mercoledì 12 aprile 2017

CIAO VINCENZO!


E' con profondo rammarico che si annuncia la scomparsa di Vincenzo Galassini, ieri sera intorno alle 20.
Vincenzo aveva 78 anni e fino all'ultimo giorno ha portato avanti le sue idee e le sue innumerevoli battaglie.
Nella sua vita è stato sindaco di Brisighella, dirigente di Forza Italia, consigliere comunale e provinciale, negli ultimi anni era l'anima dei blog di Forza Italia, un canale di informazioni sempre aggiornato e seguito da moltissimi utenti.
Questa triste ed inaspettata notizia ha lasciato tutti senza parole, le più sentite condoglianze alla moglie e ai figli che sono sempre stati il supporto di Vincenzo in tutti questi anni.
Grazie Vincenzo per tutto quello che hai fatto.

lunedì 10 aprile 2017

AMMINISTRATIVE IN VISTA IL PD INDOTTRINA GLI AVVOCATI


Al teatro Diego Fabbri di Forlì dove sabato scorso si è svolto un corso di aggiornamento professionale promosso dagli ordini degli avvocati di Forlì, Cesena, Ravenna e Rimini mancavano solo le bandiere del Pd e poi il quadretto sarebbe stato perfetto. Ma è un dettaglio visto che in sala, come relatori, erano presenti ben quattro esponenti del Partito democratico. All'evento, che garantiva ai partecipanti quattro crediti formativi in materia di deontologia su quindici obbligatori da conseguire ogni anno, era stata resa nota da mesi la presenza del ministro della Giustizia Andrea Orlando ma, dopo la decisione di quest'ultimo di scendere in campo e sfidare Matteo Renzi nella conquista della segreteria nazionale del partito, gli organizzatori hanno pensato bene di «riequilibrare» invitando anche esponenti politici di area renziana. A coordinare gli interventi è stato chiamato all'ultimo momento il deputato forlivese Marco Di Maio - che infatti non compare nella locandina ufficiale inviata agli avvocati tramite la newsletter dell'Ordine - componente del comitato a sostegno della riconferma del segretario uscente Renzi che, oltretutto, in Parlamento non è neanche in commissione Giustizia e nulla ha a che fare con la professione forense. Come del resto non vi ha a che fare la terza esponente del Pd invitata a tenere una lezione di deontologia agli avvocati romagnoli: Emma Petitti, ex deputata, attualmente assessore regionale al Bilancio (e Riordino istituzionale, Risorse umane e Pari opportunità) chiamata ad illustrare le «strategie della Regione Emilia Romagna per il contrasto alla violenza contro le donne». Ottimo tema per un convegno femminista, meno per un corso di deontologia.
Per completare il quadro non sono inoltre mancati i saluti ai partecipanti del sindaco di Forlì Davide Drei, anch'egli eletto col Pd, ça va sans dire.
Tutto in casa Pd, dunque: non si è pensato minimamente né di invitare rappresentati di altri partiti né che un corso di aggiornamento professionale valido per l'acquisizione di crediti obbligatori dovesse rimanere estraneo a logiche partitiche e non trasformarsi in un convegno politico a un mese dalle primarie e soprattutto a un mese dalle elezioni amministrative a cui sono interessati diversi Comuni della zona fra cui Riccione.


DICHIARAZIONE DEI REDDITI 2017. RICORDATI CHE RENZI CON LA SCUSA DI AVERE TUTTO ON-LINE CI FA PAGARE 80 EURO. PRIMA ERA GRATUITA CON I CAF CHE SI ASSUMEVANO LA RESPONSABILITA’.


