Monti di essere il riferimento per il Pdl nonostante questo crei qualche
problema con la Lega", ha spiegato Berlusconi parlando con i
cronisti dopo il vertice dei popolari europei. L'ex premier ha aggiunto che "spero Monti accetti la mia proposta,
anche se per ora non l’ha fatto. Capiamo le difficoltà di chi si è posto sopra
le parti a diventare parte, non avremmo rincrescimenti se dovesse non
accettare". La proposta è quella di mettersi a capo di una coalizione che unisca moderati e Lega.
"Abbiamo offerto a Monti di essere il candidato di tutti i moderati perché
ci sono anche Casini e Montezemolo che hanno chiesto a lui di esser il loro punto
di riferimento. A questo punto sia anche il riferimento del Popolo della
libertà. Avremo qualche difficoltà con la Lega ma penso che possano arrivare a
ragionare al riguardo" anche perché "quando i moderati si spezzano
passano la mano alla sinistra", ha spiegato il Cavaliere. La
preoccupazione del ritorno della sinistra Il tutto per evitare un possibile
ritorno della sinistra
in Italia, cosa che "preoccupa il Ppe". Infatti, secondo Berlusconi, "il Ppe tutto non vorrebbe che
l’Italia finisse in mano alla sinistra come in Francia".
Tuttavia, permane l'incertezza. Anche perché, lo stesso Berlusconi non ha
escluso una sua ricandidatura e ha detto di stare a guardare come si
svilupperanno le cose. "Io so solo che se dovessi tornare potrei prendere
gli stessi voti del 2008", ha assicurato l'ex premier, aggiungendo che "se solo al mio ritorno in scena si
dice che faccio tremare l’Europa, beh, allora vuol dire che devo essere
proprio forte...". "Non
abbiamo sfiduciato Monti" Sulla sfiducia del Pdl nei confronti di Monti, Berlusconi
ha precisato, scrivendolo sul suo profilo Facebook, che "noi non abbiamo sfiduciato Monti ma
abbiamo fatto delle critiche. Monti ha
BAZZONI: “LA REGIONE DEVE SOPPRIMERE L’ERVET COME ENTE INUTILE E DANNOSO; SI DESTININO 22 MILIONI DI EURO AL RILANCIO DELLA PICCOLA IMPRESA”
Il Consigliere del PdL Bazzoni ha votato contro la
convenzione proposta dalla giunta Errani per il piano triennale ed il
preventivo annuale dell’ERVET, oggi in Commissione Attività Economiche, ed ha
chiesto la sua chiusura immediata. Ha dichiarato Bazzoni:” siamo in un periodo
in cui si attacca la politica per il costo eccessivo e gli sprechi, arrivando a
mettere in discussione anche ciò che serve per esplicare la democrazia ed il
mandato popolare, non vedo come si possa continuare a buttare 22 milioni di
euro in 3 anni nell’ERVET, che tutti conoscono come un’idea fallita ed un ente
che serve solamente a sprecare denaro pubblico
per alimentare clientele. L’ERVET è un istituto che sfugge ad un
controllo democratico, il cui personale non dà garanzie di essere reclutato con
criteri trasparenti, qualificati e certificati, che spende soldi pubblici per
attività fumose e massimamente inutili e, quando utili, che potrebbero
benissimo essere svolte dagli uffici degli assessorati.” Bazzoni continua affermando che ha chiesto di avere in visione gli
elenchi del personale diretto ed indiretto, con il relativo costo annuo e
specifica: “ho chiesto questi dati anche per il presidente e gli amministratori
(di nomina del socio unico, la Regione) anche perché mi sfugge il loro ruolo e
funzione, avendo già gli assessori. Inoltre, rappresentando l’ERVET una zona
d’ombra nell’attività regionale, mi ricorda molto l’IPL (istituto per il
lavoro), che venne creato per dare uno stipendio a qualcuno e, dichiarato da
tutti inutile, venne chiuso solamente dopo 10 anni. Spero che finalmente si
prenda atto anche per l’ERVET della sua inutilità, come ne hanno preso atto da
sempre le imprese produttive dell’Emilia-Romagna, che, non solo non fanno parte
della compagine sociale, ma non se ne servono minimamente.”
giovedì 13 dicembre 2012
“LA PIU’ BELLA DEL MONDO” ?
MA IN CHE PAESE DI PAGLIACCI CI TROVIAMO A VIVERE? COSA
C’ENTRANO LA MUSICA, LA BELLEZZA, L’AMORE CON UNA CARTE E LE SUE LEGGI
C’è un cantante, un mammut dell’era
geologica dei Rokes, poi affrancatosi dal branco col nome di Shel Shapiro, che
ora canta la nostra Costituzione e recita i primi undici articoli della
medesima con la sua inflessione inglese benché da secoli stia in Italia. C’è il
Comico di Stato Roberto Benigni che dedicherà un recital televisivo a quant’è
bella la Costituzione. Ma cos’è questa pedagogia ruffiana, leggermente
puttanesca, sulla Costituzione e cosa c’entrano la musica, la bellezza, l’amore
con una Carta e le sue leggi? Abbiamo in Italia il privilegio antico di vivere
la bellezza allo stato sfuso nella realtà, nelle bellezze naturali, artistiche
e culturali e ci mettiamo a cantare e decantare come innamorati feticisti la
bellezza leggiadra della Costituzione nata appena nel 1947. Ma le costituzioni
sono da rispettare e da osservare; non sono da amare, cantare e pomiciare.
L’amor patrio scaturisce dalla vita, la storia, la cultura, il paesaggio, il
retaggio e il linguaggio nostrano, dalle persone e dalle tradizioni, non
certo dagli articoli di un Dettame legislativo. A quando un cd sul Codice
penale, parole di Mogol e Travaglio? O una dichiarazione d’amore degli U2 agli
F24,una ballata rap della Corte dei Coti sulle leggi di stabilità, un concerto
rock delle Authority dedicato alla Norma, ma non quella di Bellini, o una
canzone dei Tutor, gruppo on the road, sul Codice della strada? In un Paese
serio li denuncerebbero per atti di libidine sulla Costituzione. Marcello
Veneziani
LA SINISTRA, DEVE RIDURRE LA SPESA DEI PARCHI, LA LASCIA INALTERATA. UN PARCO CHE COSTAVA 45.000 EURO NE COSTA 317.504
I diversi Governi, nella contrazione della spesa
pubblica nell'arco di quattro anni, hanno ridotto le risorse per i parchi ¾:
nel 2008 il bilancio del Ministero dell’Ambiente era di 1 miliardo e 649
milioni (ultima manovra del Governo Prodi) e nel 2009, primo anno del Governo
Berlusconi, era di 1 miliardo e 265
milioni, le Regioni dovevano adeguare le loro leggi sui parchi regionali. La
Regione Emilia-Romagna, con la Deliberazione della Giunta n. 893 del 2 luglio 2012
approva
una nuova legge sui
parchi con una gestione basata su cinque macro-aree* omogenee: Emilia
Occidentale, Emilia Centrale, Emilia Orientale, Delta del Po, Romagna, in
sostanza senza cambiare nulla, ma sola unione dell’esistente. Al proprio
sistema dei parchi la Regione destina annualmente 3 milioni 500 mila euro,
cui vanno aggiunti circa 3 milioni
stanziati ogni anno per gli investimenti. In Emilia-Romagna sono oltre 350 mila gli ettari di territorio
protetti, circa il 15% della
superficie della regione. Nella realtà è rimasto tutto come prima invece dello
Stato, paga la Regione e gli enti locali, Provincia e Comuni. Alla faccia del risparmio, il debito
pubblico dallo Stato passa alla Regione! E poi affermano che i Ministeri non
tagliano le spese mentre loro aumentano quelle regionali e mantengono quelle
degli enti locali Provincie e Comuni.
All’interno del Parco Romagna, il Parco della
Vena del Gesso bilancio 2012, ha una spesa corrente di 317mila euro (superiore di 32.000 euro, 10% in più del 2011). Le entrate provengono da finanziamento dai contributi degli Enti soci Comuni e Province, dall’equivalente contributo regionale
che non può eccedere l’ammontare totale del contributo ordinario degli Enti
soci, dai contributi degli Enti per la
gestione dei centri visita del Parco (5.000 euro!), da altre entrate
correnti per €. 317.504.
Le spese correnti sono per
gli organi di gestione dell’Ente di
gestione, compenso per il Direttore,
dal rimborso all’Unione dei Comuni per il personale tecnico ed amministrativo,
dal compenso al Revisore, dall’ammortamento
del mutuo da assumere, dai presunti interessi passivi su eventuali ricorsi
all’anticipazione di cassa, per le altre attività del Parco (contributi
obbligatori, IRAP, spese generali di funzionamento, acquisto materiali,
gestione dei 2 Centri visita, convenzioni per la tutela ambientale per
complessive €. 317.504,
compreso 40.000 euro per la promozione!
Solo mantenimento dell’esistente il tutto a scapito dei residenti. In quest’ambito la Provincia di Ravenna
ha deliberato di dare in comodato “gratuito” per ben 15 anni (2027) la Gestione
del Parco Naturale Carne’ di proprietà del comune di Brisighella, Faenza e
Provincia di Ravenna al Parco Romagna!