MEMORIA CORTA SUL TERREMOTO, RICORDARSI QUELL0 CHE AVEVA FATTO BERLUSCONI



AVANTI CON RENZI


venerdì 7 aprile 2017

ALLARME CORTE DEI CONTI: TROPPE TASSE SULLE IMPRESE


Luca Romano - Il sentiero per il risanamento secondo la Corte dei Conti sarà faticoso ma necessario. I magistrati contabili tracciano un futuro duro per il Paese. Per la Corte il risanamento finanziario per l'Italia ''è reso più faticoso'' da una dinamica del prodotto interno lordo meno pronunciata degli altri Paesi dell'area euro. Ma ''considerando il maggior livello del debito'' questo sentiero è ''necessario''. Nel Rapporto 2017 sul coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti, presentato oggi a Roma dal presidente Arturo Martucci di Scarfizzi viene analizzata la situazione dei conti pubblici che a quanto pare è sempre più preoccupante. ''Nella prospettiva storica e nel confronto con gli altri Paesi europei, lo sforzo di risanamento finanziario perseguito dall'Italia, reso necessario da un livello del debito elevato, prosegue o si attenua? Guardando al periodo intercorso dalla decisione di aderire alla moneta unica ad oggi - spiega il rapporto - il saldo primario rimane sempre positivo, ma si riduce progressivamente".
"La riduzione degli oneri per interessi - continua il documento - ne compensa gli effetti sull'indebitamento, che rimane in prossimità del 3% del prodotto, la soglia fissata nel Trattato di Maastricht". "Nel contesto di bassa crescita che ha caratterizzato gli anni più recenti e di un'inflazione ben al di sotto degli obiettivi delle Autorità monetarie, livelli del saldo primario più contenuti, uniti ad un costo medio che si mantiene comunque vicino al 3%, generano un ulteriore aumento del debito che, a fine 2016, arriva al 132,6% del Pil'', continua il rapporto. Ma la Corte pone l'attenzione anche sul macigno fiscale sulle imprese italiane: "Accanto a una pressione fiscale tra le più elevate dei paesi Ue, il total tax rate stimato per un’impresa di medie dimensioni testimonia di un carico fiscale complessivo (societario, contributivo, per tasse e imposte dirette) che penalizza l’operatore italiano in misura (64,8%) eccedente quasi 25 punti l’onere per l’omologo imprenditore dell’area Ue/Efta". Anche il cuneo fiscale "colloca al livello più alto la differenza fra costo del lavoro a carico dell’imprenditore e reddito netto del lavoratore", ben 10 punti sopra l’onere medio ne resto d’Europa.


ATTACCO CHIMICO IN SIRIA: E SE NON FOSSE STATO ASSAD?


di MARIO ARPINO -  ATTENZIONE, SE OGGI ci mettiamo a discutere su chi ha lanciato i gas a Khan Sheikun, rischiamo di cadere in una trappola mediatica. Le convinzioni le lasciamo a quel coro di benpensanti ‘politicamente corretti’ che, lanciando anatemi, puntano il dito contro Bashar al-Assad. Nessuno si può esimere, è il bersaglio più facile. I gas si diffondono con vari mezzi: aerei, granate speciali (obici e mortai), oppure, come nelle battaglie sul Carso, generatori posti sottovento. Nella Coalizione che non solo combatte quella parte dei ribelli non presente agli accordi di Astana, ma fa anche altre cose, gli aerei li hanno tutti. I siriani, certo, ma anche i russi, i turchi, i sauditi e i qatarioti. I ribelli no, né i ‘buoni’ né i ‘cattivi’. Le armi terrestri gassificanti, quelle, per intenderci, sparite in massa nel 2011 dagli arsenali di Gheddafi, con alta probabilità sono in mano ai ribelli jihadisti non-Isis. Restringendo il campo, sembrerebbero nella disponibilità dell’ex al-Qaeda, ex al-Nustra e oggi Jahbat Fatah al-Sham. Allora ragioniamo, partendo da Astana e da un fondamentale quesito: cui prodest? Ovvero: a chi giova. Forse non arriveremo a nulla, ma ci chiariremo un po’ le idee. In prospettiva, i ribelli del Free Syrian Army (quelli ‘buoni’) avranno un loro limitato spazio a Nord, con tutela turca. Assad e Putin mirano a distruggere (con la sporadica partecipazione degli Usa) tutti i gruppi jihadisti, concentrati ormai nella provincia di Idlib. Se perdono quell’area, sono praticamente finiti. Assad, se l’avanzata prosegue, ha già la vittoria in tasca. L’offensiva, allora, va delegittimata agli occhi del mondo con ogni mezzo. Indovinello: chi può aver interesse a farlo?