L’attuale gestione una serie di “scatole cinesi” incomprensibili che da un
utile di cinquemila euro l’anno, fra l’altro è in corso una vertenza
giudiziaria fra gli appaltatori. La delibera ha trovato solo il mio voto
contrario, a favore la maggioranza, astenuti il PDL, la Lega, l’UDC.
Una riflessione: l’area “Vena del Gesso –Parco Carnè” è sempre stato tenuta viva,
attiva, nel massimo rispetto dell’ambiente per la volontà del Comune di
Brisighella (prg 1962 per quaranta anni negando permessi di escavazione) il
costo annuale di gestione divisa fra i tre enti proprietari (Comune
Brisighella, Faenza e Provincia di Ravenna) è di 46.000 euro! Si deve risparmiare, perché non si smantella
il carrozzone pubblico creato con il Parco Regionale dei Gessi sopra la
testa dei proprietari che l’hanno sempre rispettato, costo 317.000 e mantenere vivo da soli come è avvenuto da quaranta anni
con il Parco Carnè. che costa solo 46.000?
Continua lo sperpero
del denaro pubblico, non si vuole risparmiare, inoltre manca la trasparenza. Perché non si fanno gare di assegnazioni
libere e aperte? con 46.000 euro il Parco Carne era vivo ma continuano a
spenderne 317.000! Povera Italia! Il consigliere
provinciale (Pdl) Vincenzo Galassini
mercoledì 12 dicembre 2012
FAREMO UNA ”GIGANTESCA OPERAZIONE VERITA’”
Il Pdl e' pronto a una ''gigantesca operazione
verità'' contro ''il terrorismo dei luoghi comuni e dello spread, contro il
grande imbroglio che ha portato al governo Monti'' e a partire dalla ''balla
colossale detta a inizio mandato che lo Stato rischiava di non pagare gli
stipendi''. Lo afferma l'ex ministro
Renato Brunetta, annunciando che ''faremo una conferenza stampa a fine anno,
dati alla mano, per far vedere gli effetti di ogni singola riforma''. Il Pdl le
ha votate ''in una condizione di emergenza'', spiega Brunetta, ma ora ''un
presidente del Consiglio che e' stato chiamato in quella situazione dovrebbe
poi abbandonare ogni velleità politica''. E in un intervento pubblicato dal Giornale, Brunetta invita anche il
'Prof' ad ammettere che ''la crisi e' nata in Germania e i tecnici non
servivano''. Perchè, dice, e' stata Berlino a ''imporre l'esecutivo Monti''
senza ''colpe'' da parte dell' Italia, dopo che ''le banche tedesche a giugno
2011 hanno cominciato a liberarsi dei titoli italiani facendo puntare la
speculazione su di noi''. Ed sempre ''il comportamento irresponsabile della
Merkel'' la ''causa dei mali dell'Europa''.
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BRUNETTA A TOBIAS PILLER: “LE MIE TESI SULLA CRISI SPOSATE ANCHE DA FINANCIAL TIMES, DAI PREMI NOBEL KRUGMAN E STIGLITZ, DA DE GRAUWE, BERNANKE E DRAGHI”
Invito Tobias Piller, che sul Frankfurter Allgemeine
si esercita a confutare le tesi da me sostenute sull’origine della crisi
finanziaria dell’eurozona, frutto di analisi che conduco ormai da un anno, a
leggere l’editoriale del vice-direttore del Financial Times, Wolfgang Münchau,
che sostiene le mie stesse argomentazioni. Così come suffragano la mia tesi le
analisi della Banca d’Italia, le riflessioni dei premi Nobel Paul Krugman e
Joseph Stiglitz, gli studi del professor Paul de Grauwe e le decisioni prese da
banchieri centrali del calibro di Ben Bernanke e Mario Draghi. Può, quindi, dal
suo prossimo articolo, prendersela anche con loro. Con la stima di sempre. Renato Brunetta
ERAVAMO SULL’ORLO DEL BARATRO A FINE 2011 O IL BARATRO E’ OGGI, DOPO UN ANNO DI GOVERNO MONTI?
l Prodotto interno lordo è diminuito del 2,4%; il
Rapporto Debito/Pil è cresciuto del 4,4%; la disoccupazione ha sfondato, nello
scorso mese di ottobre, il tetto dell’11%; la disoccupazione giovanile ha
toccato la quota record del 36,5%; la produzione industriale è calata del 6,2%;
l’inflazione è aumentata al 2,5%; le costruzioni hanno fatto registrare un
pericoloso -17,8%; e i consumi sono crollati a -1,7%. Alla luce di questi dati
(Istat), la domanda da porsi è dunque: eravamo sull’orlo del baratro a
fine 2011 o il baratro è oggi, dopo un anno di governo Monti? A cura di Renato Brunetta
BUONA NOTIZIA SOLO IL 10% DEI PARLAMENTARI SARA’ RICANDIDATO!
L’ANNUNCIO DI BERLUSCONI SCATENA IL PANICO A MONTECITORIO
Alla fine dell'intervista di Silvio Berlusconi a Maurizio
Belpietro rimbalza su
tutte le agenzie il titolo sullo spread ("lo spread è un imbroglio",
dice Berlusconi) ma da un punto di vista politico la vera "bomba" sono le
parole dell'ex premier sul futuro dei parlamentari del Pdl. "Solo il 10% degli attuali parlamentari del
pdl sarà ricandidato alle prossime elezioni politiche. Un altro dieci andrà
ricercato nel mondo della cultura, dell'Università e dell'arte mentre un 20%
riguarderà quegli amministratori locali "eletti per una seconda volta e
che hanno lavorato bene". Il grosso poi, il 50% riguarderà il mondo
del lavoro, delle professioni. avverte Berlusconi ai microfoni di Canale 5 durante la
trasmissione "La
Telefonata". La
precisazione Un'affermazione che ha scatenato il panico nel
partito,tra gli scranni di Montecitorio serpeggiava il terrore tanto che è
stato necessario far partire da Palazzo Grazioli un comunicato che ha chiarito
come appaia "evidente che non sarà soltanto il 10% dei parlamentari
uscenti del Popolo della Libertà ad essere ricandidato. E' bene chiarire
che tutti quei deputati e senatori che provengono dalla trincea del lavoro, che
hanno svolto o stanno svolgendo un'attività lavorativa, e non hanno una
provenienza solo politica, saranno ricompresi in quella quota del 50% dei
provenienti dal mondo del lavoro suggerita dal presidente Berlusconi''.
BUONA NOTIZIA: PDL, GLI EX AN VERSO LA SCISSIONE A BREVE L’ANNUNCIO
Gli oltre 300 parlamentari del Pdl sono
consapevoli che il loro futuro è appeso a un filo e che in pochi possono
aspirare a un posto in Paradiso anche nella prossima legislatura. Silvio Berlusconi, intervistato da Maurizio Belpietro, lo ha detto chiaro e
tondo: "Ho intenzione di ricandidare al Parlamento solo il 10% dei vecchi
eletti". Il partito è in fibrillazione per la riduzione dei posti. Ma non
solo. Da Strasburgo si è levato un coro anti-Cav: i "montiani" si
fanno sentire anche in Europa. Verso la scissione - Ma oltre alle
fibrillazioni già in essere per la certa riduzione dei posti a disposizione,
viste le percentuali che il Pdl potrebbe incassare alle urne, si aggiunge ora
il timore - se non la certezza per molti - di non rientrare in quel 10%
indicato oggi da Silvio Berlusconi come quota massima riservata ai deputati e
senatori da confermare. Parole che, nonostante la successiva precisazione da
palazzo Grazioli, hanno subito fatto scattare l’allarme rosso tra i pidiellini,
imprimendo un’accelerazione all’addio degli ex An: una decisione che potrebbe,
secondo fonti Pdl, arrivare già domani, mercoledì 12 dicembre, con tanto di
annuncio in serata, dopo una riunione nella sede della fondazione Italia
Protagonista. Un addio che, però, nelle ultime ore tutto sembra meno che una
scissione "dolce". Divorzio non consensuale - Al contrario, la
fuoriuscita degli ex inquilini di via della Scrofa dal Pdl sembra nelle ultime
ore assumere i contorni di un divorzio non consensuale, anche se si lavora a
una 'riappacificazione' delle varie anime di destra. I motivi sono vari: c'è
innanzitutto il timore che il Cavaliere voglia 'liberarsi' degli ex colonnelli
e, senza una separazione d’amore e d’accordo, sarebbe pronto ad usare proprio
l’arma della composizione delle liste per ottenere lo spacchettamento del
partito, da tempo auspicato.
martedì 11 dicembre 2012
CON MONTI IL DEBITO PUBBLICO +82,7 MILIARDI E +4,4%
LA NOTA DEL COORDINATORE DEI DIPARTIMENTI PDL BRUNETTA
Il coordinatore dei dipartimenti
del Pdl Renato Brunetta ha diffuso questa mattina due dossier (che si possono
leggere e scaricare dal sito www.freenewsonline.it), da cui emerge che:
nell’anno del governo Monti il debito pubblico in Italia e’ aumentato di 82,7 miliardi in valore assoluto (dati
Banca d’Italia) e del 4,4% rispetto al
Pil (dati Eurostat), e che nei dodici mesi di governo Monti la media
ponderata dei titoli di stato decennali e’ più alta dello 0,31% rispetto ai cinque mesi più "caldi" del governo
Berlusconi (elaborazione su dati Ministero delle Finanze, Dipartimento del
Tesoro).
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